Che cos’è la mafia?
La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine Giovanni Falcone, magistrato (1939-1992)
La mafia è come i piccioni sui campi, dopo che i contadini hanno seminato Roberto, studente torinese, 12 anni
La mafia è una montagna di merda Peppino Impastato, figlio di mafiosi (1948-1978)
Che cos’è la mafia? Mafia è un termine generico, che viene usato per definire diverse forme di criminalità organizzata Il suo obbiettivo è quello di ottenere denaro e potere, per i quali usa la violenza e uccide Il denaro che guadagna in modo criminale viene poi investito in attività legali, come l’edilizia. Spesso ha relazioni strette anche con quelli che dovrebbero combatterla, ma che si fanno corrompere: politici, poliziotti, giudici, preti, etc.
Come è organizzata? La mafia è strutturata come una piramide Alla base c’è una famiglia che controlla un quartiere o un intero paese: essa viene chiamata anche cosca, che in dialetto è la parte interna del carciofo, protetta da foglie spinose e ben compatta La famiglia è composta dai picciotti e dagli uomini d’onore, che rispondono al boss della famiglia I boss si riuniscono nella cupola, che comanda su un’intera regione I boss stringono accordi con i politici: la mafia si impegna a far votare un tale politico e questi, se viene eletto, ricambia il favore con raccomandazioni e appalti favorevoli alla famiglia
Dopo il Maxi Processo: la stagione del terrore Quando nasce la mafia? La mafia nasce nell’Ottocento nelle campagne della Sicilia, dove si coltivavano limoni da esportare a Londra e New York. C’erano bande di briganti che prima distruggevano i raccolti. Poi andavano dai padroni della terra e chiedevano di essere pagati per difendere i limoni dai vandali. La parola mafia è di origine incerta, forse araba. Viene scritta per la prima volta nel 1861: maffia Alcune definizioni di mafia: 1865: setta malandrinesca 1869: braveria, baldanza, spocchia 1877: facinorosi della classe media Ma per i mafiosi siciliani è semplicemente Cosa Nostra
A che età si può entrare nella mafia? Appena un ragazzo entra nella ‘ndrangheta cammina mezzo metro da terra perché pensa che possa diventare come il figlio del boss che ha la macchina lussuosa e che va a scuola con cento euro in tasca I giovani intraprendenti e determinati vengono avvicinati e selezionati attentamente: Ti seguono sin da bambino, ti osservano, ti insegnano a sparare e anche ad uccidere Non si diventa mafiosi solo per “merito”, ma anche per nascita La cerimonia di affiliazione avviene subito dopo il battesimo La mafia in cui è più alta la presenza di minorenni è la Camorra napoletana: i bambini, già a nove-dieci anni, vengono utilizzati per trasferire armi e droga
Come si entra nella mafia? Il giovane viene osservato per anni e viene valutato il suo carattere: deve essere audace, deve sapersi controllare e farsi rispettare Con un ago mi hanno punto il polpastrello di un dito e mi hanno dato in mano una santina … l’hanno macchiata con il mio sangue, le hanno dato fuoco e io me la passava da una mano all’altra. Poi mi hanno suggerito le parole da dire. Mi hanno detto di ripetere: “Come carta ti brucio, come santa ti adoro, come brucia questa carta deve bruciare la mia carne se un giorno tradirò Cosa Nostra”
Come deve essere un mafioso? A megghiu parola è chidda cca nun si rici L’uomo d’onore deve saper tacere Chi vuole entrare nella mafia, deve essere intraprendente e non può avere legami di parentela con uomini delle forze dell’ordine né con magistrati Una volta che si entra, però, non si esce più La reputazione è una cosa fondamentale perché senza il rispetto della gente che lo teme, il mafioso non conterebbe niente: la mafia lo chiama onore Per questo egli deve essere sempre capace di farsi giustizia con le proprie mani, senza mai chiedere l’aiuto dello Stato o della Polizia
Come uccide la mafia? Il sistema più efficace e silenzioso è quello della lupara bianca: la vittima viene uccisa e il cadavere viene fatto sparire Ogni cosca ha il proprio territorio, ma talvolta scoppiano guerre tra cosche per gelosia, avidità e supremazia Ma i principali alleati dei mafiosi si trovano tra la gente comune, che finge di non vedere: questo atteggiamento di mancata denuncia si chiama omertà Nelle terre della mafia si muore soprattutto per l’omertà, il silenzio e l’indifferenza della gente e delle istituzioni
Come comunicano i mafiosi? I capimafia, spesso a causa della latitanza, comunicano in modo scritto attraverso dei pizzini, poiché non sempre riescono a comunicare di persona a tutti i loro sottoposti
Che cos’è il pizzo? Se quello non si è messo a posto, allora noi questa notte ci mettiamo la colla Il pizzo è una tassa che la mafia tenta di imporre a chiunque gestisca un’attività economica Pizzo in siciliano significa becco e deriva dal detto: fari vagnari ‘u pizzu significa “bagnarsi il becco” nel piatto altrui Chi vuole lavorare senza problemi deve pagare una quota mensile, la mesata Il pizzo (o estorsione) non è solo un problema del Sud, ma viene richiesto e pagato regolarmente in regioni come Lombardia ed Emilia Romagna
Nessuno si è ribellato? Nel 1991 a Palermo accade qualcosa che nessuno aveva previsto. Un imprenditore, Libero Grassi, decide di non pagare il pizzo e va in televisione a dirlo: “Non ho mai pagato il pizzo ai mafiosi” Ma invece dei complimenti per il suo coraggio, riceve il rimprovero degli altri industriali siciliani. Lasciato solo dalla gente e dallo Stato italiano, viene ucciso il 29 agosto del 1991.
Che cos’è l’usura? L’usura è una vecchia pratica che consiste nel prestare soldi con interessi talmente spropositati da rendere impossibile il rimborso L’usuraio è detto anche cravattaro Il prestito offre all’inizio un beneficio, ma ben presto il commerciante o l’imprenditore è costretto a cedere la sua attività al mafioso perché non è in grado di restituire il denaro
Che cos’è l’ecomafia? Dottò, ’a munnizza è oro Il termine ecomafia indica la criminalità che fa affari a danni dell’ambiente, distruggendo il paesaggio e la natura Come? Innanzitutto con lo smaltimento illegale dei rifiuti: le mafie controllano almeno cinquemila discariche illegali dove tutto intorno viene contaminato Nel 2008 sono spariti 31 milioni di tonnellate di rifiuti industriali: una montagna di rifiuti alta come l’Etna. E dove sono finiti? In cave abbandonate che vanno a inquinare le falde acquifere Tra questi, anche molti rifiuti radioattivi: in queste zone si registrano morti per tumore più alte che nel resto del Paese In questo modo, la mafia ogni anno guadagna quasi 20 miliardi di euro
Da un intercettazione telefonica di due ’ndranghetisti: “Basta essere furbi, aspettare delle giornate di mare giusto, e chi vuoi che se ne accorga?” “E il mare? Che ne sarà del mare… se lo ammorbiamo?” “Ma sai quanto ce ne fottiamo del mare: pensa ai soldi, che con quelli il mare andiamo a trovarcelo da un’altra parte”
Quali sono le principali attività economiche della mafia? I mafiosi dei livelli più bassi vivono di attività illegali: - Pizzo - Usura Droga Armi Gioco d’azzardo - Tratta dei nuovi schiavi: clandestini e prostitute Contrabbando e mercato del falso
Man mano che si sale, invece, si alimentano di attività più lecite e visibili: i soldi delle mafie vengono investiti poi nelle città del Centro-Nord per costruire alberghi, ristoranti, creare società di trasporto. Inoltre si aggiudica stranamente gli appalti per costruzione di strade, centri commerciali, etc… Così avviene il riciclaggio del denaro sporco
Come si combatte la mafia? Per quasi 150 anni lo Stato italiano non ha mosso un dito contro le mafie, limitandosi a reagire dopo una grave strage o l’omicidio di una persona importante Ma nel 1982 vengono assassinati due grandi nemici della mafia: Pio La Torre, un politico comunista e Carlo Alberto Dalla Chiesa, generale dell’Arma dei Carabinieri Dopo questi due omicidi, lo stato italiano introduce nel codice penale l’articolo 416 bis: associazione a delinquere di stampo mafioso Negli ultimi anni una strategia molto efficace è stata quella di confiscare i beni guadagnati dai mafiosi e donarli ad associazioni o ad enti statali
Chi è un pentito? Il pentito è una persona che decide di lasciare l’organizzazione criminale di cui fa parte e di collaborare con la giustizia Il termine corretto è infatti collaboratore di giustizia Ma chi parla, rischia. Pertanto, se viene riconosciuta l’importanza di tale collaborazione, l’ex mafioso viene protetto e a volte deve persino cambiare identità
Chi era Giuseppe Di Matteo? Giuseppe è figlio di Santino Di Matteo, mafioso che ha partecipato alla strage di Capaci ma che dopo l’arresto decide di collaborare con la giustizia Nel novembre 1993, quando viene sequestrato, suo figlio Giuseppe ha tredici anni Alcuni uomini di Cosa Nostra, spacciandosi per poliziotti, si presentano a casa dicendo che lo devono scortare dal padre. Invece lo terranno prigioniero per 18 mesi, ma il padre non cambia idea Una scelta coraggiosa, a cui la mafia risponde con ferocia: l’11 gennaio 1996 Giuseppe viene ucciso e poi sciolto nell’acido per farne sparire il corpo
Che cos’è una scorta? La scorta è una forma di protezione decisa dallo Stato. Serve per garantire l’incolumità di chi è minacciato o è a rischio di aggressione. Tra i più esposti ci sono tanti magistrati che, per la loro attività in difesa della giustizia, rischiano la vita e perciò vengono protetti da agenti armati che li seguono costantemente e li accompagnano in auto blindate Spesso la scorta protegge anche la famiglia, senza pause o interruzioni Nella strage di Capaci, il cui obbiettivo era Giovanni Falcone, sono morti anche tre giovani agenti della scorta. Cinque ne sono morti nella strage di Via d’Amelio, per proteggere il giudice Paolo Borsellino
Quali sono le altre mafie italiane? Il termine siciliano mafia non indica soltanto Cosa Nostra, ma viene frequentemente usato per definire le organizzazioni criminali che hanno caratteristiche simili. In Italia esse sono: La ’Ndrangheta in Calabria La Camorra in Campania La Sacra Corona Unita in Puglia I Basilischi in Basilicata
Cos’è la ’Ndrangheta? La ’ndrangheta è oggi l’organizzazione criminale più ricca, ma anche più potente, soprattutto grazie al traffico di droga Nata in Calabria, si è espansa in tutta Italia e nel mondo grazie ad una struttura basata su un forte vincolo di sangue Tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta, la ’ndrangheta si è arricchita grazie a numerosi rapimenti: ben 620 Oggi la ’ndrangheta è molto diffusa in Lombardia, tra Brescia e Milano
Racconta Cesare Casella, ragazzo di Pavia rapito dalla ’ndrangheta nel 1988 e rimasto prigioniero per 743 giorni: Sono stato trattato come un cane, come il cane di un padrone senza cuore; un padrone che arriva, porta da mangiare, porta l’acqua e controlla la catena. Di catene ne avevo due. Alla caviglia, un catenone a maglie grosse. Al collo, una più società. La mia libertà di movimento era di un metro e mezzo, il minimo spazio per potermi muovere. Riuscivo a fare anche un po’ di ginnastica. Non volevo arrendermi. Momenti di disperazione non ne ho mai avuti. Qualche volta mi è capitato di piangere, ma di rabbia. Ho vissuto come cent’anni fa, nel freddo, nel caldo infernale, fra topi e serpenti
Che cos’è la Camorra? Più che un’organizzazione criminale, la Camorra è un sistema, un modello di vita caratteristico della zona di Napoli. Tra le bande camorristiche scoppiano spesso conflitti che durano poco e per futili motivi Attorno alle bande, ruotano migliaia di persone, gruppi di ragazzini o intere famiglie che si procurano da vivere spacciando droga o vendendo sigarette di contrabbando. Per entrare nella Camorra, non c’è nessuna selezione o limite d’età La famiglia più importante è quella dei Casalesi, che provengono da Casal di Principe, e si occupano di edilizia, mercati ortofrutticoli, smaltimento di rifiuti, etc. Lo scrittore Roberto Saviano ha fatto conoscere al mondo questi fatti con il libro Gomorra e oggi vive sotto scorta
Chi era Giovanni Falcone? Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana.
Giovanni nasce nel 1935 a Palermo Dopo il liceo classico, studia all’Accademia navale ma poi passa a Giurisprudenza Quando inizia a lavorare a Palermo, la mafia uccide e spaventa. I magistrati sono timorosi e nessuno osa condannare un mafioso. Non esistono pentiti nè testimoni e molti delitti rimangono senza colpevole
Giovanni inizia le sue indagini, scoprendo un grande traffico di droga tra la Sicilia e gli Stati Uniti Nel 1984 incontra Tommaso Buscetta, un boss che decide di collaborare con la giustizia dopo che la mafia ha ammazzato due suoi figli, un fratello, il genero, il cognato e quattro nipoti Il pentito rivela a Giovanni tutti i segreti di Cosa Nostra
Grazie a queste numerose informazioni, Giovanni riesce ad istruire il maxi-processo con ben 475 imputati mafiosi Nel 1989 Cosa Nostra decide di uccidere Giovanni con 56 candelotti di tritolo sistemati su uno scoglio davanti alla villa dell’Addaura, ma l’attentato fallisce Adesso Giovanni si è fatto molti nemici e si trasferisce a Roma, dove lavora la Ministero: vuole convincere lo Stato italiano a potenziare la lotta alla mafia Il 23 maggio 1992 Giovanni e la moglie Francesca rientrano in Sicilia per il fine settimana
Strage di Capaci Il 23 maggio del 1992, alle ore 17.58, i sismografi della stazione dell'Istituto Nazionale di Geofisica di Monte Cammarata registrano un sussulto della terra. Non è il terremoto; è l'esplosione di un quintale di tritolo che scava un cratere profondo quasi quattro metri e solleva in aria un intero tratto dell'autostrada Palermo-Punta Raisi, all'altezza di Capaci, uccidendo Giovanni Falcone, 54 anni, direttore degli Affari Penali al Ministero della Giustizia. Nella STRAGE DI CAPACI, perdono la vita anche la moglie Francesca Morvillo, magistrato, e gli agenti di scorta: Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani, tutti sotto i trent’anni.
Chi era Paolo Borsellino? Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell'amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare.
Paolo passa l’infanzia negli stessi quartieri frequentati da Giovanni Qui il confine tra il bene e il male è molto sottile, ma alla fine Paolo rifiuta la mafia e diventa magistrato Insieme a Giovanni, suo grande amico e collega, istruisce il maxi-processo alla mafia
Dopo la strage di Capaci, prosegue le indagini di Giovanni, ma sa di essere un “morto che cammina” Il 19 luglio 1992 Paolo va a trovare la madre in via D’Amelio. Parcheggiata lì a pochi passi, c’è un’auto piena di tritolo Un terribile boato: una voragine infernale inghiotte Paolo e cinque giovani agenti della sua scorta, tra cui una poliziotta
La mafia esiste solo al Sud?
Processo 'Ndrangheta: le intercettazioni sono legittime 22 giugno 2010 BUSTO ARSIZIO Seconda udienza, questa mattina, per gli uomini accusati di far parte della "locale" di 'Ndragheta di Lonate Pozzolo […] Gli imputati, secondo l'accusa, avrebbero creato un'associazione mafiosa dedita all'usura, all'estorsione, al traffico di droga, armi ed esplosivi e al riciclaggio.
Varese terra di "ecomafia" Rifiuti e cave nel mirino 06 luglio 2010 VARESE Varese, terra di ecomafia […] È a Fagnano Olona, ad esempio, che ha preso le mosse lo scorso anno l'operazione “Replay”. Quella che ha portato in carcere con l'accuse di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, falsità documentale e riciclaggio, tra gli altri, Salvatore Accarino, “il Re dei rifiuti” legato alla famiglia siciliana di Giuseppe Onorato, che agiva attraverso una società di Olgiate Olona. L'azione dei carabinieri ha prodotto 10 arresti, 41 indagati, il sequestro di 2 impianti di smaltimento e 7 società […] Ma clamoroso è anche il caso del parco del Ticino, dove il business del cemento si è intrecciato con quello dei rifiuti. Il 1 marzo, a Lonate Pozzolo, gli agenti coordinati dalla procura di Busto hanno sequestrato una delle più grandi cave della provincia, da cui sarebbero stati asportati abusivamente almeno 450 mila metri cubi di sabbia e ghiaia in 2 anni. E nelle buche venivano sepolti rifiuti anche pericolosi.
Estorsioni e usura con tassi fino al 200% Cinque arresti in Lombardia, trenta vittime 02 settembre 2010 MILANO avrebbero reclutato le proprie vittime tra famiglie e piccoli imprenditori in difficoltà, concedendo prestiti con tassi di interesse che superavano il 200 per cento annuo per un giro d'affari di oltre 500mila euro. I carabinieri hanno arrestato cinque persone con l'accusa di usura, estorsione e riciclaggio, smantellando un'organizzazione criminale che operava da anni in provincia di Varese e di Milano. Sono 30 le vittime accertate, alcune delle quali hanno rifiutato di collaborare con le forze dell'ordine per paura di ritorsioni […] Il capo dell'organizzazione sarebbe un pregiudicato originario di Catania. Secondo quanto è emerso dalle indagini, coordinate dal sostituto procuratore varesino Raffaella Zappatini, l'uomo trattava direttamente con le vittime, che si rivolgevano a lui con estremo rispetto. Alcuni intermediari lo affiancavano nelle operazioni di riscossione, che avvenivano nella maggior parte dei casi all'esterno di un bar di Busto Arsizio. […] I presunti usurai concedevano prestiti fino a 60mila euro, con tassi di interesse fino al 20 per cento mensile e al 200 per cento annuo. Per spingere le vittime a pagare il debito, avrebbero minacciato violenze fisiche e azioni intimidatorie come l'incendio delle attività. Si facevano risarcire in alcuni casi con prestazioni di lavoro gratuite e forniture di materiale edile
«Noi studenti di Busto in tribunale contro la mafia» 13 ottobre 2010 BUSTO ARSIZIO C'erano anche 19 studenti del liceo scientifico «Arturo Tosi» ieri nell'aula «Falcone e Borsellino» del tribunale di Busto per l'udienza del processo alla 'ndrangheta, rinviata al 23 novembre. Accompagnati dall'insegnante Sofia Somasca e dal coordinatore regionale del movimento «Ammazzateci tutti» Massimo Brugnone, promotore di un progetto sulla legalità che coinvolgerà anche altre scuole, i ragazzi della 5A hanno potuto assistere coi loro occhi a una delle fasi del processo denominato «Bad Boys» […]
Villa al mare e Billiard Cafè a Busto: i beni sequestrati alla 'Ndrangheta 06 Novembre 2010 VARESE - Lo Stomp a Legnano e il Billiard Cafè a Busto Arsizio. Questi i due locali sequestrati alla 'Ndrangheta. Ormai è una certezza: la 'Ndrangheta al nord viaggia in macchine costose, vive in centro, possiede bar, ville al mare, appartamenti, stazioni di servizio e società. I beni sequestrati ieri alla "Locale di Lonate Pozzolo", costola della cosca farao-marincola della 'ndrangheta di Crotone, ammontano a 7 milioni di euro, secondo una stima iniziale che punta al ribasso […] Il Billiard Cafe, con una superficie di circa 1000 mq, all'interno della quale si trovano tavoli da biliardo e slot machine, pare essere stato utilizzato come "l'ufficio" del vertice della cosca mafiosa
Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola