LA BIBBIA CRISTIANA Il canone del N.T.

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LA BIBBIA CRISTIANA Il canone del N.T. La Bibbia cristiana, oltre ad attenersi a un canone un pò diverso rispetto a quello ebraico per l’A.T., comprende anche il N.T. Il N.T. è quella parte della Bibbia considerata sacra dai cristiani, ma non riconosciuta dagli ebrei, in quanto annuncia e parla di Gesù come Figlio di Dio e Messia. Per i cristiani il N.T. non considera superato l’Antico, anzi il Nuovo non è comprensibile a prescindere dall’Antico:il mistero della salvezza annunciato dall’A.T. per i cristiani si compie nel NT. Il canone del N.T. Il canone del N.T. comprende: quattro Vangeli:Matteo. Marco,Luca,Giovanni; gli Atti degli apostoli; l’Apocalisse Ricordiamo che al di fuori del canone vi sono i Vangeli cosiddetti “apocrifi” dai quali derivano molte notizie sulla vita di Gesù che appartengono al nostro immaginario, ma che la letteratura canonica tace.

Vangelo predicato e Vangelo scritto Come per l’A.T. la stesura del N.T. non fu immediata, ma avvenne in fasi successive, in un arco di tempo di circa cinquant’anni, in un periodo immediatamente successivo alla morte e Risurrezione, e fu preceduto da un periodo di trasmissione orale della Parola di Gesù. Gesù non scrisse nulla, né chiese agli apostoli di scrivere il suo messaggio, bensì li esortò a predicare il suo Vangelo. Vangelo La parola è di origine greca e significa “lieto annuncio”, “buona notizia”, “notizia di gioia e di salvezza”. Venne usata per indicare il messaggio di Gesù, secondo il quale la salvezza attesa da Israele era vicina. In quel tempo si usava molto la memoria e poco la parola scritta. I maestri spirituali, quando insegnavano, usavano mezzi pedagogici che facilitassero la memorizzazione. Anche Gesù, esprimendosi in aramaico, con frasi brevi, molto ritmante, ricche di immagini, fece sì che gli apostoli memorizzassero gran parte delle parole da lui pronunciate. Dopo la morte di Gesù gli apostoli, scossi dall’avvenimento pasquale e dalle apparizioni di Gesù, guidati dallo Spirito Santo, su mandato di Gesù stesso cominciarono ad annunciare la Buona Notizia: è il Vangelo predicato, prima in aramaico, poi ben presto in greco. Via via che il tempo passava divenne sempre più forte la necessità di mettere per iscritto l’insegnamento orale degli apostoli, affinché gli elementi fondamentali della fede cristiana non subissero modifiche e manipolazioni. Il greco scritto del N.T. è detto della “koinè” è cioè una “lingua comune”, non letteraria, che poteva essere facilmente compresa da tutti. La formazione dei Vangeli Nell’elaborazione dei loro scritti, gli evangelisti si rifecero alle testimonianze sulla vita di Gesù; sia quelle tramandate oralmente sia quelle raccolte in forma scritta e anonima. Si trattava : delle più antiche fonti che narravano la passione-morte-Risurrezione; di narrazioni contenenti la raccolta dei miracoli; dei così detti “lòghia”, cioè i detti e le massime più memorabili di Gesù. Marco scrisse per primo il suo Vangelo, intorno al 65 d.C. circa rifacendosi alla predicazione di Pietro e alle raccolte precedenti. Seguirono Matteo e Luca, che utilizzarono entrambi il testo di Marco, unitamente a un’altra fonte comune, la fonte Q (dal tedesco Quelle, fonte). Giovanni scrisse molto più tardi il suo Vangelo e rielaborò il materiale in modo autonomo.

La storicità dei Vangeli I Vangeli sinottici I Vangeli di Marco, Matteo e Luca sono detti sinottici in quanto, se si confrontano tra loro, si possono cogliere le molteplici affinità e i frequenti parallelismi, dovuti al fatto che gli autori usarono tradizioni orali e fonti scritte comuni. Tuttavia un’analisi più approfondita rivela che ogni evangelista rielaborò i dati in modo originale e secondo le esigenze della comunità a cui si rivolgeva. La storicità dei Vangeli I Vangeli sono libri storici in quanto riportano testimonianze su fatti realmente accaduti : la vita e la predicazione di Gesù. La loro finalità, tuttavia, non è quella di offrire un quadro completo della vita di Gesù e dei suoi tempi, e per questo motivo i vangeli non possono essere considerati delle vere e proprie fonti storiche. I Vangeli sono quindi una testimonianza di fede, in quanto mettono in luce gli episodi dell’esperienza vissuta dalla Chiesa delle origini, per dimostrare che la presenza di Cristo risorto continua anche ai giorni nostri. I quattro Vangeli Ogni evangelista rivela una approccio personale nel presentare la figura di Gesù. Ogni Vangelo ha una sua struttura, un suo progetto e una sua visione teologica, c’è un modo specifico di interpretare la persona e l’opera di Gesù. Occorre tener presente che ciascun evangelista scriveva per un pubblico diverso e a seconda dei destinatari si possono spiegare le caratteristiche di ciascun Vangelo.

Matteo, uno dei 12 apostoli, faceva parte di una comunità di cristiani provenienti dall’ebraismo e i suoi destinatari erano ebrei convertiti al cristianesimo. Ciò spiega perché nel suo testo viene dato ampio spazio alle parole di Gesù, attraverso 5 solenni discorsi. Lo scopo del suo vangelo era dimostrare ai suoi lettori che Gesù era veramente il Messia annunciato dalle Scritture. La stesura definitiva del suo Vangelo venne fatta risalire all’ 80 d.C. circa e comprende 28 capitoli. Marco fu discepolo e interprete di Pietro e scrisse il suo Vangelo probabilmente a Roma, per pagani convertiti, intorno al 65 d.C. Proprio perché si rivolge a cristiani che vivono fuori dalla Palestina si preoccupa di spiegare espressioni aramaiche e riti giudaici. Nel suo testo il lettore viene avviato su itinerario che procede dall’oscurità verso la piena rivelazione. Gesù è presentato come un uomo, che però compie atti sorprendenti di liberazione dal male nei confronti di coloro che sono malati sia fisicamente che spiritualmente. Il Vangelo di Marco, composto di 16 capitoli, è il più breve dei quattro. A metà del suo cammino, Gesù è riconosciuto da Pietro come il Cristo, cioè il Messia, che non viene presentato come un trionfatore bensì come uno sconfitto, ma è proprio nella passione, morte e Risurrezione che si scopre il segreto ultimo di Gesù e i discepoli arrivano alla piena professione di fede. Luca, collaboratore i Paolo di Tarso, possedeva una notevole cultura greca e giudaica e infatti il suo scritto è più elaborato dei precedenti sia nel progetto sia nello stile. Scrisse il suo Vangelo intorno all’80d.C. ed è indicato anche come l‘autore del libro degli Atti degli Apostoli. I destinatari del suo scritto sono tutti i cristiani provenienti dal mondo pagano. Al centro del racconto di Luca vi è un lungo viaggio che conduce a Gerusalemme, partendo dalle origini di Cristo e dalla sua predicazione nella regione settentrionale della Galilea sino alla morte e alla gloria prima dell’ascensione in cielo. Nel viaggio verso Gerusalemme Luca tratta i temi che i suoi occhi meglio raffigurano il volto di Cristo: l’amore, la gioia, la povertà,lo Spirito Santo, la preghiera, la vigilanza. Il Vangelo di Luca è composto di 24 capitoli. Giovanni. La data di redazione definitiva dello scritto viene fatta risalire alla fine del 1° secolo e il suo vangelo è il frutto di una lunga elaborazione all’interno della comunità che riconosceva in lui il suo fondatore. Il testo è molto elaborato e complesso, ricco di simboli ed è destinato ai cristiani dell’Asia Minore che vogliono conoscere meglio il messaggio di Gesù. Il Vangelo di Giovanni è composto di 21 capitoli.

Gli Atti degli apostoli Gli altri scritti del Nuovo Testamento Gli altri testi del N.T. nacquero per esigenze successive alla morte di Gesù e su richiesta della comunità cristiana. Gli Atti degli apostoli Il Libro degli Atti degli apostoli fu composto intorno all’80 d.C. L’autore descrive la nascita della chiesa e il suo sviluppo, guidato dallo Spirito Santo, e racconta come il Vangelo, predicato da Pietro e dagli altri testimoni e soprattutto da Paolo, raggiunse Roma (capitale dell’Impero) attraversando l’intera area del Mediterraneo. Le Lettere degli apostoli Si tratta di una serie di lettere indirizzate dagli apostoli al alcune comunità cristiane. Comprendono : Il complesso delle Lettere di Paolo sono tredici scritti contrassegnati in modo esplicito dal nome dell’apostolo Paolo e un quattordicesimo che è la lettera agli ebrei, che è considerata nettamente distinta dall’epistolario paolino. Sono contenute ampie riflessioni su Gesù Cristo e sulla Scrittura e vengono trattate tematiche che le prime comunità cristiane si trovavano a dover affrontare nei contati con il mondo ebraico e con il mondo pagano. Le Lettere cattoliche, sono sette lettere composte tra i 60 e il 100 d.C. attribuite agli apostoli Giacomo, Pietro, Giovanni e Giuda, e definite “cattoliche” (cioè universali). L’ Apocalisse Il testo, attribuito a Giovanni, è l’ultimo libro della Bibbia e venne scritto intorno alla fine dell’1° secolo d.C. Appartiene a un genere letterario preciso: l’Apocalittica (la letteratura apocalittica offre una visione pessimista del presente, travolto da sofferenze e rovine, mentre è ottimista per l’avvenire segnato dall’avvento del regno di Dio). È indirizzato alle Chiese dell’Asia Minore, colte nel loro travagliato itinerario terreno, ma prospetta il loro destino glorioso, raffigurato dalla Gerusalemme celeste, la città della speranza e dell’incontro pieno con Cristo.

“La Bibbia cristiana” ITIS “Severi” – 3 anno – Ins. Lorenzo Masiero