PROGRAMMA DEL CORSO La solidarietà come struttura sociale fondamentale

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PROGRAMMA DEL CORSO La solidarietà come struttura sociale fondamentale Le virtù fondamentali dell’etica sociale: l’amore... ... e la giustizia Le comunità fondamentali: il matrimonio e la famiglia... ... e lo stato Problematiche particolari: la responsabilità nei confronti dei beni personali del prossimo... ...la responsabilità nel campo economico-sociale... la responsabilità nei confronti dei beni ambientali.

II. VIRTÙ FONDAMENTALI DELL’ETICA SOCIALE: L’AMORE I tre elementi dell’amore Intenzionalità dell’amore Dio è amore Riflessioni etiche

Homo homini naturaliter amicus “Per tutti gli uomini è naturale amarsi a vicenda, come testimoniato – tra l’altro – dal fatto che per una sorta di impulso naturale l’uomo viene in soccorso di qualunque altro uomo in necessità, anche se sconosciuto, per esempio richiamandolo se ha sbagliato strada, sollevandolo se è caduto, ecc., come se ogni uomo fosse per natura familiare ed amico di ogni altro uomo”. Tommaso d’Aquino, Summa contra Gentiles, III, c. 117, 6.

Concettualizzare l’inspiegabile “Eppure, paradossalmente, proprio la filosofia, e solo essa, può mettere in evidenza i motivi teorici di fondo per i quali sia l’umana vita affettiva, sia l’originalità alla quale ciascuno è chiamato, sono quasi-inspiegabili per l’umano sapere: e sono difficilmente, e limitatamente, comunicabili ad altri […]. I nostri affetti, il nostro amore (o anche l’odio), e lo sviluppo pieno di una personalità umana, possono essere infatti tanto vari, rigogliosi ed originali, da emergere al di là delle nostre stesse, umane, concettualizzazioni. Eppure è utilissimo, per ciascuno di noi, chiarirsi le idee in proposito: almeno in quanto questo può contribuire a rafforzare […] la propria libertà vera”. (F. RIVETTI BARBÒ)

Uso, abuso – Univoco, equivoco “Si parla di amor di patria, di amore per la professione, di amore tra amici, di amore per il lavoro, di amore tra genitori e figli, tra fratelli e familiari, dell’amore per il prossimo e dell’amore per Dio”. Benedetto XVI, Lettera enciclica Deus caritas est (25.12.2005), n. 2. “Love is just a four letter word”. Bob Dylan per Joan Baez

Esemplificazioni Amore naturale Amore per un’attività Amore e accoppiamento tra cani Amore e accoppiamento tra umani Amore per un posto Amore per una persona

Bisogno e apprezzamento Piaceri che sono tali solo se preceduti da un intenso desiderio Verbi al passato Relativi ad una condizione Piaceri che risultano tali in se stessi, anche improvvisamente Verbi al presente Oggettivi

A. Amore di bisogno (1) Dura quanto il bisogno, si spegne non appena il bisogno è appagato. L’amore di bisogno non è cattivo… … non è meramente animale… … non è essenzialmente egoistico. “Non posso vivere senza di te”; “Signore, salvaci!”.

A. Amore di bisogno (2) “So bene che chi prova questo «amore di bisogno» può avere dei buoni motivi per cercare di sopprimerlo o di mortificarlo, ma l’esserne del tutto privi è un marchio che di solito contraddistingue il freddo egoista. Dal momento che il nostro bisogno degli altri è reale («Non è bene de l’uomo sia solo»), il venir meno, nella nostra coscienza, del senso di questo bisogno che si esprime attraverso l’«amore di bisogno» – in altre parole, la convinzione, ingannevole, che sia bene per noi stare da soli – è un brutto sintomo spirituale, proprio come l’inappetenza è un cattivo sintomo sotto il profilo medico, perché l’uomo ha veramente bisogno del cibo”. (C. S. Lewis)

A. Amore di bisogno (3) Per la durata: Tra esseri umani: Con Dio: bisogni permanenti o ricorrenti; confluenza in altri affetti; rottura. Con Dio: la sua capacità infinita Nostro bisogno inesauribile

B. Amore di apprezzamento Il bello “in sé” ( e non solo “per me”)  “Come ha creato l’uomo e la donna, Dio ha fatto l’eroe e il poeta o l’oratore. Questi nulla può fare di quel che fa l’altro; può soltanto ammirarlo, amarlo e rallegrarsi di lui. Non è tuttavia meno felice dell’altro; perché l’eroe è, per così dire, il meglio del suo essere, la parte che egli ama, beato di non esserlo egli stesso, affinché il suo amore sia fatto di ammirazione. Il poeta è il genio della rimembranza; nulla egli può, che non sia ricordare; nulla se non ammirare ciò che fu già compiuto. Non cava nulla da se stesso, ma è geloso custode di quanto gli è stato affidato. Segue la scelta del suo cuore; quando abbia trovato l’oggetto della sua ricerca, va di porta in porta coi suoi canti e i suoi discorsi, perché tutti condividano la sua ammirazione per l’eroe e ne siano, come lui, fieri” (S. KIERKEGAARD).

C. Amore di dono (1) Apprezzamento che causa l’affetto e apprezzamento causato dall’affetto. “Colui che ama, che si dona all’amato nel suo amare, non ha in alcun modo la coscienza di una rinuncia di sé. Al contrario, egli diventa più se stesso in questa donazione; vive in modo più pieno e più proprio, la sua profonda vita privata è più vigile e esistenzialmente compiuta”. D. von Hildebrand

C. Amore di dono (2) Spiegazioni insufficienti: Simpatia e compassione Emozionale: non ancora dono, non necessariamente dono Risposta al fascino della bellezza altrui Riduzione dell’amore di dono all’amore di apprezzamento

C. Amore di dono (3) La relazione precede e fonda la percezione della bellezza altrui. L’amore, come fenomeno originario, si fonda sulla relazione, ossia sul modo in cui un soggetto si rapporta ad un altro soggetto e – al limite – anche ad una cosa particolarmente significativa (il paese natio, la patria, un oggetto simbolico, ecc.).

Il mondo dell’“esso” e la rappresentazione Verbi transitivi – rapporto a un oggetto Qualcosa che accade nel soggetto Accumulare sapere – utilizzare Conoscenza categoriale (scientifica) dell’oggetto

Il mondo del “tu” e la relazione Esclusività del “tu” (non categorizzabile) Resta solo la relazione come categoria dell’essere

«Meritevole di compassione è colui che lascia non detta la parola fondamentale, ma infelice colui che, al contrario, la interpella con un concetto o con una formula come se fossero il suo nome!». M. Buber, “Io e tu”

«Non è un lui o una lei, limitato da altri lui e lei, punto circoscritto dallo spazio e dal tempo nella rete del mondo; e neanche un modo di essere, sperimentabile, descrivibile, fascio leggero di qualità definite. Ma, senza prossimità e senza divisioni, egli è tu e riempie la volta del cielo» M. Buber, “Io e tu”

due mondi per l’uomo Mondo dell’esso oggettivato in una trama di rapporti connessi nello spazio e nel tempo, estraneo all’uomo stesso sul quale è possibile avere delle conoscenze confrontabili con quelle di altri uomini. Mondo del tu inoggettivato, privo di connessione spazio-temporale, intimo all’uomo («anima della mia anima»), nei confronti del quale l’uomo è solo e non può intendersi con altri uomini

b. Amore e relazione (1) «L’atto essenziale, che in questo caso fonda l’immediatezza, viene comunemente compreso sentimentalmente e quindi frainteso. Dei sentimenti accompagnano il fatto metafisico e metapsichico dell’amore, ma non lo determinano; e i sentimenti che lo accompagnano possono essere di natura molto diversa. Il sentimento di Gesù verso l’indemoniato è diverso dal sentimento verso il suo discepolo prediletto; ma l’amore è uno solo. I sentimenti si “hanno”, l’amore accade. I sentimenti dimorano nell’uomo; ma l’uomo dimora nel suo amore» M. Buber, “Io e Tu”

b. Amore e relazione (2) Le passioni: L’amore: Stati d’animo subiti passivamente Reazioni emotive Impulsi dell’organismo L’amore: Atto di risposta al valore della persona Risposta affettiva

Le intenzioni dell’amore Intentio benevolentiae Intentio unionis

«Il singolare interesse per l’altro, racchiuso nell’amore, si ripercuote in questa relazione fino alla costituzione di un legame anche formale, di tipo completamente nuovo. Solo qui possiamo parlare di unione, dunque di un grado totalmente nuovo di partecipazione all’altra persona, un trascendente estendersi nell’interno della sua sfera (…). Lo sguardo reciproco dell’amore costituisce lo specifico legame-io-tu». D. von Hildebrand, Metaphysik der Gemeinschaft.

Modi originari di relazione Modo “noi” Una terza cosa costituisce la ragione dello stare insieme Si cammina fianco a fianco, perciò non ci si guarda negli occhi Modo “io-tu” L’altro è l’unica ragione dello stare insieme Si tende all’unificazione

3. Riflessioni filosofico-morali Identità dell’amore Assiologia dell’amore

3. Riflessioni filosofico-morali La prima persona (io) non sussiste senza il rapporto con la seconda persona (tu) La forza dell’io proviene dal tu Lo sviluppo dell’io scaturisce dall’impegno per il tu

I. Identità dell’amore Philìa – Amore di amicizia Eros – Amore di desiderio Agàpe – Amore oblativo

a. Amore di amicizia La categoria della Caritas, secondo san Tommaso Dilectio – predilectio Carus, a , um Necessità della corrispondenza Reciprocità

b. Eros e Agape Concetti alternativi? L’alienazione La guarigione

Concetti alternativi? Nietzsche: l’eros avvelenato “Nella critica al cristianesimo che si è sviluppata con crescente radicalità a partire dall'illuminismo, questa novità è stata valutata in modo assolutamente negativo. Il cristianesimo, secondo Friedrich Nietzsche, avrebbe dato da bere del veleno all'eros, che, pur non morendone, ne avrebbe tratto la spinta a degenerare in vizio. Con ciò il filosofo tedesco esprimeva una percezione molto diffusa: la Chiesa con i suoi comandamenti e divieti non ci rende forse amara la cosa più bella della vita? Non innalza forse cartelli di divieto proprio là dove la gioia, predisposta per noi dal Creatore, ci offre una felicità che ci fa pregustare qualcosa del Divino?” Benedetto XVI, Deus Caritas est, 3

1. Concetti alternativi? Nygren: purezza soprannaturale A. Nygren, Eros e agape. La nozione cristiana dell’amore e le sue trasformazioni (1939, 2. ed.), EDB, Bologna 1990. Back-ground kantiano. “l’essenza del cristianesimo risulterebbe disarticolata dalle fondamentali relazioni vitali dell'esistere umano e costituirebbe un mondo a sé, da ritenere forse ammirevole, ma decisamente tagliato fuori dal complesso dell'esistenza umana” (DCE, 7).

1. Concetti alternativi? Lotz: spontaneità e libertà vera L'eros non è ancora amicizia, ma se non è alienato la desidera ardentemente. Spontaneità che richiede il controllo di una libertà più alta Crescita nella philia e nell'agape, compimento dell'eros. Sviluppo e integrazione dell'eros, non repressione ed opposizione. J. B. Lotz, Die Drei-Einheit der Liebe: Eros-Philía-Agápe, J. Knecht Frankfurt/Main 1979.

1. Concetti alternativi? “In realtà eros e agape — amore ascendente e amore discendente — non si lasciano mai separare completamente l'uno dall'altro. Quanto più ambedue, pur in dimensioni diverse, trovano la giusta unità nell'unica realtà dell'amore, tanto più si realizza la vera natura dell'amore in genere. Anche se l'eros inizialmente è soprattutto bramoso, ascendente — fascinazione per la grande promessa di felicità — nell'avvicinarsi poi all'altro si porrà sempre meno domande su di sé, cercherà sempre di più la felicità dell'altro, si preoccuperà sempre di più di lui, si donerà e desidererà «esserci per» l'altro. Così il momento dell'agape si inserisce in esso; altrimenti l'eros decade e perde anche la sua stessa natura”. (DCE, 7)

1. Concetti alternativi? Disciplina dell’eros “Amore”, “eros”, “sesso”: promessa di innalzamento, di ebbrezza Bisogno di estasi, di eternità, di infinito. L’eros come “pazzia divina” Ricerca egocentrica dell’esperienza erotica, la persona altrui subordinata al soddisfacimento delle proprie esigenze “Così diventa evidente che l'eros ha bisogno di disciplina, di purificazione per donare all'uomo non il piacere di un istante, ma un certo pregustamento del vertice dell'esistenza, di quella beatitudine a cui tutto il nostro essere tende”. (DCE, 4)

1. Concetti alternativi? “Due cose emergono chiaramente (…) anzitutto che tra l'amore e il Divino esiste una qualche relazione: l'amore promette infinità, eternità — una realtà più grande e totalmente altra rispetto alla quotidianità del nostro esistere. Ma al contempo è apparso che la via per tale traguardo non sta semplicemente nel lasciarsi sopraffare dall'istinto. Sono necessarie purificazioni e maturazioni, che passano anche attraverso la strada della rinuncia. Questo non è rifiuto dell'eros, non è il suo «avvelenamento», ma la sua guarigione in vista della sua vera grandezza. Ciò dipende innanzitutto dalla costituzione dell'essere umano, che è composto di corpo e di anima. L'uomo diventa veramente se stesso, quando corpo e anima si ritrovano in intima unità; la sfida dell'eros può dirsi veramente superata, quando questa unificazione è riuscita”. (DCE, 5)

2. L’alienazione Dualismi gnostici e puritani (Nygren, Kant…) Pansessualismo (Freud) Automanipolazione, negazione del dato naturale

“Oggi non di rado si rimprovera al cristianesimo del passato di esser stato avversario della corporeità; di fatto, tendenze in questo senso ci sono sempre state. Ma il modo di esaltare il corpo, a cui noi oggi assistiamo, è ingannevole. L'eros degradato a puro «sesso» diventa merce, una semplice «cosa» che si può comprare e vendere, anzi, l'uomo stesso diventa merce. In realtà, questo non è proprio il grande sì dell'uomo al suo corpo. Al contrario, egli ora considera il corpo e la sessualità come la parte soltanto materiale di sé da adoperare e sfruttare con calcolo. Una parte, peraltro, che egli non vede come un ambito della sua libertà, bensì come un qualcosa che, a modo suo, tenta di rendere insieme piacevole ed innocuo. In realtà, ci troviamo di fronte ad una degradazione del corpo umano, che non è più integrato nel tutto della libertà della nostra esistenza, non è più espressione viva della totalità del nostro essere, ma viene come respinto nel campo puramente biologico. L'apparente esaltazione del corpo può ben presto convertirsi in odio verso la corporeità. La fede cristiana, al contrario, ha considerato l'uomo sempre come essere uni-duale, nel quale spirito e materia si compenetrano a vicenda sperimentando proprio così ambedue una nuova nobiltà. Sì, l'eros vuole sollevarci «in estasi» verso il Divino, condurci al di là di noi stessi, ma proprio per questo richiede un cammino di ascesa, di rinunce, di purificazioni e di guarigioni”. (DCE, 5)

3. La guarigione La persona umana è “totalità unificata”, unità di anima e corpo: la sfera affettivo-sensuale non esaurisce l’essenza della persona; la persona non è arbitra della sfera affettivo-sensuale a suo piacimento. La persona è essenzialmente dono, in senso passivo e attivo: tutto ciò che è lo riceve gratuitamente e non può “ritrovarsi pienamente se non mediante un dono sincero di sé” (GS 24).

II. Assiologia dell’amore Senso di una legge dell’amore Spontaneità e scelta Indicativo della solidarietà – imperativo dell’amore Atto e habitus