GLI INGREDIENTI COSMETICI

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7.3 I lipidi.
Pag. 93 Aspetti generali e classificazione
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Transcript della presentazione:

GLI INGREDIENTI COSMETICI Con il termine di ingredienti cosmetici si intendono le materie prime che vengono utilizzate per la preparazione di prodotti cosmetici finiti. Nel Dizionario europeo degli ingredienti cosmetici sono riportate circa 10.000 sostanze.

GLI INGREDIENTI COSMETICI Ogni ingrediente cosmetico è definito con il suo nome INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients). Per poter facilmente inquadrare un numero così elevato di sostanze, queste vengono suddivise in classi omogenee: Lipidi (oli, burri, cere) Tensioattivi (detergenti, schiumogeni) Emulsionanti e solubilizzanti Additivi reologici Conservanti e copreservanti Antiossidanti e sequestranti Agenti umettanti Coloranti Composizioni profumate Sostanze funzionali

LIPIDI Sono genericamente definiti col nome di lipidi tutte le sostanze non solubili in acqua. A seconda della struttura (lineare o ramificata), della saturazione o in saturazione e del numero di atomi di carbonio, si hanno lipidi fluidi a temperatura ambiente ( OLI ), pastosi ( BURRI e GRASSI ) o solidi ( CERE ). Sono lipidi: idrocarburi paraffinici idrocarburi terpenici siliconi esteri glicerici (trigliceridi) esteri non glicerici (cere) alcool grassi acidi grassi

IDROCARBURI PARAFFINICI Si ottengono per distillazione frazionata del petrolio. Possono presentarsi, in base al numero di atomi di carbonio e alla struttura, in forma fluida, semisolida o solida. Gli idrocarburi paraffinici non vengono assorbiti dalla pelle e risultano fisiologicamente inerti. Vengono utilizzati come emollienti, lubrificanti, impermeabilizzanti e coibenti (isolanti). Sostanze usate in cosmesi: olio minerale ( Paraffinum liquidum) vaselina filante o petrolato ( Petrolatum) paraffine solide come la cera microcristallina (Cera microcristallina) ceresina (Ceresina) ozocherite (Ozokerite)

IL PETROLIO Il petrolato viene impiegato in fard, rossetti, creme struccanti, unguenti, creme da massaggio. La cera microcristallina, l’ozocherite e la ceresina vengono utilizzati in rossetti e stick.

IDROCARBURI TERPENICI Sono lipidi di provenienza biologica. Sostanze usate in cosmesi: squalene (Squalene) pristano (Pristane) In passato venivano estratti da animali marini, oggi lo squalene è ricavato da fonti vegetali e precisamente dalla frazione in saponificabile dell’olio d’oliva. Lo squalene è un precursore degli steroli ed è un componente del sebo umano. Poiché lo squalene è fortemente insaturo la tecnica cosmetica preferisce usare un derivato idrogenato, lo squalano.

SILICONI Sono derivati organici sintetici del silicio, sono formati da catene di silicio intervallate da atomi di ossigeno. Possono assumere le forme di fluidi oleosi (i più usati in cosmesi) di geli, gomme siliconiche e resine. Sono sostanze inerti chimicamente, termicamente e fisiologicamente, sono inoltre idrorepellenti e traspiranti, hanno un alto grado di lubrificazione, scorrevolezza e scarsa untuosità. I siliconi non vengono assorbiti dalla pelle, sono idonei per la produzione di emulsioni a freddo alle quali conferiscono idrorepellenza, spalmabilità e gradevolezza cosmetica. Sono utilizzati nei prodotti per capelli, nei prodotti da make-up dalla texture innovativa (rossetti e fondotinta non transfer), creme barriera e oli da massaggio.

ESTERI GLICERICI (TRIGLICERIDI) Gli oli, i burri ed i grassi naturali (animali e vegetali) sono costituiti da trigliceridi e dalla così detta frazione in saponificabile. Oli vegetali: Si ricavano, per spremitura o per estrazione con solventi, dai frutti, dai semi o dai semi germinati, ottenendo un’ampia gamma di oli e burri. I principali oli vegetali: kiwi kukui arachidi papau borragine contiene alte dosi di acido linolenico, è usato per formulazioni fluide colza ravizzone sesamo germanico camelia cartamo nocciolo semi di zucca

ESTERI GLICERICI (TRIGLICERIDI) soia si ottiene dai semi, è una delle fonti principali di fosfolipidi (lecitina) e vitamina E; contiene, in media, dal 5 al 10% di acido linolenico e dal 40 al 50% di acido linoleico; è usato per la preparazione dei saponi e nelle formulazioni per pelli secche e disidratate cotone girasole noce limnante lino macadamia

ESTERI GLICERICI (TRIGLICERIDI) rapunzia contiene alte dosi di acido linolenico, è usato per formulazioni fluide ximenia contiene alte dosi di acido linolenico, è usato per formulazioni fluide olivo viene estratto dai frutti ed usato per fare saponi; la frazione in saponificabile è usata oggi per pelli delicate, screpolate e per prodotti solari riso (germe e crusca) gli oli sono particolarmente indicati nella preparazione di prodotti solari, la cera di riso si usa come componente cerosa in unguenti e stick labiali ciliegia papavero

ESTERI GLICERICI (TRIGLICERIDI) avocado viene estratto dalla polpa del frutto, contiene l’85% di grassi insaturi come l’acido oleico, linoleico, palmitoleico e l’8% di grassi saturi come l’acido palmitico e stearico; protegge dall’azione del sole, è emolliente, è in grado di rigenerare gli epiteli mandorla dolce/amara albicocca cassis (ribes nero) contiene alte dosi di acido linolenico, è usato per formulazioni fluide ricino rosa mosqueta contiene alte dosi di acido linolenico, è usato per formulazioni fluide sesamo cardo mariano grano (germe) si ottiene dai semi germinati per spremitura o estrazione con solventi, contiene un’alta percentuale di carotenoidi, di acidi insaturi e tocoferoli (frazione in saponificabile); ha un’azione restituiva e nutritiva, è usato per pelli secche, rilassate con couperose vinaccioli mais Il problema degli oli vegetali è la loro facile ossidabilità. Si impone l’uso di antiossidanti quali: BHA, BHT, lecitina, tocoferolo, esteri citrici o ascorbici, gallati. Non va trascurato il metodo di lavorazione che esige il controllo della temperatura, l’assenza di luce e di agenti ossidanti come il rame e il ferro.

Burri vegetali Sono costituiti da trigliceridi, per lo più saturi, che si presentano pastosi a temperatura ambiente. I principali derivano da: seme di illipe seme di karitè estratto dal seme di una pianta originaria dell’Africa occidentale; possiede una alta frazione in saponificabile, è utilizzato per la protezione solare, per il trattamento cutaneo delle pelli secche ed infantili,delle smagliature, delle ragadi, del rilassamento e nei preparati per il massaggio frutto di cocco frutto e seme di palma e palmisto frutto e seme di dika frutto e seme di alloro frutto e seme di mango frutto e seme di babassù frutto e seme di shorea o illipe del Borneo frutto e seme di cacao viene estratto dalla pianta originaria del Sud America, è un ottimo emolliente e si usa soprattutto in stick per le labbra (burro di cacao)

TRIGLICERIDI ANIMALI Un tempo erano molto usati, di recente hanno subito un netto calo sia a causa dell’orientamento ecologico ed animalistico, sia a causa del problema della Encefalopatia spongiforme bovina (BSE) detta anche “mucca pazza”. In passato si è spesso fatto ricorso all’uso di oli e grassi derivanti da: balena fegato di merluzzo di tartaruga sego bovino sugna suina

LA FRAZIONE IN SAPONIFICABILE DEI LIPIDI NATURALI Un lipide naturale, animale o vegetale, contiene in massima parte esteri, per lo più trigliceridi ed una frazione detta “insaponificabile”. Il francese Thiers ha scoperto le proprietà dermatologiche della frazione insaponificabile estratta dall’olio di soia e di avocado, ha scoperto l’efficacia di queste sostanze nella terapia delle sclerodermiti, ipodermiti e gengiviti. In seguito sono state utilizzate come cosmetici nel campo della protezione solare, nella prevenzione dell’invecchiamento cutaneo e nel trattamento di rughe, rilassamento e smagliature. Le frazioni più usate sono quelle di: olio di olivo di avocado soia sesamo mais frumento Karatè

Le composizioni variano da olio a olio, in linea di massima si riscontrano: Idrocarburi (karitene, laurano, pristano, soialene) Carotenoidi (alfa, beta, gamma carotene, licopene, xantofille) Tocoferoli (alfa, beta, gamma) Terpeni Fitosteroli

Proprietà ed usi cosmetici della frazione insaponificabile Sono utilizzati come emulsioni emollienti, sebo-restitutive, per pelli secche, alipiche, disidratate, delicate, sensibili e nei paidocosmetici (cosmetici per bambini). Hanno inoltre proprietà fotoprotettive, decongestionanti, lenitive e riepitelizzanti, per questo sono usati in prodotti: Solari e doposole Antiage Antirughe Rassodanti Antismagliature

Per le proprietà sostantivanti e surgrassanti sono usati per la preparazione di: Balsami capillari Creme a risciacquo per capelli Sono utilizzati inoltre nei dentifrici per rinforzare le gengive.

ESTERI NON GLICERICI (CERE) Un estere è un prodotto di reazione tra un alcool grasso ed un acido. Esistono poche sostanze naturali e molte di sintesi. Gli esteri naturali comprendono: cere di derivazione vegetale ( carnauba, candelilla e la cera liquida di jojoba) cere di derivazione animale (d’api, la lanolina, lo spermaceti, e gli esteri uropigialici elaborati adagli uccelli acquatici) Per motivi pratici vengono definite cere tutte i lipidi solidi a temperatura ambiente.

In realtà dovrebbero essere definite così solo i prodotti di reazione tra acidi grassi e alcool grassi. L’aspetto solido a temperatura ambiente non è fondamentale, esistono infatti cere solide (cera d’api), cere molli (lanolina) e cere liquide (jojoba). Le cere sono masse plastiche ed idrofobe (ad eccezione della cera di jojoba).

Cere vegetali: cera carnauba è ottenuta dalla pagina inferiore delle foglie di Copernica cerifera, palma originaria del Brasile. La cera forma un sottile e flessibile strato che riveste la foglia. Si impiega nel settore cosmetico (creme e stick), nel settore farmaceutico (creme, stick, unguenti) e nel settore alimentare (canditi, caramelle). cera candelilla è ottenuta dai rametti di Euphorbia cerifera, pianta originaria del Messico settentrionale. I rametti, rivestiti di cera, vengono immersi in acqua acidificata, la cera si raccoglie in superficie e viene colata in masse dure di colore bruno. Si usa i campo farmaceutico e cosmetico in miscela con cera d’api e carnauba, specie in stick ed unguenti. cera jojoba si estrae dai semi di Simmondsia chinensis (detta anche Buxus chiniensis). I primi ad usarla furono gli Atzechi, per curare le ustioni e le ferite, oltre che per preparare cosmetici. La cera di jojoba, a temperatura ambiente, è liquida, limpida, di colore giallo, inodore, insapore e resistente all’irrancidimento.

L’industria cosmetica impiega l’olio di jojoba in shampoo, balsami e condizionatori dopo-shampoo, è utilizzato come emolliente nei prodotti per bambini e nei preparati solari e come surgrassante in saponi, oli da bagno e prodotti per il make-up (rossetti, fard). Cere animali: cera d’api detta anche cera alba, prodotta dall’Apis mellifica, è una massa amorfa che risulta plastica quando è riscaldata. Viene utilizzata nelle emulsioni, come emulsionante, o negli stick, come rossetti e matite. lanolina la lanolina è ottenuta dal vello delle pecore ( Lanolin), è una massa untuosa e filamentosa, di colore giallo e dal caratteristico odore sgradevole.

L’utilizzazione riguarda solamente intermedi di lavorazione. Alcool grassi e Acidi grassi: Sono lipidi polari utilizzati come coemulsionanti o come fattori di consistenza. I più noti sono: alcol oleico ottildodecanolo acido stearico acido isostearico acido palmitico

TENSIOATTIVI I tensioattivi sono detti anche tensidi o surfactanti; sono molecole in grado di contrastare la “tensione superficiale” ovvero quella forza che si manifesta sulla superficie di un liquido (interfase) o sulla superficie di separazione tra due liquidi non miscibili (interfaccia). La tensione superficiale di un liquido è determinata da forze di coesione molecolari, ed è massima nell’acqua, viste le ridotte dimensioni delle molecole.

I tensioattivi sono dotati di attività: I tensioattivi riducono la forza di coesione delle molecole consentendo all’acqua di mescolarsi con oli, grassi, polveri e gas. I tensioattivi sono dotati di attività: bagnante solubilizzante detergente schiumogena emulsionante condizionante disinfettante Costituiscono la base di tutti i prodotti detergenti (shampoo, bagnoschiuma, detergenti liquidi) e rientrano nella composizione di emulsioni (latti e creme), di prodotti condizionanti per capelli, di disinfettanti.

Classificazione elettrica dei tensioattivi In base alla presenza di cariche elettriche nelle zone attive della molecola, i tensioattivi si classificano in: tensioattivi anionici In soluzione si dissociano con formazione di cariche elettriche positive Hanno una spiccata azione bagnante, solubilizante e schiumogena. Sono impiegati nella formulazione di prodotti detergenti. tensioattivi cationici In soluzione si dissociano con la formazione di cariche elettriche positive. Sono utilizzati nella produzione di condizionanti e sostantivanti capillari(balsami dopo shampoo, antistatici). Compongono anche disinfettanti per la pelle e per gli ambienti. tensioattivi anofoteri In soluzione si dissociano differentemente in funzione del pH, possono presentare sia carica elettrica positiva che negativa. Sono spesso associati ai detergenti anionici, per migliorarne la tollerabilità sulla pelle, nei prodotti per bambini o per l’igiene intima. tensioattivi non ionici In soluzione non si dissociano e non presentano cariche elettriche. Sono usati come emulsionanti anche se sono state introdotte nuove molecole, ottimi detergenti.

Attività dei tensioattivi azione detergente L’acqua non è in grado di bagnare le superfici unte, lo sporco grasso, inoltre, aderisce al substrato anche in virtù di attrazioni elettrostatiche L’intervento del tensioattivo, che viene adsorbito sulla superficie della goccia di grasso, favorisce progressivamente il distacco dello sporco. La struttura che si forma, la micella presenta una superficie idrofila e quindi può essere allontanata grazie al semplice risciacquo.

I tensioattivi anionici sono indicati per la detersione in quanto sono facilmente adsorbiti dalla superficie elettropositiva dello sporco e sono facilmente allontanati da pelle e capelli carichi elettronegativamente. azione schiumogena L’abbassamento della tensione superficiale dell’acqua, causato dal tensioattivo, favorisce l’inglobamento di bolle d’aria nel liquido: si forma la schiuma gradita nel lavaggio della pelle e dei capelli. Un detergente schiumogeno può solubilizzare troppo i lipidi della pelle e del cuoio capelluto favorendone la disidratazione e l’inaridimento. Bisogna usare, quindi, detergenti delicati, poco schiumogeni, a pH isoeudermico, arricchiti con principi emollienti e restitutivi. azione bagnante La riduzione delle forze di coesione tra le molecole d’acqua, causato dal tensioattivo, permette meglio il contatto dell’acqua con il substrato. Questa azione permette di bagnare lo sporco grasso, la pelle ed i capelli, favorendo l’operazione del lavaggio. Inoltre riesce a bagnare le polveri utilizzate in cosmetica per il make-up che altrimenti “galleggerebbero” sulla superficie del liquido. azione emulsionante Le emulsioni, latti e creme, sono sistemi dispersi ottenuti con la miscelazione forzata di due fasi insolubili. Le emulsioni sono sistemi altamente energetici e termodinamicamente instabili per cui tendono ad evolvere verso la separazione delle fasi. La fase dispersa tende a flottare (galleggiare) o a sedimentare portando alla “rottura” dell’emulsione. I tensioattivi si dispongono nell’interfaccia liquido-liquido garantendo una maggiore affinità tra fase dispersa e disperdente e impedendo la separazione delle fasi. azione solubilizzante

Spesso per costituire un prodotto cosmetico è necessario disperdere sostanze lipofile in un mezzo acquoso, tutti i lipidi, gli oli essenziali, alcuni coloranti e preservanti, molte sostanze funzionali, non sciogliendosi nell’acqua, richiedono una solubilizzazione preventiva. Alcuni tensioattivi particolarmente idrofili, utilizzati a questo scopo, disperdono in piccolissime goccioline le sostanze altrimenti insolubili.

azione condizionante- sostantivante I tensioattivi cationici hanno la proprietà di fissarsi sulle superfici lavate, conferendo alla pelle ed ai capelli una sensazione di morbidezza. Il capello, in particolare, dopo il lavaggio può risultare “elettrizzato” per la persistenza di cariche negative. I tensioattivi cationici si fissano sulla fibra del capello, annullano le cariche elettriche, migliorando la pettinabilità della capigliatura.

EMULSIONANTI La prima crema per uso cosmetico elaborata dall’uomo è passata alla storia con il nome di “ceratum galeni” dal nome del suo inventore, Galeno, medico greco emigrato a Roma nel II secolo d.C. Composizione del ceratum galeni : 60% di olio d’oliva 20% di acqua di rose 20% di cera d’api Galeno sperimentò questa formula senza immaginare che la capacità di tenere insieme, in emulsione, la fase acquosa (acqua di rose) e la fase oleosa (olio d’oliva) fosse attribuibile agli acidi grassi contenuti nella cera d’api ed ai fitosteroli presenti nella frazione insaponificabile dell’olio d’oliva.

All’inizio del XX secolo, ad Amburgo, un medico di nome Unna osservò che la lanolina (grasso ottenuto dal vello del montone) incorporava grandi quantità di acqua e che questa capacità era ancora più evidente nella frazione degli alcool di lanolina (colesterolo, lanosterolo, agnosterolo). Unna creò una crema bianca che divenne nota nel mondo con il nome di Nivea. Antica formulazione della crema Nivea: alcool di lanolina olio di vaselina acqua stearato di magnesio altri additivi Oggi noi sappiamo che gli ingredienti utilizzati, grazie alla loro struttura si comportano da emulsionanti, cioè da sostanze che stabilizzano l’emulsione.

EMULSIONE L’emulsione è un sistema disperso bifasico, ottenuto dalla miscelazione forzata di due fasi insolubili (fase acquosa ed oleosa). Si possono ottenere due tipi di emulsioni: emulsione olio in acqua (O/A) la fase oleosa viene dispersa in finissime goccioline nella fase esterna acquosa. ° ° ° ° ° ° ° ° ° acqua ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° emulsione acqua in olio (A/O) la fase acquosa viene dispersa nella fase oleosa. ° ° ° ° ° ° ° ° olio ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° °

EMULSIONE L’emulsione è un sistema fortemente energetico, termodinamicamente instabile, tende ad evolvere spontaneamente verso la separazione delle due fasi: la flottazione o la sedimentazione della fase dispersa comporta il ritorno alla condizione iniziale, più stabile. Il sistema emulsionante rende stabile la condizione della fase dispersa, sotto forma di goccioline, abbassando la tensione superficiale e aumentando la solubilità tra le due fasi.

EMULSIONE L’emulsionante si orienta con le sue porzioni idrofile verso la fase acquosa e quelle idrofobe verso la fase idrofoba rendendo stabile l’emulsione. La maggior parte dei prodotti cosmetici di uso quotidiano (latti, creme per il viso e per il corpo) è costituita da emulsioni olio in acqua (O/A) che contengono in media il 70-80% di fase esterna acquosa. Se la fase acquosa scende al di sotto del 25% si ottengono emulsioni acqua in olio (A/O).

EMULSIONE Copn adeguati sistemi emulsionanti è possibile avere emulsioni A/O che contengono più del 75% di fase interna acquosa. Si possono ottenere: emulsioni fluide O/A emulsioni consistenti O/A emulsioni fluide A/O emulsioni consistenti A/O

EMULSIONE Attualmente le emulsioni sono affiancate da nuovi sistemi quali: le emulsioni gel (emulgel) emulsioni siliconiche emulsioni trasparenti emulsioni iperfluide(PIT) Additivi reologici Vengono definite così le sostanze che hanno un’attività: viscosizzante gelificante sospendente filmogena Sono sostanze caratterizzate dalla capacità di aumentare la viscosità, cioè di dare maggiore consistenza alle forme cosmetiche. Vengono utilizzati per la produzione di gel (anticellulite, dentifrici, gel per capelli), per stabilizzare le sospensioni (fondotinta, prodotti solari) e per la produzione di lacche per capelli (il film che formano asciugandosi mantiene la piega). Per viscosizzare l’acqua o le soluzioni acquosesi utilizzano polimeri idrofili che si rigonfiano e formano masse gelatinose dette idrogel.

Gli additivi reologici possono essere naturali: collagene polisaccaridi detti anche gomme o mucillagini Esempi: gomma arabica, alginati, carragenine, agar-agar, amido, gomma carruba, cellulosa, gel di aloe, mucillagine di malva, althea, calendula, piantaggine e lino. Possono essere artificiali, ottenuti a partire da: cellulosa gomma guar Gli additivi reologici sintetici si ottengono da: acido acrilico acrilamide Alcuni additivi si possono ottenere anche per via biotecnologia, ad esempio la gomma xantan, la gomma gellana, la gomma sclerozio. Conservanti/Antiossidanti/Umettanti/Coloranti/Profumi Conservanti o preservanti

La flora microbica è presente ovunque, i vari tipi di microrganismi ( batteri, miceti, lieviti) si riproducono molto facilmente e alcune condizioni ne favoriscono la riproduzione: temperatura luce aria pH umidità presenza di sostanze organiche I cosmetici sono destinati ad essere consumati nel tempo, al momento della produzione si cerca di lavorare nelle migliori condizioni igieniche per evitare la contaminazione del prodotto.

Prima del confezionamento viene eseguito un controllo microbiologico che deve indicare l’assenza di microrganismi patogeni e, al massimo, una carica microbica di 10 ufc/g (unità facenti colonia per grammo) di organismi saprofiti. Poiché il prodotto dovrà poi essere confezionato, venduto e toccato dal consumatore sarà necessario dotarlo di un adeguato sistema preservante.

CONSERVANTI I conservanti hanno il compito di prevenire la riproduzione dei microrganismi nei cosmetici per la durata di vita del prodotto. La Legge 713/86 stabilisce i conservanti che possono essere utilizzati, i più diffusi sono: fenossietanolo esteri dell’acido para- idrossi- benzoico imidazolidinurea isotiazolinone metildibromoglutaronitrile Altri conservanti spesso impiegati sono l’acido sorbico,l’acido deidroacetico, l’acido benzoico ed i clorofenoli.

CONSERVANTI I conservanti agiscono danneggiando fortemente la struttura delle cellule microbiche. Sono tollerati meglio dai tessuti umani ma possono, talvolta, causare fenomeni di intolleranza. Per minimizzare gli effetti indesiderati si tende a ridurre la concentrazione del conservante ed utilizzare contenitori più igienici (fiale monodose, contenitori con erogatore). Vengono utilizzati anche prodotti naturali come: l’acido umico derivato dal lichene islandico l’estratto di semi di pompelmo oli essenziali derivati dal timo oli essenziali derivati dal limone oli essenziali derivati dalla lavanda I prodotti naturali oltre a contenere fenoli, che determinano la loro azione conservante, garantiscono una gradevole profumazione al prodotto.

Antiossidanti e sequestranti Le sostanze contenute nei cosmetici, come i lipidi, possono essere alterati da cause fisico-chimiche radiazioni raggi U.V. calore umidità ioni ferrici o rameici o da cause biologiche attività enzimatica attività microbiologica L’alterazione delle sostanze grasse si manifesta con il cattivo odore e colorazione alterata o perdita di colore del cosmetico, l’irrancidimento determina il trasformarsi delle sostanze grasse in irritanti cutanei. L’ossidazione è un processo irreversibile.

Antiossidanti e sequestranti Per prevenire questo fenomeno bisogna rispettare delle semplici norme: tenere i prodotti al riparo dalla luce, specialmente dalle radiazioni U.V. evitare le alte temperature, conservando i materiali a temperature non superiori a 25°C immagazzinare i prodotti al buio, in locali freschi e secchi, lontano dall’umidità proteggere le sostanze dal contatto con i metalli, escludendo tassativamente i recipienti di ferro e rame impedire la produzione di radicali liberi attraverso l’impiego di sostanze inibitrici

Antiossidanti e sequestranti Le sostanze che sono impiegate per la protezione dei cosmetici appartengono ai seguenti gruppi: agenti sequestranti queste sostanze bloccano gli ioni di ferro e rame che determinano l’irrancidimento (la sostanza più utilizzata è l’EDTA) agenti antiossidanti tra i più utilizzati c’è il tocoferolo (vit.A) ed i suoi Sali agenti schermanti i più utilizzati sono i derivati del benzofenone agenti sinergisti sono l’acido ascorbico (vit. C) e la lecitina. Umettanti Sono definite così particolari sostanze idrosolubili, dotate di igroscopicità, capaci cioè di trattenere acqua Se impiegate a piccole dosi mantengono il corretto tasso di umidità sulla pelle ed impediscono l’eccessiva disidratazione dei prodotti cosmetici.

UMETTANTI Il più noto tra gli umettanti è la glicerina o glicerolo (un alcool particolarmente igroscopico), altri umettanti sono il: sorbitolo, il mannitolo, il propilenglicole ed i polietilenglicoli.

Coloranti, pigmenti e lacche Il cosmetico è spesso colorato e (nel settore decorativo) basato sul colore. Le sostanze che hanno la proprietà di conferire colore al prodotto o alla pelle o ai suoi annessi si dividono in due gruppi: coloranti solubili coloranti insolubili o pigmenti

I coloranti solubili sono utilizzati per dare colorazione ai cosmetici rendendoli più gradevoli alla vista e per mascherare colorazioni sgradevoli dovute alle materie prime. Esempi di coloranti solubili di origine naturale sono: clorofilla azulene beta-carotene Purtroppo danno colorazioni poco brillanti, instabili alla luce ed alle variazioni di pH. Con i coloranti di sintesi, invece, si ottengono infinite tonalità vivaci e brillanti.

I coloranti insolubili sono basati sull’uso dei pigmenti, coloranti insolubili all’interno del veicolo cosmetico. Sono costituiti da miscele di polveri di diverso colore che impartiscono particolari colorazioni a labbra, viso, palpebre, unghie, ai quali aderiscono con particolari leganti.

Per il trucco del viso si utilizzano solo pigmenti inorganici. le tonalità carnicine, tipiche dei fondotinta e delle creme colorate; sono ottenute grazie alla miscelazione di ossidi di ferro (gialli, bruni, rossi e neri) con ossido di zinco, biossido di titanio, argilla o talco (bianchi) i verdi sono ottenuti con ossido di cromo i blu con silicato di alluminio e ferrocianuro ferrico il violetto con sali di manganese Nei rossetti e negli smalti per unghie si usano elevate quantità di coloranti organici resi insolubili per deposizione su di un supporto inorganico, prendendo il nome di lacche. In questo modo si evita la penetrazione nella mucosa labiale o nell’unghia.

Nei rossetti i pigmenti sono miscelati con oli e cere fuse Nei rossetti i pigmenti sono miscelati con oli e cere fuse. Gli smalti sono invece formulati come vernici, sono formati da resine plastificanti, pigmenti micronizzati e solventi. Per conferire riflessi perlacei si utilizzano le cosiddette perle sintetiche (mica + ossido di titanio).

I coloranti ad ossidazione per i capelli sono costituiti da para-fenilendiamina. Queste molecole, inizialmente incolori, vengono ossidate con acqua ossigenata o persali e si trasformano in grosse molecole che si fissano all’interno della fibra del capello. Profumi e composizioni profumate Miscelando corpi odorosi di origine vegetale come oli essenziali gommoresine e molecole sintetiche si ottengono le composizioni profumate destinate ai diversi impieghi cosmetici: profumeria alcolica prodotti per l’igiene cosmetici Per le tre classi varia non solo la percentuale d’impiego ma anche la struttura del profumo.