Lo sport è un diritto Carta dei diritti delle bambine e dei bambini nello sport Comitato UISP del Trentino Provincia Autonoma di Trento
Le parole di riferimento nella realizzazione del progetto: PARTECIPAZIONE PERCORSO COINVOLGIMENTO INSIEME ASCOLTO CONDIVISIONE CONFRONTO
I tre punti chiave su cui ci si è basati durante tutto il percorso: coinvolgere i bambini nel processo di definizione di alcune aree relative ai loro diritti nello sport; mettere in relazione i diritti nello sport con i diritti generali del bambino; collegare i diritti ai comportamenti educativi degli adulti inserendo esempi che consentano di comprendere facilmente quali approcci didattici rispettino i diritti dei bambini.
Il percorso: primo passo RACCOLTA DI IDEE tramite somministrazione di questionari a bambini di gruppi sportivi e scuole; il questionario è stato sottoposto a 200 bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni; le domande indagavano su 4 tematiche: 1. faccio sport perché… 2. vorrei un allenatore…. 3. mentre gioco/faccio sport (da solo o con gli amici) i miei genitori dovrebbero/non dovrebbero 4. se potessi creare il mio mondo dello sport ideale lo vorrei così….
FACCIO SPORT PERCHE’…. … posso divertirmi e trovare nuovi amici … si sta insieme e si gioca … imparo a fare qualcosa di piacevole … è divertente, mi piace e tifi! … così rafforzo i muscoli … mi piace, qualche volta… ma certe volte non ho voglia e vorrei stare a casa a riposarmi
VORREI UN ALLENATORE… …gentile …umoristico e divertente …non grida, ma ti corregge gli errori …mi faccia fare cose difficili …sorridente …giusto …severo, ma che insegna bene …mi incoraggi …sia preparato
QUANDO PRATICO SPORT I MIEI GENITORI DOVREBBERO/NON DOVREBBERO… ….guardarmi e divertirsi … guardarmi, ma non parlare ….restare a casa, stare zitti e non ricattare …essere sicuri che non sono in pericolo … guardare non solo me, ma anche la palla … non dirmi cose tipo: guarda che ti sporchi! …fare il tifo, non altre cose
SE POTESSI CREARE UN MONDO DELLO SPORT IDEALE… …. vorrei che il calcio fosse più normale …. lo vorrei senza qualcuno che vince e qualcuno che perde …. senza punti così nessuno si vanta …. pieno di giochi, ma niente imbrogli … grandissimo, e che in ogni stanza si potesse fare uno sport diverso e un bosco a fianco … pulito, senza doping…
I PASSI SUCCESSIVI… Rielaborazione dei questionari, ricerca bibliografica e stesura di una bozza Incontro con i bambini e discussioni/giochi e attività varie finalizzate a far emergere storie, proposte, critiche in merito a quanto era stato ipotizzato Rielaborazione di tutte le informazioni e gli stimoli per raggiungere la stesura finale
LE QUATTRO AREE DI DIRITTO Diritto alla lentezza e alla velocità…insieme allo stesso tempo, nello stesso gioco - ogni bambino possa stare bene, senza sentirsi umiliato, possa vincere e perdere - ogni bambino possa vivere situazioni di conquista, possa incontrare il proprio “difficile”, conoscere il proprio corpo - ogni bambino possa imparare dai propri errori
LE QUATTRO AREE DI DIRITTO 2. Diritto a partecipare alla vita della Società Sportiva e alla progettazione delle attività - - che ogni bambino può esprimere il proprio parere sulle decisioni della Società Sportiva (“il diritto alla parola”, ci hanno detto i bambini) - - che ogni bambino deve essere ascoltato nel momento in cui si prendono decisioni che lo riguardano. - - che ogni bambino può proporre di cambiare i regolamenti - - che può anche scegliere di non praticare sport e magari giocare di più sotto casa (“diritto alla strada”)
LE QUATTRO AREE DI DIRITTO 3. Diritto a rapportarsi con adulti competenti, sensibili e sinceri - che non pensano di avere di fronte dei piccoli campioni, ma dei bambini che vogliono giocare - che abbiano giocato da piccoli e che sappiano giocare da grandi - che educhino alle emozioni
LE QUATTRO AREE DI DIRITTO 4. diritto ai vantaggi - tempo per sé - non essere sempre stimolati - a rischiare - di avere fiducia in sé - diritto alla bravura - diritto di non essere presi in giro
…impariamo a dare voce ai bambini
LETTURA DELL’ARTICOLO… Il caso: “Giocano ad Arco solo quelli pronti”… e le “schiappette” finiscono nelle squadre dei paesi vicini… LETTURA DELL’ARTICOLO… RIFLESSIONE : Dividere i ragazzi in base alle diverse competenze e dirottarli in squadre differenze deve essere: Una possibilità? Una necessità? Una regola rigida o flessibile?