LA FAVOLA Che cos’è? Narrazione in versi o in prosa di solito breve Mancano, quindi, descrizioni di luoghi o approfondimenti psicologici
Chi sono i protagonisti? Gli animali, rappresentati con caratteristiche antropomorfe (dal greco anthropos, uomo, morphè, forma): agiscono e parlano come gli uomini e ne rappresentano i diversi “tipi” (ancora oggi, per esempio, una ragazza sciocca viene definita un’oca) Possiamo trovare anche uomini e, più raramente, oggetti
Tempi e luoghi Indeterminati, come nella fiaba Il periodo di tempo è di solito breve, per giungere velocemente alla conclusione I luoghi, a differenza della fiaba, fanno solo da cornice al racconto, non suscitano particolari emozioni
Qual è il suo fine? Vuole: trasmettere una riflessione morale, far riflettere il lettore, dare un insegnamento, denunciare gli abusi dei potenti mettere in ridicolo i vizi dell’uomo
Ha quindi un carattere ALLEGORICO (Allegoria, dal greco allos, altro, agoreyo, dico), cioè simbolico: i caratteri dei protagonisti animali sono simbolo di vizi e virtù dell’uomo
Quali sono le sue caratteristiche? Mancano relazioni affettive tra i personaggi Prevalgono sentimenti quotidiani (per esempio l’astuzia necessaria per sopravvivere, la cattiveria dei prepotenti…) Viene descritto un mondo antieroico, cioè quello di tutti i giorni A volte troviamo l’ironia
Il Linguaggio… Frasi semplici e immediate Uso di aggettivi Dialoghi frequenti Inizia o finisce spesso con un detto, un proverbio, chiamata MORALE che esprime buon senso e mostra i valori della società
Breve storia del genere Nasce subito scritta, non orale come la fiaba Forse nata in Mesopotamia Iniziatore del genere è considerato Esopo, schiavo greco del VI secolo a.C.; scrisse 500 favole in versi Fedro, schiavo latino del I d. C., autore di 5 libri di favole Influenzerà la satira (critica con toni ironici)
Nel Medioevo grande diffusione XVII secolo in Francia La Fontaine 1961 Favole al telefono di Gianni Rodari