19/10/2005Università degli Studi di Brescia1 Comportamento dinamico di manipolatori interagenti con l'ambiente Progetto svolto in collaborazione con ITIA-CNR.

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19/10/2005Università degli Studi di Brescia1 Comportamento dinamico di manipolatori interagenti con l'ambiente Progetto svolto in collaborazione con ITIA-CNR (sede di Milano Progetto svolto in collaborazione con ITIA-CNR (sede di Milano) Dottorato in Meccanica Applicata XX Ciclo – I anno di corso Tutor: prof. Giovanni Legnani Dottorando: Nicola Pedrocchi

19/10/2005Università degli Studi di Brescia2 Focus del progetto Tipi di interazione: Assemblaggio robotizzato Contornatura robotizzata Lavorazioni superficiali Calibrazione Robot guidance... Obiettivo del progetto: Formalizzazione dei diversi task attraverso un formalismo coerente Studio di algoritmi di controllo che rendano possibili numerosi tipi di interazione differenti; Realizzazione di un controllore che garantisca: La possiblità di svolgere lo stesso compito attraverso diversi algoritmi di controllo La robustezza delle transizioni da un tipo di controllo ad un altro Facile ri-programmabilità, versatile (User friendly) 1.Ambiente non strutturato 2.No programmazione della traiettoria off-line

19/10/2005Università degli Studi di Brescia3 Tecniche di controllo base Force Control TechiniquesControl of compliant motion Hybrid Control (Mason, 1981) Force/Velocity control (Craig 1981 )... Controllo di impedenza (Hogan, 1985) Controllo di rigidezza... Linterazione con lambiente è definita da vincoli con geometria ben definita (vincoli geometrici) Direzioni di controllo in forza/ Direzioni di controllo in velocità Pesa il contributo degli errori di forza, velocità e posizione (vincoli dinamici) Definizione di matrici che stimino il valore da attribuire dei vari contributi

19/10/2005Università degli Studi di Brescia4 Punto di partenza Natural Constraints: Vincoli determinati direttamente dalla geometria del compito (Siciliano) Primitives Skill: Insieme delle operazioni base eseguibili da un manipolatore (Kröger) Spunti teorici per affrontarne le problematiche: Comportamento manipolatore/vincoli: a)Il vincolo può ridurre o impedire la mobilità del manipolatore in una o più direzioni b)Il vincolo può obbligare allesecuzione di certe movimentazioni in una o più direzioni Contornatura Guidance

19/10/2005Università degli Studi di Brescia5 Ipotesi di lavoro Concetto di Artificial Constraints Differenziare la grandezza da controllare del manipolatore nelle diverse direzioni spaziali in funzione dei vincoli applicati Esempio: Contourn Tracking TASK FRAME (TF) * Introdotto da De Schutter/Mason * Grandezze differenti da controllare in ogni direzione del frame (posizione, velocità, forza, cedevolezza…) * Controllo disaccoppiato nelle direzioni del frame DEFINIZIONE DEL TASK-FRAME: DIREZIONE t Natural constraint: F = 0 Artificial constraint: V = cost DIREZIONE n Natural constraint: S = 0 Artificial constraint: F = cost End- effector Pezzo da contornare n t

19/10/2005Università degli Studi di Brescia6 Disaccoppiato ed intuitivo Ipotesi di lavoro (2) Controllo ESPLICITO : Di posizione o velocità o forza od impedenza: differente lungo ogni direzione Luscita del controllo nelle direzioni del task, opportunamente trasformata diventa il riferimento di coppia dei motori Robot Ambiente q F C Informazioni aggiuntive Artificial Constraints Controllo nel task frame Cinematica

19/10/2005Università degli Studi di Brescia7 Disaccoppiato ed intuitivo - Possibilità di inglobare schemi di controllo classici - Compatibilità con i controllori industriali (rif. posizione) Ipotesi di lavoro (3) Controllo IMPLICITO: –ANELLO ESTERNO Di posizione o velocità o forza od impedenza: differente per ogni direzione del TF –ANELLO INTERNO Anello interno di posizione e/o velocità Robot Ambiente q F C Controllore tradizionale Informazioni aggiuntive Artificial Constraints Controllo nel task frame Cinematica s

19/10/2005Università degli Studi di Brescia8 Simulazioni Schema simulink dellalgoritmo di controllo 1.Definizione degli schemi generali di un generico task 2.Simulazioni di generico contatto e di controllo disaccoppiato (planare, 3 gdl) Oss: Tuning molto delicato Relativa semplicità Stabilità dellalgoritmo Studiare le transizioni di controllo

19/10/2005Università degli Studi di Brescia9 PROBLEMA: posizione di primo contatto Simulazioni (2) MODELLIZZAZIONE DEL PEG IN HOLE Suddivisione di un task in operazioni base Controllo deve poter scegliere tra diverse strategie di movimento

19/10/2005Università degli Studi di Brescia10 Specifiche del software di controllo ESECUZIONE DEI SEGUENTI TASK 1)Peg in hole 2)Contour Tracking 3)Crank tourning 4)Palleting 5)Finger 6)Lucidatura a)Formalizzazione di ognuno dei tak attraverso il formalismo di Mason/Deschutter b)Identificazione delle problematiche e delle peculiarità di ogni compito c)Modellizzazione di ogni compito

19/10/2005Università degli Studi di Brescia11 Strutture cinematiche differenti Diversi Hardware di controllo Software di supporto diversi COMANDO DI DIVERSI TIPI DI ROBOT 1)Cheope (UniBs) 2)Scara Icomatic 03 (UniBs) 3)Morpheum (ITIA) 4)PA10 (ITIA) a)Studio delle architetture software e di controllo utilizzate nel mercato b)Manutenibilità e possibile ampliamento del sw Specifiche del software di controllo (2)

19/10/2005Università degli Studi di Brescia12 Specifiche del software di controllo (3) Analisi del controllore morpheum: 1. Sequence/State Diagram 2.Flow chart Ingegnerizzazione del nuovo SoftWare: 1. Analisi Statica 2.Pianificazione delle operazioni

19/10/2005Università degli Studi di Brescia13 Focus & Obiettivi Razionalizzazione degli algoritmi di controllo per manipolatori interagenti con lambiente Studio delle applicazioni da eseguire Prima implementazione di un controllore dellinterazione Completamento del software di controllo Verifica del sistema di controllo attraverso test su vari manipolatori Consolidamento di un linguaggio teorico per la descrizione dellalgoritmo

19/10/2005Università degli Studi di Brescia14 Grazie per lattenzione A.A 2004/2005 – XX Ciclo