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La metodologia utilizzata prevede: IL PROGETTO IFFI Il progetto IFFI (inventario dei fenomeni franosi in Italia), finanziato nel 1997 dal Comitato dei Ministri per la Difesa del suolo, prevede l’identificazione e la mappatura delle frane su territorio nazionale, mediante l’utilizzo di modalità standardizzate e condivise. La metodologia utilizzata prevede: raccolta dei dati storici e d’archivio; analisi del territorio tramite aerofotointerpretazione; rilievi e controlli sul territorio Gli Enti Istituzionali preposti all’attuazione del progetto sono: ISPRA; Regioni e Provincie Autonome d’ Italia. Giampilieri, dopo l’evento del 2009

L’INDICE DI FRANOSITÀ L’indice di franosità è pari al rapporto percentuale dell’area in frana sulla superficie totale .

LIVELLI DI ATTENZIONE Gli 8.101 Comuni italiani sono stati classificati secondo 4 livelli di attenzione sulla base delle frane del progetto IFFI e degli elementi a rischio derivati dal Corine Land Cover 2000. Il livello di attenzione è stato definito: “molto elevato” (frane interessano tessuto urbano, aree industriali …); “elevato” (frane interessano rete autostradale, stradale, ferroviaria …); “medio” (frane interessano superfici agricole, aree sportive …); “trascurabile” (comuni in cui non è stata censita alcuna frana).

RISULTATI DELLE ANALISI Complessivamente sono stati censiti 485.004 fenomeni franosi, che interessano un’area pari al 6,9 % del territorio nazionale. 5.708 Comuni sono interessati da fenomeni franosi (70,5 % del totale).

RISULTATI DELLE ANALISI

RISULTATI DELLE ANALISI Gli impatti delle frane sul territorio e sugli elementi esposti dipendono strettamente dalla tipologia di movimento, dalla velocità e dal volume delle frane. I fenomeni a cinematismo rapido (crolli o colate di fango e detrito), causano, in generale, il maggior numero di vittime e i danni più ingenti (Sarno 1998, Giampilieri 2009). Fenomeni franosi presenti sul territorio italiano, in % rispetto all’area totale interessata da frana. [ISPRA]

Sarno - Pizzo d’Alvano dopo l’evento del maggio 1998. GENESI ED EVOLUZIONE DEI FENOMENI FRANOSI Fattori predisponenti: fattori litologici, morfologici, idrogeologici, antropici, climatici e d’uso del suolo, regime termo-pluviometrico … Fattori innescanti: precipitazioni, terremoti … Sarno - Pizzo d’Alvano dopo l’evento del maggio 1998. Frane ed alluvioni sono le calamità naturali che generano il maggior numero di vittime,dopo i terremoti, oltre 2500 negli ultimi 50 anni. [ISPRA]

MONITORAGGIO E CONTROLLO L’ Italia è un Paese geologicamente “giovane”, il cui processo di formazione è iniziato nel Cretaceo (100 mln di anni fa), e si è “concluso” nel Miocene (15 mln di anni fa), e le frane come le esondazioni sono i principali meccanismi con cui evolvono le colline, le montagne, le pianure … (Il commissario dell’ISPRA Vincenzo Grimaldi). Prevenire per mitigare il rischio da frana attraverso: una corretta politica di pianificazione territoriale (es. PAI); vincoli di disciplina di uso del territorio (punte di abusivismo pari al 60% al nelle regioni dell’Italia Meridionale INU - Istituto Nazionale di Urbanistica,2005) ; manutenzione degli alvei e delle opere; pianificazione di protezione civile e redazione di piani di emergenza; delocalizzazioni; messa in sicurezza dei pendii instabili; monitoraggio strumentale al fine di attivare sistemi di allerta e di allarme.