Sindacalismo italiano

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Transcript della presentazione:

Sindacalismo italiano 1948-1956

Condizione contadina Lotte contadine e riforma agraria caratterizzano il bienni 1949-50 Grandi occupazioni al sud (epicentro in Calabria) Scioperi alla rovescia nel Fucino (Torlonia) e nel Vomano (Tom Di Paoloantonio) anche per le questioni idroelettriche Sembra crollare sotto i colpi della ricostruzione e delle rivolte, l’equilibrio di potere secolare in agricoltura La legge di riforma agraria che pur parzialmente attua una ridistribuzione della proprietà, rimane incompiuta ed ha un effetto moltiplicatore sull’esodo dal settore primario e dal sud (da emigrazione a migrazioni) La debolezza sindacale dopo le scissioni ebbe conseguenze molto forti in agricoltura CGIL: mantiene una stretta appartenenza alla dimensione politica CISL: pur tentando di sganciarsi dalle accuse di condizionamento ecclesiastico, fu costretta a mantenere (o non riuscì a rompere) un atteggiamento accomodante

Condizione operaia Man mano che la situazione economica migliora, il tema dei diritti e dei bisogni si sposta dagli occupati ai disoccupati ed ai “nuovi operai delle migrazioni” Il impone la questione del rapporto tra uomo e lavoro e, nel caso operaio, quella della condizione lavorativa operaia e dei diritti La situazione è molto grave ma, per le scissioni ed il clima interno ed internazionale, la rappresentanza del lavoro in generale riuscirà ad affrontarla solo negli anni ’60 Gli elementi che più di altri si affacciano e tenderanno a caratterizzare il decennio successivo, sono: Difficoltà di vita in fabbrica Condizioni di miseria negli addetti al settore secondario Insufficienza abitazioni ed opere di urbanizzazione nelle città industriali Salario nazionale medio 26.790£ a fronte di un costo medio della vita di 50.000£ (differenziale che favorì il boom così come la tanta manodopera non specializzata e non sindacalizzata) Inadempienze imprenditoriali: non pagamento delle festività, licenziamenti politici, licenziamenti donne in gravidanza

Le imprese industriali L’industria è in ripresa ma non produce nuovi posti, bensì avvia un processo di ristrutturazione e di introduzione del taylorismo (fondato sul controllo cronometrico dei tempi) che in USA era applicato su industrie competitive e macchine moderne, mentre in Italia assume una forma autoritaria di controllo del lavoro e della produttività individuale sommata ad impianti vecchi e usurati anche dalla guerra (manca una politica industriale e di sviluppo ed una capacità delle imprese) La grande impresa è fortemente condizionata dalla politica sindacale USA in Italia Licenziamenti politici: tra il 48 ed il 53 la Fiat licenzia 164 operai per attività politica e sindacale, mentre la collaborazione con la polizia porta alla formazione di archivi personali sulla condotta morale e politica degli operai

CGIL CISL e UIL Tra UIL e CISL è una fase di forte contrapposizione e scontro (ragioni politiche oltre che sindacali) su: Concorrenza nei settori da sindacalizzare Ricerca del consenso La CISL è considerata dalla AFL (la cui idea è quella di riunire tutti i lavoratori non marxisti) molto più efficace nella lotta al comunismo LA UIL, che poteva anch’essa contare su finanziamenti USA e da Italoamericani di area laica, riuscì comunque a reggere l’urto e a darsi una struttura organizzativa La CGIL: è in fase di crescente difficoltà man mano che Cisl e Uil trovano un terreno di incontro Un isolamento crescente dovuto soprattutto ad un’offensiva di natura politica Atto politico di maggior rilievo, di grande impatto e rilancio: Il Piano del Lavoro. Si prende una strada molto importante

Piano del Lavoro Viene proposto al congresso di Genova del 1949 e poi in un convegno a Roma nel 1950 Fautore principale è G.Di Vittorio E’ il primo tentativo organico del sindacato di formulare le linee di una politica di sviluppo e di orientamento degli investimenti, su un piano regionale e settoriale, connettendosi ad una serie di riforme strutturali: Nazionalizzazione energia elettrica Bonifiche Ente Nazionale Case Popolari Opere Pubbliche

Piano del Lavoro Il piano NON si poneva lo scopo di una pianificazione nazionale che presupponeva una società socialista, ma si collocava nel sistema sociale ed economico esistente (quello economico capitalistico occidentale), tentando di sottrarre parte del processo di ricostruzione e sviluppo all’arbitrio dell’iniziativa privata ed alle pressioni internazionali E’, di fatto, una sorta di accettazione dello sviluppo capitalistico, del Piano Marshall e delle logiche keinesiane, in un sindacato di chiaro orientamento comunista. Ma è anche un atto politico di assoluto valore del sindacato stesso

Sindacati e partiti CGIL e CISL hanno un forte spirito di reciproca appartenenza a PCI/PSI e DC ed entrambe seguirono i rispettivi partiti nello scontro sulla legge truffa Entrambe propongono due linee sindacali contrapposte, derivanti da questa appartenenza e dai sistemi socio-economici di riferimento CGIL: impegno classista in una visione marxista dello sviluppo sociale. Anticapitalista come proiezione dei partiti operai, ancora non sentiva la necessità di rompere la cinghia di trasmissione (1955-56-1968) e di proclamare una propria autonomia. Scompaiono le tendenze unitarie (almeno fino al 1969) mentre tende a svilupparsi un più ampio e importante dibattito culturale interno che darà i suoi frutti nella seconda metà del decennio CISL: sindacalismo spoliticizzato che deve muoversi sulla contrattazione aziendale. E’ la proiezione sindacale di un partito trasversale e interclassista, tendente ad una autonomia più formale che sostanziale dagli stessi partiti. Per i condizionamenti che subisce è costretta a rinunciare anche al normale ed ordinario impegno rivendicativo ogni qual volta provocava difficoltà al governo

CGIL CISL UIL Tra il 1954 ed il 1955 si ha il momento di massima divisione sindacale la UIL supera la dimensione polemica e si posiziona in una sorta di ruolo intermedio tra Cisl e Cgil, mantenendo una sostanziale vicinanza al governo Tra il 1955 e il 1956 si ha la massima pressione politica sulla CGIL che al congresso del febbraio 1956 affermò come i licenziamenti politici nell’anno precedente avevano raggiunto 674 membri delle Commissioni Interne, 1128 attivisti, migliaia di lavoratori non in linea con l’azienda.

CGIL CISL UIL Tra il 1952 ed il 1954 si ha la vertenza del “conglobamento”, vera strategia aziendale contro le richieste sindacali, ma anche cartina di tornasole della debolezza sindacale e del condizionamento politico. Cosa è il conglobamento e le pratiche degli accordi separati Sconfitta elezioni in fabbrica (Fiat), 1955: inizia una nuova fase. Comitato Direttivo Invasione dell’Ungheria (1956): come un fatto internazionale condiziona un singolo stato. La CGIL e l’invasione