Comunicazione (efficace?) delle Scienze Il problema generale della comunicazione scientifica Facoltà di scienze MM FF NN - Trento Febbraio-maggio 2010.

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Comunicazione (efficace?) delle Scienze Il problema generale della comunicazione scientifica Facoltà di scienze MM FF NN - Trento Febbraio-maggio 2010

comunicare scienza: è un problema? aspetti generali ricerca nel settore l’esperienza locale verso nuove vie

I BUONI MOTIVI per COMUNICARE la SCIENZA Ah, che soddisfazione! Ovvero la condivisione pubblica di risultati e, soprattutto, della passione per la ricerca, del valore della cultura scientifica, dell’atteggiamento razionale Condivisione con altri ricercatori (“il pubblico”, se di altre aree!) L’efficacia del comunicato stampa unito alla pubblicazione scientifica Per insegnare meglio Per la scienza stessa Incontro con il pubblico Scienza (post)accademica, decisioni sulla scienza prese in ambiti non (solo) scientifici (attenzione alle derive tecnocratiche e populiste) Ottenere visibilità, consenso, fiducia

Il Mestiere del Comunicatore C. Sagan e la National Academy of Science, G. Galilei e gli scritti in volgare, M.Faraday e le conferenze alla Royal Institution Istituzionalizzazione della comunicazione (NSF, BC, UCL, AAAS) PERCHE’?

L’USCITA VERSO IL GRANDE PUBBLICO Relazioni fra scienza e società La fine dei bei tempi della fiducia incondizionata (DDT, OGM, Chernobyl, Talidomide …) “accountability” (non solo della scienza) Cos’è un bosone di Higgs? Quanto costa? Cellule staminali in California per 3 miliardi $

L’USCITA VERSO IL GRANDE PUBBLICO Public Understanding of Science vs. Scientific Understanding of Public Troppe cose complesse da sapere (es: inquinamento e/m, rischi del nucleare, genetica …) Aumento sistematico della complessità e specializzazione nei settori Assenza di motivazione (anche fra gli scienziati … ) La scienza più di moda è quella più incerta

L’USCITA VERSO IL GRANDE PUBBLICO Rapporto fra la gente e la scienza I più amati: scienziati, ingegneri, medici I meno amati: politici, giornalisti, imprenditori Le due facce della medaglia: odio-amore nei confronti della scienza (questa sconosciuta: piena di “novità invisibili”) Differenza fra capire come funziona una leva ed un cellulare Importanza del dialogo, della consultazione pubblica, dibattito con le istituzioni

L’USCITA VERSO IL GRANDE PUBBLICO Le opinioni della gente sulla scienza Necessità di un modello del pubblico Difficile, si conosce di più il pubblico della pubblicità che quello della scienza (ma qualcosa si inizia a capire) Importanza delle conoscenze e percezioni di senso comune, incluse le “rappresentazioni sociali” (es: OGM) Importanza del ruolo dei rischi

L’USCITA VERSO IL GRANDE PUBBLICO Rischi Non tanto quelli oggettivamente valutati quanto quelli personalmente elaborati, in particolare rapportati ai benefici (es: la storia del fumo e dei petardi, o dei viaggi) Hazard e outrage (es: OGM, H non rilevato, O altissimo). O aumenta solo a parlarne! Nella comunicazione va fatto debito uso di H

Fondamenti di tecnica della comunicazione Dal pubblico scienziato al pubblico di strada l’esempio di Watson Non solo semplificazione o traduzione: da osservazioni empiriche ed ipotesi al racconto sostenuto da verosimiglianza I buoni motivi per seguire lo stile “standard” dell’articolo di scienza non valgono più per il lettore non specialista

Fondamenti di tecnica della comunicazione E’ (solo) questione di attenzione! Gli scienziati sono “già attenti”, il pubblico no Il pubblico non necessariamente si interessa di scienza, è la scienza che deve risultare interessante al pubblico Non è solo la scienza ad avere questo problema: c’è concorrenza! Servono tematiche “interessanti” nel riferimento umano, pubblico, socialmente utile Riuscire a farsi sentire senza alzare la voce

Fondamenti di tecnica della comunicazione Emozionante scienza Fra scienziati parlano i fatti in modo freddo e neutro Fra la gente devono parlare le persone, le loro storie, le loro emozioni. Comunicare qualcosa vs. comunicare con qualcuno

Fondamenti di tecnica della comunicazione Scienza = difficile? Questioni di: linguaggio (termini, grandezze, misure … ) connessioni (almeno le più importanti) contesto (legami con il quotidiano, esempio della stella, rompere il ghiaccio con esempi) non spontaneità (idee scientifiche non intuitive, Aristotele vs. Galilei) scarsa conoscenza delle possibilità del pubblico attenzione a tutto il pubblico (non farsi capire peggio che non essere capiti)

Fondamenti di tecnica della comunicazione La responsabilità e l’etica del comunicatore asimmetria fra relatore e pubblico aspetti emotivi dominanti l’influenza della ricerca rispetto per verità dei fatti provvisorietà della scienza non omettere (aspetti anche negativi o altre opzioni) contro atteggiamenti scientisti

Giochi e giocattoli La (scienza) fisica moderna A scuola ma non solo progetti ed attività del Laboratorio di Comunicazione delle Scienze Fisiche

I problemi la fisica, questa poco amata … quale fisica? in quali modi? solo a scuola e per la scuola? per tutti o per i più bravi? e le tecnologie? e gli insegnanti? per far nascere STUPOREATTENZIONECURIOSITA’MANUALITA’

I GIOCHI della FISICA MOSTRE ITINERANTI MOSTRE TEMPORANEE LA SCIENZA PER GIOCO i giocattoli della fisica i giocattoli della fisica fisica … mente divertente fisica … mente divertente Sperimentiamo! 1998 Sperimentiamo! 1998 Destinazione stelle 1999 Destinazione stelle 1999 Energia 2001 Energia 2001 Il pianeta rosso 2003 Il pianeta rosso 2003 Mobilità 2004 Mobilità 2004 I giochi di Einstein 2005 I giochi di Einstein 2005 Prova a Volare 2007 Prova a Volare 2007 Astronomia 2009Astronomia 2009 luce e colore luce e colore il volo il volo equilibrio equilibrio galleggiamento galleggiamento in una bolla di sapone in una bolla di sapone nonsolomusica nonsolomusica atomi, elettroni e molecole atomi, elettroni e molecole

Il BAMBINO-SCIENZIATO (o lo scienziato-bambino) giochi “ordinari” giochi “straordinari” la manipolazione la riflessione la scoperta

I Giochi di Einstein 2005 «Provai una meraviglia di questo genere all’età di 4 o 5 anni, quando mio padre mi mostrò una bussola. Il fatto che quell’ago si comportasse in quel certo modo non si accordava assolutamente con la natura dei fenomeni che potevano trovar posto nel mio mondo concettuale di allora, tutto basato sull’esperienza diretta del “toccare”».

I Giochi di Einstein 2005 rilettura dell’autobiografia scientifica di Einstein le teorie di unificazione i modelli nella scienza la storia del pensiero scientifico visualizzazione

I Giochi di Einstein 2005

QUALCHE NUMERO totale visitatori: media / picco di visitatori al giorno: 253 / 886 studenti fino a giugno: (900 gruppi) partecipanti alla primavera della scienza (attività collaterali): oltre 6.500

Laboratori di Scienza per Gioco la scommessa del Museo Tridentino la scommessa del Dipartimento di Fisica gli stili comunicativi ed i contenuti

Laboratori di Scienza per Gioco equilibrio galleggiamento luce e colori in una bolla di sapone elettroni, atomi e molecole nonsolomusica il volo

Elettroni, Atomi e Molecole biglie e molle

Volare quasi davvero Simulazione del volo: fondamenti di fisica fisica dei fluidi tecnologia dei materiali comunicazioni abilità, concentrazione, manualità: i vantaggi del video-giocatore!

Sulle conoscenze di senso comune modalità di elaborazione delle conoscenze scientifiche modelli di concettualizzazione rielaborazione e riorganizzazione dei saperi costruzione della conoscenza e ruolo dell’insegnamento alunno con prerequisiti disciplinari di senso comune caratterizzati da regole coerenze campi di intervento e validità centralità del linguaggio condivisione/rifiuto di componenti scientifiche

La formazione dello “spirito scientifico” Nell’educare, la nozione di ostacolo epistemologico è misconosciuta. Spesso mi ha colpito il fatto che i professori di scienze – più ancora di altri, se ciò è possibile – non comprendono il fatto che si possa non comprendere. I professori di scienze immaginano che lo spirito cominci come una lezione, che si possa sempre correggere un’attitudine indifferente ripetendo una classe, e che si possa far comprendere una dimostrazione ripetendola punto per punto. Non hanno ancora riflettuto al fatto che l’adolescente arriva alle lezioni di fisica con delle conoscenze empiriche già costituite: si tratta, allora, non di acquisire una cultura sperimentale, bensì di cambiare la cultura sperimentale, rovesciando gli ostacoli già accumulati nella vita quotidiana. Bachelard, La formation de l’esprit scientifique, 1938

Conflittualità fra le conoscenze di senso comune e scientifica “La conoscenza scientifica è sempre più lontana dalla complessità della vita quotidiana: non serve conoscere la termodinamica del motore a scoppio per guidare una macchina. D’altra parte, la scienza capace di progettare centrali nucleari e shuttle spaziali ha difficoltà a spiegare l’equilibrio di una bicicletta, fatto alla portata di ogni bambino.” Meyer, 1990 Inoltre la scienza “da un lato è per definizione democratica, universalistica, aperta alla verifica ed al controllo di tutti. Ma per altro verso la scienza è altra cosa dalla pratica dell’uomo comune. E’, per definizione, separata, anzi postula la netta separazione tra teoria e pratica, affida il controllo ad esperti competenti, escludendo perciò totalmente il controllo democratico ed universale dell’uomo comune” Mazzonis e Cini, 1981

Origine della conoscenza scientifica… … dalla conoscenza di senso comune, con la progressiva e costante sostituzione del “conoscere per fare” con il “fare per conoscere”. Il senso comune descrive bene il reale, ma non lo spiega (perché è complesso); la conoscenza scientifica privilegia semplicità, coerenza e generalizzabilità per porzioni di realtà più circoscritte e limitate.

Realtà della conoscenza di senso comune legata a … Fattori di percezione (come i sensi percepiscono forza, movimento, equilibrio, velocità …) Il linguaggio (e la sua evoluzione storica: calore, peso, energia come “parole”) Informazioni esterne (scolastiche ed extrascolastiche).

Fisica “intuitiva”

Impeto: antico o moderno ?... ogni cosa mossa con furia seguiterà per l’aria la linia del movimento del suo motore. Se quello che muove la cosa in circulo, s’ella fia lasciata in quel moto, il moto suo fia curvo... Impeto = quantità di moto?

La sperimentazione didattica: termodinamica e meteorologia La nuova figura del docente secondario I corsi ed i curricula “intriganti” La proposta sulla termodinamica “utile” motivazioni didattiche generali i temi affrontati misconcezioni dominanti IL PERICOLO DELLA METAFORA

La PRESSIONE? L'atmosfera, quest'ultima risulta formata da un miscuglio di aria contenente gas di varia natura che, venendo attratti verso il centro della Terra dalla forza di gravità,esercitano sulla superficie di quest'ultima, una Pressione, che chiameremo "Pressione Atmosferica"; la Pressione Atmosferica quindi, è "la colonna d'aria che gravita sulla superficie terreste unitaria al livello del mare (quota 0)."

La MISURA di GRANDEZZE FISICHE strumenti procedure incertezze (calibrazione, sensibilità, taratura, … )

MISCONCEZIONI in METEOROLOGIA Be very, very careful what you put into that head, because you will never, ever get it out. Thomas Cardinal Wolsey ( ) nuvole, umidità e spugne pioggia e gioccioline effetto serra e radiazione il gabinetto di Coriolis la luna fredda i lampi di calore le date delle stagioni

Sulle nuvole Le nuvole si formano quando l’aria si raffredda perché l’aria fredda non può contenere (hold) vapore come l’aria calda quando l’aria umida si raffredda si posso formare nubi (molto meglio) Le spiegazioni “universali” dell’aria satura e della spugna Valgono come 19/95=1/5 per avere semplificato la cifra 9! La storiella dello spazio ridotto fra le molecole e l’effetto “spugna”

Sulle nuvole Il rateo fra evaporazione e condensazione è ciò che conta. Le vere dipendenze del rateo di evaporazione: Fasi (più rapida evaporazione dal liquido che dal solido) Forma del contorno (più rapida evaporazione da piccole curvature convesse) Purezza (impurità possono ridurre la rapidità di evaporazione) Temperatura (ad alta temperatura le molecole hanno più energia) Le spiegazioni “universali” dell’aria satura e della spugna Valgono come 16/64=1/4 per avere semplificato la cifra 6!

Gocce di pioggia lacrimose La cultura della tradizione grafica: ma le gocce “vere” come sono fatte?

Gocce di pioggia lacrimose La cultura della tradizione grafica: ma le gocce “vere” come sono fatte? Evidenze sperimentali: Fotografiche Teoriche Indirette (arcobaleno, radar)

Gocce di pioggia lacrimose Precipitazioni e leggi fisiche: Newton e la (in)dipendenza dalla massa: ancora le misconcezioni! Eppure le osservazioni sono semplici: pioggia e pioviggine La velocità limite, l’attrito, la legge di Stokes …

L’effetto serra Dal sito “nonsoloaria” (o soloaria?), Il processo serra consiste in un riscaldamento del pianeta per effetto dell’azione dei cosiddetti gas serra, composti presenti nell’aria a concentrazioni relativamente basse (anidride carbonica, vapor acqueo, metano, ecc.). I gas serra permettono alle radiazioni solari di passare attraverso l’atmosfera mentre ostacolano il passaggio verso lo spazio di parte delle radiazioni infrarosse provenienti dalla superficie della Terra e dalla bassa atmosfera (il calore riemesso); in pratica si comportano come i vetri di una serra e favoriscono la regolazione ed il mantenimento della temperatura terrestre ai valori odierni. L’energia ricevuta complessivamente dalla superficie terrestre e dalla troposfera viene poi riemessa sottoforma di energia termica come raggi infrarossi. Alcune sostanze presenti in atmosfera (i gas serra) assorbono gran parte di questa radiazione per poi reirradiarla in tutte le direzioni. Circa il 6% di questa energia si perde nello spazio, parte viene riassorbita nuovamente dai composti atmosferici, mentre la quantità maggiore dell’energia viene reirradiata verso la terra, riscaldandola. I gas serra agiscono così come i vetri di una serra: fanno passare la luce solare e trattengono il calore. La terra è continuamente colpita dalla radiazione elettromagnetica emessa dal sole, parte di questa radiazione viene assorbita dall'atmosfera terrestre ma la grande maggioranza colpisce la crosta terrestre. Di questa radiazione parte viene assorbita dalla superficie, parte è riflessa come radiazione luminosa di varia frequenza (è per questo che noi vediamo le cose con i rispettivi colori) e parte viene riflessa come radiazione a lunghezza d'onda maggiore (tipicamente infrarossi). Sono proprio questi infrarossi che generano l'effetto serra: l'atmosfera (come il vetro di una serra) è quasi completamente trasparente alla luce visibile ma è estremamente opaca alla radiazione infrarossa pertanto gli infrarossi riflessi dalla superficie non "scappano" nello spazio ma restano racchiusi tra la superficie e gli strati alti dell'atmosfera (come in una serra dove sono intrappolati sotto i vetri).radiazione elettromagneticaassorbitainfrarossi

L’effetto serra La superficie del globo terrestre è più calda di quanto sarebbe in assenza di atmosfera perché riceve energia da due sorgenti: il Sole e l’atmosfera (e non solo dal Sole) Entrambe le sorgenti emettono perché sono ad una temperatura finita La Terra riceve circa il doppio di energia dall’atmosfera di quanto ne riceve dal Sole.

L’effetto serra L’effetto serra è una “buona cosa”? Si, se si apprezza la vita L’atmosfera (o qualunque “gas serra”) agiscono come una coperta? E’ una povera metafora. Le coperte servono a sopprimere la convezione, l’atmosfera fa in modo di renderla possibile! L’atmosfera intrappola la radiazione? No, l’atmosfera assorbe la radiazione emessa dalla Terra. In seguito al suo assorbimento, la radiazione cessa di esistere ed è trasformata in energia interna e cinetica delle molecole. Come si fa ad intrappolare qualcosa che non c’è? L’atmosfera re-irradia? E’ vero che l’atmosfera assorbe la radiazione terrestre ma non la irradia di nuovo: irradia perché ha una temperatura finita, non è un serbatoio di radiazione! La radiazione assorbita e quella emessa non solo la stessa, hanno anche uno spettro completamente diverso. E non si può nemmeno parlare di riflessione della radiazione!

L’effetto serra L’atmosfera intrappola calore nella produzione dell’effetto serra? Niente affatto: con la stessa rapidità con la quale l’atmosfera assorbe energia termica essa lo perde. Se ci fosse intrappolamento o ritenzione di energia, la temperatura dovrebbe continuamente salire! Dunque, l’atmosfera si comporta come una serra o no? Il nome “serra” è in realtà sfortunato. In una serra il meccanismo principale per mantenere l’aria calda è quello della soppressione della convezione (dall’interno all’esterno della serra). Una vera serra agisce come una coperta che evita a bolle di aria tiepida di fuggire dalla superficie. Nemmeno il paragone con il surriscaldamento in una macchina chiusa durante l’estate regge, perché anche questo è causato dalla soppressione della convezione. Il fatto che la radiazione visibile passi e quella infrarossa meno non spiega comunque il surriscaldamento in modo quantitativamente consistente.

Coriolis a sproposito

La forza di Coriolis in effetti influenza vortici che durano a lungo La forza di Coriolis è veramente piccola quando agisce su scale temporali “locali” (i pneumatici di un’automobile, il CD che ruota, il lavandino che si svuota) La direzione di svuotamento è determinata da altri fattori (dal modo di riempimento, da vortici locali, dalle pareti del contenitore) E’ possibile evidenziare la rotazione terrestre dal verso di svuotamento di un un contenitore usando particolari accorgimenti Perché insegnanti e libri di testo insistono ad affermare ciò che accade in realtà? La trappola per turisti all’equatore Altri effetti connessi: la pietra Celtica, i riccioli, i cani che si accucciano …