Laboratorio di Addestramento alla Comunicazione Dott.ssa Tamara Lapucci E.mail: Lezione 2 4 novembre 2010 Lezione n. 2: Macerata, 4 novembre 2010
Lezione 2: Macerata, 3 novembre 2008 FEEDBACK LAVORI DI GRUPPO RUOLO e POSSIBILITA’ COMUNICATIVE INSEGNANTE (detentore assoluto di conoscenza, mediatore, guida, valutatore) RUOLO e POSSIBILITA’ COMUNICATIVE DISCENTE (ruolo passivo, ruolo attivo come elaboratore di informazioni, costruttore autonomo di conoscenza, co-costruttore di conoscenza grazie a intervento pari e/o adulto) ADEGUATEZZA MODALITA’ COMUNICATIVA SCELTA RISPETTO A OBIETTIVI/INTENTI COMUNICATIVI (contenuto e forma) CONTESTO (fisico/sociale-culturale) Lezione n. 2: Macerata, 27 ottobre 2009
IL MODELLO DI FLANDERS Lezione 2: Macerata, 3 novembre 2008Lezione n. 2: Macerata, 4 novembre 2010 Possibilità comunicative insegnante Possibilità comunicative studenti Influenza indiretta: 1. accettazione dei sentimenti 2. lode o incoraggiamento 3. accettazione delle idee 4. fare domande Comportamenti degli studenti: 1. rispondere ad interventi dell’insegnante 2. avviare un’interazione Influenza diretta: 5. fare lezione 6. dare direttive 7. criticare o giustificare l’autorità Altri comportamenti: 3. silenzio o confusione
IL MODELLO DI AMIDON E HUNTER Insegnante:interventi introduttivi 1.Dà informazioni o riferisce opinioni; illustra un argomento o espone le proprie idee, spiega, orienta, pone domande retoriche, Può trattarsi di brevi affermazioni, o di discorsi di una certa lunghezza. 2.Dà istruzioni; dice all’allievo di fare una determinata cosa; impartisce ordini. 3.Pone domande circoscritte-domande che servono a far ripassare un argomento o a far esercitare gli allievi, a cui si deve rispondere con una o due parole o con un sì - no; domande di cui è possibile prevedere la natura specifica delle risposta 4.domande di cui è possibile prevedere la risposta; o tali da stimolare la riflessione; da sollecitare risposte più lunghe che con le domande di cui al n. 3. Insegnante: risposte 5.Accetta: –le idee; l’insegnante ripropone, chiarisce, incoraggia o loda le idee dell’allievo. Le riassume o le commenta senza rifiutarle. –il comportamento; le sue risposte mostrano approvazione o incoraggiamento per il comportamento dell’allievo. –i sentimenti; le sue risposte riflettono i sentimenti dell’allievo o lo incoraggiano ad esprimerli. 6.Rifiuta: –le idee; l’insegnante critica, ignora o scoraggia le idee dell’allievo. –il comportamento; l’insegnante scoraggia o critica il comportamento dell’allievo. Le sue risposte hanno lo scopo di porre fine ad un comportamento indesiderabile. Possono essere espresse in forma interrogativa, ma si differenziano per il tono di voce e per gli effetti che hanno sull’allievo, dalle categorie 2,3,4. –i sentimenti; le sue risposte ignorano o rifiutano i sentimenti dell’allievo o ne scoraggiano l’espressione. Lezione 2: Macerata, 3 novembre 2008Lezione n. 2: Macerata, 4 novembre 2010
IL MODELLO DI AMIDON E HUNTER Allievi: riposte 7.all’insegnante: risposte prevedibili - di solito relativamente brevi; seguono alla categoria 3, talvolta alla 2, per esempio a frasi come “Paolo, leggi tu, ora”. risposte non prevedibili - di solito seguono alla categoria 4 8.a un compagno: risposte che ricorrono in una conversazione tra due o più allievi Allievi interventi introduttivi 9.Rivolge la parola all’insegnante; frasi che l’allievo dice all’insegnante spontaneamente, senza esserne sollecitato 10.Rivolge la parola ad un compagno: come sopra. Varie 11.Silenzio: pause o brevi periodi di silenzio nel corso di una conversazione in classe. 12.Confusione: rumore e disordine notevoli che impediscono lo svolgimento delle attività programmate. Questa categoria può presentarsi insieme ad altre, oppure può escludere completamente l’utilizzazione di altre categorie. Lezione 2: Macerata, 3 novembre 2008Lezione n. 2: Macerata, 4 novembre 2010
Lezione 1: Macerata, 27 ottobre 2008 Riflessione individuale finale scritta su: guadagni cognitivi della lezione, considerazioni sullo svolgimento del lavoro di gruppo sul piano relazionale e sul piano dei contenuti, sulle difficoltà incontrate. Autovalutazione del proprio apporto per il buon esito dell’interazione comunicativa. Indicazioni di riferimento Senti di avere collaborato alla buona riuscita dell’interazione in gruppo? Se si in che modo? Se no, che cosa avresti potuto fare? Durante la discussione quali strategie comunicative hai utilizzato (hai fatto domande, avevi domande da porre ma non l’hai fatto, non avevi domande, hai ascoltato…) Hai percepito bisogni o richieste inespresse? Se sì, quali? Hai cercato di rispondere a essi? Se sì, hai utilizzato prevalentemente azioni, gesti o parole? Lezione n. 2: Macerata, 4 novembre 2010