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DIABETE MELLITO Sindrome dismetabolica ad andamento cronico, caratterizzata dall’incapacità dell’organismo di utilizzare normalmente il glucosio. E’ in aumento ed è considerato malattia sociale. Classificazione: DIABETE DI TIPO I o insulino-dipendente Detto anche diabete giovanile, è dovuto ad una carenza insulinica più o meno improvvisa per danno irreversibile delle isole del Langherans. Necessita della terapia insulinica. Ipotesi eziologica: infezioni virali, meccanismi autoimmunitari.

DIABETE MELLITO 2. DIABETE DI TIPO II o non insulino-dipendente E’ la forma più frequente e colpisce generalemente dopo i 40 anni. E’ dovuto ad una insufficiente secrezione di insulina o ad una anomalia nella sua azione biologica e non sembra secondario ad altra patologia. Può essere, almeno inizialmente, controllato con la dieta. Ipotesi eziologica: base genetica, obesità, iperalimentazione.   3. DIABETE ASSOCIATO AD ALTRA PATOLOGIA Intolleranza al glucosio conseguente a malattie pancreatiche, endocrine, trattamento con farmaci ad azione anti-insulare, ecc. 4. DIABETE GESTAZIONALE

CRITERI DI VALUTAZIONE DIAGNOSTICA SECONDO L’OMS  

DIABETE MELLITO DI TIPO II Epidemiologia   Prevalenza: da 0,1 % (certi paesi africani) al 35% (alcune tribù indiane e popolazioni della Micronesia) Italia: circa 4% L’aumento della prevalenza è spiegato con: ·    maggiore incidenza ·    maggiore sopravvivenza dei diabetici L’aumento dell’incidenza è spiegato con: ·    aumento consumi alimentari ·  stile di vita, in particolare sedentarietà e dieta che predispongono al sovrappeso e all’obesità.

DIABETE MELLITO DI TIPO II Epidemiologia L’aumento della mortalità per diabete è difficilmente valutabile, perché il diabete spesso non compare come causa del decesso nel certificato di morte. La morte nei diabetici avviene soprattutto per le complicanze cardiovascolari. Le cardiopatie ischemiche e l’ictus hanno nei diabetici una frequenza 2-3 volte superiore a quella di soggetti non diabetici di pari età (80% dei decessi nei pazienti diabetici) Altre complicanze sono le lesioni dei piccoli vasi (retina, rene) con retinopatia e nefropatia; la maggiore recettività alle infezioni. In Italia la mortalità per diabete è stimata intorno a 43 morti/100.000 abitanti/anno).

DIABETE MELLITO DI TIPO II Fattori di rischio: sesso: in alcuni paesi prevale nelle donne (Italia); in altri negli uomini età: aumenta con l’età obesità: si ipotizza che negli obesi sia più facile l’insorgenza di iperglicemia perché nel tessuto adiposo la densità di siti recettori per l’insulina è minore sedentarietà genotipo alimentazione ipercalorica e scarsa presenza di fibre nella dieta: si ipotizza che l’abbondanza di fibre ritardi l’assorbimento di carboidrati a livello intestinale e determini livelli glicemici postprandiali più bassi

DIABETE MELLITO DI TIPO II Profilo lipidico: Nei pazienti diabetici si osservano livelli elevati di colesterolo ematico LDL e di trigliceridi, bassi livelli di HDL. In queste condizioni è molto probabile che si instaurino processi infiammatori che interessano le pareti dei vasi con conseguente danno vascolare e innesco del fenomeno aterosclerotico. Le LDL presenti in quantità maggiore nei diabetici appartengono alla tipologia più piccola e più densa e più facilmente ossidabile; sono queste le LDl considerate più pericolose per favorire il processo infiammatorio sulla parete delle arterie.

DIABETE MELLITO DI TIPO II Prevenzione   Poiché la predisposizione ereditaria viene attivata da altri fattori di rischio, occorre agire su questi. Primaria: prevenire obesità che rappresenta il fattore di rischio principale Secondaria: diagnosi precoce e inizio di trattamento ipogliceminizzante; screening in gruppi a rischio: obesi, familiarità diabetica, donne con anamnesi positiva per diabete gestazionale; il test di screening consiste nella determinazione della glicemia a digiuno e dopo 2 ore di carico di glucosio; nei soggetti diabetici o con ridotta tolleranza al glucosio occorre limitare alcuni farmaci che possono favorire l’insorgenza del diabete (alcuni diuretici, anti-ipertensivi, contraccettivi orali, ormoni tiroidei, calcitonina, ACTH, psicofarmaci, antinfiammatori)

ESERCIZIO FISICO E DIABETE Nel soggetto diabetico l'esercizio fisico regolare, di lieve o moderata intensità, contribuisce a: migliorare il controllo glicemico, con incremento dei recettori per l'insulina diminuire la lipogenesi e i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue aumentare la performance cardiocircolatoria, la capilarizzazione muscolare e quindi l'ossigenazione tissutale (azione preventiva sulle complicanze diabetiche: complicanze cardio-vascolari, microangiopatia diabetica) ridurre il peso corporeo (obesità è un fattore di rischio) aumentare il benessere psico-fisico L'inconveniente principale del diabetico che fa sport può essere l'ipoglicemia durante e dopo l'esercizio nei pazienti in terapia insulinica o con antidiabetici orali.

ESERCIZIO FISICO E DIABETE Per prevenire l'ipoglicemia occorre: programmare l'orario dell'esercizio in base all'ultima somministrazione di insulina: almeno 3 ore dopo l'iniezione di insulina rapida, almeno dopo 8 ore dopo l'iniezione di insulina intermedia; se non è possibile effettuare l'esercizio nel rispetto degli orari, ridurre la dose dell'insulina precedente l'attività fisica, iniettare l'insulina nel sottocutaneo di un segmento muscolare non coinvolto nell'esercizio; se l'esercizio non programmato è stato preceduto dalla dose usuale di insulina, assumere uno spuntino glucidico (panino, frutta), misurare la glicemia nel corso dell'esercizio e dopo; misurare la glicemia sempre prima e dopo e, se necessario, durante l'esercizio; se la glicemia pre-esercizio è minore di 100 mg/dl assumere uno spuntino glucidico, se è maggiore di 250 mg/dl praticare qualche unità di insulina rapida e ritardare l'esercizio fino al raggiungimento di una glicemia soddisfacente;

ESERCIZIO FISICO E DIABETE Per prevenire l'ipoglicemia occorre inoltre: per un esercizio protratto e/o intenso, assumere spuntini glucidici, anche a rapido assorbimento (per esempio succhi di frutta), ogni 30 minuti circa; misurare la glicemia dopo l'esercizio (consente di giudicare la congruità delle variazioni dietetiche e farmacologiche adottate); ridurre sempre la dose post-esercizio di insulina rispetto a quella abituale; effettuare attività fisiche di intensità moderata o elevata sempre in compagnia e informare i compagni e l'allenatore della propria condizione di diabetico istruendoli a fornire un aiuto specifico in caso di ipoglicemia.

ESERCIZIO FISICO E DIABETE Il diabetico, se ben compensato, è in grado di fornire prestazioni identiche a quelle dei non diabetici: quindi, in teoria, può scegliere qualsiasi tipo di sport. Tuttavia è opportuno fare alcune distinzioni e dividere gli sport in: Attività fisica obbligatoria: camminare (ovvero cogliere ogni occasione per muoversi a piedi, non usare mezzi di trasporto per brevi distanze, non usare l'ascensore); sport raccomandati: una vera attività sportiva che deve essere svolta al di fuori delle occupazioni giornaliere (es. marcia veloce, corsa leggera, nuoto, tennis); sport autorizzati: quelli che il diabetico può praticare sotto accurato controllo medico, poiché sono attività da competizione e di impegno agonistico (es. calcio, pallacanestro, atletica leggera, baseball); sport proibiti: quelli con rischio di morte in caso di ipoglicemia quali sport motoristici, sport solitari (alpinismo, vela, canoa, sport subacquei), sport ad alto rischio di traumi (pugilato, lotta, football americano, rugby), sport a rischio di eccessivi incrementi pressori (sollevamento pesi, lancio del peso, disco, giavellotto).

CONTROLLO DELLA GLICEMIA DURANTE L’ESERCIZIO FISICO Se l'attività fisica è di breve durata: Non è necessario alcun accorgimento prima di iniziare. Al termine e dopo 2h è necessario misurare la glicemia capillare: se la glicemia tende a scendere occorre uno spuntino a base di grissini ed un succo di frutta. Se l'attività fisica è di media durata: Assumere prima di iniziare un supplemento calorico sotto forma di glucidi a pronta utilizzazione nella quantità calcolata sulla base della glicemia capillare. Al termine può essere necessario un piccolo spuntino per prevenire l'ipoglicemia che potrebbe verificarsi per la restaurazione delle riserve di glicogeno. Se l'attività fisica è di lunga durata: E' opportuno, oltre allo spuntino pre-gara, un supplemento di glucidi durante la gara (acqua e zucchero) nella quantità equivalente a 20-40 gr di glucosio all'ora a seconda dei casi. Al termine, se necessario, fare uno spuntino a base di glucidi. In tutti i casi: previo controllo della glicemia capillare, è utile fare uno spuntino glucidico prima di coricarsi.