Letteratura e il vino Di Chiara Avincola 2009-2010 II ° anno – Corso di laurea di Scienza dell’Alimentazione e Nutrizione Umana
Letteratura e il vino Alceo fr. 335 ( VII – V I secolo a. C ) Orazio Carmina I,9, “Ad Thaliarcum” Pablo Neruda Ode al vino e altre odi elementari
Letteratura e il vino Vulci ( 480 a.C.). Museo del Louvre Per i Greci il vino era il dono di Dioniso, divinità giunta da remote terre asiatiche, ed era l’essenza stessa della civiltà; l’ebbrezza che esso causava era una compensazione degli affanni della vita. Il simposio era il convegno dei cittadini maschi adulti al banchetto e agli intrattenimenti che lo animavano, e cioè la conversazione arguta e colta, la musica dell'aulòs e della lira, la compagnia di bei giovani e ragazze, i giochi e gli spettacoli. Il simposio, condensa quei valori che rendono nobile l'uomo con un percorso di formazione .Si tratta di una forma di conoscenza grazie alle sue pratiche: la conversazione, il vino, l'eros, il canto, la musica, la poesia, la danza. Vulci ( 480 a.C.). Museo del Louvre
(traduzione di Salvatore Quasimodo) Letteratura e il vino « Beviamo. Perché aspettare le lucerne? Breve il tempo. O amato fanciullo, prendi le grandi tazze variopinte, perché il figlio di Zeus e di Semele diede agli uomini il vino per dimenticare i dolori. Versa due parti d'acqua e una di vino; e colma le tazze fino all'orlo: e una segua subito l'altra. » Alceo (traduzione di Salvatore Quasimodo) Una libagione simposiaca in una pittura vascolare attica a figure rosse da Vulci (480 a.c). Museo del Louvre
Letteratura il e vino Il simposio cominciava dopo l'accensione delle lucerne, ma Alceo apre uno dei suoi carmi con un'insolita esortazione al bere prima dell'ora consueta ,ciò ci fa dedurre che fosse un simposio diverso dagli altri. Il poeta esortava, dopo il brindisi iniziale, ad ubriacarsi e non ad un bere pacato, e questo porta a presupporre che la causa della convocazione non fosse del tutto lieta .Il vino rappresentava la gioia della pura fisicità, l'esaltazione delle sensazioni corporee e che avesse particolari valori sociologici e simbolici. Ma il vino, dono di Dioniso, era anche ciò che garantiva la verità dei pensieri, era il ristoro della mente soffocata dal dolore . Altri elementi legati alla cultura arcaica sono identificati, nel modo di bere. Alceo utilizzava il verbo miscelare, e questo derivava dal fatto che il vino, donato dal figlio di Semele e Zeus per sciogliere l'animo umano dai dolori, non poteva essere bevuto puro, ma veniva mescolato all'acqua per diminuirne la densità e gli effetti sulla mente umana.
Letteratura e il vino (Alceo e Saffo, 470 a. c. ) Biografia Alceo nacque nel 630 a.C. a Lesbo da una famiglia aristocratica. La sua vita fu segnata dall’interesse politico e dalla lotta contro il potere assolutistico dei tiranni Melancro, Mirsilo e Pittaco. Questi scontri lo portarono più volte all'esilio, esperienza dolorosa che ricorre anche in un lungo frammento La sua opera destò l'attenzione degli alessandrini che la sistemarono in dieci libri; oggi restano solo quattrocento frammenti per giunta molto lacunosi. (Alceo e Saffo, 470 a. c. )
Letteratura e il vino L'occasione che ci presenta Alceo in questo frammento è il simposio invernale . La prima strofa descrive un gelido scenario caratterizzato da pioggia, maltempo e gelo; ma la cattiva stagione viene scacciata, abbattuta dall'atmosfera intima e raccolta del simposio, i cui commensali si incontrano in un clima di amicizie e solidarietà reciproca. Il motivo del bere vino accanto al fuoco appare topico già in età arcaica; tuttavia in Alceo la situazione rappresentata è concreta e reale, legata ad una precisa situazione simposiaca Pioggia e tempesta dal cielo cadono immense; le acque dei fiumi gelano: Il freddo scaccia, la fiamma suscita, il dolce vino con l'acqua tempera nel cratere, senza risparmio; morbida lana le tempie avvolga. Alceo
Letteratura e il vino FUOCO E VINO PER FUGGIRE ALL’INVERNO DELLE STAGIONI E DELLA VITA (CARMINA, I,9, AD THALIARCUM ) “Laggiù si staglia il Soratte, vedi?, con candido manto di neve. Stremati, faticano i rami a reggere il peso. Per il gelo tagliente, fiumi e ruscelli si sono rappresi. Dissolvi il freddo nutrendo la fiamma con larga provvista di ceppi e senza risparmio, attingi, Taliarco, vino di quattr’anni, puro, dall’orcio sabino a duplice ansa. Il resto, rimettilo in mano agli dei: bastò che abbattessero i venti in lotta sul gran ribollire marino, perché d’incanto i cipressi non più s’agitassero, e gli orni vetusti. Che cosa t’attenda in futuro, rinuncia a indagare: qualunque altro giorno t’aggiunga il destino, tu devi segnarlo all’attivo. Sei giovane, non disprezzare gli amori gentili, le danze, fin tanto che il tuo verdeggiare rimane lontano da uggiosa canizie..” Orazio
Letteratura e il vino E’ un’ode di motivo conviviale. Le prime strofe sono ispirate ad un testo di Alceo ,ma Orazio lo elabora in modo originale. L’incipit invita a spingere lo sguardo su un’immagine invernale candida per la neve che imbianca ogni cosa,però collegata all’idea della fatica e del dolore in quei pini che a stento ne sorreggono il peso ed ancor più, nell’irrigidimento forzato dei fiumi, La seconda strofe riprende l’invito, a preparare un bel fuoco che riscaldi ed a versare vino puro di quattro anni proveniente dalla Sabina. Segue un altro invito a lasciare tutto il resto agli dei e a non pensare al futuro. Continua la sequenza degli esortativi che invitano Talliarco a godere degli amori, delle danze e dello sport fintanto che è giovane.
Letteratura e il vino Il messaggio della poesia di Orazio è un messaggio etico, “carpe diem” costituito in questo caso da un invito a non sciupare la breve vita umana inutilmente, ma a viverla fino in fondo, intensamente e giorno dopo giorno.
Letteratura e il vino Nacque l'8 dicembre del 65 a.C. a Venosa,Basilicata, figlio di un fattore liberto che si trasferì poi a Roma per fare l'esattore delle aste pubbliche ,compito poco stimato ma redditizio. Il poeta era dunque di umili origini, ma di buona condizione economica. Orazio seguì perciò un regolare corso di studi a Roma, e poi ad Atene dove studiò greco e filosofia. Fu molto attivo politicamente infatti partecipò ad esempio come tribuno militare nella battaglia di Filippi. Morì nel Novembre nell’8 a. C.
Letteratura e il vino “ Vino color del giorno, vino color della notte, vino con piedi di porpora o sangue di topazio, vino, stellato figlio della terra, vino, liscio come una spada d’oro, morbido come un disordinato velluto, vino inchiocciolato e sospeso, amoroso, marino, non sei mai presente in una sola coppa, in un canto, in un uomo, sei corale, gregario, e, quanto meno, scambievole. A volte ti nutri di ricordi mortali… Amor mio, d’improvviso il tuo fianco è la curva colma della coppa il tuo petto è il grappolo, la luce dell’alcol la tua chioma” Ode al vino e altre odi elementari di Pablo Neruda
Letteratura e il vino Pablo Neruda (1904-1973), il poeta civile, il poeta impegnato in politica, il poeta dell'amore, nel 1954 pubblica il primo libro delle Odi elementari. L'aggettivo allude alla semplicità dell'oggetto della poesia, che celebra la quotidianità, quella degli alimenti, i più semplici e popolari. Usando un linguaggio immediato, Neruda dedica un'ode anche al vino. Il vino è il figlio della terra, è il frutto del lavoro paziente, è l'occasione della socialità, è il trionfo della vita, è il tramite dell'amore.Infatti La parte centrale dell'ode si concentra sui paragoni tra i corpo della donna ed alcuni elementi enoici per un'esaltazione dei sensi, per tornare a riprendere i temi della socialità del vino
Sitografia trentoblogcommunity.com/.../ode-al-vino-di-pablo-neruda www.leggereungusto.it/detail.asp?idn=20034 http://www.forumlive.net/proposte/vinoOrazio/orazio_la_filosofia_del_vino.html Wikipedia voce: Pablo Neruda e Orazio Flacco da Venosa (Tutti visitati il 29/04/2010 e il 30/04/2010 ) Chiara Avincola