In questo incontro: parliamo del PEI e quindi di

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In questo incontro: parliamo del PEI e quindi di 1. osservazioni 2. norme 3. esperienze 4. valutazione degli alunni disabili 5. documentazione

La certificazione e l’ICF La diagnosi funzionale Abbiamo già parlato: Legge 104/92 La certificazione e l’ICF La diagnosi funzionale Il profilo dinamico funzionale

Le osservazioni

E’ importante conoscere Che cosa sa fare E non che cosa non sa fare Che cosa può fare Che cosa vuole fare Che cosa gli piace fare

E’ importante conoscere Che cosa sa fare Che cosa può fare Che cosa vuole fare Che cosa gli piace fare

Le osservazioni non scaturiscono tanto da precostituite prove di accertamento (pur non escludendone l’uso) quanto dalla osservazione delle caratteristiche e dei ritmi di partecipazione degli alunni alle complessive attività della scuola, da quelle a sfondo ludico e relazionale ai momenti più strutturati d’insegnamento/apprendimento.

L’atteggiamento osservativo del docente deve essere continuo e sistematico e deve avvalersi di criteri definiti (indicatori),relativi alle caratteristiche che si intendono osservare( partecipazione, disponibilità a conoscere, stili cognitivi, capacità critica). Al comportamento da annotare, al tempo da impiegare, agli strumenti e alle tecniche da utilizzare

1.l’apprendimento incidentale 2.l’eterocronia di sviluppo Per quanto riguarda l’osservazione due note da tenere presente: 1.l’apprendimento incidentale 2.l’eterocronia di sviluppo

apprendimento incidentale

Quando si è esposti a determinate esperienze il cui scopo primario non è quello di generare un apprendimento ( ad esempio,andare al cinema, ascoltare una persona, giocare, fare delle cose,etc…). Tuttavia si imparano delle cose e si acquisiscono dei comportamenti nuovi.

Apprendimento intenzionale Quando deliberatamente ci si impegna ad imparare cose che non si conoscono

Da questo punto di vista le competenze si classificano: Competenze formali sono quelle che si apprendono a scuola e sono certificate dalla istituzione scolastica Competenze non formali sono quelle che si apprendono in contesti diversi dalla istituzione scolastica ad esempio presso un CFP, sul lavoro,etc. Competenze informali sono quelle che si acquisiscono vivendo, anche giocando ( apprendimenti incidentali)

eterocronia di sviluppo

L’eterocronia di sviluppo tratta, come sostiene Zazzo, del fatto che i diversi settori di sviluppo psicobiologico nei deboli mentali progrediscono a velocità differenti (donde il termine eterocronia) se comparati a dei soggetti normodotati

L’eterocronia di sviluppo tratta, come sostiene Zazzo, del fatto che i diversi settori di sviluppo psicobiologico nei deboli mentali progrediscono a velocità differenti (donde il termine eterocronia) se comparati a dei soggetti normali

Anche per questo motivo la osservazione non può fermarsi alle sole competenze scolastiche, ma deve essere indirizzata anche ad altre aree come quella sociale e delle competenze trasversali e professionali

il piano educativo individualizzato

Che cosa significa? 1 Il piano educativo personalizzato. 2. il progetto di vita. 3. il curriculum vitae.

Che cosa abbiamo già visto: Certificazione Diagnosi funzionale Profilo Dinamico funzionale

Le norme sono: 1.Legge del 17 febbraio 1992 n.104 2. Atto d’indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle USL in materia di alunni portatori di handicap, DPR del 24.2.1994 (tabelle e allegati) 3. C.M. 22 settembre 1993 n.258 (Vedere allegato II)

Legge del 17 febbraio 1992 n.104 art.12 Il piano educativo individualizzato, alla cui definizione provvedono congiuntamente, con la collaborazione dei genitori della persona handicappata, gli operatori delle unità sanitarie locali e, per ciascun grado di scuola, personale insegnante specializzato della scuola, con la partecipazione dell'insegnante operatore psico-pedagogico individuato secondo criteri stabiliti dal ministro della P.I., indica le caratteristiche fisiche, psichiche e sociali ed affettive dell'alunno e pone in rilievo sia le difficoltà di apprendimento conseguenti alla situazione di handicap e le possibilità di recupero, sia le capacità possedute che devono essere sostenute, sollecitate e progressivamente, rafforzate e sviluppate nel rispetto delle scelte, culturali della persona handicappata.

comma 1, dell'art. 13 della legge n. 104 del 1992 L'integrazione scolastica della persona handicappata nelle sezioni e nelle classi comuni delle scuole di ogni ordine e grado e nelle università si realizza, ……(attraverso) la programmazione coordinata dei servizi scolastici con quelli sanitari, socio-assistenziali, culturali, ricreativi, sportivi e con altre attività sul territorio gestite da enti pubblici o privati

Gli interventi possono essere: I progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione; La programmazione didattica individualizzata; Forme di integrazione fra attività scolastica ed extra-scolastica; Orario generale della scuola e di permanenza dell’alunno disabile; L’organizzazione integrata dei servizi eventualmente presenti di trasporto,mensa, sostegno,assistenza,accompagnamento,riabilitazione; Progetti di continuità e di orientamento.

Atto d’indirizzo, DPR del 24.2.1994, comma 5 . - 1. Il Piano educativo individualizzato (indicato con P.E.I.), è il documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l'alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione, di cui ai primi quattro commi dell'art. 12 della legge n. 104 del 1992.

Atto d’indirizzo, DPR del 24.2.1994, comma 5 Il P.E.I. è redatto, congiuntamente dagli operatori sanitari individuati dalla USL e dal personale insegnante curriculare e di sostegno della scuola e, ove presente, con la partecipazione dell'insegnante operatore psico-pedagogico, in collaborazione con i genitori o gli esercenti la potestà parentale dell'alunno

Atto d’indirizzo, DPR del 24.2.1994, comma 5 3. Il P.E.I. tiene presenti i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, nonché le forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche,…..

Atto d’indirizzo, DPR del 24.2.1994, comma 5 4. Nella definizione del P.E.I., i soggetti di cui al precedente comma 2, propongono, ciascuno in base alla propria esperienza pedagogica, medico-scientifica e di contatto e sulla base dei dati derivanti dalla diagnosi funzionale e dal profilo dinamico funzionale, Gli interventi sono finalizzati alla piena realizzazione del diritto all'educazione, all'istruzione ed integrazione scolastica dell'alunno in situazione di handicap. Detti interventi propositivi vengono, successivamente, integrati tra di loro, in modo da giungere alla redazione conclusiva di un piano educativo che sia correlato alle disabilità dell'alunno stesso, alle sue conseguenti difficoltà e alle potenzialità dell'alunno comunque disponibili.

Si usano molto le metafore per rappresentare il PEI: Condominio Armadio Rete Mosaico E’ necessario ricordare che il PEI è un impianto a carattere dinamico ed evolutivo, si evolve come si evolve il soggetto a cui fa riferimento

Riassumiamo Il PEI è

Riassumiamo: Il PEI è: Progetto globale (non solo didattico)per un determinato periodo *progetto operativo interistituzionale tra operatori della scuola,dei servizi sociali in collaborazione con i familiari *contiene un progetto educativo e didattico personalizzato riguardante la dimensione dell’apprendimento correlata agli aspetti riabilitativi e sociali.

Riassumiamo: . Il PEI è la sintesi fra tre progetti (didattico educativo, riabilitativo e di socializzazione) che costituiscono gli interventi scolastici ed extrascolastici fra loro integrati è lo strumento operativo senza il quale l’integrazione diventa un insieme di interventi slegati privi di progettualità che frantuma invece di integrare i diversi aspetti della personalità dell’alunno

Riassumiamo: Il PEI contiene: Finalità e obiettivi didattici Itinerari di lavoro Tecnologie Metodologie,tecniche e verifiche Modalità di coinvolgimento della famiglia

Riassumiamo: Tempi di realizzazione: Si definisce entro il secondo mese dell’anno scolastico Si verifica con frequenza trimestrale Verifiche straordinarie per i casi di particolare gravità

Il PEI come si scrive chi lo scrive come si approva come si modifica come si verifica

chi garantisce? il Dirigente scolastico; il GLIS (legge n.194/92, art.5,comma 2) Gruppo di studio e di lavoro presso ogni istituto; il GLIP (legge n.104/92; art.15, comma1) Gruppo di lavoro interistituzionale provinciale;

Come si scrive un PEI? Anche il PEI ha la sua forma grafica: Esistono varie proposte che si rifanno: al modello ministeriale indicato dal DPR 24 febbraio 1994 alle proposte di Ianes, Celi alla C.M.258/98 (allegato 11)

Come si scrive il PEI? Esistono molte proposte che generalmente fanno riferimento a: Ministero della istruzione (D.P.R. 24 febbraio 1994 e C.M. n.258/83 ) Proposte di Ianes, Celi

Le proposte ministeriali: Parte1°:Identificazione della situazione al momento dell’ingresso del soggetto nella scuola Parte 2°:Valutazione approfondita Durante il periodo di frequenza scolastica l’alunno viene osservato dagli insegnanti (tutti) e dagli operatori socio-sanitari che si propongono di valutare gli aspetti generali, i livelli di capacità, di apprendimento e le abilità pratiche e operative

Le proposte ministeriali: Parte 3°: piano educativo individualizzato Questa parte occupa più fogli, in ciascuno dei quali lo spazio di competenza della scuola risulta affiancato da quello di competenza degli operatori socio sanitari e addetti alla riabilitazione. Parte 4°:Verifica

Le proposte ministeriali Secondo le indicazioni ministeriali gli assi sono.: Asse cognitivo Asse affettivo relazionale Asse linguistico Asse sensoriale Asse motorio prassico Asse neuropsicologico Asse dell’autonomia personale e sociale

Le proposte ministeriali La sintesi di ciascun asse: Livello primo Livello secondo Come funziona Ipotesi di sviluppo Sintesi di asse Attraverso modalità………si ritiene che

Il PEI alla fine dovrebbe configurarsi: obiettivi tempi Metodi Attività Verifiche scuola famiglia Operatori sanitari Cooperative si assistenza Ente locale associazioni

Il PEI alla fine dovrebbe configurarsi anche così: Asse della comunicazione Asse cognitivo SCUOLA Obiettivi Tempi Attività e metodi verifiche FAMIGLIA LOGOPEDISTA e FONIARIA PSICOLOGO LOGOPEDISTA e FONIARIA PSICOLOGO

Le norme a cui fare riferimento Artt.2 e 7 della L. 517/77 Art.12 della L. 270/82 C.M. n.199/79 C.M. n.250 /85

Secondo Ianes e Celi Sono quattro i componenti del PEI 1 La D.F. 2 il P.D.F. 3. La definizione di attività e materiali 4. La definizione dei metodi di lavoro

Ci sono quattro fasi: 1. Ricomporre i dati della diagnosi funzionale in una visione unitaria dell’allievo: Punti di forza, Deficit, Relazioni d’influenza 2.definire gli obiettivi a lungo termine Sono gli obiettivi che idealmente ci piacerebbe raggiungere in una prospettiva temporale che si potrebbe collocare da uno ai tre anni. Gli obiettivi derivano principalmente dal deficit, e si pongono come capacità che,una volta possedute colmano in tutto o in parte la lacuna evidenziata dal deficit. Una gamma di possibili obiettivi,all’interno della quale si dovrà operare una valutazione e una scelta per concentrare le energie su quelli ritenuti più importanti

Ci sono quattro fasi 3.Scegliere gli obiettivi a medio termine In questa fase vengono scelti gli obiettivi da raggiungere nell’arco di alcuni mesi o di un anno scolastico, cioè si tratta di definire gli obiettivi su cui si dovrà lavorare per i quali si deve pensare ai materiali e alle tecniche 4 Definire gli obiettivi a breve termine A volte può essere necessario semplificare, ridurre la complessità degli obiettivi e scomporli in sotto obiettivi che facilitino l’apprendimento. I metodi più utilizzati sono:shaping (modellaggio),task analisis,uso di aiuti necessari e sufficienti

Gli obiettivi PEI Gli obiettivi didattici specifici elencati nel PEI riferiti alle singole discipline Rappresentano, con gli eventuali adattamenti, gli indicatori cioè i criteri per la rilevazione degli apprendimenti e la formulazione dei giudizi analitici per le singole discipline

Che cosa sono gli indicatori Gli indicatori sono strumenti che consentono di rilevare gli elementi qualificanti di un determinato fenomeno o processo; sono le “spie”del comportamento dello studente che stabiliscono se le prestazioni fornite sono quelle corrispondenti (o meno) al raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Obiettivo: saper discriminare fra figure geometriche IL bambino è in grado di indicare il cerchio alla richiesta “Mostrami il cerchio.” quando sul tavolo sono presenti,cerchi ,quadrati, triangoli e rettangoli.

Procedimento. Sono presenti: 1.soltanto il cerchio 2 il cerchio e quadrato 3 il cerchio e triangolo 4 il cerchio e rettangolo 5 il cerchio e rettangolo e quadrato 6 il cerchio e triangolo e rettangolo 7 il cerchio e triangolo e quadrato