I gruppi di Psicoterapia in un servizio pubblico di NPI
Perché la psicoterapia di gruppo ? La scelta di utilizzare la terapia di gruppo come principale intervento clinico di risposta allutenza nasce dalla necessità di offrire un trattamento, altrimenti non possibile, al considerevole numero di bambini che afferiscono alla nostra struttura di Neuropsichiatria-Psicologia Clinica e che vengono valutati dai diversi clinici
Gli OBIETTIVI Lo scopo degli incontri è quello di permettere ai bambini il contatto e lespressione di diversi vissuti affettivi ed attraverso la condivisione in gruppo, aumentarne la pensabilità. I bambini, tanto più sono piccoli, tanto più utilizzano canali di comunicazione motori, sensoriali, cinestesici.
Il SETTING Le sedute di gruppo prevedono un incontro a settimana della durata di unora e mezzo per un tempo di circa otto mesi. Sono condotti da due co-terapeute. Vista la brevità dellesperienza, i gruppi solitamente non prevedono lingresso di altri partecipanti in itinere.
Il SETTING Prevede una stessa stanza dove vengono fatti gli incontri, ma adibita normalmente a sala riunioni pertanto ammobiliata a questo scopo. Allinizio viene raccomandato ai genitori di accompagnare i bambini con puntualità e di attendere larrivo delle terapeute per far entrare i bambini nella stanza. Con i bambini vengono condivise le regole dello stare in gruppo che prevedono semplicemente: Non farsi male e non fare male agli altri Tutto ciò che si produce nel gruppo non può essere portato a casa Durante il tempo della seduta si rimane nella stanza
" Nel gruppo non si parla del mare ma ci si immerge nel mare" (Neri, 1997)
Il SETTING Gli incontri vengono sempre strutturati in tre momenti principali: Accoglienza Attività Riflessione finale
ACCOGLIENZA L accoglienza è caratterizzata dalla disposizione circolare di un numero di sedie pari ai partecipanti compresi i due conduttori.
ACCOGLIENZA Durante questo momento i bambini sono invitati a stare seduti. Ispirato alla tecnica del «circle time», questo metodo di lavoro è efficace per aumentare la vicinanza emotiva fra i membri del gruppo: si crea infatti uno spazio-contenitore delle emozioni che hanno a che vedere con il trovarsi e il ritrovarsi.
La discussione libera non è vincolata da input che non derivino direttamente dal gruppo: ogni partecipante dice quello che gli viene in mente ed ognuno è influenzato dalle associazioni dellaltro dando vita alle «CATENE ASSOCIATIVE» [ Foulkes, Anthony 1957]
Le catene associative sono espressione non soltanto di una pluralità di persone, ma del gruppo come un tutto, del gruppo come comunità [Neri, 2002 ] Attraverso le catene associative, le due co-terapeute cercano di cogliere gli elementi verso i quali il gruppo si sta polarizzando per sostenere il loro successivo dipanarsi nel gioco che il gruppo andrà costruendo e che di solito nasce ad un certo punto dalla proposta di un membro.
ATTIVITA Lattività è il momento centrale dellesperienza del gruppo e di volta in volta dalle conduttrici viene privilegiato un genere di materiale da offrire ai bambini per il gioco: stoffe, pongo, carta, colori.
ATTIVITA Il trovarsi nel gruppo sollecita lespressione cinetica della propria attivazione emozionale e permette ai bambini di giocare tra loro
I terapeuti sono disponibili al coinvolgimento nel gioco ma mantengono tuttavia un attitudine partecipativa fluttuante accettando i ruoli che i bambini consegnano loro o proponendone altri al fine di sostenere il gioco simbolico e le sue trasformazioni (Miglietta 2007) LA FUNZIONE DEI TERAPEUTI
Mentre i bambini giocano, il compito dei terapeuti è quello di «pensare», mantenendo il contatto con gli elementi primari espressi prevalentemente attraverso il corpo per trasformare il gioco in una narrazione. LA FUNZIONE DEI TERAPEUTI
Lambientazione simbolica: il BOSCO
Usiamo come ambientazione simbolica per i gruppi il«bosco»: luogo formato dallinsieme di più alberi che diventa tale in ragione di questa unione, ma anche composto da singoli individui con le loro caratteristiche e le loro storie. Luogo al quale accedono e che allo stesso tempo contribuiscono a formare
Durante il gioco lattenzione delle terapeute è focalizzata sulla dinamica gruppale che prende corpo e su come questa impatta sui singoli che hanno contribuito a crearla. Il gruppo infatti viene visto sia come unentità che trascende i singoli che ne fanno parte, sia come luogo comune a cui individualmente ognuno contribuisce.
LA RIFLESSIONE FINALE La Riflessione Finale è caratterizzata dalla stessa disposizione delle sedie che si ha durante il momento dellaccoglienza. È il momento dell ulteriore condivisione del gioco attraverso la sua narrazione collettiva.
LA RIFLESSIONE FINALE Le sequenze ludiche appena messe in scena vengono riprese e attraverso la verbalizzazione, si stimola il contatto con i vissuti emotivi prima agiti. La funzione del terapeuta è dunque quella del «logos» che permette il passaggio dallatto al pensiero.
Il Gruppo che abbiamo costituito alla NPI I bambini che hanno costituito il gruppo erano 5: 2 femmine 3 maschi di età compresa tra i 5 e i 9 anni
Aldo 9 anni (disturbo emozionale con alterazioni comportamentali di tipo oppositivo e disadattamento ambientale.) Sofia 6 anni (disturbo dellattaccamento di tipo disorganizzato) Daniele 6 anni ½ (disturbo del comportamento connotato da oppositività, iperattività e difficoltà di attenzione) Giada 5 anni (disturbo dellattaccamento di tipo insicuro) Paolo 8 anni (disturbo oppositivo-provocatorio) Tranne Daniele e Paolo, gli altri bambini hanno famiglie multiproblematiche e sono in carico anche ai Servizi Sociali di territorio per tutela.
Prima di iniziare ciascun bambino era stato invitato a prendere parte allesperienza del gruppo dal clinico addetto alla sua valutazione. Anche i genitori avevano avuto almeno un incontro esplicativo con una delle conduttrici durante il quale erano stati informati sugli scopi dellesperienza, sulle caratteristiche del setting e sulla tipologia delle attività che sarebbero state proposte. Sono previsti alla fine del gruppo colloqui di restituzione ai genitori.