I gruppi di Psicoterapia in un servizio pubblico di NPI.

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
U.O.A. di NPI Un progetto per i disturbi di apprendimento
Advertisements

Il nostro corpo: una grande avventura
Isolamento sociale costrutto multidimensionale
FORMAZIONE COSTRUITA IN FUNZIONE DEI PROBLEMI CHE MOTIVANO IL RICORSO ALLAZIONE FORMATIVA NON E UNA APPLICAZIONE DI UNA TECNICA IN RISPOSTA AD UN APPLICAZIONE.
Dott.ssa Carmelina Calabrese
Che scoperta la scuola! Francesca Cinelli I.C. Barberino di Mugello Prima parte Workshop Convegno: Io parlo straniero. Alfabetizzazione linguistica.
Lo sport è un diritto Carta dei diritti delle bambine e dei bambini nello sport Comitato UISP del Trentino Provincia Autonoma di Trento.
RIABILITAZIONE PSICONUTRIZIONALE
IL COLLOQUIO CON I GENITORI DELL’ADOLESCENTE
Associazione Eduraduno Seminario di Formazione
Disegnare le emozioni Progetto di Educazione all’ Affettività
La costruzione dell’identità nel bambino in affido
Dr. Nicola Corazzari Dr.ssa Claudia Casali Dr.ssa Erica Romei
LA NARRAZIONE Attività complessa che consente di cogliere il funzionamento di numerosi processi psicologici e che comprende limpiego di: abilità linguistiche.
FAMIGLIE TRAUMATIZZATE F. Gambarati, N
L’ATTIVITA’ DIDATTICA
L’esperienza dei gruppi di post-adozione nella Provincia di Parma
Scuole dell’Infanzia Istituto Comprensivo “FEDERICO II“ JESI - MONSANO
Ideato e condotto da: Coppola Lucia
La mia Scatola Speciale. Comune di Padova Settore Servizi Scolastici Centro Gioco Orsetto Paddi Clinica pediatrica di PD. Anno Scolastico 2010/11 Insegnante.
Dalla struttura della materia alle sue trasformazioni … al corpo
La Comunicazione: essere i messaggeri della notizia di un suicidio.
l’intelligenza artificiale e la vita artificiale
GIOCO DI RUOLO Attività per il superamento delle difficoltà nella comunicazione e nella relazione Classe 2D.
OSSERVAZIONE NATURALE OSSERVARE IL COMPORTAMENTO NELLAMBIENTE NATURALE IN CUI SI MANIFESTA SPONTANEAMENTE, DESCRIVENDOLA IN DETTAGLIO NEL MODO PIU OBIETTIVO.
QUANDO COME PER STAR BENE INSIEME MESSAGGERIA PERCHE’ ATTRAVERSO COSA.
Bioenergetica in gioco
“A SCUOLA CON IL CORPO” dell’insegnante Rosaria Rossetti
e della perseveranza nell’età adulta
C’È POSTO PER ME? CORSI DI FORMAZIONE/INFORMAZIONE PER LE COPPIE ASPIRANTI ALL’ADOZIONE: 4 ANNI DI ESPERIENZA NELLA PROVINCIA DI PARMA Dott.ssa Monica.
A.N.DI.S Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici Sezione Regionale della Toscana 18 ottobre 2013 I Bisogni Educativi Speciali nella Scuola di Tutti.
Che cosa rappresenta per me il momento del circle time …
Premessa L’obiettivo del nostro intervento è quello di maturare nei bambini il piacere della lettura La lettura dell’insegnante aiuterà il bambino a scoprire.
PROGETTO DI PSICOLOGIA SCOLASTICA
La ricercazione partecipativa
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA
Analisi delle frequenze dei modelli di disabilità in interviste a bambini tra i 5 e gli 11 anni Relatore Laureanda Prof. Stefano Federici Luciana Ciaccasassi.
ANALISI DELL’ESPERIENZA
Parrocchia S. Maria Assunta Moricone - Rm. Secondo incontro di formazione per gli animatori.
Parrocchia S. Maria Assunta Moricone - Rm
SOCIALIZZAZIONE E’ UN PROCESSO DI ACQUISIZIONE DI COMPORTAMENTI,
Laboratorio area psicologica
Esercitazioni Attenzioni metodologiche Laboratorio di Psicologia Comunicazione
Il Gruppo di Lavoro.
Obiettivi Tutte le disciplineItaliano-StoriaScienzeScienze motorie Educare alla conoscenza E all’accettazione di sé Atteggiamento di ascolto.
La relazione con il malato
Le teoriche del nursing
1 ) PRESENTAZIONE E CONDIVISIONE DEL PROGETTO 2) COINVOLGIMENTO DEI GENITORI 3) FORMAZIONE INSEGNANTI 4) LAVORO DEGLI INSEGNANTI CON LE CLASSI 5) INCONTRI.
Come si presenta dal punto di vista dei sintomi e segni Ipermotricità.iper-reattività.impulsività Iperattività.disattenzione.
META-ANALISI Perchè una favola? La favola consente di esprimere anche in poche righe la generatività di una narrazione. Il passaggio da una situazione.
Modello narrativistico La cultura si costituisce attraverso il raccontare e il raccontarsi Dire e fare costituiscono un’unità funzionale inscindibile all’interno.
TRATTAMENTO MULTIMODALE
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA DIDATTICA SPECIALE A.A. 2010/11 II Semestre.
Riabilitazione “Non esistono dati per sostenere che un metodo riabilitativo sia migliore di altri. Ciò che è certo è che il b. con s. di Down ha bisogno.
GENITORI: SE LI CONOSCI LI EVITI?
Deficit d’Attenzione e Iperattività
LA DINAMICA COMUNICATIVA:
Il ruolo della Comunità:
JOHN DEWEY.
L’idea progettuale nasce dall’esigenza di fronteggiare e contrastare i fenomeni di disagio emergenti nella scuola. In effetti, sempre più, in questi.
27 novembre 2015, Maida Bassanello, psicologa Sos Bambino I.A Onlus
Il Progetto Cicogna Comunità Sperimentale con Famiglie Accoglienti in Rete Caterina Pozzi.
1 “Luoghi di bene e bambini vulnerabili: l’accoglienza che educa e sostiene” Dr.ssa Daniela Piscitelli.
GLI INTERVENTI NELLA CLINICA DELLO SVILUPPO.  Presa in carico congiunta  bambino+genitori  Clinici differenti (problema dell’alleanza, delle identificazioni)
Dopo un trattamento psicoanalitico che ha buon esito, un paziente è chiaramente meno nevrotico(o psicotico), ma forse non necessariamente più maturo. Dall’altra.
IL PUNTO D’ASCOLTO. IL PUNTO D’ASCOLTO PER IL SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’
IN MEZZO ALLA FIABA Un’analisi dei mezzi e dei metodi didattici Martina Beneduce.
FAMIGLIAe DISTURBI PSICOLOGICI Andrea Spiga 5D Pedagogico.
Conoscersi online: la Rete diventa una grande piazza oppure un insieme di tante stanze in cui parlarsi o esprimsi. Ambienti accoglienti, interfacce funzionali:
“COMUNICARE CON IL CORPO”
Transcript della presentazione:

I gruppi di Psicoterapia in un servizio pubblico di NPI

Perché la psicoterapia di gruppo ? La scelta di utilizzare la terapia di gruppo come principale intervento clinico di risposta allutenza nasce dalla necessità di offrire un trattamento, altrimenti non possibile, al considerevole numero di bambini che afferiscono alla nostra struttura di Neuropsichiatria-Psicologia Clinica e che vengono valutati dai diversi clinici

Gli OBIETTIVI Lo scopo degli incontri è quello di permettere ai bambini il contatto e lespressione di diversi vissuti affettivi ed attraverso la condivisione in gruppo, aumentarne la pensabilità. I bambini, tanto più sono piccoli, tanto più utilizzano canali di comunicazione motori, sensoriali, cinestesici.

Il SETTING Le sedute di gruppo prevedono un incontro a settimana della durata di unora e mezzo per un tempo di circa otto mesi. Sono condotti da due co-terapeute. Vista la brevità dellesperienza, i gruppi solitamente non prevedono lingresso di altri partecipanti in itinere.

Il SETTING Prevede una stessa stanza dove vengono fatti gli incontri, ma adibita normalmente a sala riunioni pertanto ammobiliata a questo scopo. Allinizio viene raccomandato ai genitori di accompagnare i bambini con puntualità e di attendere larrivo delle terapeute per far entrare i bambini nella stanza. Con i bambini vengono condivise le regole dello stare in gruppo che prevedono semplicemente: Non farsi male e non fare male agli altri Tutto ciò che si produce nel gruppo non può essere portato a casa Durante il tempo della seduta si rimane nella stanza

" Nel gruppo non si parla del mare ma ci si immerge nel mare" (Neri, 1997)

Il SETTING Gli incontri vengono sempre strutturati in tre momenti principali: Accoglienza Attività Riflessione finale

ACCOGLIENZA L accoglienza è caratterizzata dalla disposizione circolare di un numero di sedie pari ai partecipanti compresi i due conduttori.

ACCOGLIENZA Durante questo momento i bambini sono invitati a stare seduti. Ispirato alla tecnica del «circle time», questo metodo di lavoro è efficace per aumentare la vicinanza emotiva fra i membri del gruppo: si crea infatti uno spazio-contenitore delle emozioni che hanno a che vedere con il trovarsi e il ritrovarsi.

La discussione libera non è vincolata da input che non derivino direttamente dal gruppo: ogni partecipante dice quello che gli viene in mente ed ognuno è influenzato dalle associazioni dellaltro dando vita alle «CATENE ASSOCIATIVE» [ Foulkes, Anthony 1957]

Le catene associative sono espressione non soltanto di una pluralità di persone, ma del gruppo come un tutto, del gruppo come comunità [Neri, 2002 ] Attraverso le catene associative, le due co-terapeute cercano di cogliere gli elementi verso i quali il gruppo si sta polarizzando per sostenere il loro successivo dipanarsi nel gioco che il gruppo andrà costruendo e che di solito nasce ad un certo punto dalla proposta di un membro.

ATTIVITA Lattività è il momento centrale dellesperienza del gruppo e di volta in volta dalle conduttrici viene privilegiato un genere di materiale da offrire ai bambini per il gioco: stoffe, pongo, carta, colori.

ATTIVITA Il trovarsi nel gruppo sollecita lespressione cinetica della propria attivazione emozionale e permette ai bambini di giocare tra loro

I terapeuti sono disponibili al coinvolgimento nel gioco ma mantengono tuttavia un attitudine partecipativa fluttuante accettando i ruoli che i bambini consegnano loro o proponendone altri al fine di sostenere il gioco simbolico e le sue trasformazioni (Miglietta 2007) LA FUNZIONE DEI TERAPEUTI

Mentre i bambini giocano, il compito dei terapeuti è quello di «pensare», mantenendo il contatto con gli elementi primari espressi prevalentemente attraverso il corpo per trasformare il gioco in una narrazione. LA FUNZIONE DEI TERAPEUTI

Lambientazione simbolica: il BOSCO

Usiamo come ambientazione simbolica per i gruppi il«bosco»: luogo formato dallinsieme di più alberi che diventa tale in ragione di questa unione, ma anche composto da singoli individui con le loro caratteristiche e le loro storie. Luogo al quale accedono e che allo stesso tempo contribuiscono a formare

Durante il gioco lattenzione delle terapeute è focalizzata sulla dinamica gruppale che prende corpo e su come questa impatta sui singoli che hanno contribuito a crearla. Il gruppo infatti viene visto sia come unentità che trascende i singoli che ne fanno parte, sia come luogo comune a cui individualmente ognuno contribuisce.

LA RIFLESSIONE FINALE La Riflessione Finale è caratterizzata dalla stessa disposizione delle sedie che si ha durante il momento dellaccoglienza. È il momento dell ulteriore condivisione del gioco attraverso la sua narrazione collettiva.

LA RIFLESSIONE FINALE Le sequenze ludiche appena messe in scena vengono riprese e attraverso la verbalizzazione, si stimola il contatto con i vissuti emotivi prima agiti. La funzione del terapeuta è dunque quella del «logos» che permette il passaggio dallatto al pensiero.

Il Gruppo che abbiamo costituito alla NPI I bambini che hanno costituito il gruppo erano 5: 2 femmine 3 maschi di età compresa tra i 5 e i 9 anni

Aldo 9 anni (disturbo emozionale con alterazioni comportamentali di tipo oppositivo e disadattamento ambientale.) Sofia 6 anni (disturbo dellattaccamento di tipo disorganizzato) Daniele 6 anni ½ (disturbo del comportamento connotato da oppositività, iperattività e difficoltà di attenzione) Giada 5 anni (disturbo dellattaccamento di tipo insicuro) Paolo 8 anni (disturbo oppositivo-provocatorio) Tranne Daniele e Paolo, gli altri bambini hanno famiglie multiproblematiche e sono in carico anche ai Servizi Sociali di territorio per tutela.

Prima di iniziare ciascun bambino era stato invitato a prendere parte allesperienza del gruppo dal clinico addetto alla sua valutazione. Anche i genitori avevano avuto almeno un incontro esplicativo con una delle conduttrici durante il quale erano stati informati sugli scopi dellesperienza, sulle caratteristiche del setting e sulla tipologia delle attività che sarebbero state proposte. Sono previsti alla fine del gruppo colloqui di restituzione ai genitori.