Sassari nel Cinquecento

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Sassari nel Cinquecento Nei secoli XVI-XVII Sassari e la Sardegna vengono investite dalle guerre mediterranee contro i Turchi e i Francesi. Nel 1527 la città subì il saccheggio delle truppe del re di Francia comandate da Lorenzo Orsini. Seguirono l’acquartieramento dei fanti dei soldati spagnoli con angherie e distruzioni, carestie terribili e due pesti, nel 1528 e nel 1582. Progetto di Rocco Cappellino per il rifacimento della cinta muraria di Sassari nel 1577 riproducendo la cinta muraria medievale.

Link amministrazione in età moderna L’apparato amministrativo di Sassari venne riformato, non senza contrasti tra la municipalità e la Corona, nel XVI secolo quando venne introdotto il sistema dell’estrazione a sorte dei consiglieri e degli amministratori civici (clavari, obrer, amostassen) i cui nominativi erano inseriti in palline di cera (rodolins) posti dentro un’urna.

L’origine dei Candelieri È probabilmente per implorare la cessazione di una pestilenza che nel XVI secolo si afferma l’uso di portare in processione il 14 agosto di ogni anno, come ex-voto delle corporazioni degli artigiani (gremi) e della città, i caratteristici ceri in legno detti Li Candareri, che rappresentano la Festa Manna dei Sassaresi.

«Chi ti vègghiani santu!» Qualunqua persone, masclu o fèmina, aet flastumare a Deu, o a Santa Maria, o ad alcunu sanctu o sancta, siat condempnatu dave sa potestate per çascatuna volta in soddos XX de Ianua. (St. SS, III, XXXII) Qualunque persona, maschio o femmina, che bestemmiasse contro Dio o Santa Maria, o qualche santo o santa, sia condannata dal podestà a pagare per ciascuna volta 20 soldi di Genova.

La nascita dell’Università Evento importante nella storia cittadina è, nel 1562, l’apertura di uno Studio generale dei Gesuiti da cui sarebbe nata successivamente l’Università: un’istituzione che attraverso i tempi ha funzionato da punto di riferimento della Sardegna settentrionale e ha formato intere generazioni di classi dirigenti. Palazzo dei Gesuiti o dell’Università da un disegno di Enrico Costa

Il Collegio Canopoleno All’inizio del Seicento l’arcivescovo di Oristano Antonio Canopolo, sassarese di nascita, crea nella città il Collegio che avrebbe preso il suo nome e apre la prima tipografia. Antonio Canopolo (1540-1621)

La grande peste del 1652 Sassari subisce un terribile colpo con la grande peste del 1652 che, secondo le statistiche del tempo, avrebbe dimezzato la sua popolazione.

Le incursioni barbaresche Durante il Seicento il vasto territorio costiero della città, che abbracciava la Nurra, l’isola dell’Asinara e il litorale sabbioso di Platamona, viene continuamente colpito dalle incursioni barbaresche che, a dispetto delle numerose torri difensive, riuscivano a razziare e terrorizzare le popolazioni.

Le riforme sabaude Nella seconda metà del Settecento il governo sabaudo durante il ministero del conte Bogino (1759-1773) vara importanti riforme agricole (Monti Frumentari, diffusione di una cultura agronomica, incentivi per le coltivazioni pregiate, lotta all’usura), che favoriscono la crescita economica e civile di Sassari nella sua vocazione più autentica, quella contadina (soprattutto ortolana). Viene favorita con privilegi e incentivi la coltivazione degli ulivi che ancor oggi caratterizza il paesaggio dell’agro. G.B.L. Bogino

La riforma dell’Università Il ministro Bogino riforma nel 1765 l’Università, che rinnova i corsi di giurisprudenza, teologia e medicina. Fra i più celebri docenti del tempo bisogna ricordare l’economista Francesco Gemelli, il naturalista Francesco Cetti e l’anatomista Luigi Rolando. Da questa Università “nuova” sarebbero usciti molti dei patrioti che guidarono, fra il 1793 e il 1796, la “sarda rivoluzione”.

Link amministrazione sabauda Il sistema dell’estrazione a sorte dei consiglieri e degli amministratori civici rimase in vigore sino alla riforma sabauda del 1771, quando i consiglieri vennero scelti direttamente dal sovrano in base a liste di nomi presentati dalle autorità governative.

I tumulti del pane Nel 1780 la città conosce una sollevazione popolare, causata da una terribile carestia, forse aggravata dal comportamento del governatore piemontese, interessato a speculare sui grani. La folla invade forni e case, devasta il palazzo civico, brucia le carte degli archivi; i moti finiscono con otto condanne a morte.

Il triennio rivoluzionario (1793-1796) Nel periodo tumultuoso del triennio rivoluzionario (1793-1796) Sassari si schiera a difesa dei privilegi feudali contro il governo cagliaritano degli Stamenti che ne chiedeva la mitigazione. I baroni sassaresi pensano addirittura alla secessione, chiedendo l’intervento del governo britannico che occupava allora la Corsica. Sassari in una stampa inglese dei primissimi anni del Ottocento

Angioy a Sassari Nel dicembre del 1795 la città viene assediata e occupata da un esercito contadino e quindi governata dall’inviato degli Stamenti, l’alternos Giommaria Angioy, l’eroe del moto antifeudale. Il suo trionfale ingresso a Sassari (28 febbraio 1796) è il soggetto del grande dipinto dello Sciuti nel Palazzo della Provincia.