Breve introduzione al controllo dei costi W T C Dipartimento di Economia Aziendale IPSSCT “Ceci” sede coordinata di Cupra Marittima
Perché è importante la contabilità analitica: Oggi quasi tutte le aziende, possono migliorare la loro redditività non tanto agendo sui ricavi (che spesso sono condizionati dalla impossibilità di determinare autonomamente i prezzi) ma sui costi che invece permettono dei margini di razionalizzazione e di riduzione. Questo senza mai dimenticare l'importanza della qualità del prodotto La contabilità analitica dei costi è indispensabile per l'imprenditore che vuole: 1) calcolare se i prezzi applicati sono remunerativi e concorrenziali; 2) controllare se il sistema di produzione è efficiente e se i fattori impiegati sono sfruttati al meglio della loro produttività. Questo scopo è pienamente raggiunto se si predispongono anche dei budget o dei preventivi attendibili; 3)avere informazioni sull'origine dei costi, sulle modifiche da applicare alla produzione per migliorare la redditività: in altri termini dà delle utili informazioni per le scelte future dell'imprenditore.
Il budget Il budget è uno strumento di programmazione, riferito ad un determinato periodo di tempo, con il quale l'imprenditore predispone una previsione relativamente ad un particolare aspetto della gestione. Può riguardare: le vendite, la produzione, gli acquisti, il lavoro, i vari costi amministrativi, il fabbisogno finanziario, fino al budget di esercizio con la previsione, per periodo, del risultato economico atteso.
Per impostare una seria contabilità dei costi occorre: individuare nell'azienda delle aree nelle quali assegnare degli obiettivi e quindi delle responsabilità (l'area può essere un ufficio, un reparto, oppure una singola macchina, un determinato prodotto o lavoro, ecc.); raccogliere ed elaborare i dati e archiviarli (perché i dati storici saranno importanti per le previsioni future); definire dei criteri quanto più oggettivi possibili per la ripartizione dei costi comuni a più produzioni, reparti, macchine, ecc. (ad esempio: energia, materiali di consumo, manutenzioni, amministrazione, ecc.).
La regola fondamentale per un efficace controllo dei costi è questa: Occorre individuare e imputare direttamente (al prodotto, alla lavorazione, al progetto, ecc.) quanti più costi possibili in quanto l'imputazione indiretta, anche se effettuata con criteri logici, è sempre meno precisa e quindi dà risultati con un certo livello di incertezza.
Costi fissi Tempo destinato alla singola lavorazione Macchinari e impianti (il costo annuo è la quota effettivamente imputabile all'esercizio - nella contabilità industriale non si tengono conto delle considerazioni fiscali o delle manovre contabili legate al bilancio tipiche della contabilità generale) Costo su base temporale (anno, mese, settimana, giorno, ora) Tempo destinato alla singola lavorazione Automezzi (il costo è rappresentato da diverse voci: La quota del costo di acquisto, comprese le spese di immatricolazione, i consumi di carburante, i costi di gestione ordinari rappresentati dai pneumatici, dai cambi olio, ecc., i costi di immatricolazione e assicurazione, ecc.): se si calcola un costo chilometrico medio ed è calcolabile un tempo diretto (ad esempio: di consegna del prodotto) si può procedere ad una imputazione diretta; altrimenti si procederà indirettamente ripartendo il costo in base alle quantità fisiche prodotte o al fatturato ottenuto da ciascuna produzione. Fabbricati: è necessario utilizzare quasi sempre un criterio di imputazione indiretto calcolato in base al peso proporzionale del prodotto sull'intero fatturato dell'azienda; Le eventuali spese di progettazione, studio, ricerca, sono quasi sempre imputabili al prodotto (se lo sfruttamento del progetto si protrae nel tempo, dopo averne ripartito il costo sul periodo per il quale si ritiene che il progetto dia i suoi benefici);
I costi variabili Materie prime. Sono quasi sempre imputabili direttamente in quanto è possibile individuarne il costo per ogni unità prodotta (Quantità di materia prima necessaria a produrre un'unità di prodotto); Quando sono presenti delle materie comuni a più produzioni e se non è possibile imputarne direttamente il costo occorre adottare un criterio di riparto (ad esempio: imputazione in base al valore delle materie prime dirette); Lavoro. Il costo del lavoro viene imputato direttamente. Il costo del lavoro totale è dato dalla somma: dei salari e stipendi, dai contributi (oneri sociali), dall'accantonamento annuale al TFR e dalle eventuali altre indennità (premi di produzione, incentivi di varia natura, ecc.). Dal costo totale si può facilmente ricavare il costo orario. Criteri di imputazione indiretta sono necessari invece per il costo del personale destinato: alle manutenzioni, alla custodia, alla pulizia, all'amministrazione e alla direzione. Energia. (e' un costo che ha una componente fissa e una variabile - la quota fissa è generalmente poco rilevante). E' difficile imputare tale costo direttamente (occorrerebbero degli appositi contatori per misurare i consumi) quindi generalmente si procede ad una sua ripartizione con l'adozione di un criterio appropriato (il più diffuso a livello industriale è quello delle "ore macchina").
Gli altri costi Sono una miriade di altri costi, generalmente indiretti, che quindi richiedono degli appropriati criteri di ripartizione. Altri costi di produzione (personale tecnico, software, ecc.); altri costi amministrativi (consulenze, spese telefoniche, abbonamenti: a riviste, a banche dati, a Internet, ecc.), spese di vendita (partecipazione a mostre e fiere, pubblicità e promozione, provvigioni a rappresentanti, spese di trasporto su vendite, affitto di magazzini, ecc.).
I costi figurativi Nella determinazione della redditività aziendale non debbono essere dimenticati quei costi che non compaiono nella contabilità tradizionale (contabilità generale) e che non appaiono in alcun documento contabile e/o amministrativo: gli oneri figurativi. Sono i mancati guadagni derivanti dai locali impiegati per l'attività che altrimenti potrebbero essere affittati (fitti figurativi), gli interessi figurativi (derivanti dal capitale proprio investito) e dallo stipendio direzionale (rappresentato dal mancato introito dell'imprenditore nel caso di un alternativo lavoro presso un'altra azienda).
Conclusioni Quanto sopra ha un valore soprattutto esplicativo. E' quanto mai vero che la contabilità dei costi deve essere intesa come una camicia cucita addosso all'azienda perché per essere efficace deve tener conto di molte variabili (la dimensione, il settore in cui opera, l'organizzazione produttiva, ecc.). E' altresì vero che mentre alcuni anni fa per organizzare tale tipo di controllo occorreva predisporre una grande quantità di schede e mettere in atto procedure molto complesse che relegavano tali tecniche alle aziende di dimensioni medio grandi, oggi, con l'uso di un computer e un foglio di calcolo (ad esempio di Excel) è possibile che anche la piccola azienda possa avviare un suo semplice ma efficace sistema di controllo dei costi.