La “decrescita”, questa sconosciuta...

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La “decrescita”, questa sconosciuta... (partita per la decrescita*) [*questa immagine è anche il simbolo di un partito francese che alle elezioni ha preso lo “0,”. Ma essa non ci interessa per questo, quanto per quello che simboleggia]

“...La parola d'ordine della decrescita ha soprattutto lo scopo di sottolineare con forza la necessità dell'abbandono dell'obiettivo della crescita illimitata, obiettivo il cui motore è essenzialmente la ricerca del profitto da parte dei detentori del capitale” (Serge Latouche, breve trattato sulla decrescita serena - p.17)

3 parole chiave: -crescita illimitata -profitto -detentori del capitale perché una crescita senza fine, che porti profitto a coloro che detengono il capitale, e quindi lo investono per questo scopo, non dovrebbe andar bene? Perché la decrescita contrasta esplicitamente proprio tutto questo?

Mondo ==> oggettivazione ==> le cose diventano merce ==> lo scambio predomina sull'uso scopo non il soddisfacimento di bisogni, il bene e la felicità per tutti, ma la vendita delle merci per ricavarne profitto monetario, da reinvestire all'infinito per produrre altre merci con le quali fare altri soldi. Da qui una sovrapproduzione e un sovracconsumo, spesso indotto di cose inutili, per ottenere le quali bisogna depredare il mondo e sfruttare gli esseri umani.

UNA FOLLIA? Dal loro punto di vista no, anzi l'apoteosi della razionalità (economica, che viene identificata con la razionalità tout court) Dal nostro: SI', UNA FOLLIA che ha portato il mondo, sia socialmente che ecologicamente, sull'orlo del baratro

alcuni esempi:

(noi americani dovremmo andare orgogliosi del nostro alto standard di vita)

(odio guidare... ma ho bisogno di un'auto per andare a lavorare) (odio il mio lavoro, ma ho l'auto da pagare)

LA DECRESCITA RAPPRESENTA DUNQUE UN TENTATIVO DI RISPOSTA A TUTTO QUESTO. PIU' CHE UN PROGRAMMA O UN PROGETTO DEFINITO, E' UNA “PROVOCAZIONE” E UNA PROPOSTA CULTURALE “ALTRA” IN SENSO RADICALE “...Non si tratta di sostituire una buona economia ad una cattiva economia, una buona crescita ad una cattiva crescita o a un cattivo sviluppo, con una colorazione verde o di socialità ed equità... Si tratta piuttosto di uscire senza mezzi termini dall'economia” (Serge Latouche, l'invenzione dell'economia - p.XI)

È importante mantenere sempre presente questa radicalità del pensiero della decrescita Critiche più comuni: È un pensiero borghese, che si possono permettere solo i “privilegiati”, i “vincitori” della globalizzazione È una stampella per aiutare il capitalismo in crisi (i “padroni” tolgono diritti, tagliano salari, pensioni, sanità, istruzione e così via, e ci danno la “decrescita”, cioè meno consumi e più sacrifici imbellettandoli di “sobrietà”, ecologismo e romantici ritorni alla natura) ?

Obiezioni alle critiche Il capitalismo ce la fa senza consumi, o con una forte riduzione di essi? La descrescita si schiera apertamente contro i “detentori del capitale” e contro la razionalità economica (l'economia) Il pianeta e le persone quanto possono ancora sopportare l'egoista folle e criminale produttivismo capitalistico? ovvia!

Inoltre, la decrescita non predica la sua immediata “istituzionalizzazione” (anche se questo non tutti i suoi sostenitori l'hanno capito) “...bisogna per questo cristallizzare fin d'ora il movimento in un partito della decrescita? Noi pensiamo di no. Istituzionalizzare prematuramente il programma della decrescita con la creazione di un partito politico rischierebbe di farci cadere nella trappola della politica politicante, contraddistinta dalla perdita di contatto, da parte degli attori politici, con le realtà sociali e dal confinamento nei giochi politici” (Serge Latouche, breve trattato sulla decrescita serena - p.114)

Poi, non è un “manuale” pronto all'uso, né un prontuario con le istruzioni per costruirla meccanicamente, come se fosse un gioco per adulti stanchi ed annoiati. È piuttosto un compito lungo e anche difficile, che non ammette scorciatoie e che ha bisogno di una certa preparazione, anche e soprattutto culturale. uffa pero'...

Ecco alcuni passaggi importanti, da tenere sempre presenti (insieme al fatto che riguardano soprattutto un'opzione di rivoluzione sociale, e non il semplice ambito delle scelte e degli orientamenti individuali, che ognuno può naturalmente intraprendere ma che, se non inseriti in un contesto di critica al sistema capitalistico, possono per assurdo persino aiutarlo a sopravvivere invece che contribuire alla sua caduta – p.es: “sacrificarsi” per salvare l'economia) DISINTOSSICAZIONE DELL'IMMAGINARIO: “la decrescita è concepibile soltanto all'interno di una “società della decrescita”, ovverosia nel quadro di un sistema basato su una logica diversa... Si tratta di una proposta necessaria per ridare spazio all'inventiva e alla creatività dell'immaginario bloccato dal totalitarismo economicista, sviluppista e progressista” (Serge Latouche, breve trattato sulla decrescita serena - p.18-19)

CRITICA DELL'ECONOMIA (e della ragione economica): La decolonizzazione dell'immaginario passa per un processo di reintroduzione dell'economia all'interno della sfera sociale (e in questo modo nella biosfera) (Serge Latouche, La scommessa della decrescita – p.59) Uscire dall'economia significa chiaramente uscire dal capitalismo e rompere con l'occidentalizzazione del mondo. Si tratta di un cambiamento di civiltà, né più né meno (Serge Latouche, L'invenzione dell'economia – p.XV) CRITICA DELL'ECONOMIA (e della ragione economica):

CRITICA DELLA SOCIETA' DEL LAVORO: “La riduzione del tempo di lavoro e il cambiamento del suo contenuto sono dunque innanzitutto scelte di trasformazione sociale, risultati della rivoluzione culturale che la decrescita richiede. … La decrescita implica … al tempo stesso una riduzione quantitativa e una trasformazione qualitativa del lavoro” (Serge Latouche, breve trattato sulla decrescita serena - p.99-100)

CRITICA DELLA RAGIONE UTILITARISTICA (ed elogio della convivialità): “Tutto ciò che è necessario, c'è già. Il dono, per esempio. Il dono crea e rafforza i legami sociali, mentre il commercio li rende sterili e impersonali” (Serge Latouche, Il pensiero creativo contro l'economia dell'assurdo - p.85)

Infine, la questione “SUD DEL MONDO” accusa: la decrescita è ancora una volta un concetto occidentale, in più particolarmente perverso perchè predica la povertà anche a popoli che non hanno mai conosciuto il benessere replica: la decrescita si rivolge soprattutto all'occidente, che con l'imposizione dei suoi concetti di crescita e sviluppo ha ridotto il sud del mondo in condizioni disastrose. Al tempo stesso, apre per il “sud” la possibilità di trovare strade proprie di benessere (che è diverso da “sviluppo” o “crescita”), senza per questo rinunciare alle innovazioni tecnologiche – ma nemmeno alla ricchezza delle tradizioni “O si chiede ai paesi interessati ciò che desiderano, attraverso i loro governi o inchieste su un'opinione pubblica manipolata dai media … oppure si ascolta il grido proveniente dal cuore del leader contadino guatemalteco: 'lasciate i poveri in pace e non parlate loro di sviluppo'” (Serge Latouche, La scommessa della decrescita - p.159)

“...è necessario passare dalla fede nel dominio sulla natura alla ricerca di un inserimento armonioso nel mondo naturale. Sostituire l'atteggiamento del predatore con quello del giardiniere” (Serge Latouche, breve trattato sulla decrescita serena - p.46)