LA DISLESSIA: DEFINIZIONE

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Transcript della presentazione:

LA DISLESSIA: DEFINIZIONE La Dislessia è un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA). Con questo termine ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche ed in particolare a: dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia. La principale caratteristica di questa categoria è le sua specificità, ovvero il disturbo interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura, calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.

Gli altri DSA La dislessia si presenta in quasi costante associazione ad altri disturbi (comorbidità). Essi sono: Disortografia Disgrafia Discalculia Immagine tratta dal libro "Quando un bambino non sa leggere“ Biancardi – Milano, 1999

INCIDENZA In Italia la dislessia riguarda il 5% della popolazione scolastica. In Inghilterra la percentuale sale all‘ 8%, a causa della struttura fonetica e grafica meno regolare della lingua. In Finlandia decresce al 2%, per la trasparenza della lingua.

Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica. Inoltre, poiché la lettura è un'abilità trasversale a molte abilità scolastiche, spesso i bambini dislessici raccolgono degli insuccessi nelle verifiche e nelle esercitazioni anche se non sono vere e proprie prove di lettura.

COME SI RICONOSCE I bambini con dislessia presentano comunemente le seguenti caratteristiche: Eccessiva difficoltà nell'associazione grafema-fonema. Lentezza nella lettura ad alta voce molto stentata (lenta e a volte, scorretta con difficoltà a riconoscere i diversi caratteri grafici, perdite di posizioni nel testo, lettere e/o numeri scambiati, ad es. 21 per 12, false partenze, difficoltà nei suoni difficili da pronunciare, omissioni o aggiunta di suoni, sostituzioni, inversioni, salti di righe). Difficoltà nell'utilizzo della memoria a breve termine e nella concentrazione. Difficoltà nella memorizzazione e nell'applicazione delle regole ortografiche nella scrittura (omissione o aggiunta di h, fusioni illegali =lacqua, nonèvero, separazioni illegali=in-sieme, scambi di grafemi omofoni =quore, cuaderno, squola, accenti, doppie, errori nella punteggiatura ecc.) Errori fonologici nella scrittura (omissioni o aggiunte di lettere o sillabe, scambio di grafemi =b-p, b-d, p-q, f-v, r-l, inversioni di lettere o sillabe =il-li, talovo per tavolo ecc.) Parole storpiate, scarsa padronanza del lessico. Difficoltà nell'esposizione orale, nella scrittura sotto dettatura e nella copiatura dalla lavagna. Difficoltà nell'uso del vocabolario e nella memorizzazione di date o sequenze. Difficoltà nell'apprendimento delle lingue straniere.

COME SI RICONOSCE Per la discalculia: Difficoltà nell'apprendimento e memorizzazione delle tabelline, lentezza e scorrettezza nel calcolo mentale. Difficoltosa organizzazione spaziale dei calcoli aritmetici. Difficoltà nella memorizzazione delle procedure delle operazioni aritmetiche. Difficoltà nell'interpretazione del segno delle operazioni (45-12=57, 15x7=22) e nell'incolonnamento delle operazioni. Difficoltà nella comprensione del testo di problemi matematici (soprattutto nel comprendere quali sono i dati pertinenti). Difficoltà nella lettura e scrittura dei numeri (ad es. errore sintattico nella transcodifica delle cifre = 1004 per 104). Difficoltà nella numerazione in senso regressivo

IL RAGAZZO DISLESSICO E LO STUDIO Un alunno dislessico si stanca più facilmente ed ha perciò bisogno di molta più concentrazione . Può leggere un brano correttamente e non cogliere il significato. Può avere grosse difficoltà con le cifre (tabelline), la notazione musicale o qualsiasi cosa che necessita di simboli da interpretare. Può avere difficoltà nella lettura e/o scrittura di lingue straniere (es. inglese, latino, greco, ecc.). Può scrivere una parola due volte o non scriverla. Può avere difficoltà nel memorizzare termini specifici, non di uso comune. Può avere difficoltà nello studio (storia, geografia, scienze, letteratura, problemi aritmetici) quando questo è veicolato dalla lettura e si giova invece dell'ascolto (es. registratori, adulto che legge, libri digitali). Non prende bene gli appunti perché non riesce ad ascoltare e scrivere contemporaneamente. Quando si distrae da ciò che sta leggendo o scrivendo, ha grosse difficoltà a ritrovare il punto. Un dislessico lavora lentamente a causa delle sue difficoltà, perciò è sempre pressato dal tempo.

COME SI AFFRONTA Ottenuta la diagnosi si possono mettere in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compensazione, nonché alcuni semplici provvedimenti didattici a favore dei ragazzi dislessici e contenuti nelle direttive Ministeriali. Tali provvedimenti devono poter essere utilizzati anche nei momenti di valutazione, compresi gli Esami di Stato.

Il P.E.P. strumenti compensativi e misure dispensative

Ricordo di aver passato pomeriggi interi con mia mamma a leggere e rileggere Mi hanno sempre detto che ero un bambino pigro... questo è stato il periodo più duro. R. Donini e F. Brembati "Come una macchia di cioccolato. Storie di dislessie", Ed. Erickson.

CONSEGUENZE I sintomi della dislessia portano numerose conseguenze: Difficoltà di comprensione e di studio. Affaticabilità. Bassa autostima. Difficoltà di memoria e concentrazione. Difficoltà ad organizzare i pensieri in modo chiaro. Tendenza all'isolamento. Scoramento nello studio individuale. Rifiuto nell'impiego degli strumenti compensativi o delle misure dispensative, considerati come "marcatori di diversità". Disturbi d'ansia. Disturbi somatoformi (cefalea, vomito, dolori addominali ecc.).