Il contesto Indice clementino (1596), promulgato da Clemente VIII, dopo una lunga fase di gestazione segnata da discussioni accese, prima in seno alla Congregazione del Sant’Uffizio, poi tra quest’ultima e la Congregazione dell’Indice.
Il contesto L’Indice affidava all’episcopato locale la competenza in tema di espurgazione . Riluttanza degli ordini religiosi a sottoporsi al controllo Settembre 1596 prende avvio l’inchiesta (ordine di inviare centralmente le liste i tutti libri posseduti dalle biblioteche conventuali e di quelli in uso ai singoli religiosi) Precise direttive in merito alla norme di descrizione bibliografica (autore ,titolo, luogo e data di stampa, nome dello stampatore, lingua del testo e formato).
La documentazione Tra il 1599 e il 1603 arrivarono alla Congregazione, in numero cospicuo, gli inventari dei libri prodotti in ottemperanza alle disposizioni. In età napoleonica la documentazione fu trasportata a Parigi. Nel 1817 fu di nuovo depositata presso il Palazzo della Cancelleria. Un secolo dopo, quando la Congregazione dell’Indice è stata soppressa, è stata versata presso la Biblioteca Apostolica Vaticana ed è oggi raccolta nel fondo dei manoscritti Vaticani Latini con la numerazione 11266-11326 (61 mss).
Caratteristiche della documentazione L’attuale configurazione è il frutto dell’assemblaggio verosimilmente effettuato dopo il momento dell’ingresso di questi materiali all’interno degli archivi della Congregazione dell’Indice Si tratta di manoscritti in senso lato: è piuttosto una documentazione di natura archivistica. Disordine nella loro conservazione:alcuni inventari sono concretamente migrati da un volume all’altro e altri sono stati radunati in maniera approssimativa o artificiosa. Anche molte della lacune che sono state rilevate (in alcuni casi oltre alla numerazione odierna, esiste anche una numerazione coeva) sembrano per lo più corrispondere a perdite o a cadute casuali di fogli (incuria più che volontarie asportazioni).
La documentazione è completa? Spiccano le assenze di elenchi riferibili ai Domenicani e ai Gesuiti. Il confronto fra quanto conservato oggi ed una lista degli inventari depositati stilata nel 1613 denuncia poi altre mancanze. In ogni caso un calcolo approssimativo dell’entità dei dati stima in 9500 il numero delle biblioteche censite e tra gli 800.000 e il 1.000.000 il numero dei titoli annotati L’esplorazione a tappeto della documentazione conservata nell’archivio della Congregazione potrebbe far riemergere altro materiale o fornire risposte a questi interrogativi. Utili sarebbero anche dati attendibili sugli insediamenti esistenti per ogni singolo ordine e congregazione regolare
Caratteristiche delle liste Semplici elenchi di titoli di libri, di cui nella maggior parte dei casi non sarà possibile verificare l’effettiva corrispondenza con reali esemplari fisici (soppressioni). Le regole per la descrizione furono osservate in maniera assai soggettiva. Il risultato è un ventaglio di variabili notevole. incompletezza dei dati relativi alla stampa omissione sistematica del formato e del numero dei volumi carattere fantasioso dell’uso dell’ordine alfabetico titoli latinizzati o tradotti in volgare; titolo sostituito da una sorta di abstract errori di trascrizione soprattutto della date in numero romano possibilità di una dettatura degli elenchi ad uno scriba (persistenza di una stessa mano per gli elenchi di un convento; storpiature di nomi soprattutto stranieri) ricopiatura di elenchi preesistenti Possibilità che i dati siano stati desunti dai dorsi dei libri (volumi miscellanei con più opere dello stesso autore).
Lo studio della documentazione Obiettivo primario è la messa a disposizione degli studiosi di una fonte estremamente preziosa per lo studio della storia religiosa in Italia nel passaggio dal XVI al XVII secolo. Le potenzialità sono comunque più alte ed hanno carattere interdisciplinare. Le informazioni messe a disposizione dalla banca dati possono interessare: La storia delle biblioteche Storia della circolazione del libro Bibliografia Storia dell’indicizzazione e della citazione bibliografica