La conoscenza è alla base dell’ appropriatezza prescrittiva.

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Transcript della presentazione:

La conoscenza è alla base dell’ appropriatezza prescrittiva.

PAROLINE MAGICHE! APPROPRIATEZZA ADERENZA PERSISTENZA

E’ appropriato ciò che risulta: Adeguato Preciso Calzante Opportuno Al centro del concetto risiede l’idea che un’espressione verbale, un comportamento, un’azione, una scelta, una decisione sia appropriata quando risulti: “adatta, conveniente, giusta” per la situazione in cui si verifica.

Nell’ambito dei servizi e dell’assistenza sanitaria, una cura può considerarsi appropriata quando è in grado di: Massimizzare il beneficio e Minimizzare il rischio al quale un paziente va incontro quando accede a determinate prestazioni o servizi. Questi concetti base di “rischi” e “benefici” sono alla base della definizione della RAND per la quale una procedura è appropriata se:” il beneficio atteso supera la eventuali conseguenze negative con un margine sufficientemente ampio, tale da ritenere che valga la pena effettuarla”.

E’ inappropriata al contrario una procedura il cui rischio sia superiore ai benefici attesi. Con il passare del tempo queste definizioni hanno dovuto tener conto dei costi crescenti in sanità, per cui la variabile “ costi “ è diventata parte integrante del concetto di appropriatezza, pertanto una definizione esatta di appropriatezza, recuperabile dal glossario del Ministero della Salute, è la seguente: “ L’appropriatezza definisce un intervento sanitario (preventivo, diagnostico, terapeutico, riabilitativo) correlato al bisogno del paziente, fornito nei modi e nei tempi adeguati, sulla base di standard riconosciuti, con un bilancio positivo tra benefici, rischi e costi”.

APPROPRIATEZZA IN SANITA’ è dare, fare o somministrare al paziente giusto, la cosa giusta, al momento giusto, riferendosi, sempre, al miglior rapporto costo / beneficio.

L’appropriatezza è garantita dal monitoraggio sistematico e continuativo della: “ Aderenza”, intesa come effettiva attuazione della prescrizione terapeutica del medico; “Persistenza” intesa come continuità d’uso del medicinale prescritto nel tempo. Aderenza e persistenza rappresentano nella pratica clinica una condizione essenziale per il successo del trattamento terapeutico.

L’aderenza alla terapia è strettamente correlata alla relazione medico-paziente e alla capacità del medico di valorizzare la partecipazione attiva dell’assistito nella gestione della propria condizione patologica, creando condivisione con il paziente in una sorta di alleanza terapeutica. L’aderenza terapeutica e la persistenza sono gli strumenti per raggiungere il risultato clinico prefissato.

La discontinuità del trattamento terapeutico rappresenta invece una condizione di inappropriatezza in quanto crea un disequilibrio tra benefici e rischi, generando da una parte una riduzione dei costi solo apparente e dall’altra, come generalmente accade nelle patologie croniche, una maggiore incidenza di ricoveri e complicanze e un aumento reale dei costi.

Il problema della sostenibilità sanitaria rende oggi indispensabile un’azione pianificata e condivisa circa l’appropriatezza con la quale vengono gestiti i problemi di salute ed utilizzate le risorse sanitarie. dott. Rosario Borrelli

…. dove stiamo andando ?