AstroCampania Le Notti delle Stelle Passeggiata tra le stelle d’agosto a caccia delle “Lacrime di San Lorenzo Regione Campania Assessorato all’Ambiente Autore: Massimo Corbisiero – copyright AstroCampania Fotografie tratte dal sito http://www.astrocampania.org
Il cielo del 10 agosto e le costellazioni estive
Fin dai tempi più remoti questa grande costellazione é stata vista come la figura di un gigante inginocchiato. I Greci videro in questo gigante Heracles (Ercole), e a lui riferirono anche molte delle costellazioni circostanti, che ricordano alcune delle sue più grandi imprese (il Leone, l’Idra, lo Scorpione, il Drago e così via). Ercole Pur essendo una delle costellazioni più grandi, non contiene stelle particolarmente luminose. In compenso, ospita uno degli oggetti più suggestive dell’emisfero boreale: il grande ammasso globulare M13. Il caratteristico quadrilatero che ne costituisce la regione centrale é facilmente localizzabile tra la costellazione della Lira, facilmente identificabile grazie allo splendore di Vega, e la Corona Boreale.
M13, detto anche "il grande ammasso globulare di Ercole", è uno dei più appariscenti e noti ammassi globulari dell'emisfero settentrionale. Fu scoperto nel 1714 da Edmund Halley, il quale notò che quando il cielo è limpido e senza Luna, è visibile ad occhio nudo . Alla distanza di 22.200 anni luce, il diametro angolare di M13 (23') corrisponde ad una dimensione di 150 anni luce. L'ammasso contiene circa un milione di stelle. Verso il centro, le stelle sono circa 500 volte più concentrate che nei dintorni del nostro Sole. L'età di M13 è stata stimata da Arp in 14 miliardi d'anni. Ammasso globulare M13
Fa parte del triangolo estivo. Il Cigno (o Croce del Nord) è una delle costellazioni più facili a riconoscersi per la sua caratteristica forma a croce. La sua stella più brillante (Deneb) forma con Vega e Altair il ben noto “Triangolo estivo”. E’ immersa nelle nubi stellari della via Lattea ed è ricchissima, oltre che di stelle di grande importanza, anche di oggetti non stellari. Lira La Lira è una piccola ma riconoscibile costellazione a forma di rombo irregolare, l’alfa è Vega, in estate, è la stella più luminosa che si vede se si osserva in alto sulle nostre teste (Zenith). Vega è la quinta stella del cielo di magn.0,04, colore bianco-azzurro, a 27 a.l. Per il moto di precessione era la stella polare 12000 anni fa e tornerà ad esserlo tra 14000 anni. Fa parte del triangolo estivo. Nella Lira troviamo una bellissima nebulosa planetaria a forma di anello: M57 Cigno La stella alfa è Deneb, magn. 1,2 benchè a 3000 a.l. È una supergigante con luminosità e massa rispettivamente 60000 e 20 magg. del Sole, candidata a supernova tra 200000 anni. La beta Albireo è una spettacolare stella doppie con una componente color giallo oro di magn.3 e una di color zaffiro(verde-azzurro) di magn.5,1 separate da 34”.
Le Stelle doppie Il 50% delle stelle appartiene a sistemi multipli. Albireo (Beta Cygni) Il 50% delle stelle appartiene a sistemi multipli. Il colore delle stelle dipende dalla loro temperatura superficiale. La luminosità dipende sia dalla effettiva grandezza di una stella che dalla sua (relativa) vicinanza o meno alla Terra. In generale le stelle bianco/azzurre sono stelle giovanissime e di grande massa mentre le stelle rosso/arancione sono stelle che si avviano alla fine della loro esistenza. La maggior parte delle stelle rosse sono stelle “giganti”: di Betelgeuse (in Orione) si è potuto addirittura stimare il disco con tecniche particolari. Il nostro Sole tra 5 miliardi di anni diventerà una “gigante rossa” Epsilon Lyrae Le Stelle doppie
Quando una stella si avvia alla fase finale della sua esistenza Nebulosa Anello o Nebulosa anulare della Lira Quando una stella si avvia alla fase finale della sua esistenza M57 si trova quasi esattamente a metà strada fra Beta e Gamma Lyrae. E’ in certo qual modo considerata il prototipo di questa classe di oggetti, le nebulose planetarie, e uno dei pezzi forti dell’osservazione al telescopio dell’emisfero settentrionale estivo. E’ un oggetto relativamente facile da osservare, malgrado le dimensioni angolari estremamente ridotte (circa 1’), in quanto la sua discreta luminosità sopporta abbastanza bene gli ingrandimenti. In un modesto strumento amatoriale come il classico 114/900 è facilmente osservabile, ad un’ottantina di ingrandimenti, come un piccolo ma ben definito anello di fumo. Nebulosa Planetaria M57
A nord del Delfino e della Freccia, e a sud della grande croce del Cigno, vi è la debole ma interessante costellazione della Volpetta. Non annovera stelle cospicue, e con le sue stelline intorno alla quinta magnitudine è schiacciata dagli imponenti asterismi del Cigno, dell’Aquila, della Lyra e persino del Delfino. L’Aquila é una costellazione tipicamente estiva, dominata dalla luminosissima Altair (che con Deneb e Vega forma il cosiddetto “Triangolo estivo”). Nel pieno dell’estate, si trova in direzione sud nelle prime ore della notte, alta sull’orizzonte e in condizioni ideali per l’osservazione Volpetta Aquila
M 27 Nebulosa planetaria M27 (NGC 6853), tipo 3a+2, nella Volpetta Nebulosa manubrio (Dumbbell Nebula) fu la prima nebulosa planetaria ad essere scoperta. Il 12 luglio 1764, Charles Messier scoprì questa nuova ed affascinante classe di oggetti. La possiamo osservare approssimativamente dal suo piano equatoriale (quasi da sinistra a destra nella nostra immagine); se l'osservassimo in prossimità di uno dei poli, avrebbe con tutta probabilità l'aspetto della Nebulosa Anello M57. La Nebulosa Manubrio
Nel centro della Via Lattea: il Sagittario e lo Scorpione La costellazione è da osservare con un binocolo a grande campo, regala panorami stellari meravigliosi L’alfa dello Scorpione è Antares una supergingante rossa e una delle più brillanti stelle visibili dal cielo boreale. Vicinissimo ad Antares è un altro ammasso globulare meno evidente di M13: si tratta di M4 Scorpione Sagittario Il Sagittario e lo Scorpione sono costellazioni zodiacali. Poste in direzione del centro della nostra galassia, sono le costellazioni più ricche di nebulae facilmente osservabili anche con binocoli e piccoli telescopi. Sono le costellazioni più ricche di oggetti inclusi nel Catalogo Messier, e sono meglio osservabili nella stagione estiva. La loro declinazione media piuttosto bassa le rende facilmente osservabili dal centro-sud Italia, ma un po’ ostiche per gli osservatori delle regioni più settentrionali.
Nel centro della Via Lattea: il Sagittario e lo Scorpione L’inquinamento luminoso ha praticamente cancellato la via lattea dalla maggior parte dei cieli delle nostre città
Nebulose ad emissione M 20 M 8 Foto Di Giovanni Paglioli Comunemente conosciuta come “Trifida”. La nebulosa ad emissione rossastra, con l'ammasso di stelle giovani vicino al centro è circondata da una nebulosa a riflessione azzurra particolarmente rilevante sul bordo settentrionale. La sua distanza è: piuttosto incerta, con valori che vanno da 2.200 anni luce (Mallas/Kreimer; Glyn Jones ne indica 2.300) a 7.600 anni luce (C.R. O'Dell nel 1963). Lo Sky Catalog 2.000 indica 5.200 anni luce. M 8 M8 è situata in un campo veramente ricco della Via Lattea, nella costellazione del Sagittario. Si trova a circa 4,7° ovest e appena un po’ a nord di l Sagittarii, ed é chiaramente visibile ad occhio nudo come una chiazza luminosa simile ad una cometa. Nei piccoli telescopi, M8 appare come una tenue nebulosità che avvolge l’ammasso aperto NGC6530. Una delle più rimarchevoli caratteristiche della “Laguna“ è appunto la presenza di nebulose oscure, conosciute come “globuli di Bok”, che sono nubi protostellari in fase di collasso gravitazionale, con diametri di circa 10.000 unità astronomiche. Nebulose ad emissione
Perseo - Cassiopea – Pegaso - Andromeda Concludiamo la descrizione del cielo estivo con le costellazioni che sorgono ad Est. Nel corso della serata, sotto Cefeo e Cassiopea, vedremo il grande quadrilatero di Pegaso, seguito da Andromeda e Perseo, la costellazione che dà il nome allo sciame delle “stelle cadenti” di agosto. La sua forma ricorda una "Y" rovesciata. Questo gruppo di costellazioni racconta la leggenda dell’eroe Perseo. Perseo Cefeo Cassiopea Andromeda Pegaso
Perseo - Cassiopea – Pegaso - Andromeda Cefeo era il re d'Etiopia, e Cassiopea era la regina, sua consorte. L'Etiopia del mito non va confusa con quella 'attuale; gli storici collocano la leggenda nel territorio corrispondente alla moderna Tel Aviv. Cassiopea era una donna bellissima e terribilmente vanitosa, al punto di vantarsi di essere perfino più affascinante delle Nereidi, le ninfe del mare. Queste ultime, offese dalla sfrontatezza della regina, chiesero a Poseidone, il Dio del mare, di vendicarle. Poseidone mandò allora un mostro marino, la Balena (raffigurata in una grande costellazione, difficile da identificare perché priva di stelle brillanti, situata bassa sull'orizzonte a Sud - Est, sotto i Pesci e l'Ariete) a devastare le coste del regno di Cefeo. Lo sventurato re chiese all'Oracolo di Ammone cosa potesse fare per placare l'ira del Dio del mare: l'Oracolo gli ordinò di sacrificare al mostro sua figlia, l'incolpevole Andromeda. La fanciulla fu incatenata ad uno scoglio, nell'attesa della sua orrenda fine tra le fauci della Balena. Ma come in tutte le storie a lieto fine, ecco arrivare l’ eroe, Perseo, reduce da altre imprese: aveva appena ucciso la terribile Medusa, la Gorgone con la chioma costituita da un intreccio di serpenti. Perseo arriva in groppa al suo destriero, il cavallo alato Pegaso, uccide il mostro e, liberata Andromeda, la sposa.
La Galassia di Andromeda e l’ammasso doppio H e Chi Persei L’ammasso doppio del Perseo è formato da stelle giovanissime (nate da un’unica nube progenitrice). Tra qualche milione di anni le stelle, a causa dei loro moti propri, saranno disperse nello spazio e l’ammasso non sarà più riconoscibile. E’ visibile ad occhio nudo e al binocolo mostra uno spettacolo meraviglioso La galassia di Andromeda è la più grande componente del “Gruppo Locale” del quale fa parte anche la nostra Galassia. Contiene 2/300 miliardi di stelle e si trova a più di 2 milioni di anni luce. E’ l’oggetto più lontano visibile ad occhio nudo.
Le “stelle cadenti” Cosa sono e da dove vengono le stelle cadenti? Le meteore (o stelle cadenti) sono in maggioranza i residui della disintegrazione progressiva delle comete. Queste, ad ogni loro ritorno in vicinanza del Sole, perdono una certa quantità della propria massa, disgregandosi più o meno velocemente in rapporto al grado del loro avvicinamento al Sole e alla frequenza dei passaggi. Le particelle dapprima si disperdono nelle vicinanze della cometa e col passare del tempo si distribuiscono lungo tutta l'orbita. Sono questi "sciami" di piccoli frammenti a produrre molte piogge meteoriche. Le nubi di piccole particelle, scontrandosi a gran velocità con l'atmosfera terrestre, danno luogo ad una scia luminosa. Le più grandi pesano appena 1/10 di grammo ma sono in grado di produrre tracce luminose quanto le stelle più brillanti. Lo stelle cadenti dette “Perseidi” senz’altro lo “sciame” più conosciuto (in realtà le meteore sono osservabili in tutti i periodi dell’anno); lo sciame delle Perseidi fu registrato dai cinesi diverse volte, a partire dal 36 d.C., e successivamente da giapponesi, coreani ed europei
Come mai la notte di San Lorenzo ? Nell’antichità alle piogge di meteore veniva attribuito un significato infausto. Generalmente interpretate come lacrime di divinità, esse ne rappresentavano la disperazione in occasione di assedi, stragi e soprattutto annunciavano la caduta o la morte dei re. La tradizione popolare cristiana ha ereditato il significato degli sciami di meteore come “lacrime del cielo”, legando indissolubilmente le “stelle cadenti” di agosto al martirio di San Lorenzo. San Lorenzo E’ uno dei santi più popolari, in particolare a Roma, dove è considerato a tutti gli effetti il terzo patrono. San Lorenzo fu bruciato vivo per non aver voluto consegnare all’Imperatore i tesori della Chiesa. La pioggia di meteore proprio in prossimità della ricorrenza del santo fece sì che il fenomeno fosse collegato dalla tradizione popolare al martirio di Lorenzo. Le “stelle cadenti” sarebbero quindi le lacrime versate dal santo durante il suo supplizio: esse vagano in eterno nei cieli e cadono sulla terra ogni anno, nel giorno in cui Lorenzo morì, a ricordarci il suo sacrificio nel nome della carità. Esiste una variante al significato attribuito alle meteore: esse sarebbero originate dalle scintille del fuoco che ardeva sotto la graticola su cui morì il martire, volate poi in cielo. Da questa interpretazione deriva probabilmente il proverbio: "San Lorenzo dei martiri innocenti, casca dal ciel carboni ardenti"
Come mai la notte di San Lorenzo ? Cometa Swift-Tuttle La cometa che ha dato origine, molti anni fa, allo sciame delle Perseidi si chiama Swift-Tuttle, dal nome dei suoi scopritori. Questa cometa ha un nucleo del diametro di circa 10 Km. Lo sciame meteorico delle Perseidi Il nome di "Perseidi" è legato alla posizione sulla volta celeste del punto - detto "Radiante" - dal quale paiono provenire le meteore, situato nella costellazione del Perseo. Nell'800 il massimo della loro frequenza avveniva il 10 agosto, giorno della ricorrenza di San Lorenzo, ma ai giorni nostri il massimo si è spostato in avanti di circa due giorni. Le Perseidi sono visibili da metà luglio fino a dopo metà agosto, ma mostrano il maggior numero di meteore dal 10 al 13 agosto, con un culmine che in genere ha luogo il giorno 12, quando la Terra nel suo percorso orbitale intercetta la parte più densa dello sciame di particelle. La possibilità di osservare un maggior numero di Perseidi si ha quando il radiante è più alto nel cielo, cosa che ad agosto avviene nella seconda parte della notte. In Italia potremo cominciare ad osservare il radiante verso le ore 22, dapprima basso sull'orizzonte e quindi via via sempre più alto fino all'alba. Il momento della massima attività dello sciame è prevista quest'anno verso le ore 19 del 12 agosto –
Le Perseidi Il fenomeno si verifica ogni anno per effetto del passaggio della Terra attraverso una nube di polveri lasciata lungo la propria orbita dalla cometa Swift-Tuttle che passa vicino al Sole ogni 130 anni, (ultimo passaggio 1992, successivo 2123.) Si prevede un “picco” di circa 40 minuti alle ore 19:00 del 12 agosto quando il radiante sarà ancora sotto l’orizzonte, una condizione pertanto non molto favorevole per noi. In condizioni ideali, cioè con un cielo buio, privo di foschia, umidità, smog e luci artificiali sarà possibile comunque osservare un buon numero di meteore, senz'altro parecchie decine all'ora. Nel 2005 le Perseidi potrebbero rivelarsi piuttosto attive (come nel 2004) poichè l'orbita della cometa S.T. è stata perturbata da Giove durante i due più recenti passaggi al perielio e le particelle eiettate dalla cometa passeranno molto vicine a noi. Ma il periodo di massima attività è esteso per più giorni e le notti tra il 9 e il 13 agosto sono le migliori per osservare le “Lacrime di San Lorenzo”.
Esprimiamo un desiderio? E’ probabile che questa usanza, ora gioiosa, derivi da antiche rappresentazioni del cielo non propriamente allegre e spensierate. In particolare, si deve far riferimento a credenze religiose legate al culto dei morti secondo le quali morendo si saliva in cielo diventando stelle. Una stella che cade sarebbe quindi l’anima del defunto che esprime il desiderio di essere ricordato nel mondo dei vivi, chiedendo ad essi una preghiera. Nella versione moderna, il desiderio viene invece espresso direttamente da chi riesce a cogliere il fugace momento dell’accensione della “stella cadente“ sulla volta celeste. E’ universalmente noto questo tipo di interpretazione in una fiaba: La Piccola Fiammiferaia (Andersen) …….. E sollevò lo sguardo sull'albero enorme, e quello si sollevava sempre più in alto, finchè divenne le stelle del cielo sulla sua testa, e una stella attraversò sfavillando il cielo, e lei ricordò che la mamma le aveva detto che quando un'anima muore, cade una stella. …….. E la bambina accese un fiammifero dopo l'altro…… …….. La mattina dopo, lì tra le case, la bambina fu ritrovata immobile. ……
AstroCampania Le Notti delle Stelle Fine Passeggiata tra le stelle d’agosto a caccia delle “Lacrime di San Lorenzo Fine
Le Perseidi Il fenomeno si verifica ogni anno per effetto del passaggio della Terra attraverso una nube di polveri lasciata lungo la propria orbita dalla cometa Swift-Tuttle che passa vicino al Sole ogni 130 anni, (ultimo passaggio 1992, successivo 2123.) Si prevede un “picco” di circa 40 minuti alle ore 19:00 del 12 agosto quando il radiante sarà ancora sotto l’orizzonte, una condizione pertanto non molto favorevole per noi. In condizioni ideali, cioè con un cielo buio, privo di foschia, umidità, smog e luci artificiali sarà possibile comunque osservare un buon numero di meteore, senz'altro parecchie decine all'ora. Quest'anno il 12 e il 13 agosto la Luna sarà prossima al 1° quarto e tramonterà nel corso delle prime ore della notte. Al sorgere del radiante delle Perseidi il disturbo del chiarore lunare sarà ormai quasi nullo, permettendo delle ottime osservazioni per l'intera notte. Nel 2005 le Perseidi potrebbero rivelarsi piuttosto attive (come nel 2004) poichè l'orbita della cometa S.T. è stata perturbata da Giove durante i due più recenti passaggi al perielio e le particelle eiettate dalla cometa passeranno molto vicine a noi. Ma il periodo di massima attività è esteso per più giorni e le notti tra il 9 e il 13 agosto sono le migliori per osservare le “Lacrime di San Lorenzo”.
Le comete La Culla delle comete è la nube di Oort, composta da miliardi di nuclei cometari che avvolgono come un grande guscio sferico tutto il SISTEMA SOLARE. I nuclei cometari sono gli ultimi inquilini della famiglia di oggetti che compongono il nostro SISTEMA SOLARE Essi si trovano lontanissimi dall'influsso gravitazionale del SOLE che è trascurabile, nel senso, che non riesce ad attirarli all'interno del SISTEMA SOLARE stesso. Nella nostra GALASSIA il SOLE impiega 300 milioni di anni per completare un'orbita intorno al nucleo della GALASSIA, quindi, dalla sua formazione (4,6 miliardi di anni fa) ha già compiuto 15 orbite, ci sono allora parecchie probabilità che durante la sua orbita possa avere degli incontri ravvicinati con altre stelle. Un evento del genere, potrebbe scatenare degli scompensi gravitazionali su molti componenti delle nube di Oort.
In realtà le stelle visibili ad occhio nudo sono circa 6000. Osservando il Cielo, specie se in estate e da luoghi abbastanza bui, ci sembra di poter scorgere milioni di stelle. Mosaico della Via Lattea Cortesia Ass. Astrofili Catanesi G. Ruggieri In realtà le stelle visibili ad occhio nudo sono circa 6000. Di queste solo un migliaio al massimo sono quelle visibili in una notte di osservazioni. Il Cielo stellato
Perchè si vedono così poche stelle? Per l’alternarsi delle stagioni dovuto al movimento di rivoluzione della Terra intorno al Sole: mese per mese sorgono nuove costellazioni e tramotano altre prima visibili. Per l’alternarsi del giorno e della notte A causa dell’inquinamento luminoso L’inquinamento luminoso cancella le stelle dal cielo e preclude la visione di quasi tutti gli oggetti più belli del cielo
Nonostante queste limitazioni le stelle visibili ci appaiono essere comunque tantissime e per questo si è sentita, sin dal lontano passato, l’esigenza di una loro classificazione Così sono nate le Costellazioni: quelle che noi conosciamo sono le denominazioni date agli asterismi in cielo dalle popolazioni indo-europee e, in particolare, del bacino del Mediterraneo. Nell’antichità erano note 48 costellazioni mentre la classificazione moderna ne comprende 88 Già gli antichi osservatori, collegando tra di loro le stelle più brillanti visibili, hanno posto in cielo delle figure assomiglianti alle esperienze di vita sulla Terra: abbiamo figure di animali, di strumenti, di personaggi umani legati alla mitologia. Ecco degli esempi: qui vediamo costellazioni che rappresentano un animale (il delfino, il cavallino e l’aquila) e un attrezzo (la sagitta)
M16 Nebulosa Aquila M16, è una incubatrice di stelle, è una nebulosa gassosa irregolare. Nel suo gas ionizzato sono immerse almeno 35 giovanissime stelle. Distante 5700 a.l. dimesioni reali 40 x 12 a.l. Foto Di Giovanni Paglioli