Convegno Nazionale A.V.U.L.S.S., San Giovanni Rotondo, 18-19/11/2006 Sentirsi responsabili, donare con responsabilità Dott. Mauro Mario Coppa -psicoterapeuta, pedagogista Formatore Corsi A.V.U.L.S.S. Convegno Nazionale A.V.U.L.S.S., San Giovanni Rotondo, 18-19/11/2006
Cosa significa “responsabilità?” Ha direttamente a che fare con l’atto del “rispondere” C’è sempre un “chi” mi chiama o “che cosa” mi chiede Spesso consideriamo la “responsabilità individuale” come un rispondere a me stesso, ai miei scopi, a miei fini
Cosa significa , per un volontario, “essere responsabile”? prendere coscienza dei miei limiti essere consapevole delle mie azioni rispettare assumersi il carico della felicità altrui sorridere e far felice chi, guardandoci, si fida di noi
Responsabili… “come?” L’utopia moderna ritiene che le relazioni possano essere rette solo da una responsabilità diretta ad uno scopo, e che il compito di ognuno verso la Comunità ed il suo carattere di gratuità debbano necessariamente essere separati Aiutare è sì eseguire un compito a vantaggio della Comunità, ma è anche dono, senza il quale non si può fare Comunità
Consapevolezza e Responsabilità La consapevolezza: conoscere qualcosa e dare significato a ciò che si osserva La responsabilità: la scelta di appropriarsi di un compito, farsene carico e portarlo a termine
Responsabilità imposta Responsabilità prodotta da libera scelta Come educare alla responsabilità Responsabilità imposta determina basso coinvolgimento e scarsa consapevolezza Responsabilità prodotta da libera scelta produce alto coinvolgimento e consapevolezza di poter scegliere
Come stimolare la responsabilità nel volontario Dire a qualcuno che è responsabile di qualcosa non basta per farlo “sentire” tale La responsabilità cresce con un metodo basato sulle domande autoriflessive che chiariscono Gli obiettivi (cosa vuoi raggiungere?) L’analisi delle risorse (su chi puoi contare?) Quali azioni sono possibili (cosa puoi fare realmente?) Quali scelte sono percorribili (come puoi organizzare il tuo servizio?)
Perché fai il volontario? La consapevolezza delle proprie motivazioni Capire ed analizzare le proprie motivazioni con colloqui individuali e test diventa indispensabile per creare un rapporto efficace e duraturo La risposta “per aiutare gli altri” risulta generica, ma apre uno spazio mentale per esplorare insieme le ragioni del “donarsi” L’esito di questa riflessione può far emergere bisogni non riconosciuti e la consapevolezza delle ragioni della relazione di aiuto intesa come dono verso gli altri
Ma davvero sai aiutare qualcuno Ma davvero sai aiutare qualcuno? La consapevolezza della propria efficacia Il bisogno di formazione è molto forte, così come il non sentirsi all’altezza e pensare di non essere abbastanza preparato La richiesta di formazione spesso nasconde il bisogno di rassicurazione, e rivela l’ansia nella capacità di gestire la relazione con la persona che ci chiede aiuto Essere consapevoli dei limiti della formazione, ma soprattutto il supporto del gruppo, costituiscono forme concrete di crescita della propria percezione di autoefficacia personale
Cosa deve saper fare un volontario Cosa deve saper fare un volontario? La responsabilità di una buona formazione Sviluppo della capacità di osservazione ed analisi del comportamento non verbale Potenziamento della capacità di analisi dei contenuti verbali durante il colloquio Apprendere il colloquio di aiuto e le tecniche di comunicazione più efficaci Imparare l’arte di aiutare, cioè l’ascolto attivo, rispondere ai contenuti, saper gestire le emozioni, facilitare la relazione Organizzare aggiornamenti efficaci e mirati ai progetti avviati
A cosa serve il tuo aiuto? La consapevolezza di cosa desidero donare Porsi obiettivi minimi, concreti e realistici “debbo aiutarlo..” spesso spinge alla fretta, alla soluzione facile, al rapido scoraggiamento quando non si notano i cambiamenti attesi.. Capire che le forme di aiuto possono essere anche…stare zitti, piangere insieme, cantare, raccontarsi le storie della propria vita
Ma cosa ci faccio qui? La responsabilità di saper lavorare insieme agli altri Saper lavorare insieme agli altri è un’abilità che richiede metodo e definizione dei rispettivi ruoli E’ necessario che ognuno si senta valorizzato per quello che può fare e dare, ed integrato nel gruppo Il coordinatore deve cementare le relazioni durante le verifiche, gratificando anche piccoli risultati Il coordinatore individua volontari in crisi e li supporta, conflitti tra volontari ed aiuta a fare chiarezza
Quando mi parla, mi viene da piangere… la consapevolezza di vivere le emozioni La relazione suscita spesso emozioni forti, invasive Le storie che ascoltiamo provocano forti risonanze emotive con pezzi ,belli o brutti, della nostra vita Il volontario le teme, o le nasconde, per la difficoltà di parlare di sentimenti Occorre conoscere le proprie emozioni per capire e dare un senso a quelle degli altri Nella relazione di aiuto, è importante parlare dei sentimenti, liberare le propie emozioni, anche quelle negative, comunicando le proprie “quando mi hai detto…mi sono sentito”
Ma ha ancora senso quello che fai da tanto tempo Ma ha ancora senso quello che fai da tanto tempo? La consapevolezza di cosa ancora mi tiene legato al volontariato La motivazione è individuale e relativa al tipo di progetto offerto Un colloquio approfondito iniziale può risultare utile per capire le reali motivazioni al volontario Riesce a lavorare bene per progetti chiari e definiti nel tempo Viene reso consapevole di produrre piccoli ma significativi cambiamenti nella qualità di vita delle persone E’ importante fornire momenti di verifica e auto-riflessione
Quasi quasi lascio perdere… la responsabilità verso il volontario in crisi Leggere i primi segnali di crisi: Eccessivo distacco/Criticismo/Assenze frequenti/Demotivazione Affrontare con un colloquio individuale quali sono i motivi della crisi Individuare insieme una soluzione condivisa, ed a termine (es.impegnarsi in altro progetto) Garantire il supporto psicologico ed emotivo del gruppo Importante avere acquisito, nella formazione, capacità di autoanalisi e comunicazione
Consapevolezza e responsabilità Mettersi in gioco su un progetto, condividere la propria esperienza con altri sviluppare una riflessione sul sapere, saper fare, ma saper essere volontari ha il significato di una precisa assunzione di responsabilità verso chi ci chiede aiuto, vuol dire volgere lo sguardo verso l’altro
come uno sguardo che carezza da lontano” Consapevolezza e responsabilità Lavorare sulla consapevolezza e responsabilità fa crescere nel volontario la relazione di aiuto…” come uno sguardo che carezza da lontano”
sulla responsabilità individuale ... io la intendo così! Marcello Bernardi “Gli imperfetti genitori” “…nessuno è perfetto. Una persona è tanto meno perfetta quanto maggiori sono le sue responsabilità. I genitori hanno moltissime responsabilità, perciò sono necessariamente imperfetti: Basta saperlo.”
Le storie di vita che curano sulla responsabilità individuale...io la intendo così! Le storie di vita che curano
sulla responsabilità individuale...io la intendo così! Giuseppe Pontiggia: Nati due volte
Grazie per l’attenzione e… arrivederci !