Le anomalie strutturali e i disturbi della funzione valvolare cardiaca portano alla VALVULOPATIA CARDIACA , un termine generico che include un insieme.

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Le anomalie strutturali e i disturbi della funzione valvolare cardiaca portano alla VALVULOPATIA CARDIACA , un termine generico che include un insieme di entità eziologiche, ciascuna caratterizzata da una propria fisiopatologia, presentazione clinica e storia naturale.

Valvulopatie Le patologie che coinvolgono le valvole cardiache conducono ad alterazioni: restrittive: STENOSI VALVOLARE Incontinenza: INSUFFICIENZA VALVOLARE I vizi possono essere ISOLATI (stenosi o insufficienza) COMBINATI (steno-insufficienza) COMPOSTI (mitro-aortici-tricuspidalici)

STENOSI MITRALICA Più frequente nel sesso femminile Ha generalmente un’eziologia reumatica (cardite reumatica post-streptococcica), più raramente è determinata da Endocardite infettiva Neoplasie Calcificazione massiva dell’anulus LES, AR etc.. Mixoma atriale o grosso trombo a palla

Malattia Reumatica Patologia infiammatoria multiorganica, conseguenza tardiva di infezione faringea da Streptococco di gruppo A Il processo infiammatorio interessa principalmente articolazioni, cuore sistema nervoso centrale cute e sottocute Le manifestazioni cliniche principali sono: cardite, artrite, corea, noduli sottocutanei ed eritema marginato

Malattia Reumatica La cardite è la manifestazione più importante e si può presentare come endomiopericardite Il quadro clinico può essere Acuto: scompenso congestizio Lieve o paucisintomatico L’incidenza di cardite nella fase iniziale della MR è del 40-50% e si manifesta principalmente nelle prime 2 settimane. I principali segni clinici sono: Comparsa di un soffio cardiaco precedentemente assente Cardiomegalia Scompenso congestizio Segni di interessamento pericardico (pericardite)

Malattia Reumatica La caratteristica anatomo-patologica della cardite reumatica è il NODULO di ASCHOFF: area infiammatoria perivascolare costituita da un area centrale di necrosi fibrinoide attorniata da cellule infiammatorie. Successivamente il granuloma evolve in CICATRICE FIBROSA

Malattia Reumatica In presenza di MR è necessario attuare subito un ciclo di terapia penicillinica contro lo Streptococco: 600.000 UI i.m. nel bambino, 1.200.000 UI nell’adulto La terapia antiinfiammatoria prevede in prima istanza l’impiego di acido Acetilsalicilico: 100 mg/kg/die nel bambino e 6-8 gr/die nell’adulto, in 4 dosi/die, da protrarre per 3-4 settimane In caso di febbre persistente è necessario il trattamento cortisonico Nei soggetti che hanno sviluppato cardite reumatica, è necessaria profilassi a lungo termine, con penicillina i.m. 1.200.000 UI ogni 4 settimane

Malattia Reumatica Fra un episodio di cardite reumatica e l’espressione clinica della Stenosi Mitralica sintomatica Nei climi tropicali e subtropicali e nei Paesi meno sviluppati il periodo di latenza è più breve, e la Stenosi Mitralica può manifestarsi durante l’infanzia o l’adolescenza Nei climi temperati e nei Paesi Idustrializzati intercorre un lungo periodo di tempo (10-20 anni)

STENOSI MITRALICA Il processo di cicatrizzazione della valvulite reumatica determina: ispessimento dei lembi valvolari da parte di tessuto fibroso e/o depositi calcifici Fusione delle commissure valvolari Accorciamento delle corde tendinee Irrigidimento dei lembi valvolari, con restringimento della valvola che assume una forma ad imbuto

STENOSI MITRALICA Restringimento della valvola mitralica che determina ostruzione di grado variabile all’efflusso di sangue dall’atrio al ventricolo sinistro, durante il riempimento diastolico del ventricolo sinistro L’orifizio valvolare mitralico ha un v.n. di 4-6 cm²

STENOSI MITRALICA

STENOSI MITRALICA Fisiopatologia Una riduzione dell’orifizio valvolare a valori inferiori a 2,5 cmq determina un aumento della pressione atriale sinistra. Poiché la pressione ventricolare sinistra rimane normale, si instaura un “gradiente transvalvolare”. Il gradiente transvalvolare dipende dalle dimensioni dell’orifizio valvolare e dal flusso attraverso la valvola. Il flusso dipende dalla portata cardiaca e dalla durata della diastole.

STENOSI MITRALICA Fisiopatologia L’ostacolo all’efflusso determina un aumento della pressione in atrio sinistro, che causa dilatazione atriale e che si ripercuote a monte, a livello del circolo polmonare, con aumento di pressione e della distensione delle vene e dei capillari polmonari. Ciò causa incremento del contenuto idrico del polmone, dapprima intravascolare e poi extravascolare. Il liquido trasudato diminuisce la compliance del polmone, accrescendo il lavoro respiratorio. Con il tempo il polmone diventa rigido per fibrosi: il sintomo è la dispnea, che aumenta con lo sforzo ma è presente anche a riposo

STENOSI MITRALICA Fisiopatologia Area valvolare Formazione di un gradiente pressorio Pressione Asn Obliterazione arteriolare irreversibile Trasmissione passiva retrogada Incremento pressione polmonare Costrizione arteriolare reattiva “barrage”

STENOSI MITRALICA Fisiopatologia L’attività fisica, determinando aumento del flusso transvalvolare e riduzione del riempimento diastolico, causa un marcato aumento della pressione atriale sinistra e capillare polmonare (dispnea), fino all’edema polmonare, quando la pressione capillare polmonare supera la pressione oncotica (25-30 mmHg). Anche la tachicardia, riducendo il tempo di riempimento diastolico, aumenta il gradiente di pressione transvalvolare L’eccessivo e prolungato aumento della pressione polmonare (>70 mmHg) rappresenta un impedimento allo svuotamento del ventricolo destro, la cui ridotta contrattilità determina insufficienza cardiaca destra, con congestione sistemica.

STENOSI MITRALICA Fisiopatologia

STENOSI MITRALICA Sintomatologia I sintomi in genere non compaiono prima che l’area valvolare sia scesa al di sotto di 1.2 cm2. Sono determinati dalle due variazioni emodinamiche tipiche della valvulopatia Gradiente A-V con  pressione atriale sn e polmonare DISPNEA (dapprima da sforzo, successivamente anche a riposo) ORTOPNEA DISPNEA PAROSSISTICA NOTTURNA EDEMA POLMONARE EMOTTISI  Portata cardiaca ASTENIA ED AFFATICAMENTO Palpitazioni ed embolie sistemiche possono essere manifestazioni di fibrillazione atriale, frequente complicanza della SM

STENOSI MITRALICA Esame obiettivo ISPEZIONE FACIES MITRALICA (colore rosso-cianotico degli zigomi con cianosi dei prolabi) PALPAZIONE Itto puntale normale o ridotto Impulso ventricolare prominente ASCULTAZIONE Accentuazione del I tono Schiocco d’apertura della valvola mitrale Rullio mesodiastolico, con rinforzo pre-sistolico, sul focolaio di auscultazione mitralico (IV-V sp. Intercostale sin sull’emiclaveare) irradiato all’ascella

Focolai di ascoltazione cardiaci Focolaio mitralico: IV-V spazio intercostale sin sulla linea emiclaveare Focolaio tricuspidale: V spazio intercostale dx sulla linea marginosternale Focolaio aortico: II spazio intercostale dx sulla marginosternale Focolaio polmonare: II spazio intercostale sin sulla marginosternale Aorta Polmonare Mitrale Tricuspide

Toni Cardiaci Primo tono: corrisponde all’inizio della sistole e comprende Componente valvolare: chiusura delle valvole atrio-ventricolari Componente miocardica: contrazione ventricolare Secondo tono: corrisponde all’inizio della diastole. E’ determinato da Chiusura delle valvole semilunari aortica e polmonare Terzo tono: corrisponde alla fase di riempimento rapido ventricolare; può essere udibile in presenza di cardiomiopatia dilatativa (galoppo protodiastolico). E’ determinato da Vibrazioni della parete ventricolare in seguito al riempimento rapido Quarto tono: precede il I tono di 3-4 centesimi di sec, per cui normalmente non si apprezza; può essere udibile in caso di anelasticità della parte ventricolare o di turbe del ritmo (galoppo presistolico). E’ determinato da: Contrazione della muscolatura atriale e vibrazioni della parete ventricolare in seguito al riempimento rapido determinato dalla contrazione atriale

STENOSI MITRALICA Auscultazione

STENOSI MITRALICA Test diagnostici ELETTROCARDIOGRAMMA: Ritmo sinusale o fibrillazione atriale Ingrandimento atriale sinistro Sovraccarico ventricolare destro RX TORACE: Stasi polmonare Sporgenza dell’arteria polmonare Dilatazione delle sezioni cardiache destre

STENOSI MITRALICA Test diagnostici ECOCARDIOGRAMMA: Valutazione della valvulopatia e dei parametri di funzione ventricolare CATETERISMO CARDIACO: Gradiente pressorio transvalvolare Area valvolare mitralica Pressioni e resistenze polmonari

STENOSI MITRALICA Trattamento TERAPIA MEDICA Profilassi antibiotica dell’endocardite batterica Beta-bloccanti o Ca-antagonisti non diidropiridinici: riducono la frequenza cardiaca, aumentando il tempo di riempimento diastolico a favore della portata cardiaca; riducono anche la tachicardia da sforzo Vasodilatatori: i nitrati soprattutto riducono il pre-carico, riducendo la pressione atriale sinistra Diuretici: riducono la congestione polmonare VALVULOPLASTICA PERCUTANEA TERAPIA CHIRURGICA

Catetere di Inoue

Tecnica della valvuloplastica mitralica percutanea

Valvuloplastica mitralica Posizionamento del catetere in ventricolo sinistro

Valvuloplastica mitralica Posizionamento del catetere a cavallo della valvola e dlatazione

Indicazioni alla valvuloplastica mitralica con palloncino NYHA II-IV, MVA ≤ 1.5 cm² e morfologia valvolare favorevole in assenza di trombo atriale sinistro o di IM moderata o grave. Classe I Asintomatici, MVA ≤ 1.5 cm² e morfologia valvolare favorevole, PAPs: 50 mmHg a riposo o 60 mmHg sotto sforzo Classe IIa NYHA II-IV, MVA ≤ 1.5 cm² e valvola ipomobile e calcifica che sono ad alto rischio di intervento chirurgico. Asintomatici, MVA ≤ 1.5 cm² , con fibrillazione atriale a esordio recente Classe IIb NYHA II-IV, MVA ≤ 1.5 cm² e valvola ipomobile e calcifica che sono ad basso rischio di intervento chirurgico. Stenosi mitralica lieve Classe III

INSUFFICIENZA MITRALICA Alterazione delle componenti dell’apparato valvolare mitralico (lembi, anello, corde tendinee o muscoli papillari) che determina una incompleta chiusura della valvola durante la sistole ventricolare, con reflusso di sangue dal ventricolo sinistro all’atrio sinistro

INSUFFICIENZA MITRALICA Eziologia Può essere primitiva, per alterazione primitiva dell’apparato valvolare, o secondaria, per disfunzione dell’apparato valvolare, da danno localizzato o da dilatazione della camera ventricolare sinistra.

Insufficienza mitralica Alterazioni dei lembi valvolari Endocardite reumatica Endocardite infettive Anomalie congenite (difetto dei cuscinetti endocardici) Anomalie del connettivo (Marfan, Elhers-Danlos) Alterazioni dell’anulus Calcificazioni idiopatiche Secondarie alla dilatazione del Vsn Alterazioni dei muscoli papillari Dilatazione o rottura cardiopatia ischemica trauma Malallineamento Aneurisma ventricolare sn cardiomiopatia ipertrofica fibroelastosi endomiocardica Alterazioni delle corde tendinee Rottura Idiopatica endocardite infettiva (anche reumatica) cardiopatia ischemica trauma Allungamento Idiopatico alterazione del collagene

Insufficienza mitralica Mancata continenza dell’apparato valvolare mitralico Acuta Rottura di corde tendinee, disfunzione di un papillare, perforazione Cronica Malattia reumatica malattie del collageno prolasso mitralico muscolo papillare unico con mitrale a paracadute IMA, endocardite batterica, complicanze post-operatorie di chirurgia cardiaca

INSUFFICIENZA MITRALICA Eziologia MALATTIA REUMATICA: I lembi valvolari vanno incontro a fenomeni di accorciamento, deformità e retrazione ALTERAZIONI DEGENERATIVE: più frequente la forma mixoide che causa lembi prolassanti e rottura delle corde tendinee CARDIOPATIA ISCHEMICA: rottura dei muscoli papillari ENDOCARDITE INFETTIVA: perforazione dei lembi, distruzione delle corde tendinee

INSUFFICIENZA MITRALICA Fisiopatologia L’alterata sovrapposizione dei lembi valvolari mitralici determina, durante la sistole, un rigurgito attraverso l’orifizio. La malattia è definita dall’entità del rigurgito e dai meccanismi di adattamento del ventricolo sinistro. L’entità del rigurgito dipende da Area dell’orifizio Durata della sistole Differenza di pressione tra ventricolo ed atrio sinistro

INSUFFICIENZA MITRALICA Il rigurgito

INSUFFICIENZA MITRALICA Il rigurgito

INSUFFICIENZA MITRALICA Fisiopatologia La chiusura della valvola mitrale è quasi completa ancora prima del periodo della contrazione isometrica. Al momento della sistole ventricolare la circonferenza dell’anello mitralico si riduce e questo consente ai lembi valvolari di collabire. L’anello valvolare scende un po’ nella cavità ventricolare, le pareti del ventricolo si avvicinano, l’accorciamento dei muscoli papillari mantiene in tensione le corde e previene il prolasso dei lembi mitralici in atrio sinistro.

INSUFFICIENZA MITRALICA Fisiopatologia Essendo la pressione in atrio più bassa che in aorta, il sangue all’inizio della contrazione ventricolare può rigurgitare in atrio, per cui manca la sistole isovolumetrica ed il rigurgito è olosistolico. Si crea un sovraccarico di volume per il ventricolo sinistro, che ad ogni diastole deve accogliere, oltre alla quota di sangue proveniente dal circolo polmonare attraverso l’atrio sinistro, anche quella rigurgitata in atrio durante la sistole precedente (caput mortuum), con conseguente progressiva dilatazione.

INSUFFICIENZA MITRALICA Fisiopatologia Nelle forme CRONICHE il ventricolo sinistro si adatta al sovraccarico andando incontro a dilatazione. Nelle fasi iniziali della malattia la funzione contrattile si mantiene normale. La F.E. è in questa fase della malattia normale o addirittura aumentata. F.E.= VTD – VTS VTD Infatti il volume telediastolico è aumentato, mentre il volume telesistolico è diminuito a causa della quota di sangue che rigurgita in atrio sinistro.

INSUFFICIENZA MITRALICA Fisiopatologia Pertanto una frazione d’eiezione lievemente depressa è indice di una severa compromissione della funzione ventricolare sinistra. ll VTS rappresenta un indice molto utile per la valutazione della funzione ventricolare. Quando il Vsn presenta un’insufficienza contrattile la prima manifestazione è il suo non completo svuotamento (aumento del VTS).

Fisiopatologia Insufficienza mitralica } Rigurgito di sangue in atrio sn durante la sistole isometrica Ostio valvolare non continente (rappresenta per il sangue una via di uscita parallela all’ostio aortico) Questo “scarico” protegge il Vsn durante la sistole…. riducendo il post-carico e permettendo che buona parte dell’energia contrattile venga utilizzata a favore dell’accorciamento. Con il tempo questa bassa impedeza, che favorisce l’accorciamento, viene controbilanciata dal deterioramento della funzione ventricolare.

INSUFFICIENZA MITRALICA Fisiopatologia Nell’ insufficienza mitralica CRONICA l’atrio sinistro si dilata notevolmente. Non si determina ipertensione polmonare. Tuttavia nel tempo il ventricolo sinistro, sottoposto al sovraccarico di volume, può andare incontro ad un deficit contrattile. Inoltre la dilatazione del ventricolo sinistro causa dilatazione dell’anulus mitralico e quindi un ulteriore aumento del rigurgito, con evoluzione verso lo scompenso cardiaco.

INSUFFICIENZA MITRALICA Fisiopatologia Nell’ insufficienza mitralica ACUTA (rottura di corde tendinee in corso di endocardite infettiva, o rottura di un muscolo papillare in corso di infarto acuto del miocardio), un rigurgito di sangue massivo ed improvviso non consente al cuore di adattarsi. Pertanto l’elevata pressione che si instaura in atrio sinistro si ripercuote a livello polmonare, con rapida evoluzione verso l’edema polmonare acuto.

INSUFFICIENZA MITRALICA Sintomatologia Nella forma CRONICA i sintomi compaiono gradualmente e possono rimanere molto sfumati per diversi anni; sono legati alla riduzione della gittata sistolica: facile affaticabilità ridotta tolleranza allo sforzo Quando si rende manifesta la disfunzione ventricolare sinistra compare dispnea da sforzo In presenza di disfunzione ventricolare conclamata compare dispnea a riposo, dispnea parossistica notturna, edema polmonare acuto e sintomi di insufficienza congestizia A causa della dilatazione dell’atrio sinistro può comparire fibrillazione atriale, che influenza negativamente il decorso della patologia

INSUFFICIENZA MITRALICA Sintomatologia Nell’insufficienza mitralica ACUTA i sintomi esordiscono in modo ingravescente: Dispnea per sforzi di lieve entità, spesso anche a riposo Edema polmonare acuto Ridotta tolleranza allo sforzo

INSUFFICIENZA MITRALICA Esame obiettivo Itto della punta sollevante e rapido, spesso spostato in basso e a sinistra Soffio olosistolico, che copre il I tono, meglio udibile alla punta e irradiato all’ascella

INSUFFICIENZA MITRALICA Test diagnostici ELETTROCARDIOGRAMMA: Informazioni non specifiche RX TORACE: ECOCARDIOGRAMMA: Quantifica dimensioni e funzione ventricolare e atriale sinistra e rigurgito mitralico CATETERISMO CARDIACO: Pressioni atriali sinistre (aumentate nelle forme acute e in quelle croniche con atrio poco compliante) Con la ventricolografia si quantifica l’entità del rigurgito

INSUFFICIENZA MITRALICA Trattamento TERAPIA MEDICA Profilassi antibiotica dell’endocardite batterica Vasodilatatori: riducono il post-carico durante la fase di eiezione aortica e quindi la pressione endoventricolare, riducendo l’entità del rigurgito Digitale: cardiocinetico Diuretici: solo se è presente congestione polmonare TERAPIA CHIRURGICA

Trattamento della insufficienza mitralica Terapia chirurgica Riparazione Plastica Sostituzione Protesi biologica meccanica

probabilmente già controindicato l’intervento chirurgico Trattamento della insufficienza mitralica Indicazione all’intervento chirurgico VTS ≤ 40 ml/m² Pressione arteriosa Max / VTS<3 Insufficienza mitralica acuta massiva Pazienti sintomatici (per sforzi intensi, classe NYHA II) Non candidati I pazienti asintomatici I pz in classe NYHA III e IV vanno valutati perchè probabilmente già controindicato l’intervento chirurgico ...i pazienti che si definiscono asintomatici vanno valutati anche attraverso una prova da sforzo

PROLASSO MITRALICO Alterazione della valvola mitrale che determina ridondanza dei lembi con prolasso (protrusione oltre il piano atrioventricolare durante la sistole ventricolare) o sbandieramento verso l’atrio sinistro. Possono essere interessati entrambi i lembi valvolari, più comunemente il lembo posteriore.

PROLASSO MITRALICO Incidenza e prevalenza Circa 6% della popolazione. Più frequente nel sesso femminile. La maggior parte dei pazienti sono asintomatici La diagnosi è spesso occasionale

PROLASSO MITRALICO Eziopatogenesi Forme PRIMARIE (familiari e non, sindrome di Marfan, altre patologie dei tessuti connettivali) Forme SECONDARIE (cardiopatia ischemica, lesioni reumatiche, cavità ventricolare sinistra ridotta, difetti interatriali, ipertensione polmonare) In alcuni casi è presente una degenerazione mixomatosa a livello dei lembi valvolari mitralici con aumento dei polisaccaridi acidi

PROLASSO MITRALICO Fisiopatologia La maggioranza dei casi non presenta insufficienza mitralica In circa il 10% dei casi può insorgere una insufficienza mitralica progressiva, per esagerata fluttuazione della valvola o per sovrapposta endocardite batterica (da qui l’importanza di una profilassi antibatterica estensiva in caso di qualsiasi procedura invasiva)

PROLASSO MITRALICO Sintomatologia DOLORE TORACE ATIPICO (retrosternale, prolungato, non correlato con l’esercizio fisico) PALPITAZIONI E SINCOPI (legati alla comparsa di aritmie sopraventricolari e ventricolari)

PROLASSO MITRALICO Esame obiettivo All’ ascultazione: click mesotelesistolico, dovuto al rapido tendersi delle corde tendinee allungate o al lembo prolassante quando raggiunge la sua massima estensione Soffio mesosistolico dopo il click quando c’è insufficienza mitralica

PROLASSO MITRALICO Test diagnostici ELETTROCARDIOGRAMMA: Normale o alterazioni del tratto ST e dell’onda T (soprattutto nelle derivazioni inferiori) RX TORACE: Informazioni non specifiche ECOCARDIOGRAMMA: Appropriata valutazione del movimento dei lembi mitralici e del rigurgito: DIAGNOSTICO CATETERISMO CARDIACO: Complementare all’ECO

PROLASSO MITRALICO Terapia Terapia antibiotica per la profilassi dell’endocardite batterica. Terapia medica dell’insufficienza mitralica, quando emodinamicamente significativa. Trovano indicazione i beta-bloccanti nelle precordialgie e gli antiaritmici in caso di tachiaritmie.