“Da Lui, il Maestro, tutta la luce….” Contemplando l’immagine del Maestro
Il grande obiettivo della nostra vita, sempre ribadito dal Beato Alberione è questo: “Vivere Gesù, in Gesù, per Gesù, con Gesù. Stabilire la nostra vita in Lui”.
Il punto centrale della nostra spiritualità è un’attrazione che genera una profonda relazione interpersonale: «Venite a me». Il Maestro è colui che attira a sé, che invita ad entrare nella sua logica, nei suoi orizzonti…
Invochiamo la luce dello Spirito per comprendere sempre meglio che cosa vuol dire “stabilire la nostra vita nel Maestro”, che cosa vuol dire essere chiamati a comunicare le insondabili ricchezze dell’amore di Dio.
Sentiamoci guardate da Gesù Maestro e guardiamo i particolari dell’immagine che esprime una sintesi visiva del carisma paolino. Sono presenti tutti gli elementi caratterizzanti la vocazione paolina.
Il libro aperto nella mano sinistra e la scritta: “Io sono la Via e la Verità e la Vita” (contenuto da ricevere e comunicare ogni giorno nell’apostolato);
Il gesto dell’allocuzione della mano destra di colui che richiede ascolto, attenzione…: “imparate da me”
La figura intera e in piedi: non seduto come gli antichi maestri ma un Maestro itinerante sulle strade degli uomini e delle donne di ogni tempo.
Un Maestro che calza i sandali…
In piedi sul globo terrestre… non con il globo in mano come in alcune immagini, ma sulle strade degli uomini, sempre in cammino.
Un Maestro che ha i segni della passione sulle mani e sui piedi (è un Maestro crocifisso), che non solo insegna ma dona la vita, è il Maestro con il cuore di Pastore. I segni della passione sono luminosi: la croce luminosa sullo sfondo e l’aureola intorno al capo indicano che il nostro Maestro è un Maestro crocifisso e risorto: Vivente e glorioso.
Di fronte a questa immagine tanto significativa per noi accogliamo in silenzio l’invito del Maestro: “Venite a me… Vieni a me, totalmente, con tutta la tua persona”.
“Nel 1900, sulla fine dell’Anno santo, a novembre, Leone XIII promulgò un’enciclica la quale era destinata a dare uno sguardo al nuovo secolo che stava avvicinandosi e a dare un indirizzo alla cristianità del nuovo secolo. L’indirizzo era questo: studiare, imitare, seguire Gesù Cristo in quanto è Via e Verità e Vita. Non è una bella espressione, non è un consiglio, è la sostanza della congregazione, essere o non essere paolini. Non si possono fare delle digressioni. Lo studio dev’essere uniformato alla devozione a Gesù Maestro Via e Verità e Vita, la disciplina religiosa deve uniformarsi a Gesù Maestro Via e Verità e Vita, la pietà deve uniformarsi a Gesù Maestro Via e Verità e Vita, l’apostolato deve dare questo. Quando non dà questo è fuori strada e non è benedetto. Quando dà questo è sulla sua via, la via di Dio. Allora benedizioni sopra benedizioni…”. (Giacomo Alberione)
Attraverso di noi Gesù vuol parlare, pensare, amare, vivere…. “Oh, quando la grazia investe un'anima, è come quando si mette il lievito nella pasta! La fa crescere tanto da cambiarla in Gesù e quell'anima poi parla come Gesù, pensa come Gesù, guarda come Gesù, ama come Gesù; non è più lei che vive, è Gesù che vive in lei (…)”. Attraverso di noi Gesù vuol parlare, pensare, amare, vivere…. Meditazione alle FSP del 10 dicembre 1932
"... Gesù Maestro: che io pensi... con la tua intelligenza, sapienza, Che io ami con il tuo Cuore... Che io veda in tutto con i tuoi occhi. Che io parli con la tua lingua. Che io oda solo con le tue orecchie. Che io assapori quello che tu gustasti. Che le mie mani siano le tue. Che i miei piedi siano sui tuoi passi. Che io preghi con le tue preghiere. Che io tratti con il tuo tratto. Che io celebri come tu ti immolasti. Che io sia Te e Tu sia in me; tanto che io scompaia". (Don Alberione)
Padre santo, ci hai invitati a seguirti più da vicino Padre santo, ci hai invitati a seguirti più da vicino. Oggi risuoni nuovamente per noi quella chiamata, che ha segnato per sempre la nostra vita e la vita del Fondatore: “Venite a me, voi tutti”. Donaci lo stesso spirito del Beato Alberione, perché entriamo in un cammino di trasformazione, fino ad essere non solo di Cristo ma a divenire Cristo (cf VC 109), fino ad essere luogo della sua vita a imitazione del nostro Padre san Paolo: “Vivo, ma non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me” (Gal 2,20).