La Chirurgia in Ambulatorio

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
I criteri esposti nelle linee guida che seguono saranno utilizzati per la prenotazione di tutti gli esami ecografici, con l’esclusione di quelli relativi.
Advertisements

Aggiornamento 2007 di Oncologia il Carcinoma della Mammella
CARCINOMA INIZIALE DELLA MAMMELLA
ESOFAGO DI BARRETT L’ esofago di Barrett, è caratterizzato dalla sostituzione con epitelio colonnare metaplasico dell’ epitelio squamoso che normalmente.
“STUDIO MULTICENTRICO RETROSPETTIVO SUL CARCINOMA INCIDENTALE
ALGORITMO DECISIONALE E TERAPEUTICO NEGLI INCIDENTALOMI SURRENALICI
CISTI DEL PANCREAS.
SOCIETA’ TRIVENETA DI CHIRURGIA
TRATTAMENTO CHIRURGICO DEL TUMORE DI VANEK
CONCETTI GENERALI Assolutamente necessario l’inquadramento multidisciplinare del paziente Risultati sovrapponibili fra chirurgia demolitiva e chirurgia.
Il Follow-up del Carcinoma Tiroideo
Emangioendotelioma epitelioide intravascolare atipico
DIAGNOSTICA SENOLOGICA
Il trattamento del ca mammario è multidisciplinare, ma . . .
Caso clinico Carla Cavaliere Sara Corvigno
Le procedure di analisi del linfonodo sentinella nel carcinoma orale
Corso di laurea specialistica in Medicina e Chirurgia
FATTORI PROGNOSTICI GENERALI
IL FOLLOW UP IN ONCOLOGIA MEDICA.
24° CONGRESSO NAZIONALE ACOI
INTERVENTI CONSERVATIVI
DIAGNOSTICA PER IMMAGINI DELLA MAMMELLA
T.S., M/77 aa A.P.Familiare: negativa per neoplasie
Linfoma nodulare Linfoma nodulare.
CASO N. 13.
MALFORMAZIONI E NEOFORMAZIONI PALPEBRALI
Aggiornamento 2008 di Oncologia il Carcinoma della Mammella
SANGUINAMENTI UNTERINI IN MENOMAUSA E CARCINOMA DELL’ENDOMETRIO
Dott. Andrea Longo Dott. Vanni Ciuti
SECREZIONI DAL CAPEZZOLO
NODULO SOLITARIO DELLA MAMMELLA
CARCINOMA DELLA MAMMELLA RECIDIVO
CARCINOMA DEL RETTO O DELL'ANO
CARCINOMA DELLA MAMMELLA AVANZATO
In costruzione.
MELANOMA.
In costruzione.
G Vaccari, L Molani, M Perani
Percorsi diagnostico-terapeutici integrati:
La diagnosi ecocolordoppler nella T.V.P.
Obiettivi generali d’apprendimento
Diagnosi differenziale delle lesioni pigmentate
VALUTAZIONE ANATOMO PATOLOGICA PRE-TRATTAMENTO NEOADIUVANTE
DIAGNOSI E TRATTAMENTO DEI NODULI TIROIDEI
Istituto Ninetta Rosano-Clinica Tricarico
Il ruolo dell’ostetrica e dell`infermiera professionale nel 2 livello diagnostico terapeutico Ostetrica Antonella Sacco Corso per il personale sanitario.
L’ecografia nello studio del linfedema secondario
CANCRO DELLA MAMMELLA.
Percorsi diagnostico-terapeutici integrati:
Operatore Socio Sanitario
GINECOMASTIA Aumento di volume della ghiandola mammaria maschile per iperplasia vera. Dovuta a squilibrio tra androgeni/estrogeni. Sintomi: Dolore locale.
RISCONTRO DI LEIOMIOMA DELLA GIUNZIONE GASTRO-ESOFAGEA IN PAZIENTE CANDIDATO A SLEEVE GASTRECTOMY VL QUALE STRATEGIA DIAGNOSTICO- TERAPEUTICA?
come fare l’ autopalpazione
Modulo 6 Diagnosi Integrata.
Tumori dei tessuti molli
CASO CLINICO Filippo Alongi Direttore
Problematic lesions in children. Moscarella E, et al. Dermatol Clin Oct;31(4): Jul 10. Review.
Perdita del differenziamento Disordine strutturale
Aspetti citologici di malignità 3
UOS Chirurgia Oncologica, Valduce - Como
Dott. Alberto Vannelli Amartoma polipoide a ghiandole di Brunner
NEOPLASIA DELLA MAMMELLA
L’incurvamento Ventrale congenito del pene: alternativa chirurgica
Alopecia: mancanza di pelo Focale o multifocale: processo patologico locale di natura infiammatoria del follicolo pilifero Generalizzata: problema sistemico.
LESIONI DELLE GHIANDOLE SALIVARI E DEI LORO DOTTI
Transcript della presentazione:

La Chirurgia in Ambulatorio La maggior parte delle lesioni cutanee sono suscettibili di trattamento ambulatoriale. Sin dal primo approccio, e’ importante definire se si tratta di una lesione benigna o maligna, in quanto un mancato riconoscimento di lesioni maligne puo’ scatenare una cascata di errori nel corso della pianificazione della strategia terapeutica. Benche’ alcune lesioni possano essere facilmente riconosciute all’esame clinico, la diagnosi di certezza e’ solo istologica. Una biopsia eseguita in maniera scorretta puo’ inficiare sia la diagnosi istologica sia il trattamento definitivo.

Biopsia La biopsia deve essere pianificata in base alle caratteristiche cliniche della lesione, focalizzandosi in particolare sulle dimensioni e sulla localizzazione superficiale o profonda. La biopsia deve essere effettuata preparando un campo sterile centrato sulla lesione nel rispetto delle regole di base dell’antisepsi e dell’asepsi in chirurgia. L’incisione dei tessuti superficiali deve essere effettuata con il bisturi, che induce una necrosi limitata sui tessuti. Per ridurre i danni estetici l’incisione va fatta in corrispondenza delle pieghe cutanee naturali, seguendo le linee di tensione di Langer

Si distinguono classicamente i seguenti tipi di biopsia: biopsia incisionale: consiste nella rimozione di una parte della lesione da inviare per esame istologico. Trova indicazione nelle lesioni di grandi dimensioni che si presume richiedano un trattamento definitivo complesso. La lesione deve essere incisa a cuneo, includendo anche un margine di tessuto normale ed i margini di exeresi vanno suturati. biopsia escissionale: consiste nella completa rimozione della lesione. Rappresenta il trattamento definitivo per la maggior parte delle lesioni superficiali e deve comprendere un margine di cute normale (2-5 mm) ed il tessuto sottocutaneo corrispondente, rispettando la fascia muscolare sottostante. L’incisione e’ generalmente a losanga centrata sulla neoformazione. agobiopsia: puo’ essere effettuata con ago sottile (FNAC) 19-23 G o con tranciante (tru-cut). Nel primo caso saranno allestiti preparati per l’esame citologico, nel secondo caso per esame istologico. Puo’ essere eseguita sotto guida eco o TAC. La biopsia con ago sottile puo’ trovare indicazioni in caso lesioni del sottocute (linfonodi, lipomi), le cui caratteristiche cliniche non suggeriscono l’escissione. La biopsia con tru-cut trova indicazioni per le masse profonde che necessitano di definizione istologica pre-operatoria ai fini di una corretta impostazione dell’iter terapeutico.

Patologia benigna Cisti sebacee, cheratosi seborroiche, cheratosi senili, verruche volgari, papillomi, dermatofibromi, cheratoacantomi, nevi e lipomi sono le lesioni benigne piu’ frequentemente oggetto di consultazione ambulatoriale. La terapia chirurgica consiste nell’asportazione della lesione in toto. Non e’ necessario estendere l’exeresi ai tessuti circostanti. E’ opportuno inviare sempre il pezzo operatorio operatorio all’anatomo-patologo per esame istologico.

Patologia maligna Il carcinoma basocellulare . Il trattamento consiste nella completa escissione della lesione, che deve comprendere almeno 0.5-1 cm di tessuto sano circostante. Il carcinoma squamocellulare Il trattamento consiste nella completa escisione del tumore con almeno 0.5-1 cm di tessuto sano circostante. In tali casi si raccomanda il controllo intraoperatorio dei margini al congelatore, un margine di exeresi in tessuto sano di 1 cm e l’asportazione in blocco del tessuto sottocutaneo. Puo’ essere inoltre utile eseguire contestualmente all’intervento chirurgico di radicalizzazione la biopsia del linfonodo sentinella. La tecnica e’ la medesima descritta per il melanoma. E’ raccomandato inoltre un adeguato follow-up clinico-strumentale a cadenza semestrale, in considerazione del rischio non trascurabile di metastasi linfonodali e a distanza.

Il melanoma primitivo e nella stadiazione delle micrometastasi linfonodali. Lo spessore del melanoma espresso in mm (indice di Breslow) ha importanti implicazioni diagnostiche e terapeutiche. Infattii, nel melanoma con spessore < 2 mm e’ considerato adeguato un margine di 1 cm di tessuto sano nella cute e nel sottocute, mentre per spessori superiori tale margine deve essere di almeno 1-2 cm.

Cisti Sebacee Causa molto frequente di consultazione ambulatoriale, si formano generalmente per ostruzione del dotto delle ghiandole sebacee annesso ai follicolli piliferi. Sedi comuni sono il cuoio capelluto, il collo, il dorso. Talora possono raggiungere notevoli dimensioni, possono infettarsi e richiedere un trattamento chirurgico urgente che consiste nell’incisione e drenaggio. E’ bene in tali situazioni rinviarne l’asportazione radicale. Per l’asportazione radicale si esegue un’incisione a losanga della cute comprendente l’orifizio del dotto obliterato; si scolla quindi per via smussa la capsula della cisti dalla cute e dal sottocute circostanti, prestando attenzione a non lacerarla, per minimizzare il rischio di recidiva. La soluzione di continuita’ viene successivamente suturata

LIPOMA Origina di solito nel tessuto adiposo sottocutaneo, ha consistenza soffice ed e’ mobile rispetto alla cute ed ai piani profondi. Puo’ essere occasionalmente sottofasciale o intramuscolare e puo’ insorgere in qualunque sede, anche se piu’ frequentemente nel dorso. Viene generalmente escisso per motivi estetici, perche’ sintomatico o perche’ le caratteristiche cliniche (dimensioni, tasso di crescita) ne impongono la verifica istologica per differenziarlo da un liposarcoma a basso grado di malignita’. La cute viene incisa lungo una piega cutanea in corrispondenza della tumefazione, che viene scollata per via smussa dal tessuto sottocutaneo, senza intaccarne la capsula. E’ opportuno eseguire un’emostasi accurata del letto del tumore, per evitare la formazione di ematomi.

Interventi: plastica erniaria safenectomia asportazione cisti pilonidali ascessi e fistole chirurgia proctologica