Insegnamento e Ricerca Interdisciplinare di Storia Le modalità del processo risorgimentale e le loro conseguenze sulla società italiana (1815-1870) IRIS Insegnamento e Ricerca Interdisciplinare di Storia Marina Medi – Milano 22 novembre 2010
Le interpretazioni del Risorgimento I giudizi sono stati molto diversi, influenzati dai problemi politico-ideologici del momento: Critici: conquista sabauda, rivoluzione borghese fallita perché incapace di intrecciare la questione nazionale con quella sociale, rafforzamento di industriali e agrari contro le classi operaie e contadine (Oriani, Gobetti, Salvemini, Gramsci…) Apologetici: capolavoro dei movimenti liberal-nazionali, religione della nazione che precorre il fascismo (Croce, Gentile, Volpe…) Neo-materialisti: analisi puntuali delle trasformazioni economiche, sociali e istituzionali, disinteresse per quelle politico-ideologiche Dibattito attuale: ripresa di studi anche sui protagonisti e i simboli nella costruzione dello stato-nazione (Riall, Ginsborg…) controstorie (Di Fiore…) studi comparativi su analoghi processi in Europa
La formazione dello stato-nazione L’unificazione politica dell’Italia si realizza rapidamente tra il ‘59 e il ’70 grazie a: abili e fortunate manovre diplomatiche l’azione militare di volontari e dell’esercito sabaudo la pressione di un’opinione pubblica nazional-patriottica Il risultato è un ampliamento territoriale del Regno di Sardegna che cambia nome, ma mantiene tutte le sue istituzioni. Non è un processo rivoluzionario di tipo politico o sociale. Non si fonda su un nuovo patto costituzionale. (Molto dubbia l’attendibilità dei plebisciti). I protagonisti del processo sono per lo più nobili e borghesi con motivazioni e posizioni politiche diverse tra loro e conflittuali, mentre le masse popolari restano passive o ostili.
e gli italiani? Il modo con cui si è svolto il processo risorgimentale per l’indipendenza e l’unità ha permesso di formare una comunità nazionale unita perché fondata su diritti riconosciuti e valori condivisi? L’idea di Italia preesistente è riuscita a diventare uno degli elementi di identità a livello personale e collettivo? Noi crediamo di no Vediamo perché
Lo scontro politico-ideologico Quattro progetti politicamente alternativi per un’Italia indipendente: repubblicano centralista (Mazzini) repubblicano federalista (Cattaneo) monarchico centralista (Cavour) monarchico federalista (Gioberti) Due modelli della società: moderato e democratico a volte con momenti di azione comune o almeno parallela in genere fortemente conflittuali = Durante il processo: divisione e ostilità In chi perde: risentimento, delusione, estraneità Garibaldi rispedito a Caprera, il suo esercito sciolto, i suoi membri mal sopportati nell’esercito sabaudo Mazzini esule per sempre
Lo scontro militare I conflitti armati hanno nemici diversi: - l’Austria - i governi degli stati italiani legittimisti, compreso lo Stato pontificio - la Francia di Napoleone III - gli “insurrezionalisti” (mazziniani e altri democratici) - i “briganti” Gli scopi sono diversi, a seconda dei protagonisti: conquiste territoriali indipendenza dallo straniero Costituzione maggior giustizia sociale unificazione politica ed economica abolizione del potere temporale della Chiesa mantenimento dell’ordine sociale A Genova aprile ’49 La Marmora contro antimonarchici, dopo sconfitta della guerra. Palermo nel ‘66 40.000 soldati contro i briganti, da 20.000 a 70.000 vittime in 10 anni. Legge Pica ’63 stato d’assedio. Lombroso nel corpo di Sanità militare.
Che cosa comporta questa diversità? Manca un nemico comune contro cui riconoscersi come fronte unito I rari momenti in cui c’è alleanza sono subito seguiti da sconfessioni e rifiuti = Tra gli stessi “vincitori” del processo risorgimentale prevalgono sentimenti di sospetto e astio reciproco. Per molti anche di rancore e sconfitta Li chiamo vincitori perché bene o male l’unificazione italiana che avevano cercato si è realizzata. V.E. II non va alla sfilata davanti alla Reggia di Caserta 6 novembre ’60
Ma il processo lascia anche molti “vinti” I sovrani legittimisti e chi è rimasto a loro fedele per loro: esilio, prigionia, isolamento Il papa e la chiesa cattolica perdita del potere temporale ed esproprio dei beni della Chiesa Le popolazioni contadine, specie del Sud nessun beneficio, nessuna promessa mantenuta, meno carità per la soppressione dei beni ecclesiastici, nuove tasse, coscrizione, proprietari più esigenti, governo estraneo, repressione armata 20.000 soldati borbonici prigionieri nel forte di Fenestrelle. 3623 soldati della Brigata estense di Francesco V Este di Modena Capua e Gaeta bombardamento, assedio, tifo. Commissioni per accettare ufficiali vinti nell’esercito vincitore.
Il Risorgimento è stato una guerra civile? Ogni processo di unificazione nazionale è in qualche misura una guerra civile Tra il 1815 e il 1870 le azioni armate sono di italiani contro altri italiani: lombardi e veneti nell’esercito austriaco eserciti degli stati legittimisti insorti mazziniani e garibaldini “briganti” = Inevitabile difficoltà per molti a identificarsi nella nuova realtà nazionale
Altri aspetti del processo ostacolano la formazione del “senso dello stato” Unificazione come conquista sabauda: piemontesizzazione degli apparati statali incameramento brutale del patrimonio degli stati vinti Gattopardismo: gruppi possidenti e di potere saltano sul carro dei vincitori per difendere i loro privilegi Appoggio chiesto alla mafia (conquista della Sicilia) e alla camorra (ordine a Napoli): inizio della collusione tra Stato e criminalità organizzata Corsa a trovare vantaggi personali nella fase di transizione. Poi lottizzazione clientelare del potere Interessi all’esproprio del beni ecclesiastici: radicalizzazione dello scontro tra Stato e Chiesa Sistema elettorale censitario ristretto che esclude donne, poveri e analfabeti Prima riunione del Parlamento è l’ottava. Azzurro è colore dei Savoia. 1000 camorristi nella polizia. Contrabbando dicendo “E’ roba d’o zì Peppe”. Generali borbonici pagati per tradire. Altri incapai
Un processo incompiuto Nel Risorgimento l’idea romantica di nazione (comunità di sangue, terra, cultura, storia, religione, destino) assume valenza di rivoluzione liberale contro il legittimismo convive con pratiche di internazionalismo per la libertà e l’indipendenza di tutti i popoli oppressi non riesce però a concepire l’inclusione dei ceti sociali poveri e delle donne 123 stranieri nei Cacciatori delle Alpi nel’59
Bibliografia Alberto Mario Banti, Il Risorgimento italiano, Laterza, Roma-Bari 2004 Alberto Mario Banti, Nel nome dell’Italia, Laterza, Roma-Bari 2010 Eva Cecchinato, Camicie rosse, Laterza, Roma-Bari 2007 F.Della Peruta, Conservatori, liberali e democratici nel Risorgimento, Angeli, Milano, 1989 Gigi Di Fiore, Controstoria dell’Unità d’Italia, Rizzoli, Milano 2007 Alberto Mario Banti e Paul Ginsborg (a c. di), Storia d’Italia. Annali 22. Il Risorgimento, Einaudi, Torino, 2007 Denis Mack Smith, Il Risorgimento italiano, Laterza Roma-Bari, nuova ed. 1999 Lucy Riall, Il Risorgimento. Storia e interpretazioni, Donzelli, Roma 1997 Lucio Villari, Bella e perduta, Laterza, Roma-Bari, 2009 Giancarlo De Cataldo, I traditori, Einaudi, Torino, 2010