L’invenzione della stampa Lezione del corso di Storia della Tecnologia 14/03/2008 Filippo Nieddu
I precedenti Il disco di Festo (Creta) Le tavolette di epoca romana per decorazioni murali Tavolette lignee ritrovate in Europa già dal XIV secolo (esempio quella di Digione del 1370) La cartamoneta vista da Marco Polo nel 1298 In Oriente: carte da gioco e amuleti religiosi
Il Medioevo/1 L’editoria nasce nel Medioevo Produzione manuale di copie di manoscritti da parte di amanuensi a servizio di privati I testi più frequentemente trascritti erano i testi religiosi; tra i più riprodotti, la Bibbia La trascrizione di un intero testo come la Bibbia poteva richiedere fino a un anno di lavoro
Il Medioevo/2 Figure professionali il bibliotecario: dettava i testi da trascrivere lo scriptor: scriveva i testi il corrector: controllava che non vi fossero errori il miniator: decorava i manoscritti e li illustrava con “miniature”
Il Medioevo/3 Le miniature La parola "miniatura“ deriva dal latino minium, il colore usato per riquadrare le pagine e per scrivere i titoli e le lettere iniziali dei manoscritti Le miniature, col passare del tempo, divennero piccoli capolavori contenuti nello spazio di pochi centimetri quadrati
La nascita dell’editoria Fra il VII e il XII secolo, l'attività di scriba fu esercitata esclusivamente nei conventi o nelle scuole ecclesiastiche La continuità della tradizione letteraria classica si deve soprattutto ai monaci dell'ordine Benedettino, che si dedicarono all'attività scrittoria Fra il XII ed il XIII secolo si moltiplicarono copisti che scrivevano in bella scrittura, ma spesso per scarsa cultura il testo era pieno di errori d'ogni genere Anche gli studenti universitari, per mantenersi agli studi, esercitavano tale mestiere
Altri metodi / 1 Prima della diffusione della carta, si utilizzava come supporto la pergamena, ricavata da pelli di diversi animali opportunamente trattate La pergamena veniva tagliata in fogli di grandezza standard I fogli venivano riuniti in fascicoli detti quaterni, perché costituiti da quattro fogli Più quaterni cuciti insieme e protetti con una copertina costituivano il "codice“ Prima della pergamena, i libri erano scritti su papiri arrotolati o su tavolette cerate, incise con uno stilo (con punta di metallo, legno o osso)
Altri metodi / 2 Acquaforte: tecnica così chiamata dal nome comune dell’acido nitrico; è un tipo di incisione su rame inventata da Albert Dürer all’inizio del XVI secolo (altri lo attribuiscono a Tommaso Finiguerra, orefice fiorentino). Questo processo consiste nel versare l'acquaforte (miscela di acido nitrico, acido solforico – detto anche vetriolo – e acido cloridrico – detto anche acido muriatico –, tutti forti agenti ossidanti) sopra uno strato - disteso su una lamina di rame - di speciale vernice resinosa su cui, con una punta d'acciaio già si è inciso il disegno in precedenza. L'incisione con l'acquaforte si esegue su rame o anche su acciaio e su zinco
Altri metodi / 3 La xilografia è l’arte di incidere ed intagliare sul legno figure e caratteri in rilievo. L'artista xilografo con il bulino (sottile scalpello con la punta in acciaio) scavava le parti bianche rispettando le parti disegnate, le quali formavano poi in rilievo la figura che si voleva ottenere. La tecnica è di origine cinese (VIII secolo), e si diffuse in Europa dal XIV secolo. Fu utilizzata anche in combinazione con la stampa a caratteri mobili, per realizzare le figure. Dal XVI secolo il legno è abbandonato in favore del metallo. Il primo, tuttavia, fu impiegato sino al XIX secolo, soprattutto in Francia, dove legni duri come il bosso permettevano tirature anche dell’ordine delle migliaia di esemplari.
Un esempio di xilografia Albert Dürer, Melancolia I, xilografia, 1514 Simboleggia la sfera intellettuale dominata dal pianeta Saturno, secondo la tradizione astrologica legato al sentimento della melanconia, che lega il mondo razionale delle scienze e quello immaginativo dell'arte.
Un particolare interessante… L’opera di Dürer contiene, tra gli altri elementi, anche un quadrato magico matematico, che, al pari di altri letterali, è presente in molta letteratura ermetica del periodo.
La pergamena e la carta Il problema principale era il costo della superficie ricettiva (per un volume in-folio di 200 pagine erano necessarie le pelli di 25 pecore) Dall’Islam arrivò il procedimento per la produzione della carta (XII secolo) Ciò diede grande impulso al settore Hyginus, De Sideribus Tractatus, Manoscritto su pergamena, Italia 1450 circa
Le tecniche fondamentali Esistono tre metodi: Stampa a rilievo o tipografica Stampa a intaglio o incisione Stampa litografica (più tarda) Stampa tipografica Stampa a incisione Stampa litografica
La stampa tipografica / 1 Il procedimento di stampa di Gutenberg consiste nell'allineare i caratteri in una riga in modo da formare una pagina, cosparsa di inchiostro e pressata su un foglio di carta o di pergamena. L'innovazione stava nella possibilità di riutilizzare i caratteri - fino ad allora le matrici di stampa venivano ricavate da un unico pezzo di legno, che poteva essere impiegato solo per stampare sempre la stessa pagina, finché non si rompeva la matrice, cosa che accadeva assai spesso. Stampa tipografica
La stampa tipografica / 2 La lega per i caratteri di Gutenberg era formata da piombo e stagno, raffreddava velocemente e resisteva bene alla pressione esercitata dalla stampa. La macchina usata per la stampa era derivata dalle presse a vite usate per la produzione del vino: ciò permetteva di applicare con pressione uniforme l'inchiostro sulla pagina. Questa tecnica era di gran lunga superiore ai procedimenti tradizionali e si sarebbe diffusa in fretta in tutt'Europa: solo 50 anni dopo erano stati stampati già 30.000 titoli con una tiratura superiore a 12 milioni. Stampa tipografica
Stampa a intaglio La stampa a intaglio Il metodo a intaglio o incisione propriamente detto consiste nell’incidere in incavo su rame. L'inchiostro da stampa, che inizialmente viene steso su tutta la lastra, viene poi raschiato via dalla sua superficie liscia e lucida, e rimane solo negli incavi. Si preme poi fortemente il foglio di carta contro la lastra e l'inchiostro rimasto negli incavi viene ad aderire alla carta, tanto più quanto più profondo è l'incavo. Questo rilievo, percettibile al tatto nelle stampe da incisioni manuali (bulino, punta secca, acquaforte) ma non più nelle stampe da incisioni fotomeccaniche (eliotipia, rotocalco), riproduce le variazioni di tono delle figure. Esiste anche la tipologia di incisione in rilievo (a mo’ di timbro), e quella in piano (come la litografia).
La stampa litografica La litografia è un procedimento di stampa inventato nel 1798 dal tedesco Aloys Senefelder. Esso sfrutta un particolare tipo di pietra, levigata e poi disegnata con una matita grassa. Passando l’inchiostro sulla pietra così trattata, questo è respinto dalle parti inumidite e trattenuto dalle parti grasse. Così al torchio il foglio di carta riceve solo l’inchiostro che si deposita sulle parti disegnate e non sulle altre. Il sistema fu sostituito dalla cosiddetta litografia offset, che dal 1840 sostituì la pietra con una matrice in zinco, che permise la realizzazione delle macchine pianocilindriche. Stampa litografica
I requisiti La carta La preparazione della superficie per stampare L’inchiostro Il metodo di trasferimento dell’inchiostro L’idea generale del processo
L’inchiostro In origine: soluzione acquosa di gomma avente come pigmento nerofumo o una sospensione di gallato ferrico In un secondo momento comparve un inchiostro a base di olio di lino cotto (lo stesso usato in pittura come base per i colori). Non se ne conosce l'inventore, anche se qualcuno lo attribuisce a Gutenberg. Questo nuovo tipo di inchiostro rese possibile l'adozione del torchio tipografico
L’evoluzione tecnologica Probabilmente si cominciò a comporre brevi didascalie per le immagini religiose, e la necessità di riparare le tavolette troppo logorate sostituendo una singola lettera fece forse venire l'idea di scrivere l'intera parola in questo modo. Per la difficoltà di ottenere sostituzioni precise era indispensabile passare alla produzione di tipi in metallo, e questo avvenne certamente a Magonza, in una stamperia già attiva dal 1447.
Il processo/1 In un giorno una coppia di stampatori poteva realizzare fino a 300 copie di un singolo foglio; raggiunta la tiratura voluta, le lettere veniva separate le une dalle altre e ricomposte in un altro ordine per stampare altre centinaia di copie di una seconda pagina, e così via. La realizzazione delle lettere in metallo era particolarmente difficile perché il lavoro andava eseguito rigorosamente a mano e la tolleranza accettabile era minima.
Il processo/2 Il numero di caratteri necessari era elevato: una singola pagina della prima Bibbia stampata da Gutenberg, per esempio, contiene circa 2750 lettere; tenuto conto che due pagine erano sempre in stampa, altre due in fase di composizione e due venivano «smontate», dovevano essere a disposizione circa 20.000 caratteri. Ogni carattere, a forma di piccolo prisma quadrangolare alto circa 2,5 cm, andava comunque rifinito a mano per rendere le sue dimensioni perfettamente identiche a quelle degli altri caratteri: si è calcolato che due operai specializzati non potevano produrre più di 25 caratteri finiti all'ora.
Il processo/3 I caratteri erano poi mandati in composizione: l'addetto li prendeva da una serie di cassettini e li ordinava in un vassoio di legno, della grandezza di una pagina stampata, che poteva essere stretto con forza sui lati per tenere le lettere al loro posto. È probabile che il compositore della metà del Quattrocento non riuscisse a comporre più di una pagina al giorno. Quando il lavoro di composizione era terminato veniva stampata una pagina di prova (la bozza, come si chiama ancora oggi) e passata correttore o «lettore». Questi normalmente era un intellettuale, dalle cui conoscenze e dalla cui acutezza dipendeva la reputazione di uno stampatore. La bozza corretta tornava al compositore, che sostituiva i caratteri sbagliati e stampava una seconda bozza che veniva nuovamente corretta prima che la pagina andasse definitivamente in stampa.
La Bibbia di Gutenberg La celebre Bibbia, nota con il nome di “Bibbia di 42 linee”, pubblicata tra il 1455 e il 1456, è considerata il primo libro completo a stampa a caratteri mobili e costituisce un avvenimento di enorme portata per quell'epoca: fu stampata in caratteri gotici in due colonne di 42 righe ciascuna costituita da 641 carte divisa in due, tre e quattro volumi a seconda delle richieste dell’epoca
Importanza della stampa a caratteri mobili Possibilità di produrre con una spesa limitata una quantità di libri enormemente superiore a quella che si poteva ottenere con la riproduzione manoscritta Abbassamento dei costi dei libri una biblioteca di manoscritti era un lusso che solo principi ed istituzioni potevano permettersi la stampa permise l’acquisto di libri anche a famiglie non particolarmente benestanti Precoce ed intensa produzione di stampe in volgare, che portò allo sviluppo delle lingue nazionali a scapito del latino, oltre che alla diffusione di nuove teorie scientifiche e religiose
I perfezionamenti successivi Successivamente i caratteri tipografici furono perfezionati (divennero più chiari ed eleganti) e furono introdotti nuovi formati di libri Si deve al tipografo veneziano Aldo Manuzio (fine ‘400- primi ‘500) l'introduzione del corsivo, che nell'arte tipografica prese il nome di carattere "aldino" o "italico“ L'invenzione del libro di piccolo formato, che poteva essere portato con sé e letto in qualunque luogo, senza bisogno di essere depositato nel leggio di una biblioteca
I primi giornali La diffusione del sapere e delle informazioni venne amplificata con la nascita, nel XVIII secolo, dei primi giornali periodici: I giornali ebbero subito una fortuna grandissima tra le nuove classi sociali, che in essi trovarono un importante mezzo di passaggio di idee, ed uno strumento di battaglia politica e culturale Nacque così il concetto di "opinione pubblica", l’insieme delle idee di un pubblico padrone di informazioni sufficienti per formulare giudizi sui fatti politici e culturali
Le evoluzioni nell’Ottocento Durante il XIX secolo furono introdotte: la macchina da stampa a vapore le macchine per fabbricare rulli continui di carta Le grandi tirature furono ulteriormente favorite dall'introduzione della stereotipia (1829), grazie alla quale si potevano duplicare cliché tipografici pronti Nel 1884 fu messa a punto la linotype, una compositrice tipografica che riduceva notevolmente il tempo necessario per comporre un testo Successivamente la fotografia contribuì allo sviluppo dei moderni procedimenti fotomeccanici
Riferimenti bibliografici essenziali Vittorio MARCHIS, Storia delle macchine, Roma-Bari : Laterza, 1994 Charles SINGER (ed.), Storia della tecnologia, Torino : Bollati Boringhieri, 1995 Frances YATES, L’arte della memoria, Torino : Einaudi, 1972