XII: non più di formazione, incertamente documentata, ma di affermazione (così come sarà il XIII in quelle iberica e italiana). Dopo lanno 1100 dobbiamo.

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XII: non più di formazione, incertamente documentata, ma di affermazione (così come sarà il XIII in quelle iberica e italiana). Dopo lanno 1100 dobbiamo parlare invece di piena manifestazione di una letteratura romanza variegata nei temi e nelle forme e nella quale campeggiano nuovi generi profani

riferimento cronologico ___|________________|________________|_____ letteratura.. _ |_ _ _ __________|________________|_____ Francia mss.... |..... _ _ _ __|________________|_____ letteratura... |_ _ _ _ _________|_____ Italia, Spagn mss _ _ _|_____

i generi letterari della Francia medievale lirica (strofe, schema metrico-rimico) XI agiografia (strofe/lasse, rima, assonanza) X- XI epica (lasse, assonanza, decasillabi) XI romanzo (distici di ottosillabi a rima baciata) XII

Lirica cortese centralità della prima persona e del punto di vista soggettivo e individuale

laccettazione di questa condizione di attesa, di perpetuazione della richiesta amorosa, di inesausta tensione del desiderio non appagato si fonda sulla convinzione che questa scelta si traduca in un processo di affinamento morale che porta al miglioramento individuale

Amore cortese – Finamor arte damore riservata ad unélite sublimazione del desiderio per una donna lontana geograficamente, socialmente, moralmente (sposata), psico-sessualmente basso > alto (tensione poetica) preghiera, obbedienza, servizio ostacoli: lauzengiers, gilos desiderio di elevarsi del poeta per poter meritare una donna inaccessibile scuola di autoperfezionamento etico suscitata dalle virtù del destinatario valori: mezura (autocontrollo, equilibrio), largueza simmetria tra servizio amoroso e feudale (om liges, sers, servire, obediens, midons)

joi allegrezza generale cosmica; esaltazione provocata dalla contemplazione della donna (opposta a dolor) joven gioventù, insieme di qualità morali dellanima amore adultero senhal fissità (luoghi comuni, parole chiave) varietà generi popolari (pastorella, alba...)e aristocratici (canzone, planh...) livello formale musica

Poésie formelle / intertestualità / dialogia Guiette (poesia dei trovieri) : variazioni su un tema nota forme, suoni, parole: élite Zumthor Dragonetti (arcicanzone) Köhler, Sociologia della finamor

Andrea Cappellano, De Amore

origini della lirica inizio XII sec. apparizione di una nuova produzione lirica arcaica nelle forme ma già stabile e salda Da dove? Quali antecedenti? 1.origini popolari: tradizione lirica pretrovatoresca attestata da alcune forme letterarie come ballate, dansas, chansons de toile: la poesia cortese sarebbe il risultato di cristallizzazione e di formalizzazione di temi e forme poetiche già sviluppatosi spontaneamente (es. canti di maggio / esordi primaverili)

2. origini arabe: importazione di schemi espressivi e di temi tipici della poesia araba, giunti innanzitutto nella regione occitanica, vicina ai domini arabi della Spagna (scoperta delle kharjat) 3. origini colte: influenza di modelli medio-latini, in particolare di alcuni centri di poesia religiosa

Jaufre Rudel 1148 Marcabru invia un testo a.n Jaufre Rudel, outra mar 6 canzoni autore simbolo della poesia trobadorica con la sua teorizzazione dellamor de lonh

vida: poeta innamorato ses vezer della contessa di Tripoli > crociata > morte interpretazioni: biografiche / allegoriche (terra santa) Leo Spitzer: lautore gioisce dello stato di amar desamatz – amore per la situazione la lontananza fisica è uno strumento per simboleggiare limpossibilità di appagamento (lontananza geografica, sociale, psicologica)

Eric Köhler: momento in cui il signore è privato del suo feudo e si trova nella condizione di marginal man no vezer – lonh – amor de terra lonhdana – amor de lonh

Quan lo rius de la fontana (BdT 262,5) quattro coblas doblas di sette héptasyllabes maschili e femminili + tornada a7 b7 c7 d7 a7 c7 e7 (838:2) rime b e d irrelate; rima e rima-refrain

Guglielmo IX dAquitania IX duca dAquitania, VII conte di Poitiers primo trovatore, grande signore lingua/musica/temi (burlesco e osceno, ma anche sistema di ideali non lontano dalla finamor) coinvolto in scontri con lautorità ecclesiastica per la sua relazione con la viscontessa di Châtellerault autore di 10 componimenti (+ 1) trovatore bifronte (Pio Rajna) vers ai companhos // Pos vezem de novel florir

vida (IK):... si fo uns dels majors cortes del mon e dels majors trichadors de dompnas, e bons cavaliers darmas e larcs de donar; e saup ben trobar e cantar. Et anet lonc temps per lo mon per enganar domnas

straordinaria insolenza rapporto con la scuola di S. Marziale di Limoges non solo genetico ma anche polemica e parodia, riprendendo le forme poetiche tipiche della scuola di Limoges, rovesciandole di segno: -si strappa alla chiesa il privilegio di una cultura alta - si utilizzano delle tecniche per innalzare allo stesso livello delle forme poetiche diametralmente opposte -progetto di concorrenza alla Chiesa -fondazione di un ruolo colto a-clericale

Ab la douzor del temps novel (183,1) 4 coblas doblas di sei versi + torn a8 a8 b8 c8 b8 c8 (190:2) I-II a=el, b=i, c=an III-IV a=i, b=an, c=el

v. 8 no.m ve ] N non vei v.9 mos cors ] Pasero: il mio cuore v.11 a 1 tro queu sacha ben de la fi finché non so esattamente se tutto si risolverà come io domando rima identica col v.20 v.15 qestai sobre larbre tremblan entrenan N, treman tremblam a 1 Pasero: questa sobre labren creman (bruciando per il gelo) Capusso arbrentre nan / la nuit il ramo di biancospino resiste sullalbero finché non passi la notte

EPICA A.materia epica (origine non distante dai fatti raccontati: canti e cantilene) B. testi epici stile formulare (impiego di espressioni stabili e ripetute disposte in situazioni metricamente identiche) affinità metriche e retoriche con lagiografia (componente culturale clericale) storicità del tema /scontro fra parti contrapposte (decisivo per unintera comunità e i suoi ideali / senso di destino collettivo eroe in cui la comunità si riconosce e che trova nellazione il senso del proprio onore

Chanson de Roland lasse assonanzate, circa 4000 décasyllabes straordinaria qualità stilistica 778: episodio marginale nella storia di Carlomagno: la caduta in unimboscata, sui Pirenei, presso il passo di Roncisvalle, di un notevole numero di grandi personaggi del regno franco fra cui un Hruodlandus (Vita Caroli di Eginardo) levento assunse tre secoli dopo una forma leggendaria e poetica

dopo sette anni di spedizione militare di Carlomagno in Spagna, Saragozza resiste ed i francesi decidono di accettare le proposte di pace di Marsilio, mentre Rolando vorrebbe continuare la guerra. Rolando propone di inviare Gano come ambasciatore, in sostanza è una condanna a morte: Gano vede sciolto il vincolo feudale che lo lega a Carlo e decide di vendicarsi contro Rolando facendolo nominare capo della retroguardia dei francesi e ordendo poi con Marsilio lagguato nel quale Rolando e Oliviero rimarranno uccisi. opposizione tra Cristianità e mondo islamico male/bene autore=pubblico / anticipazioni (partecipazione emotiva) paien unt tort chrestiens unt dreit 12 apostoli (Giuda) = 12 pari (Gano)

Chanson de Roland Carles li reis, nostre emper e magnes Set anz tuz pleins ad estét en Espaigne: Tresquen la mer cunquist la tere altaigne. Ni ad castel ki devant lui remaigne; Mur ne citét ni est remés a fraindre,5 Fors Sarraguce, ki est en une muntaigne. Li reis Marsilie la tient, ki Deu nen aimet, Mahumet sert e Apollin recleimet: Nes poet guarder que mals ne li ateignet. AOI.

XIII «Seignurs barons, - dist li emperere Carles Li reis Marsilie mad tramis ses messages; De sun aveir me voelt duner grant masse, Urs e leüns e veltres caeignables, Set cenz cameilz e mil hosturs muables, Quatre cenz mulz cargez de lor dArabe,185 Avoec iço plus de cinquante care. Mais il me mandet quë en France men alge: Il me sivrat ad Ais, a mun estage, Si recevrat la nostre lei plus salve; Chrestïens ert, de mei tendrat ses marches. 190 Mais jo ne sai quels en est sis curages.» Dïent Franceis: «Il nus i cuvent guarde!» AOI.

XIVLi empereres out sa raisun fenie. Li quens Rollant, ki ne lotrïet mie, En piez se drecet, si li vint cuntredire. 195Il dist al rei: «Ja mar crerez Marsilie!. Set anz pleins que en Espaigne venimes; Jo vos cunquis e Noples e Commibles, Pris ai Valterne e la tere de Pine E Balasguéd e Tüele e Se ilie. 200Li reis Marsilie i fist mult que traïtre: De ses paien enveiat quinze Cha cuns portout une branche dolive; Nuncerent vos cez paroles meïsme. A vos Franceis un cunseill en presistes; 205Loërent vos alques de legerie. Dous de voz cuntes al paien tramesistes, Lun fut Basan e li altres Basilies; Les chef en prist es puis desuz Haltilie. Faites la guer cum vos lavez enprise; 210En Sarraguce menez vostre ost banie, Metez le sege a tute vostre vie, Si vengez cels que li fels fist ocire!» AOI.

XV Li empe re en tint sun chef enbrunc, Si duist sa barbe, afaitad sun gernun,215 Ne ben ne mal ne respunt sun nevuld. Franceis se taisent, ne mais que Guenelun: En piez se drecet, si vint devant Carlun; Mult fierement cumencet sa raisun, E dist al rei: «Ja mar crerez bricun,220 Ne mei në altre, se de vostre prod nun. Quant ço vos mandet li reis Marsiliun, Quil devendrat jointes ses mains tis hom, E tute Espaigne tendrat par vostre dun, Puis recevrat la lei que nus tenum,225 Ki ço vos lodet que cest plait degetuns, Ne li chalt, sire, de quel mort nus muriuns. Cunseill dorguill nest dreiz quë a plus munt; Laissun les fols, as sages nus tenuns.» AOI.

XVIApres iço i est Neimes venud230 (Meillor vassal naveit en la curt nul), E dist al rei: «Ben lavez entendud: Guenes li quens ço vus ad respondud. Saveir i ad, mais quil seit entendud. Li reis Marsilie est de guere vencud:235 Vos li avez tuz ses castels toluz, Od voz caables avez fruisét ses murs, Ses citez arses e ses humes vencuz. Quant il vos mandet, quaiez mercit de lui, Pecchét fereit, ki dunc li fesist plus.240 U par ostage vos voelt faire soürs; Ceste grant guerre ne deit munter a plus.» Dïent Franceis: «Ben ad parlét li dux.» AOI.

XX«Francs chevalers, - dist li emperere Carles – Car meslisiez un barun de ma marche275 Qu a Marsili[e] me portast mun message.» Ço dist Rollant: «Ço ert Guenes, mis parastre.» Dïent Franceis. «Car il le poet bien faire! Se lui lessez, ni trametrez plus saive.» E li quens Guenes en fut mult anguisables;280 De sun col getet ses grandes pels de martre E est remés en sun blialt de palie. Vairs out e mult fier lu visage, Gent out le cors e les costez out larges; Tant par fut bels, tuit si per len esguardent.285 Dist a Rollant: «Tut fel, pur quei tesrages? Ço set hom ben que jo sui tis parastres, Si as jugét qua Marsili[e] en alge!. Se Deus ço dunet que jo de la repaire, Jo ten muvra un si grant contr ire290 Ki durerat a trestut tun edage.» Respunt Rollant: «Orgoill oi e folage; Ço set hom ben, nai cure de manace. Mai saives hom, il deit faire message: Se li reis voelt, prez sui por vus le face.

XXIGuenes respunt: «Pur mei niras tu mie! Tu nies mes hom ne jo ne sui tis sire. Carles comandet que face sun servise: En Sarraguce en irai a Marsilie; Einz i f rai un poi de gerie300 Que jo nesclair ceste meie grant ire.» Quant lot Rollant, si cumençat a rire. AOI XXIIQuant ço veit Guenes quore sen rit Rollant, Dunc ad tel doel pur poi dire ne fent: A ben petit quë il ne pert le sens;305 E dit al cunte: «Jo ne vus aim nïent: Sur mei avez turnét fals jugement. Dreiz emperere, vëiz mei en present: Ademplir voeill vostre comandement.» AOI

XXIII«En Sarraguce sai ben qualer mestoet;310 Hom ki la vait, repairer ne sen poet. Ensurquetut si ai jo vostre soer, Sin ai un filz, ja plus bels nen estoet: Cest Baldewin, - ço dit, - ki ert prozdoem. A lui lais jo mes honurs e mes fieus.315 Gua dez le ben; ja ne·l verrai des oilz.» Carles respunt: «Tro avez tendre coer: Puis que·l comant, aler vus en estoet.» AOI XXIVÇo dist li reis: «Guenes, venez avant Si recevez le bastun e lu guant!320 Oït lavez: sur vos le jugent Franc.» «Sire, - dist Guenes - ço ad tut fait Rollant: Ne lamerai a trestut mun vivant, Ne Oliver, por ço quest si cumpainz; Li duze per, por quil laiment tant,325 Desfi les ci, sire, vostre veiant.» Ço dist li reis: «Trop avez maltalant! Or irez vos certes, quant jo·l cumant.» «Jo i puis aler, mais ni avrai guarant; Nu lout Basilies ne sis freres Basant.» AOI330

XXVLi empereres li tent sun guant, le destre; Mais li quens Guenes iloec ne volsist estre: Quant le dut prendre, si li caït a tere. Dïent Franceis: «Deus, que purrat ço estre? De cest message nos avendrat grant perte.»335 «Seignurs, - dist Guenes, - vos en orrez noveles!» XXVI «Sire, - dist Guenes - dunez mei le cungiéd: Quant aler dei, ni ai plus que targer.» Ço dist li reis: «Al Jhesu e al mien!» De sa main destre lad asols e seignét;340 Puis li livrat le bastun e le bref. XXVIIGuenes li quens sen vait a sun ostel. De guarnemenz se prent a cunreer, De ses meillors quë il pout recuvrer: Esperuns dor ad en ses piez fermez,345 Ceint Murgleis sespee a sun costéd.

Fattore importante per lo sviluppo del romanzo la vita di corte che si andava raffinando in un periodo di particolare tranquillità, la nascita del volgare in ambito letterario, lemergere di una classe di chierici letterati, la presenza di donne nobili interessate alla letteratura. I primi romanzi sono scritti per essere letti a voce alta davanti a un piccolo gruppo.

1066 battaglia di Hastings: lInghilterra è dominata dalla dinastia normanna Eleonora dAquitania, nipote di Guglielmo IX (primo trovatore), grande ereditiera, nata nel 1122, nel 1137 sposa Luigi VII, (1145 Maria poi contessa di Champagne, 1152 Aélis de Blois) nel 1152 annullamento del matrimonio due mesi dopo E. sposa Enrico II Plantageneto, re dInghilterra, duca di Normandia, conte dAngiò, e da lui ha 3 figlie e 4 figli (Wace, Troie, Tristan) 1172 cominciano i problemi, 1189 muore Enrico alla fine della sua vita si ritira allabbazia di Fontevrault, dove muore nel 1204

Romanzo francese Pre-romanzo Gaimar, Estoire des Engleis Wace, Roman de Brut 1155 Id., Roman de Rou 1170 Benoit, Chronique des ducs de Normandie 1170 Romanzi dellantichità Roman de Thèbes 1160 Roman dEneas 1160 Benoit de Saint-Maure, Roman de Troie 1165

Romanzi dAlessandro Albéric de Besançon 1120 Lambert de Tort 1170 Alexandre de Bernay 1170 Thomas of Kent (A-N) 1175 (ME) Romanzi di Tristano Thomas (AN) 1170 (?) (anche MHG) Beroul 1170 (anche MHG)

Romanzo cortese/arturiano Chrétien de Troyes : Erec et Enide (anche MGH) Cligés Yvain (Le Chevalier au Lion) (anche MGH) Lancelot (Le Chevalier de la Charrete) Le Conte du Graal (Perceval) (anche MGH)

Romanzi di avventura Romance de Horn 1170 (AN; anche ME) Boeve de Hamtone 1200 (AN; anche ME) Gui de Warewic 1225 (AN; anche ME) Romanzi in prosa Tristan in prosa 1225 Lancelot in prosa: La Queste del saint Graal La Mor le roi Artu

Roman dAlexandre lasse (8/10/12 vv.) Alberic de Besançon Alexandre décasyllabique Alexandre de Paris

Roman dAlexandre Ms. del sec. IX della Historia Alexandri Magni dellautore latino Curzio Rufo (Firenze, Biblioteca Laurenziana, Pl. LXIV 35) è stato inserito da mano più tarda, databile intorno allanno 1100, il frammento anonimo in volgare, lunico che si conosca del poema da cui deriva. Lidentificazione dellautore è stata possibile grazie a un riferimento contenuto nell Alexanderlied del tedesco Lamprecht (1150), codice databile tra il 1163 e il 1190; fonte lopera di un Alberich von Bisinzo.

Capostipite delle successive numerose rielaborazioni gallo-romanze della leggenda di Alessandro e proprio alla fortuna di questa si deve imputare leclisse quasi totale della redazione più antica. Un uomo di lettere latine inserì il frammento nel codice di Curzio Rufo anche probabilmente nellintento di sopperire almeno in parte ad una lacuna concernente la prima parte della Historia (libri I e II) che è propria di tutti i testimoni dellopera.

Il poema di Albéric si colloca in una posizione cruciale di snodo tra generi diversi della letteratura gallo-romanza delle Origini; il suo tema è sviluppato successivamente in opere che classifichiamo abitualmente come romanzi; la sua forma è prossima a quella dei poemetti agiografici del sec. XI, ma non lontana da quella dellepica più antica, in particolare dal Gormont et Isembart che è anchesso in octosyllabes; latteggiamento dellautore induce a collocarlo in ambiente colto, quantomeno scolastico ed è però significativa la sua scelta del volgare e la giustificazione che ne dà. La lingua infine: caratterizzata da elementi di transizione tra il dominio occitanico e quello oitanico si pone a contatto tra le due tradizioni linguistico-letterarie che si andavano allora delineando.

Biblioteca Laurenziana, Plut Dit Salomon, al primier pas, quant de son libre mot lo clas: «Est vanitatum vanitas et universa vanitas.» Poyst lou me fay menfirmitas, toylle sen otiositas; solaz nos faz antiquitas que tot non sie vanitas!

definizioni di romanzo Jean Bodel, Chanson de Saisnes (XII-XIII) Nen sont que trois materes a nul home entendant De France et de Bretaigne et de Romme la grant; Ne de ces trois materes ni a nule semblant. Li conte de Bretaigne sil sont vain et plaisant Et cil de Rome sage et de sens aprendant Cil de France sont voir chascun jour aparant.

La leggenda di Tristano e Isotta Origine celtica (Scozia). fine VII sec. Drust > Drystan o Trystan nei testi gallesi analogie con il racconto irlandese Diarmaid et Grainne (IX sec.): -adulterio tra nipote e moglie dello zio -fuga degli amanti nella foresta -segno della castità -Destino

versione comune Tristan dEilhart (traduzione tedesca , legata a Matilde, figlia di Eleonora) 9524 vv. = versione completa della leggenda Tristan di Béroul (BnF fr.2171) Folie de Berne

versione cortese Tristan di Thomas > Tristrams Saga e Goffredo di Strasburgo ( = vv.) Folie dOxford (ms. Douce)

versioni perdute Bréri La Chièvre Chrétien de Troyes, prologo del Cligès: du roi Marc et dYsolt la blonde Cercamon ( ) e altri trovatori Bédier: Archetipo tristaniano

Tristan di Thomas 3294 vv. / scenaframmentovv. Il filtroCarlisle1-54 Il verziereCambridge Il matrimonioSneyd Le statueTorino Il corteoStrasburgo La fineTurin Douce c Strasburgo e Strasburgo Sneyd La fine lunga

D = Oxford, Bodleian Library, Douce d.6, ff.1-12 – 3/3 XIII; 1818 vv. con la parte finale del poema (cf.TSn2Str2 e Str3) + Folie di Oxford; C = Cambridge, University Library, Add (3) un foglio (di guardia) con 26 vv. per parte - fine XIII, continentale; T = Turin, Accademia delle Scienze Mazza 813/43, 2 fogli – II m. XIII, anglonormanno – ms. perduto, e recentemente ritrovato, T1 (250 vv. cf. D) Str = Strasbourg, Bibliothèque du Séminar protestant (4 fogli bruciati nel 1870) – XIII – (cf. T e D) Sneyd = Oxford, Bodleian Library, Fr. d.16, ff.4-17 (ms. detto Sneyd: 1= ff.4-10; 2 = ff.11-17) fine XII-inizio XIII Carlisle, Cumbria Record Office: Holm Cultram Cartulary, s.c., ff..1, 286 – 3/3 XIII

edizione a cura di Bartina Wind (1950) autore: si nomina alla fine del testo Thumas fine ci sun escrit; forse viveva alla corte di Eleonora ed Enrico II e avrebbe scritto per la loro corte (finamor). E successivo al Brut di Wace (1155) ma precedente al Cligès di Chrétien de Troyes ( ). La diffusione del testo pare limitata ai territori normanni e anglonormanni e contemporanea alla grande diffusione del Tristan en prose ( )

caratteristiche della versione cortese: monologhi logica retorica introspezione semplificazione coerenza narrativa gioco sulle coppie amur/dulur, voleir/poeir desir

2107 ssSegnurs, cest cunte est mult divers e pur ço luni par mes vers.... Le milz ai dit a mun poeir e dit ai tute la verur si cum jo pramis al primur 3127Tumas fine sun escrit

1084 ssHici ne sai que dire je puisse quel daus quatre a grignor angoisse, ne la raison dire ne sai por ce quë esprové ne lai la parole mettrai avant le jugement facent amant al quel estoit mieuz de lamor ou sanz lui sit greignor dolur

Il testo è databile intorno agli anni 1170 (nuove ipotesi propongono di anticiparlo alla metà del secolo). Tutti i frammenti presentano tratti dialettali anglonormanni. Metrica: regolarità nelle rime ma poco rigore nel computo sillabico (di solito in presenza di una e atona). Iato v.406 se le nun dIsolt ne oüst ma v. 408 ne loust Tristan en volenté que ele / quë ele frai / farai (autore?)

perduti i primi 3000 vv. dove si raccontava linfanzia di Tristano e le sue avventure in Irlanda dopo luccisione del gigante Morhout, zio dIsotta. Incaricato di portare a Marco, re di Cornovaglia, la futura regina, Tristano fa la traversata con Isotta e Brangania. Per errore i due bevono il filtro damore destinato dalla madre di Isotta ed assicurare la felicità del matrimonio.

Carlisle

Segue una lacuna di circa 4000 vv. che doveva raccontare le peripezie di una vita condotta dai due amanti al bando dalla società in preda alla loro passione irresistibile. Il testo riprende col frammento di Cambridge: Tristano e Isotta sono sorpresi dal nano Frocin che li denuncia a Marco...

Cambridge: Le verger Entre ses bras Yseut la reine Bien cuidoient estre aseor. Sorvient i par estrange eor Li rois, que li nains i amene. Prendre le cuidoit a lovraine. Mes, merci Deu, bien i demorerent Quant aus endormis les troverent. Li rois les voit, au naim a dit: Atendés moi chi un petit; en cel palais la sus irai, De mes barons i amerrai: Verront com les avon trovez; Ardoir les frai, quant ert pruve.

Esiliato, Tristano decide di mettere fine alla sua sofferenza sposando Isotta dalle Bianche Mani, senza comunque smettere di amare la vera Isotta: frammento Sneyd.

Sneyd 1 = Il matrimonio

La statua di Isotta Au. Roncaglia fonti: Wace, Brut, descrizione della Tumbe Eleine Roman de Troie, chambre de labastre automi (ad es. uccelli) anche in Eneas e Alexandre Thomas cerca effetti di concentrazione contemplativa e non di dispersiva curiosità: vere statue, immobili. Santuario di meditazione amorosa.

Oggetti di contemplazione e strumenti di evocazione sentimentale. Tommaso le ha fatte modellare per riconoscervi i personaggi e i momenti salienti della propria storia, per riviverne più intensamente il durevole significato sentimentale, insomma per riconoscervisi. E una sintesi efficacissima degli episodi precedenti, un simbolo monumentale del loro persistere nellanima del protagonista. Evocazione sostitutiva del reale.

cf. anche Ovidio, Met. X, 247 ss. il ricordo di Pigmalione, ma in Thomas la statua dIsotta non è pretesto sensuale, bensì psicologico.

matière de Rome 1150 (o 1155) – 1165 Thèbes (Tebaide di Stazio) Enéas (Eneide di Virgilio) Benoit de Saint Maure, Troie (De excidio Troiae di Darete Frigio + Ephemeris belli troiani di Ditti Cretese) Piramus et Tisbé, Narcissus, Philomena (Ovidio)

Roman de Thèbes opera composta da un autore di Poitiers, che lavora a partire da un riassunto. Influenzato dallepica – arcaico per lo stile. Si ispira alla Tebaide di Stazio e narra in circa diecimila versi la storia della città di Tebe, da Edipo, parricida e incestuoso, alla lotta dei suoi due figli, Eteocle e Polinice, per il possesso della città. A Eteocle e ai Tebani si oppongono gli Argivi, condotti dal loro re Adrasto, alleato di Polinice. I due fratelli soccombono in un duello allultimo sangue, e sarà Creonte a regnare su Tebe.

Eneas segue la trama del suo modello, lEneide virgiliana con importanti sviluppi e spostamenti. Inserisce il giudizio di Paride e il rapimento di Elena ad anticipare gli amori di Enea e Didone a Cartagine. Giunto nel Lazio leroe lo conquista e conquista anche lamore di Lavinia, figlia del re vv. dedicati alle schermaglie amorose, influsso Ovidiano.

Troie Benoit de Sainte-Maure 1165 ca si svolge sotto le mura di Troia per poi seguire il tragico ritorno in patria dei principali eroi greci (Agamennone, Ulisse). Sviluppa il lato doloroso dellamore. Es. Achille e Polissena.

Tradizione Manoscritta dei Romanzi di Materia Antica Roman de Thèbes DAngers, B.M. 26Thèbes (framm.)XII fine C BNF, fr. 784Thèbes-EneasXIII metà PGenève, Bod. 18Troie-ThèbesXIII fine A BNF, fr. 375Thèbes-Troie ecc.XIV inizio, Arras B BNF, fr. 60 Thèbes-Troie-EneasXIV fine SLondon, BL, Add Eneas- Thèbes ecc. XIV fine, Inghilterra Roman d'Eneas AFirenze, Laur., Pl. XVI.44EneasXII fine BLondon, BL, Add Eneas CBNF, fr. 784Thèbes-EneasXIII metà DBNF, fr. 60 Thèbes-Troie-EneasXIV fine EBNF, fr Eneas-BrutXIII FBNF, fr. 1416Eneas-BrutXIII GBNF, fr. 1450Troie-Eneas-BrutXIII I metà HMontpellier, BEM,251Troie-Eneas-BrutXIII I BNF, fr. 784Thèbes-EneasXIII metà Roman de Brut 19 mss. completi + 8 frammenti (in sei casi unico testo) Roman de Troie 28 mss. completi + 15 frammenti (in sedici casi unico testo)

matière de Bretagne temi nuovi derivati da tradizione celtica G. Paris: conquista poetica dellEuropa romanza e germanica da parte di un piccolo popolo che riuscì ad imporre ai suoi vincitori i suoi ideali e i suoi eroi I dati celtici (avventure situate in Cornovaglia, Galles, meraviglioso, fate) si integrano nella realtà feudale e cortese roman breton roman arthurien (o de la table ronde)

fonti 1.fonte dotta e scritta: Geoffrey de Monmouth, Historia regum Britanniae 1136: è la storia di Brutus, fondatore della Britannia, tradotta nel 1155 nel Brut di Wace. 2.fonte orale. Giullari bretoni che diffondevano lais e contes fondati su temi derivati dalla mitologia dei celti. Storicità di Arturo? scena arturiana sul portale della cattedrale di Modena

Amore cortese Espressione coniata dal medievista G. Paris (1880), corrisponde al medievale finamors (amore completo, perfetto). Contro i costumi dellepoca che vedevano la donna come sottomessa alluomo, lamore cortese vede un capovolgimento dei rapporti tra i sessi espressi in termini feudali: la donna diviene la sovrana delluomo che è il suo homme liges.

Chrétien de Troyes Si nomina per intero nellErec. Tracce di champenois nella lingua (Troyes). Formazione di clerc. Dimostra di essere stato in Inghilterra. Ha vissuto presso la corte di Maria di Champagne ( ) alla quale dedica Le Chevalier de la Charrete, e poi presso la corte di Filippo dAlsazia, conte di Fiandra dal 1168 al 1191, a cui è dedicato il suo ultimo romanzo, Le Conte du Graal. Spicca senza rivali sulla scena del romanzo francese. Comincia la sua carriera letteraria con traduzioni di Ovidio. Du roi Marc et dIseut la Blonde (perduto).

materia arturiana Goffedo di Monmouth Historia regum Britanniae, testo storiografico, dedica molto spazio ad Artù: si tratta della storia dei re di Gran Bretagna dai tempi più antichi, quelli di un immaginario eroe eponimo, Brutus, fino al completo sopravvento degli anglosassoni, nel VII secolo. Uno spazio ampio è dato ad un re Arturus, che avrebbe governato nel V secolo, trionfando su Germani e Romani, ai quali ultimi avrebbe sottratto la Gallia: egli sarebbe divenuto il padrone di Roma senza il tradimento del nipote Mordredus, che gli ha sedotto la moglie Guennevero e lo costringe a tornare in Britannia. Wace è il primo a menzionare la tavola rotonda.

Romanzi: materia di Bretagna Erec et Enide (1170 ca.) Cligès (1176 ca.) Le Chevalier de la Charrete (Lancelot) Le Chevalier au Lion (Yvain) ( ) Le Chevalier du Graal (Perceval) il trionfo della materia di Bretagna è legato alle sue straordinarie possibilità di atmosfera, di mistero, alla sua capacità di aprirsi alle sorprese e al rischio dellesistenza e di farsi racconto (M. Mancini)

Lelemento essenziale della vita poetica del Celta è lavventura, come ricerca dellignoto, come corsa senza fine dietro loggetto sempre in fuga dal desiderio Ernest Renan

Erec et Enide tema della sovranità e del matrimonio I partemolt estoient igal e per de corteisie et de biauté et de grant debonereté....Mes tant lama Erec damors, que darmes mes ne li chaloit fame et amie Amie et Chevalerie

Il mainme molt, et je lui plus, Tant quamors ne puet estre grandre. Onques ancor ne me soi frandre De lui amer, ne je ne doi: Voir, mes sires est filz de roi, Et si me prist et povre et nue; Par lui mest tex enors creüe Quainz a nule desconseilliee Ne fu si granz apareilliee. Et sil vos plest, jel vos dirai, Si que de rien nan mantirai, Comant je ving a tel hautesce ( )

Trop ai menee ceste vie, Je naim mie la compagignie Mon seignor, ja nan quier mantir. Je vos voldroie ja santir An un lit certes nu a nu. … Bien sot par parole enivrer Bricon, des quele i met lantante: Mialz es asez quele li mante, Ques ses sire fust depeciez. ( )

Ansamble jurent an un lit, Et li uns lautre acole et beise: Riens nule nest qui tant lor pleise. Tant ont eü mal et enui, Il por li et ele por lui, Cor ont feite lor penitance. Li uns ancontre lautre tance Comant il li puise pleisir: Del sorplus me doi bien teisir. Or ont lor dolor obliee Et lor grant amor afermee, Que petit mes lor an sovient. (vv )

Cligés risposta per le rime al mito di Tristano rovesciamento dei nodi cruciali della storia: 1.abolisce la divisione tra cuore e corpo 2.disinnesca la maledizione della fine tragica Filtro: preserva Fenice da ogni rapporto col marito (possesso immaginario)/simula la morte (giardino fuori dal mondo)

Mialz voldroie etsre desmanbree Que de nos deus fust remanbree Lamors dYsolt et de Tristan, Don mainte folie dit an, Et honte en est a reconter. Ja ne mi porrai acorder A la vie quIsolz mena. Amors en li trop vilena, Que ses cuers fu a un entiers, Et ses cors fu a deus rentiers. Ensi tote sa vie usa Nonques les deus ne refusa. (vv )

Ne dirai pas com il dïent Qui an un cors deus cuers alïent, Quil nest voirs, nestre ne le sanble Quan cors ait deus cuers ansanble; Et sil pooient assanbler, Ne porroit il voir resanbler. Mes sil vos pleisoit a entandre, Bien vos ferai le voir antandre, Comant dui cuer a un se tienent, Sanz ce quansamble ne parvienent. Seul de tant se tienent a un Que la volonté de chascun De lun a lautre san trespasse. … Bien pueent lor voloir estre uns, Et sadés son cuer chascuns, Ausi com maint home divers Pueent an chançons et an vers Chanter a une concordance. vv

Chevalier de la Charrete (6150-) Lancillotto, perfetto amante, assoluta sottomissione alla dama. Rapporti col Tristan. Motivo della quête (ricerca della regina rapita: mito celtico), ricercata da Keu, Galvano, un misterioso cavaliere (=Lancillotto).

Tantost a sa voie tenue Li chevaliers que il ni monte; Mar le fist et mar en ot honte Que maintenant sus ne sailli, Quil san tendra por mal bailli: Mes Reisons, qui dAmors se part, Li dit que del monter se gart, Si le chastie et si lanseigne Que rien ne face ne anpreigne Dom il ait honte ne reproche. Nest pas el cuer, mes an la boche, Reisons qui ce dire li ose; Mes Amors est el cuer anclose Qui li comande et semont Que tost an la charrete mont. Amors le vialt et il i saut, Que de la honte ne li chaut Puis quAmors le comande et vialt. vv

A tant san va chascun par lui: E cil de la charrete panse Con cil qui forse ne deffanse Na vers Amors qui le justise; Et ses pansers est de tel guise Que lui meïsmes en oblie, Ne set sil est armez ou non, Ne set ou va, ne set dont vient; De ren nule ne li sovient Fors dune seule, et por celi A mis les autres en obli; A cele seule panse tant Quil not, ne voit, ne rien nantant. (v )

intrecciato al precedente, scritto parallelamente. Galvano scompare dopo il v I parte del romanzo: foresta di Broceliande (Fontana magica). Laudine. Amore / Odio. Chevalier au Lion

Et mes sire Gauvain, chaeles, Li frans, li dolz, ou ert il donques? […] Mes la reïne en a menee Uns chevaliers, ce me dit an, Don li rois fist que fors del san, Quant aprés li len envoia; Et Kex, ce cuit, la convoia Jusquau chevalier qui len mainne; San est or entrez an grant painne Mes sire Gauvains qui la quiert. Ja mes nul jor a sejor niert Jusque tant quil lavra trovee. (vv )

et tret dun conte daventure une molte bele conjointure = ciò che assicura coerenza e unità interna del soggetto, architettura del romanzo, vita della storia. Prologo del Chevalier de la Charrete: matière (=argomento) et sanz (interpretazione = personalità dello scrittore) I avventura = felicità amorosa II crisi III attraverso una serie di avventure leroe si trasforma acquistando una più autentica coscienza di sé (fine con conciliazione)

avventura nel senso di prova che permette alleroe di uscire da sé stesso per ritrovarsi e di ricostruire lordine del mondo. avventura individuale > ritorno alla corte in Lancillotto ed Yvain, due ricerche parallele. Conte du Graal : romanzo doppio (Galvano e Perceval).