Definizione e caratteristiche

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Definizione e caratteristiche Empowerment Sociale Definizione e caratteristiche

Empowerment definizione La parola inglese "empowerment" deriva dal verbo "to empower" che in italiano viene comunemente tradotto con "conferire poteri", "mettere in grado di". I diversi dizionari privilegiano ora l'uno ora l'altro aspetto. Risulta comunque impossibile tradurre questo termine in italiano con una sola parola, per la ricchezza semantica di tale concetto.

Empowerment definizione Empowerment è una parola duplice, in quanto dà nome sia al processo operativo percorso per raggiungere un certo risultato, sia al risultato stesso, caratterizzante lo stato "empowered" del soggetto. Pur avendo accezioni specifiche in diversi ambiti di applicazione, il termine empowerment può essere inteso come "accrescere la possibilità dei singoli e dei gruppi di controllare attivamente la propria vita". Questo è un tema che, sin dai tempi delle prime aggregazioni sociali, è al centro del rapporto, spesso conflittuale, tra individuo / collettività e comunità.

Caratteristiche trasversali dell'approccio empowerment esso consiste essenzialmente nella crescita costante, progressiva e consapevole delle potenzialità degli esseri umani, accompagnata da una corrispondente crescita di autonomia ed assunzione di responsabilità; i programmi centrati sull'empowerment tendono ad aumentare il senso del potere personale del soggetto, ma anche la sua capacità di leggere la realtà che lo circonda, individuando condizionamenti e minacce, ma anche occasioni favorevoli ed opportunità.

Ambiti dell’empowerment Proprio per la poliedricità del suo costrutto, l'approccio empowerment è stato adottato negli ultimi decenni in svariati ambiti. Fra queste aree si ricordano: Area psicologico - psicoterapeutica Area pedagogica Area sociale Area politico - istituzionale Area organizzativa.

Il concetto di empowerment visto da diversi Autori Sostiene che il concetto che più si avvicina a quello di empowerment, nella nostra lingua, è il concetto di possibilità Più dimensioni: 1. costituzione di un senso di sé più potente, che promuove il coinvolgimento sociale attivo; 2. apprendimento di strategie di azione, e acquisizione di risorse per realizzare i propri scopi; 3. capacità di agire in collaborazione con gli altri, per ottenere dei risultati collettivi L’ottenimento, da parte dei soggetti più svantaggiati, di una maggior quantità di risorse. Processo attraverso il quale le persone acquisiscono controllo sulle proprie vite ed attuano una partecipazione all’interno della comunità di appartenenza Bruscaglioni (1984)‏ Kieffer (1981)‏ Levinere Perkins (1987)‏ Rappaport (1977)‏

EMPOWERMENT Il costrutto di empowerment (letteralmente “accrescere in potere”) è inestricabilmente legato alla psicologia di comunità. Rappaport sostiene “la caratteristica di vedere le cose della psicologia di comunità, le soluzioni dei problemi concreti a qualsiasi livello di analisi, dagli individui alle comunità è empowerment”.

EMPOWERMENT Benché le possibili definizioni di empowerment siano connotate dai rispettivi ambiti di applicazione, esiste comunque una dimensione trasversale del costrutto: Conferimento di potere (potenziamento degli individui) mettere in grado, rafforzare il soggetto, favorendo la sua acquisizione personale di potere e di benessere psicologico.

Psicologia di Comunità ed Empowerment Scopo primario della psicologia di comunità è ricercare il modo di migliorare la qualità della vita e il benessere di una comunità attraverso strumenti di ricerca finalizzati ad individuare (ricerca-analisi, network analysis) le cause psicosociali di disagio individuale e collettivo e, alla luce dei dati acquisiti attraverso la ricerca sul “campo” (quale contesto-spazio vitale inclusivo dell’ambiente fisico, sociale e psicologico), ad elaborare insieme agli appartenenti alla comunità dei progetti (intervento-azione sociale) che si traducano in un empowerment della comunità.

EMPOWERMENT E CONTESTO L’Empowerment, secondo la prospettiva che vede la dimensione individuale intrinsecamente legata a quella ambientale, può essere definito come il processo attraverso il quale una persona, in condizioni di vita emarginanti, prende coscienza, attraverso azioni concrete sostenute da una comunità organizzata, della sua possibilità di esercitare un maggiore controllo sulla propria vita e sul contesto sociale in cui è inserita

EMPOWERMENT E CONTESTO L’individuo di cui si occupa a livello della teoria e della pratica è sia: Un soggetto potenzialmente a rischio (ottica preventiva)‏ un soggetto che porta i danni di quel rischio (ottica riabilitante)‏ una persona depowered, helpless (marginale, in situazione di disagio o di sofferenza fisica o psichica….)‏

EMPOWERMENT E CONTESTO Del soggetto debole di cui ci si occupa sono visti ed enfatizzati i suoi diritti, le sue potenzialità e forze residuali piuttosto che i suoi deficit: questa attenzione alle risorse personali è alla base della cosiddetta “forza” della prospettiva teorica e pratica dell’empowerment.

EMPOWERMENT E CONTESTO Il soggetto è interpretato nella sua globalità di persona inserita in un contesto culturale, nell’ottica di promuoverne il benessere sociale in quel dato contesto. Considerare la dimensione di contesto , non significa rinunciare alla vocazione clinica, ma considerare l’interrelazione tra le varie variabili in un’ottica sistemica e costruttivista L’empowerment è letto e praticato in termini relazionali

EMPOWERMENT E CONTESTO I problemi dei singoli sono considerati problemi sociali. Si agisce sul soggetto e sul contesto. Il cambiamento viene promosso sia a livello individuale che all’interno del contesto più ampio

Possibilità di intervento 1. Operare in modo da aumentare la consapevolezza dei problemi da parte dei membri di una comunità e aiutarli a progettare autonomamente i cambiamenti desiderati. Non sempre è facile superare le diverse forme di resistenza, compresa la mancanza di una vera tradizione al riguardo, e gli ostacoli che possono continuamente frapporsi alla realizzazione di un tale percorso operativo. Tutta una serie di interventi rientranti nella community development psychology, interventi di “azione sociale”, non raramente finiscono col risultare difficilmente distinguibili dall’“azione politica”. E’ compito dell’operatore psico-sociale il saper mantenersi nell’ambito della specifica consulenza tecnica.

Possibilità di intervento 2. Offrire sistemi di “sostegno sociale” tali da incrementare i livelli di informazione, partecipazione e comunicazione interpersonale all’interno del territorio in cui si interviene, potenziando le interazioni tra le singole persone e i gruppi che compongono l’intera comunità e operando sia a livello di network formale (istituzioni, enti, ecc.) sia a livello di network informale (la rete di familiari, amici, conoscenti, gruppi di auto-aiuto e così via).

Non profit Insieme di organizzazioni (associazioni, volontariato, cooperative sociali) che compongono l’ambito intermedio rispetto alle istituzioni pubbliche e al mercato In società abbastanza complesse lo stato e il mercato cessano di occuparsi di tutto e si specializzano. A questo punto si innesta un dimensione intermedia che va ad occuparsi dei compiti e degli ambiti lasciati vuoti

La crescita del non Profit avviene in relazione ad alcune trasformazioni sociali e culturali e ad alcune crisi strutturali Disaffezione per la partecipazione civile e collettiva in partiti e movimenti, crescita dell’impegno sociale personale nelle attività di volontariato Crescente complessità sociale Crisi del mercato del lavoro e crescente disoccupazione Crisi del welfare state e crescente e conseguente, emarginazione sociale

Crisi della partecipazione Disinvestimento dalla vita pubblica, sfiducia verso forme tradizionali di partecipazione quali partiti o sindacati L’anelito verso il cambiamento esiste sempre, ma si declinerebbe in una dimensione micro più che macrosociale.

Crisi strutturale mercato del lavoro Fine del circolo virtuoso che, attraverso l’innovazione tecnologica e la circolazione di capitali, ha permesso prima l’industrializzazione e poi la terziarizzazione. Il ciclo si sta chiudendo in quanto la tecnologia ha superato la sua capacità di ricreare posti di lavoro, ma è in grado di accrescere enormemente produttività e profitti

Tale crisi darebbe impulso al non profit perché: È un settore in cui, in parte, la cessione volontaria del proprio tempo prende il posto delle relazioni di mercato È un settore che media tra mercato e stato, assolvendo compiti e prestando servizi che gli altri due non erano in grado di offrire È un settore a cui fanno riferimento quei servizi alla collettività che rappresentano un’alternativa rivoluzionaria alle forme tradizionali di lavoro

Seconda crisi strutturale il sistema del welfare Lo stato, nei welfare state maturi, assume su di sé quei servizi che in precedenza svolgeva la famiglia, da omogeneità e indirizzo comune ad alcuni servizi (es. istruzione), si sostituisce addirittura al cittadino quando pensa che non sia in grado di decidere da solo (es TSO)‏

Seconda crisi strutturale il sistema del welfare Nei sistemi sociali complessi cresce esponenzialmente la richiesta di intervento pubblico e dall’altro la necessità di prelievo fiscale per sostenere la spesa sociale per strati sempre crescenti di popolazione e in settori sempre più vasti di intervento.

Terzo settore Sul non profit convergono quindi sogni diversi: Assorbire forza lavoro che non trova più collocazione altrove Promuovere servizi che lo stato non può direttamente produrre Gestire attività che il mercato non è interessato a rilevare perché può operare con profitto nel settore dei beni sociali solo dove esiste una domanda capace di sostenere costi elevati