Neuropsicologia delle emozioni

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Transcript della presentazione:

Neuropsicologia delle emozioni Prof. Dario Grossi Dipartimento di Psicologia Seconda Università di Napoli dario.grossi@unina2.it

Rabbia L’aggressività si configura come un comportamento complesso che non è regolato dall’attività di un singolo sistema isolato del cervello. Risposta emozionale specifica, ad alta valenza evolutiva, modulata dall’interazione di diverse aree cerebrali.

Il circuito neurale della rabbia e dell’aggressività Si identificano tre tipi di aggressività: silenziosa (predatoria, secondo la terminologia degli etologi) affettiva (ovvero da difesa) sociale (per il mantenimento o la conquista di uno stato sociale) L’amigdala è sicuramente implicata nell’aggressività, la rimozione chirurgica di questa struttura negli animali provoca la riduzione dei comportamenti aggressivi. La sua azione si esplica attraverso le connessioni con l’ipotalamo che a sua volta agisce sul mesencefalo (tegmento ventrale e grigio periacqueduttale).

Basi neurali dell’aggressività

Basi neurali dell’aggressività: ipotalamo Differenti porzioni dell’ipotalamo sono coinvolte in diverse forme di aggressività. L’ipotalamo influenza il comportamento aggressivo mediante gli effetti che esercita sulle strutture mesencefaliche, inviando segnali che coinvolgono la funzione autonoma del tronco encefalico. Aggressività Affettiva: L’ipotalamo mediale invia assoni alla sostanza grigia periacqueduttale del mesencefalo (fascicolo longitudinale dorsale). La stimolazione elettrica di quest’area può produrre aggressività affettiva; lesioni di quest’area, viceversa, sopprimono tale comportamento Aggressività Predatoria: Gli assoni dell’ipotalamo laterale si proiettano verso l’area tegmentale ventrale del mesencefalo (fascio proencefalico mediale). La stimolazione di quest’area, così come dell’ipotalamo laterale (solo se il fascio proencefalico mediale è intatto), può indurre aggressività predatoria. Lesioni dell’area tegmentale ventrale possono sopprimere tali comportamenti.

Circuiti LCSPT (limbic-cortical-striatal-pallidal-thalamic) Corteccia Orbitofrontale Mediale Corteccia del cingolo anteriore ? Striatum Caudato AMIGDALA AMIGDALA AMIGDALA Substantia Nigra Pallidum Talamo mediodorsale Talamo ventrale anteriore Troncoencefalo Ipotalamo

Aggressività ed ormoni L’aggressività sociale è legata alla quantità di serotonina attiva nel SNC: una minore quantità incrementa l’aggressività, mentre una maggiore quantità la riduce. E’ controverso la possibile correlazione, negli uomini, tra aggressività sociale e livelli di testosterone - ormone secreto dalle gonadi maschili - così come pare certo per le specie animali. E’ invece accertato che l’aggressività difensiva non ha nessuna correlazione con quest’ormone.

Evidenze Sperimentali: amigdala L’amigdala è stata identificata come struttura centrale del circuito neurale coinvolto nella percezione della salienza emozionale nelle espressioni facciali; sembra quindi che essa svolga un ruolo più generale nel processamento di tutte le forme di informazioni sociali salienti - oltre che dei segnali a valenza negativa o minacciosi - o nella decodifica di espressioni facciali di natura ambigua. (Fitzgerald, 2006)

Evidenze Sperimentali: nucleo striato ventrale Uno studio recente ha evidenziato una significativa e selettiva correlazione tra disturbi di codifica dei segnali umani di aggressività e lesioni a carico del nucleo striato ventrale; è stato inoltre dimostrato, infatti, che lesioni a regioni più dorsali dei gangli della base non hanno un impatto significativo sull’elaborazione dell’aggressività. Diversi studi hanno evidenziato il coinvolgimento della dopamina nel processo di riconoscimento dell’aggressività e la presenza di un’alterata attività dopaminergica durante scontri aggressivi tra conspecifici. Studi di neuroimmagine funzionale hanno identificato le regioni prefrontali ventrolaterali come il principale substrato neurale dell’elaborazione di segnali di aggressione. Alla luce della connettività tra questa regione e il nucleo striato ventrale, è stato ipotizzato che tale processamento sia modulato da un sistema frontostriatale che riceve proiezioni dopaminergiche. (Calder et al., 2004)

Disgusto Il disgusto è uno stato affettivo negativo evocato da stimoli repellenti. Le teorie sull’origine biologica-evolutiva di quest’emozione sostengono che il disgusto può essersi evoluto come una risposta d’accompagnamento al rifiuto di cibo pericoloso per la salute.

Basi neurali del disgusto Il substrato neurale del disgusto è costituito dall’attività di diverse aree cerebrali: Amigdala Insula Gangli della base (nucleo striato) Corteccia Cingolata Anteriore

Basi neurali del disgusto: amigdala L’amigdala è attivata quando soggetti normali sono esposti a odori o sapori repellenti. Le attivazioni dell’amigdala sono presenti in realtà sia con odori repellenti che piacevoli, con una chiara sovrapposizione tra i due tipi di attivazione. Questa struttura, invece, non risulta attivata durante l’osservazione di espressioni facciali di disgusto. (Calder et al., 2004)

Basi neurali del disgusto: gangli della base Diversi studi hanno mostrato che l’elaborazione dei segnali espressivi facciali di disgusto coinvolge, oltre all’insula, i gangli della base, in particolar modo il nucleo striato. Queste aree sono infatti in stretta connessione. Evidenze circa il coinvolgimento di queste strutture nell’elaborazione del disgusto vengono dal selettivo significativo deficit nel riconoscimento di espressioni di disgusto manifestato dai pazienti affetti dalla Corea di Huntington, una patologia neurogenetica che coinvolge – inzialmente – in particolar modo i nuclei della base. (Calder et al., 2004)

Basi neurali del disgusto: insula L’insula è funzionalmente distinta in da due regioni: Porzione anteriore E’ un centro di elaborazione olfattivo e gustativo che sembra controllare le sensazioni viscerali e le relative risposte autonomiche. Riceve anche informazioni visive dalla porzione antero-ventrale superiore della corteccia temporale (riconoscimento dei volti nelle scimmie). Porzione posteriore E’ connessa alle aree uditive, somatosensoriali e premotorie, ma non è correlata alle modalità olfattiva e gustativa. (Wicker et al., 2003)

Basi neurali del disgusto: Insula – Evidenze Sperimentali E’ stata osservata un’attivazione bilaterale della porzione anteriore dell’insula durante la stimolazione sensoriale mediante odori repellenti. Non sono state, invece, osservate attivazioni della porzione posteriore. L’attivazione della stessa porzione anteriore, ma ristretta all’insula sinistra, è stata osservata durante l’osservazione di espressioni facciali di disgusto. Si osserva una chiara sovrapposizione tra le due attivazioni. Ciò dimostra che la stessa regione insulare (porzione anteriore) media sia l’osservazione che la sensazione di disgusto. (Wicker et al., 2003)

Basi neurali del disgusto: corteccia cingolata E’ stata osservata l’attivazione della porzione antero-ventrale della corteccia cingolata sia durante l’osservazione di espressioni facciali disgustate che durante la sensazione diretta di questa emozione. Studi precedenti hanno identificato la corteccia cingolata come una struttura molto importante per il processamento di stimoli dolorifici. Questa struttura è stata anche evidenziata per il suo ruolo nell’elaborazione di stimoli negativi olfattivi e gustativi. Tali dati suggeriscono che il cingolo anteriore potrebbe essere implicato sia nell’esperienza che nell’osservazione di stimoli negativi, siano essi dolorosi o disgustosi. (Wicker et al., 2003)