Universalismo e relativismo morale

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Universalismo e relativismo morale Lo sviluppo morale presenta caratteristiche universali, indipendenti dal contesto culturale oppure l’idea stessa della moralità è soggetta al variare del tempo (la storia) e dello spazio (le diverse culture nel mondo)?

Universalismo e relativismo morale Tesi n. 1 (Universalismo) = le differenze legate a fattori storico-culturali hanno un ruolo marginale ed è possibile rintracciare in tutti gli individui e in tutte le culture alcune strutture invarianti dello sviluppo morale. Corollario: è possibile rintracciare criteri che stabiliscano la superiorità di un principio morale su altri e, quindi, di una cultura su un’altra Tesi n. 2(Relativismo culturale) = la diversità tra i principi morali propri di ogni cultura è tale da rendere vano ogni discorso sull’universalità della morale. Tutto va bene?

3 orientamenti Un orientamento universalistico “puro” (Socrate, Kant, Kohlberg): Le differenze culturali agiscono solo nel senso di favorire o meno il raggiungimento di tutte le fasi di sviluppo morale ma, secondo i fautori di questo approccio, strutture e forme del ragionamento non variano tra le culture. Un orientamento culturalista che enfatizza le diversità tra i codici morali presenti nelle diverse culture. (culturalismo, costruzionismo sociale). Un orientamento misto, che tiene conto sia della presenza di alcune invarianti dello sviluppo umano sia delle differenze culturali.

Universalismo Secondo Kohlberg, uno dei motivi alla base del percorso universale di sviluppo morale è che tutte le società presentano un insieme comune di problemi, questioni e conflitti morali fondati su dinamiche di role taking sociale; Alla base vi è la una sostanziale identità fra sé e gli altri e la propensione a risolvere i conflitti interpersonali attraverso l’assunzione sociale di ruolo

Domande sull’universalismo – È possibile affermare che vi siano effettivamente dei giudizi morali più superficiali e meno adeguati di altri? – Il passaggio a un livello di moralità successivo corrisponde effettivamente a un passaggio verso uno stadio qualitativamente più avanzato? – La successione degli stadi avviene effettivamente lungo una sequenza invariante e regolare? – Il giudizio morale si evolve realmente attraverso l’interazione sociale dando luogo a comuni valori morali? – E, infine, la domanda più importante, lo sviluppo del giudizio morale è nella sostanza (basically) identico attraverso le diverse culture?

Perché alcune culture sono moralmente meno avanzate? Alla base di un più elevato giudizio morale c’è: Vivere in società strutturalmente complesse Ricevere un’educazione scolastica regolare fino alla tarda adolescenza Essere esposti a sistemi complessi e competitivi Essere esposti a culture che includono considerazioni metafisiche astratte Essere capaci di compiere operazioni formali o postformali Essere esposti, per mezzo dell’istruzione, a opportunità di role taking generalizzate e astratte, all’uso del pensiero riflessivo e a procedure decisionali responsabili

Soluzioni alle critiche del modello universalistico Proposta di Gibbs di non considerare il livello post convenzionale come un livello più avanzato ma come una specificità occidentale (livello esistenziale)

E la cultura? Punto di partenza: lo studio di Shweder Americani e indiani a confronto

Sulla base delle tracce storiche ed etnografiche, noi sappiamo che popoli diversi in tempi e luoghi diversi hanno trovato del tutto naturale essere inorriditi, offesi, indignati, orgogliosi, disgustati, in colpa e vergognarsi di tutta una serie di cose come: masturbazione, omosessualità, astinenza sessuale, poligamia, aborto, circoncisione, punizioni corporali, pena capitale, islam, cristianità, ebraismo, capitalismo, democrazia, bruciare la bandiera, minigonna, capelli lunghi, capelli rapati a zero, consumo di alcol, mangiare carne, ateismo, adorare idoli, divorzio, sposare una vedova, matrimoni combinati, matrimoni per amore, genitori e figli che dormono nello stesso letto, genitori e figli che non dormono nello stesso letto, donne a cui non è consentito andare al lavoro, donne a cui è consentito andare al lavoro ecc. (Shweder….)

La teoria della comunicazione sociale di Shweder Punto di partenza: le teorie di Kohlberg e Turiel In contrasto con Kohlberg, egli ritiene che sin dall’infanzia gli individui percepiscano un sentimento di obbligatorietà intrinseca a non violare alcune norme di comportamento. Shweder, però, non ritiene che le pratiche sociali e quel set di regole, che Turiel chiama convenzionali, siano considerate meno importanti dai bambini. In altri termini, quello specifico dominio sociale che Turiel definiva convenzionale è, secondo Shweder, una variante del dominio morale.

Indiani e statunitensi a confronto – Il giorno dopo la morte del padre, il figlio maggiore si taglia i capelli e mangia pollo. – Uno dei componenti della tua famiglia mangia regolarmente carne di cane per cena. – Una vedova chiede [a un uomo non sposato] di sposarla. – Un fratello e una sorella decidono di sposarsi e avere dei figli. – Una donna sta giocando a carte a casa con le amiche. Suo marito sta cucinando riso per loro. – Due persone hanno fatto domanda per un lavoro. Una è parente del selezionatore. Poiché c’è un rapporto di parentela, costui ottiene il lavoro, nonostante l’altro abbia fatto meglio alla prova. – A scuola una bambina ha fatto un disegno. Un suo compagno di classe arriva, lo prende e lo strappa. – è sbagliato? Quanto grave? è un peccato? Può essere lecito in privato ma non in Pubblico? Se in qualche posto del mondo non vi fossero regole sarebbe giusto per una persona comportarsi nel modo descritto?

I big three – i tre codici morali

Nel 1997 Richard Shweder ha proposto una distinzione tripartita dello sviluppo morale: ETICA DELLA DIVINITÀ: basata sul presupposto ontologico che esiste Dio o gli dei e che il mondo è abitato da organismi con un’anima. Lo scopo della moralità è di proteggere l’anima e lo spirito al fine di evitare il peccato. ETICA DELL’AUTONOMIA: costituita da singoli esseri umani, il cui scopo è di promuovere competenze e scelte individuali e il ragionamento morale è basato su questioni di benessere, libertà, giustizia e diritti individuali. ETICA DELLA COMUNITÀ: costituita da un insieme di famiglie, istituzioni o tribù, dove il ragionamento morale fa riferimento agli interessi collettivi, al benessere del gruppo, al rispetto e all’interdipendenza. Alcuni studi hanno riscontrato che nelle società occidentali il dominio morale è incentrato sull’Etica dell’Autonomia, mentre le società orientali fanno riferimento alle altre due Etiche o a tutte e tre insieme.

La teoria dei fondamenti della morale: Haidt

Tendenza all’azione prosociale alto Rabbia Ammirazione Colpa Compassione Gratitudine vergogna Paura Orgoglio Imbarazzo Disgusto Tendenza all’azione prosociale Distress empatico Disprezzo Tristezza Felicità Schadenfreude basso Alto interesse per il sè Basso interesse per il sé Livello di interesse per il sé dei fattori elicitanti

Tab. 5.1 Classificazione delle famiglie di emozioni morali, condizioni elicitanti e tendenze all’azione (adattata da Haidt, 2003). Famiglia di emozioni morali. Denominazione Emozioni prototipiche Fattori elicitanti Tendenza all’azione Di condanna verso altre persone Rabbia Disgusto Disprezzo Qualcuno ha subito ingiustamente un torto Qualcuno ha commesso una grave violazione di norme culturali e morali Qualcuno ha commesso un’azione riprovevole giudicata dal punto di vista di chi si sente moralmente superiore Riparare il torto attraverso ritorsioni o azioni compensatorie Evitamento del contatto con l’autore dell’azione Riduzione del calore emotivo e del rispetto verso l’autore dell’azione Auto-consapevoli Vergogna Imbarazzo Colpa Autovalutazione negativa del soggetto in relazione a standard morali Autovalutazione del soggetto di avere violato norme convenzionali-sociali Violazione di norme morali nell’ambito di relazioni interpersonali Riduzione delle occasioni di confronto sociale Tendenza a riparare la violazione e a restaurare la relazione danneggiata Sofferenza di altri Compassione, simpatia Percezione di sofferenza o bisogno in un’altra persona Aiuto e conforto per alleviare la sofferenza dell’altro Apprezzamento dell’azione di altri Gratitudine Ammirazione Percezione che un’altra persona ha agito positivamente nei propri confronti in modo disinteressato ed intenzionale Atti di carità, gentilezza, lealtà e autosacrificio Ringraziamento e intenzione di fare qualcosa di positivo verso il benefattore Intenzione di divenire una persona migliore e di aiutare gli alri

Tab. 5.2 Relazione tra la triade CAD (Disprezzo, Rabbia, Disgusto), i tre codici morali di Shweder ed i valori corrispondenti Emozione Codici etici (Shweder) Valori principali Disprezzo Etica della comunità Rispetto, dovere, gerarchia Rabbia Etica dell’autonomia Individuo, libertà, diritti Disgusto Etica della divinità Divinità, purezza

I cinque codici morali alla base della Moral Foundations Theory: – Cura/danno: questioni morali che hanno a che fare con la sofferenza di altri individui, verso i quali si tende a provare sentimenti di cura. I valori principali corrispondenti sono la virtù e la compassione. – Equità/reciprocità: questioni morali che riguardano situazioni in cui si è verificato un trattamento ingiusto o un inganno a danno di una persona. Le preoccupazioni morali riguardano, in questo ambito,i temi della giustizia e dei diritti. – Ingroup/lealtà: questa dimensione morale è legata al sentimento di obbligazione da parte di un membro di un gruppo verso la propria comunità. I valori dominanti sono costituiti dall’autosacrificio e dalla vigilanza verso i traditori. – Autorità/rispetto: le preoccupazioni morali di questa dimensione sono legate al mantenimento dell’ordine sociale e sono caratterizzate dalle obbligazioni verso le relazioni gerarchiche. I valori dominanti sono l’obbedienza, il rispetto e l’adempimento dei doveri. – Purezza/santità: preoccupazioni relative a una contaminazione fisica o psichica e il contagio fisico con individui e pratiche ritenute impure. Il riferimento valoriale è ai principi della castità, della salubrità e del controllo dei desideri.