Spazi di ascolto: una goccia d’acqua assolutamente necessaria LICEO SCIENTIFICO F. BUONARROTI PISA Spazi di ascolto: una goccia d’acqua assolutamente necessaria File a cura di N.L. Zini, responsabile del progetto
Che cosa sono? Incontri pomeridiani di due insegnanti del Consiglio di classe con tutti gli alunni della classe divisi in piccoli gruppi Incontri inseriti nel progetto di accoglienza -accompagnamento del POF, e pensati all’interno di un percorso dei Consigli di classe delle prime Rivolto a tutti i ragazzi delle classi prime. Si parla con piccoli gruppi, massimo 4 ragazzi, per un’ora: una goccia d’acqua......ma necessaria
e perché? Nella nostra scuola siamo sempre stati convinti che accoglienza e accompagnamento sono declinazioni della didattica e che è in classe, nel lavoro con le discipline, attraverso strategie laboratoriali, che si coinvolgono e si motivano i ragazzi, e che si ottengono quindi cambiamenti e successi. Ma l’esperienza degli ultimi dieci anni ci ha mostrato che nelle classi prime sono necessari altri momenti, fuori dalla classe. Per i ragazzi il passaggio alla scuola superiore rappresenta ancora un momento delicato, che ha bisogno di aiuto perché gli adolescenti imparino a sostenere un carico di responsabilità sempre maggiore, e a tollerare eventuali tappe di frustrazione.
il piacere di la resistenza a: la preoccupazione di Dalla parte degli insegnanti: il piacere di Conoscere meglio i ragazzi e cercare di “andare verso di loro”: un incontro “semantico” Ascoltare le critiche e capire che cosa c’è che provoca disagio Collaborare in modo concreto con un collega e con il Consiglio di classe Dimostrare che la Scuola non è un’Istituzione fredda Contribuire a un cambiamento negli alunni ( ricordando che il cambiamento avviene attraverso l’esperienza e non il ragionamento. la resistenza a: Uscire dal ruolo la preoccupazione di Manipolare
E gli obiettivi: Valorizzare simbolicamente i momenti di passaggio che segnano le tappe principali di apprendimento e di crescita di ogni studente. Promuovere dei legami cooperativi fra i componenti del gruppo classe, gestire gli inevitabili conflitti indotti dalla socializzazione.
Costruire la scuola come luogo accogliente, coinvolgendo in questo compito gli studenti stessi. Favorire lo star bene a scuola, al fine di ottenere la partecipazione più ampia degli adolescenti a un progetto educativo condiviso in modo che siano in grado di realizzare un apprendimento effettivo e duraturo. Rafforzare nella scuola la professionalità dei docenti, allargare i gruppi di docenti esperti di "accompagnamento" e tecniche didattiche di facilitazione, dare supporto al lavoro dei Consigli di classe.
Due insegnanti perché programmino, si confrontino, si confortino L’organizzazione: Viene formato in ogni prima il team degli Spazi d’ascolto, formato dal coordinatore della classe + un tutor, scelto su domanda Due insegnanti perché programmino, si confrontino, si confortino lavorando insieme e perché gli alunni non diano un’impronta personale al progetto
sia tra gli alunni che i genitori E importantissimo: Dare una grande pubblicità al progetto: sia tra gli alunni che i genitori Per indicare quanto la scuola tiene al progetto, e creare aspettative Gli alunni, in genere rispondono bene alla prospettiva, e mostrano di essere interessati ad incontrare gli insegnanti fuori dalla “lezione” a esprimersi su problemi a “rivelarsi” a confrontare le esperienze
Un incontro di preparazione Dal momento che l’esperienza, condotta a volte in modi diversi, ha ormai 6 anni, molti insegnanti hanno fatto già parte dei team, e sanno come muoversi. Ma ci sono sempre insegnanti nuovi, e comunque per tutti è importante ritrovare le motivazioni, e ripercorrere le “procedure” degli incontri con i ragazzi. Si inizia quindi con una riunione plenaria di tutti i team con la psicologa dell’età evolutiva, a cui la scuola ha fatto un contratto, proprio per questo progetto. Si espongono dubbi, problemi, ci si confronta. Si suggeriscono criteri per la formazione dei piccoli gruppi che si presenteranno insieme. Si formula, insieme alla psicologa, una specie di griglia di domande di avvio, che possono servire a rompere il ghiaccio.
I colloqui Si realizzano di pomeriggio, secondo un calendario concordato con gli alunni, 4 alunni nello spazio di un’ora In genere sono invitati due gruppi per pomeriggio E i colloqui finiscono nel giro di due o tre settimane.
E come vanno L’esperienza è sempre stata positiva, e anche quest’anno, come dicono i ragazzi, è andata bene. Gli alunni hanno mostrato una gran voglia di parlare: hanno indicato quali, secondo loro sono i punti forti e quelle critici della scuola in generale, e del C.d.C. in particolare. hanno cercato di riflettere sul perché di alcuni loro insuccessi hanno cercato di rivelare qualcosa di sé attinente più al ragazzo che all’alunno sono stati incoraggiati a una riflessione sui loro tempi e metodi di studio
La “restituzione” con lo psicologo Ci sono anche alcuni ragazzi, pochi, che non riescono a parlare: pochi, ma ci sono. Anche questo però è un segnale, da tenere molto presente nella fase che abbiamo chiamato della “restituzione”. Infatti alla fine dei colloqui, ogni team , che ha preso appunti, garantendo agli alunni la più stretta privacy, si ritrova per 2 ore con la psicologa, per commentare i risultati dei colloqui, chiedere eventualmente consiglio per alunni che presentano particolari disagi, organizzare per la classe attività che portino a crescere, a scegliere, ad assumersi responsabilità.
La restituzione col Consiglio di classe “ristretto” e “allargato” Ovviamente il team è a stretto contatto con il Consiglio di classe, a cui riferisce i risultati dei colloqui, per cercare: sia di modificare, o di chiarire, procedure didattiche che agli studenti possono essere rimaste difficili da seguire sia di capire in che modo poter agganciare gli studenti che sono risultati demotivati o poco reattivi Nel Consiglio di classe allargato, ma anche con i singoli genitori si cercano soluzioni per eventuali problemi.
Problemi Il tempo della realizzazione: Sarebbe necessario far partire il progetto almeno a Dicembre: non prima perché non c’è sufficiente conoscenza tra alunni e insegnanti, ma ancora in tempo per poter realizzare azioni efficaci. La cronica mancanza di fondi spesso fa slittare i colloqui. ai ragazzi piacerebbe molto, lo chiedono, e sarebbe d’altra parte utile, ripetere gli incontri verso la fine dell’anno, e soprattutto ripeterli in seconda per verificare gli effettivi cambiamenti che possono essersi verificati, ma mancano i fondi per farlo. La mancanza di fondi: