INDICE DELL’INTERVENTO ANALISI DEL QUADRO RF/SC: Plusvalenze (RF 7-34) e immobili patrimonio (RF 11-12, 39) Rimanenze (RF 14) e interessi passivi (RF 16, 54, 118-121) Compensi amministratori (RF 15-40) Ammortamenti non deducibili (RF 22-43) Trattamento spese di vitto e alloggio e rappresentanza Accantonamenti (RF 26)
La gestione delle plusvalenze IL QUADRO RF La gestione delle plusvalenze in dichiarazione
TASSAZIONE PLUSVALENZE ART. 86 CO. 4 TUIR INDIVIDUA DUE MODALITA’ ALTERNATIVE DI IMPOSIZIONE imposizione nel periodo di realizzo nessuna variazione in dichiarazione rateizzazione in un massimo di 5 periodi se il bene e’ posseduto da almeno 3 esercizi variazione in dichiarazione e stanziamento imposte differite passive Scelta non ravvedibile ( ris.325/2002)
RATEIZZAZIONE PLUSVALENZE In caso di riscatto da leasing triennio decorre dalla data di stipula del contratto ( ris. 379/07) In caso di cessione di ramo d’azienda sono rateizzabili anche plusvalenze Relative a beni acquistati entro il triennio, a condizione che il ramo d’azienda Sia gestito da almeno un triennio ( Circ. 320/1997)
RATEIZZAZIONE PLUSVALENZE TRE PASSAGGI IN DICHIARAZIONE 1. variazione in diminuzione, da indicare nel rigo RF34, colonna 1 e/o colonna 2, per l’intero ammontare delle plusvalenze patrimoniali e delle sopravvenienze attive da rateizzare; 2. variazione in aumento, da indicare nel rigo RF7, per l’ammontare della quota costante riferibile al periodo di imposta in questione (va indicata anche la somma delle quote costanti, imputabili al reddito dell’esercizio, delle plusvalenze realizzate e delle sopravvenienze attive conseguite oggetto di rateazione in precedenti periodi d’imposta); 3. indicazione nell’apposito “Prospetto delle plusvalenze e delle sopravvenienze attive” della plusvalenza da rateizzare nel rigo RF66 e della quota costante nel rigo RF67
LEASE BACK ART. 2425 BIS CODICE CIVILE “Le plusvalenze derivanti da operazioni di compravendita con locazione finanziaria al venditore sono ripartite in funzione della durata del contratto di locazione”.
LEASE BACK - ESEMPIO In data 1/1/2009 un’impresa, proprietaria di un immobile, decida di porre in essere un’operazione di sale & lease back per ottenere risorse finanziarie. Dall’operazione di compravendita immobiliare l’impresa consegue una plusvalenza di 1,8 milioni di euro e contestualmente stipula un contratto di locazione finanziaria della durata di 18 anni, al termine del quale avrà il diritto a riscattare l’immobile.
ASPETTI FISCALI (TESI DRE PIEMONTE) LEASE BACK - ESEMPIO ASPETTI FISCALI (TESI DRE PIEMONTE) Nell’esercizio 2009 c’è un componente positivo in bilancio di 100.000 euro (vale a dire 1/18 di 1,8 milioni di euro), mentre fiscalmente l’importo da assoggettare ad imposizione sarà pari a 360.000 euro (ossia 1/5 di 1,8 milioni di euro): bisognerà quindi procedere ad una variazione in aumento, in sede di dichiarazione dei redditi, dell’importo di 260.000 euro. 99 260.000
ASPETTI FISCALI (TESI UNGDC) LEASE BACK - ESEMPIO ASPETTI FISCALI (TESI UNGDC) Nell’esercizio 2009 c’è un componente positivo in bilancio di 100.000 euro (vale a dire 1/18 di 1,8 milioni di euro), importo da assoggettare ad imposizione: il differimento della plusvalenza posto in essere da un punto di vista civilistico avrebbe valenza anche dal punto di vista fiscale.
La gestione delle rimanenze IL QUADRO RF La gestione delle rimanenze in dichiarazione 10
RIMANENZE Nel rigo RF14 va indicato l’ammontare delle rimanenze finali se non imputate a conto economico o la differenza nel caso di imputazione per importi inferiori a quelli determinati in base alle disposizioni fiscali di: materie prime, sussidiarie, semilavorati, servizi di durata non ultrannuale (art. 92 Tuir); materie prime, sussidiarie, semilavorati, servizi di durata non ultrannuale, impiegate nell’attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi o di raffinazione petrolio, produzione o commercializzazione di benzine, petroli, gasoli per usi vari, oli lubrificanti e residuati, di gas di petrolio liquefatto e di gas naturale (art. 92-bis Tuir); opere, forniture e servizi di durata ultrannuale (art. 93 Tuir); obbligazioni, titoli similari e altri titoli in serie o di massa, azioni o quote di partecipazione in società di capitali e società cooperative e di mutua assicurazione residenti, enti pubblici e privati residenti che hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali, società ed enti di ogni tipo non residenti.
“SVALUTAZIONE” MAGAZZINO ART. 2426 N. 9 CODICE CIVILE Le rimanenze sono iscritte al costo di acquisto o produzione, ovvero al valore di realizzazione desumibile dall’andamento di mercato, se minore
“SVALUTAZIONE” MAGAZZINO ART. 92 CO. 5 TUIR Se in un esercizio il valore unitario dei beni, determinato a norma dei commi 2, 3 e 4, è superiore al valore normale medio di essi nell’ultimo mese dell’esercizio, il valore minimo di cui al comma 1, è determinato moltiplicando l’intera quantità dei beni, indipendentemente dall’esercizio di formazione, per il valore normale.
RIMANENZE - ESEMPIO Nel 2009 le rimanenze hanno avuto questa dinamica: Rimanenze iniziali 1.000.000 Rimanenze finali 300.000 Variazione - 700.000 Il magazzino è composto da 300.000 di unità valutate a € 1 l’una (LIFO a scatti). Si decide di svalutare il magazzino in bilancio di € 150.000, essendo il valore di mercato a fine esercizio pari a € 0,50; pertanto, la variazione negativa delle rimanenze ammonterà alla fine a € 850.000. Il valore normale medio ultimo mese è pari a € 0,70 quindi valore minimo fiscale pari a 210.000 60.000
“SVALUTAZIONE” MAGAZZINO PRIMO PROBLEMA Nel caso di “svalutazione” del magazzino per “deperimento” dei beni (difetti tecnici, obsolescenza, esistenza di restrizioni alla vendita, …), senza che il valore normale medio sia inferiore al costo di iscrizione, la “svalutazione” operata a livello di bilancio è deducibile o meno dal punto di vista fiscale?
“SVALUTAZIONE” MAGAZZINO SECONDO PROBLEMA Nel caso di “svalutazione” del magazzino valutato a costi specifici, la “svalutazione” operata a livello di bilancio è deducibile o meno dal punto di vista fiscale?
“SVALUTAZIONE” MAGAZZINO NORMA ADC 168/2007 “Il mancato richiamo, nell’ambito dell’art. 92, comma 5, primo periodo, del D.P.R. n. 917/86, ai beni valutati a costo specifico secondo il disposto del primo comma del medesimo articolo, non preclude che, ai fini della valutazione al termine dell’esercizio, il loro valore debba essere comunque confrontato con il valore normale di ciascuno di essi, per tale intendendo il valore ad essi oggettivamente attribuibile, secondo la previsione dell’art. 9 del Testo Unico, applicando, in sede di determinazione del reddito, ai sensi dell’art. 83 del D.P.R. n. 917/1986, il minore fra i due importi, secondo il principio stabilito dall’art. 2426, n. 9, cod. civ.”.
QUADRO RF: I COMPENSI DEGLI AMMINISTRATORI attenzione a non esagerare nei numeri assoluti semilavorato contabile inserire almeno riferimento agli indici calcolati bisogna ridurre la teoria perché casi vanno trattati di più 18
12.000 Caso 1 Il signor Rossi è amministratore di Alfa. Compenso annuale: € 12.000 Compenso incassati: zero. Compenso imputato a conto economico: € 12.000 Compensi relativi ad anni precedenti incassati nel 2009: zero 12.000
12.000 10.000 Caso 2 Il signor Rossi è amministratore di Alfa. Compenso annuale: € 12.000 Compenso incassati: zero. Compenso imputato a conto economico: € 12.000 Compensi relativi ad anni precedenti incassati nel 2009: € 10.000 12.000 10.000
Il criterio di cassa allargata vale solo per i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, ma non per i redditi percepiti in qualità di libero professionista, ovvero per la societa’ con periodo d’imposta non solare. Esempio: somma corrisposta il 10 gennaio 2010 Deducibile nel 2009 se il percettore consegue tali redditi nell’ambito di quelli assimilati al lavoro dipendente Deducibile nel 2010 se il percettore consegue tali redditi nell’esercizio della sua attività professionale.
Delibera di attribuzione del compenso E’ necessaria. Il compenso percepito senza delibera è nullo Cassazione sentenza n. 21933 del 29/08/08 (sezioni unite)
Potere di valutazione in merito alla congruità del compenso È possibile: Cassazione sentenze n. 12813 del 27/09/00, n. 13478 del 30/10/01, n. 20748 del 25/09/06 Non è possibile: Cassazione sentenze n. 6599 del 09/05/02; n. 21155 del 31/10/05; n. 28595 del 02/12/08
INTERESSI PASSIVI attenzione a non esagerare nei numeri assoluti semilavorato contabile inserire almeno riferimento agli indici calcolati bisogna ridurre la teoria perché casi vanno trattati di più 24
INTERESSI PASSIVI /CASO 1 Interessi passivi totali 60.000,00 di cui: 10.000,00 capitalizzati 2.000,00 interessi da versamenti trimestrali IVA 3.000,00 interessi da finanziamenti per automezzi; 12.000,00 interessi su finanziamenti garantiti da ipoteca per acquisizione immobili destinati alla locazione; 33.000,00 altri interessi passivi 8.000,00 interessi passivi non dedotti nel periodo di imposta 2008 6.000,00 interessi attivi 40.000,00 ROL 25
INTERESSI PASSIVI /CASO 1 Interessi passivi non deducibili senza necessità di confronto con l’articolo 96 del TUIR: 3.800,00 (versamenti Iva trimestrali + 60% degli interessi su finanziamenti automezzi) Interessi passivi deducibili senza necessità di confronto con l’articolo 96 del TUIR : 23.200,00 euro Interessi da sottoporre al test previsto dall’articolo 96 del TUIR : 33.000,00 26
INTERESSI PASSIVI /CASO 1 33.000 6.000 6.000 8.000 35.000 40.000 17.000 18.000 27
INTERESSI PASSIVI /CASO 1 10.000 13.800 Nella colonna 1, 10.000 è il risultato di 18.000 – 8.000 cioè gli interessi passivi di periodo meno quelli non dedotti per il 2008. Nella colonna 2, 13.800 è la quota di interessi oggettivamente indeducibili e la quota non deducibile di 10.000 dopo l’applicazione dell’articolo 96. 28
INTERESSI PASSIVI /CASO 2 Interessi passivi totali 20.000,00 euro Interessi passivi pagamenti trimestrali IVA 1.000,00 Interessi passivi non dedotti nel periodo di imposta 2008 5.000,00 Interessi attivi 3.000,00 Risultato operativo lordo 80.000,00 29
INTERESSI PASSIVI /CASO 2 22.000 20.000 3.000 3.000 5.000 80.000 29.000 30
INTERESSI PASSIVI /CASO 2 1.000 5.000 La società recupera a tassazione la quota di interessi passivi trimestrali IVA ma deduce tutti gli interessi del periodo di imposta 2009 recuperando anche quelli del 2008 non dedotti 31
UNICO: VITTO, ALLOGGIO E RAPPRESENTANZA attenzione a non esagerare nei numeri assoluti semilavorato contabile inserire almeno riferimento agli indici calcolati bisogna ridurre la teoria perché casi vanno trattati di più 32
UNICO: VITTO, ALLOGGIO E RAPPRESENTANZA. CASO 1 Società che nel corso del periodo di imposta 2009 ha sostenuto spese di vitto ed alloggio per un importo di: 30 mila euro per ospitalità clienti; 25 mila euro per trasferte dipendenti La società dovrà applicare il limite di deducibilità del 75 % soltanto sulla prima categoria di spese 33
UNICO: VITTO, ALLOGGIO E RAPPRESENTANZA. CASO 1 30.000 30.000 Come variazione in aumento, il modello Unico richiede l’indicazione dell’intero ammontare delle spese sulle quali applicare il plafond di deducibilità 34
UNICO: VITTO, ALLOGGIO E RAPPRESENTANZA. CASO 1 22.500 Tra le variazioni in diminuzione si dovrà inserire unicamente l’ammontare della quota di spese di vitto ed alloggio deducibile. In questo modo il modello procede a monitorare comunque l’intero ammontare delle spese 35
UNICO SP. VITTO, ALLOGGIO E RAPPRESENTANZA Nel corso del periodo di imposta 2009, la società ROSSI SRL ha sostenuto: 60.000,00 euro per spese di vitto ed alloggio afferenti l’ospitalità clienti presso l’impresa; 92.000,00 euro di spese di rappresentanza 42.000,00 euro delle spese di rappresentanza sono da attribuire comunque al vitto ed all’alloggio l’ammontare dei ricavi dell’impresa è di 4.000.000,00 euro Individuazione dell’ammontare del 75 per cento di spese di vitto ed alloggio 60.000,00 x 75% = 45.000,00 Quota delle spese di rappresentanza che sono vitto ed alloggio 42.000,00 x 75% = 31.500,00 Limite massimo delle spese di rappresentanza deducibile 4.000.000,00 x 1,3% = 52.000,00 36
2) Quota delle spese di rappresentanza che sono vitto ed alloggio Individuazione dell’ammontare del 75 per cento di spese di vitto ed alloggio 60.000,00 x 75% = 45.000,00 2) Quota delle spese di rappresentanza che sono vitto ed alloggio 42.000,00 x 75% = 31.500,00 3) Limite massimo delle spese di rappresentanza deducibile 4.000.000,00 x 1,3% = 52.000,00 37
LA VARIAZIONE IN AUMENTO 102.000 50.000 152.000 LA VARIAZIONE IN DIMINUZIONE 31. 500 52.000 97.000 38
QUADRO RF: IL TFM E L’INDENNITÀ SUPPLETTIVA CLIENTELA attenzione a non esagerare nei numeri assoluti semilavorato contabile inserire almeno riferimento agli indici calcolati bisogna ridurre la teoria perché casi vanno trattati di più 39
Deducibilità Tfm Rm 211/E del 22 maggio 2008: la mancanza dell’atto di data certa rende indeducibili le quota annue di accantonamento. Le stesse saranno deducibili al momento del pagamento alla fine del mandato.
Caso 1 (seguendo la tesi AF) Alfa srl ha previsto un compenso per trattamento di fine mandato per il suo amministratore Rossi senza conferire a tale atto data certa anteriore all’inizio del rapporto. Considera tale accantonamento non rilevante fino al momento del pagamento. Anno 2009 Alfa: accantona in bilancio nel 2009 € 12.000 Rossi non percepisce tale trattamento 12.000 12.000 12.000
Caso 1 (seguendo la tesi AF) Alfa srl ha previsto un compenso per trattamento di fine mandato per il suo amministratore Rossi senza conferire a tale atto data certa anteriore all’inizio del rapporto. Considera tale accantonamento non rilevante fino al momento del pagamento. Nel 2009: Si chiude il rapporto tra Alfa e Rossi Alfa : accantona in bilancio nel 2009 € 4.000 Alfa paga a Rossi il Tfm per € 35.000 4.000 4.000 35.000
La data certa (Adc 125): estratto notarile del libro verbali assemblee; vidimazione notarile del libro verbali; notifica rituale all’amministratore; invio all’amministratore della delibera mediante raccomandata in plico senza busta. atto pubblico; timbro postale;
Indennità supplettiva clientela La sentenza n. 13506 dell’11 giugno 2009 della Corte di Cassazione ha rettificato la precedente sentenza n. 24973 del 24 novembre 2006 (e altre), riconoscendo deducibile per competenza gli accantonamenti effettuati dalla ditta mandante per le indennità maturate a favore degli agenti di commercio.
La circolare n. 42/E del 6 luglio 2007 aveva fatto proprio la tesi sostenuta dalla corte di Cassazione (sentenza n. 24973 del 27 novembre 2006) che stabiliva la deducibilità dell’indennità suppletiva di clientela in base al criterio di cassa. In forza di ciò ha aveva anche illustrato le condizioni per mettersi in regola con i mutati orientamenti giurisprudenziali, che privilegiavano il principio di cassa. Comportamenti da tenere??
agente persona fisica: le indennità sono tassate in base al criterio di cassa con applicazione della ritenuta d’acconto del 20%, ed eventuale opzione per la tassazione separata. agente società di persone: a decorrere dalle indennità maturate dal 2004 il regime risulta identico a quello delle persone fisiche: tassazione per cassa, applicazione della ritenuta del 20% da scomputarsi in sede di dichiarazione dei redditi dei soci, diritto alla tassazione separata. agente società di capitale: l’agente deve assoggettare a tassazione le indennità maturate sulla base del criterio di competenza, in ossequio sia alla normativa civilistica che a quella fiscale (ma vedi il requisito della certezza).