Nascita dei partiti italiani
Che cos’è un partito politico? Un partito politico è un’Associazione il cui scopo principale è di intervenire direttamente sulle forme e sulle scelte del potere politico, proponendosi come rappresentante della società civile nella sfera pubblica, e fornendo il personale politico di governo in ambito sia legislativo sia esecutivo.
Il contesto storico Le formazioni parlamentari che vanno sotto il nome di Destra storica e Sinistra storica e i raggruppamenti politici risorgimentali, non si possono considerare partiti veri e propri, secondo la definizione moderna. I primi partiti politici costituiti come tali alla fine dell’800 sono stati, il Partito Repubblicano Italiano nel 1895 e il Partito Socialista nel 1892, mentre le correnti di pensiero ispirate agli ideali democratici della Destra e Sinistra ottocentesca non diedero vita a proprie formazioni politiche. Nel secolo successivo, accanto ai partiti storici, altri ne sorsero a rappresentare ideologie e interessi portati alla ribalta dalle lotte sociali, come il Partito Popolare Italiano nel 1919, il Partito Comunista Italiano nel 1921; e nello stesso anno si costituiva il Partito Nazionale Fascista. La crisi e la caduta del fascismo, prima ancora della fine del conflitto mondiale, diedero alle altre forze politiche l’occasione di riorganizzarsi: nel 1942 venne fondato il nuovo Partito d’Azione e nel 1943 il Partito Liberale Italiano.
Il Partito Socialista Italiano In Italia il Socialismo lo si trova fin dal XIX secolo, nelle complesse vicende del Risorgimento. Il movimento operaio italiano, dopo il 1860-61, si orientò gradatamente in senso socialista: mentre in Italia settentrionale le leghe di resistenza si impegnavano in lotte classiste, in Italia centromeridionale c’era l’opera propagandistica e organizzativa di Bakunin; si formava il gruppo socialista raccoltosi intorno al settimanale lombardo “La Plebe”, cresceva il movimento cooperativo e si intensificavano i conflitti sociali. Con l’inizio del XX secolo il nuovo indirizzo giolittiano della politica italiana si ripercosse nella tumultuosa dialettica delle correnti socialiste. Al congresso di Imola del PSI prevalse la corrente riformista, assai forte pure nel movimento sindacale, e altresì le separazioni ideologico-pratiche degli anarchici. Tale situazione si protrasse anche dopo il prevalere della sinistra, fino alla Prima Guerra Mondiale e oltre. Il movimento socialista si trovò impreparato di fronte alla crisi del dopoguerra e delle nuove forze politiche, fascista e popolare cattolico. La nuova sinistra si staccò, nel 1921, per dar vita al Partito Comunista d’Italia. Dopo il delitto di Giacomo Matteotti, anche per i socialisti italiani iniziò il duro periodo della clandestinità.
Il Partito comunista Il Partito Comunista nacque a Livorno nel1921, in seguito alla scissione dal PSI e del gruppo de “L’ Ordine Nuovo” di Antonio Gramsci e altri piccoli partiti di sinistra. Dopo il 1926 il PCI mantenne una struttura in Italia, nonostante l’ondata di arresti da parte dei fascisti, fra i quali quello dello stesso Gramsci; ma egli non fu soltanto arrestato ma anche picchiato, e siccome il suo corpo era molto debole, lui ne morì. Il PCI fu fedele alla linea di Stalin; infatti il nuovo leader Togliatti capì che bisognava collegare le forze contro il regime totalitario fascista.
Il Partito Fascista Nel 1919, quando si tennero le elezioni, a Milano si costituirono i “fasci di combattimento” un nuovo partito fondato da Benito Mussolini. Questo partito ebbe subito un carattere molto aggressivo, infatti usavano la violenza. Un esempio è stato l’attacco alla sede del giornale socialista “Avanti”. Questo partito, fin da allora, dimostro un carattere antidemocratico. Tra il 1919 e il 1920 il partito fascista si consolidò, avviando una serie di interventi contro le varie organizzazioni operaie. Ma il Governo non intervenne, anzi, il re Vittorio Emanuele III chiese a Mussolini di formare il nuovo Governo. Dopo che i fascisti salirono al Governo le violenze non finirono, infatti, nel 1924, quando ci furono le elezioni, molti candidati subirono minacce e altri vennero uccisi, come il socialista Giacomo Matteotti. Le elezioni furono vinte dai fascisti, con il 60% dei voti.
Il Partito Popolare Italiano Il Partito Popolare Italiano fu fondato da Don Luigi Sturzo, dopo la Prima Guerra Mondiale, nel 1919. Il PPI era un partito laico, proclamava la coscienza cristiana fondamento della vita nazionale e indicava la sua azione politica nel “centrismo”, come rifiuto di ogni legame con il liberalismo moderato e opposizione al partito socialista. Quando salì al governo Mussolini, Don Luigi Sturzo temporeggiò anziché affrettare un’ intesa tra popolari e socialisti. Egli fu perseguitato da Mussolini, quindi si rifugiò all’estero, rientrato in patria riprese la vita politica, ma senza legami con la Democrazia Cristiana.
Il Partito Repubblicano Italiano Il Partito Repubblicano Italiano si costituì ufficialmente nel 1895, sorto dalla trasformazione delle società operaie mazziniane. Scoppiata la Prima Guerra Mondiale il PRI prese parte al movimento interventista. Dopo la guerra, e affermatosi il fascismo, il PRI divenne un componente importante dell’ emigrazione politica, quindi della concentrazione antifascista in esilio. I repubblicani ebbero parte significativa nella lotta contro il fascismo in Spagna; in seguito parteciparono alla resistenza con proprie formazioni o nelle brigate di Giustizia e Libertà.
Il Partito Liberale Italiano Il Partito Liberale venne fondato nel1922 da A. Giovannini, per raccogliere in una organizzazione politica l’ eredità del liberalismo risorgimentale. Dopo la parentesi fascista,il PLI si ricostituì all’inizio del 1944, occupando una posizione moderata all’interno del Comitato di liberazione nazionale, schierandosi a favore della monarchia. In seguito il PLI diede un importante contributo alla politica centrista e a un suo esponente,Einaudi, che fu eletto presidente della repubblica.