Dr.ssa Francesca Riccardi

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Transcript della presentazione:

Dr.ssa Francesca Riccardi ATTEGGIAMENTI Dr.ssa Francesca Riccardi

ATTEGGIAMENTO …è una tendenza psicologica espressa attraverso la valutazione di una particolare entità con qualche genere di favore o sfavore. […] Tendenza psicologica fa riferimento ad uno stato interno alla persona Valutazione fa riferimento ad ogni classe di risposta valutativa, sia essa manifesta o non osservabile, cognitiva, affettiva o comportamentale. (Eagly & Chaiken, 1993)

MODELLO TRIPARTITO Rosenberg e Hovland, 1960 COMPONENTI COGNITIVA AFFETTIVA COMPORTA MENTALE Credenze Reazioni emotive Azione di avvicinamento allontanamento

Modello tripartito Gli atteggiamenti sono un costrutto psicologico costituito da 3 componenti: Componente cognitiva: informazioni e credenze verso un oggetto Componente affettiva: reazione emotiva verso l’oggetto Componente comportamentale: azioni di avvicinamento o allontanamento dall’oggetto Critiche: La ricerca ha studiato soprattutto la componente valutativa

Social cognition (Fazio, 1986): Atteggiamento = struttura cognitiva costituita dall’associazione in memoria tra la rappresentazione dell’oggetto e la sua valutazione Questa definizione non è in contrapposizione con il modello tripartito

L’ASPETTATIVA-VALORE Fishbein e Ajzen, 1975 – Feather, 1982 ATT è una valutazione spontanea e inevitabile ATT è determinato dal valore riconosciuto agli attributi dell’oggetto + forza dell’associazione ATT è influenzato solo da idee prontamente accessibili L’accessibilità dipende da: frequenza di attivazione, imminenza, importanza dell’idea

Atteggiamento = struttura cognitiva caratterizzata da: Disponibilità: associazione tra oggetto e valutazione immagazzinata nella memoria a lungo termine Accessibilità: tempo e sforzo richiesti per il recupero mnestico di tale struttura

L’atteggiamento ha la funzione di: Organizzare e favorire la codifica delle informazioni in entrata Aspetti innovativi: Introduce il concetto di “forza dell’associazione tra oggetto e valutazione” misurato attraverso il tempo di latenza (tempo che occorre all’individuo per formulare la valutazione dal momento in cui appare lo stimolo)

Esempio: Quando il legame è forte: attivazione automatica della struttura cognitiva Quando il legame è debole: elaborazione consapevole per recuperare tale struttura Quando il legame è molto debole: incapacità di recuperare l’associazione e formulazione della valutazione nel momento stesso (formulazione online)

Come si formano gli atteggiamenti? Tre modalità: Esperienza diretta Osservazione della esperienza altrui Comunicazione

Esperienza diretta Porta a una forte associazione in memoria tra la rappresentazione dell’oggetto e la sua valutazione Il ripetersi dell’esposizione rende l’associazione automatica (memory based) Atteggiamento più resistente al cambiamento

Osservazione dell’esperienza altrui L’associazione tra la rappresentazione dell’oggetto e la sua valutazione è meno forte Atteggiamento meno resistente al cambiamento

Comunicazione Associazione tra rappresentazione e oggetto molto debole, difficile recupero dalla memoria (atteggiamento formulato online) Atteggiamento molto meno resistente al cambiamento

Come si misurano gli atteggiamenti? Costrutti non osservabili Inferibili da alcuni indicatori (risposte manifeste e comportamenti)

Le scale permettono di misurare: La natura e l’intensità delle opinioni La frequenza dei comportamenti Prime scale Thurstone e Chave (1929) e Guttman (1941) La costruzione di queste scale prevedeva la presenza di giudici: Per valutare gli item da includere o meno nella scala Per il calcolo scalare di ogni item Critiche: lungo e dispendioso lavoro di preparazione

Scala Likert (Likert, 1932): è costituita da item (affermazioni favorevoli o sfavorevoli) che coprono gli aspetti rilevanti nell’area semantica dell’oggetto studiato i soggetti devono indicare su una scala di risposta il grado di accordo o disaccordo con le affermazioni

Esempio: La mia famiglia dovrebbe eliminare la carne dalla dieta Totale disaccordo 1 2 3 4 5 6 7 Pieno accordo Consente di effettuare operazioni statistiche come l’aggregazione delle risposte sullo stesso oggetto, il calcolo della media

Domande aperte Automatismo Dimensione affettiva vs. dimensione cognitiva Ambivalenza RELAZIONE CON IL COMPORTAMENTO

Differenziale semantico (Osgood, Suci e Tanenbaum, 1957): insieme di coppie di aggettivi bipolari separati (in genere) da sette spazi che rappresentano una gradazione da uno all’altro oggetto di atteggiamento posto all’inizio del questionario Esempio: Come giudica il conformismo? Buono ___ ___ ___ ___ ___ ___ Cattivo Bello ___ ___ ___ ___ ___ ___ Brutto

Gli autori hanno rilevato che le coppie di aggettivi si raggruppano sistematicamente in tre fattori: Valutazione Potenza Attività Critiche alla validità delle scale: le risposte sono sotto il controllo dei soggetti. Problema legato alla desiderabilità sociale

2) Misure meno dirette di misurazione: Risposta elettrogalvanica (capacità della pelle di condurre elettricità) Attività dei muscoli del viso Vantaggi: Risposte non influenzate dalla desiderabilità sociale Critiche: Metodologie troppo intrusive 3) Tempo di latenza nella espressione della risposta: Utilizzo di un software che permette di calcolare il tempo tra l’apparizione dello stimolo sullo schermo del computer e la pressione esercitata dal soggetto su appositi tasti per la risposta

MODELLO DELL’AZIONE RAGIONATA Fishbein e Ajzen, 1975 Credenze circa le conseguenze Atteggiamento Valutazione del comportamento INTENZIONE COMPORTA MENTO Credenze circa le norme sociali Percezione aspettative ‘altri significativi’

Ajzen (1988) ha riformulato la teoria introducendo come fattore causale insieme agli atteggiamenti verso il comportamento e alla pressione sociale: La percezione del controllo sul comportamento Critiche: Secondo Fazio: Il modello di Fishbein e Ajzen si applica solo quando l’associazione tra oggetto e valutazione è debole o non disponibile Perché quando l’associazione tra oggetto e valutazione è forte l’atteggiamento si attiva automaticamente e guida il comportamento

Desiderio di riportare l’equilibrio Dissonanza cognitiva (Festinger, 1957) Processo di natura motivazionale Deriva dal bisogno di mantenere coerenza tra le proprie cognizioni (credenze e valori) e/o comportamenti Esempio: - credo che mettere il casco sia utile - a volte non indosso il casco Cognizione Dissonanza 3 Disagio 3 Desiderio di riportare l’equilibrio Comportamento

Strategie per ristabilire l’equilibrio: Modificazione dell’elemento dissonante meno resistente al cambiamento Esempio: il cambiamento del comportamento il soggetto modifica il comportamento e utilizza sempre il casco Cambiamento della credenza relativa all’utilità del casco attraverso la percezione selettiva delle informazioni Esempio: il cambiamento di atteggiamento il soggetto ricorda le informazioni che criticano l’utilità del casco

Gli atteggiamenti focalizzano l’attenzione: dimmi dove guardare (1973, Commissione Giustizia USA). Gli atteggiamenti restringono il campo di attenzione delle persone, orientandole verso le informazioni che sono in linea con quanto credono

Gli atteggiamenti distorcono l’interpretazione: dimmi che cose vedere! Assimilazione Contrasto Decisione sulle informazioni ambigue

Gli atteggiamenti guidano il comportamento attraverso la formulazione di intenzioni, aiutando a tradurre l’atteggiamento in comportamento pianificazione

Perché un atteggiamento possa influenzare il comportamento il soggetto ha la percezione di poter controllare tale comportamento

Stereotipo e Pregiudizio

Pregiudizio Da (praeiudicium: sentenza anticipata) È un giudizio precedente all’esperienza, un giudizio espresso in assenza di dati sufficienti. Tendenza a considerare in modo ingiustificatamente sfavorevole le persone che appartengono ad un determinato gruppo sociale

Stereotipo Da (stereos – tupos: impronta rigida) È un insieme coerente e abbastanza rigido di credenze negative che un certo gruppo condivide rispetto ad un altro gruppo o categoria sociale È il nucleo cognitivo del pregiudizio, l’insieme di quelle rappresentazioni mentali che portano a pensare e agire in modo sfavorevole nei confronti di un certo gruppo sociale.

Stereotipi Ciò che è rilevante comprendere in tema di stereotipi è che “è stato dimostrato che l’opinione su un gruppo di popolazione influenza il comportamento di tale gruppo provocando comportamenti conformi allo stereotipo” (Galimberti, 1992, p. 912)

Sebbene spesso siano valutati negativamente in quanto tendono a mantenere i pregiudizi sociali, gli stereotipi hanno un valore notevole perché contengono verità sufficienti a predire il comportamento di individui o gruppi (Galimberti, 1992)

Formazione dello stereotipo Lo stereotipo è, in altre parole una forma di semplificazione della realtà: come sostenne Lipmann (1922), il rapporto con la realtà è mediato dalle immagini mentali che uno si costituisce di essa. Tali immagini sono spesso molto semplificate e molto rigide in quanto non sempre la mente umana “desidera” trattare la grande varietà delle forme con cui il mondo si presenta

Formazione dello stereotipo La formazione degli stereotipi avviene, dunque, per un processo di semplificazione della realtà

Lo stereotipo si forma quando… Si verifica secondo modalità culturalmente previste: “gli stereotipi fanno parte del gruppo e come tali vengono acquisiti dai singoli e utilizzati per una efficace comprensione della realtà” (p. 15) Mazzara, 1997

Svolge una funzione di tipo difensivo, in quanto contribuiscono al mantenimento di una cultura e delle sue forme di organizzazione, così garantendo all’individuo la salvaguardia della sua posizione Mazzara, 1997

Guida la raccolta delle informazioni e l’analisi della realtà, in quanto i dati di esperienza vengono già filtrati secondo le categorie rappresentate dagli stereotipi. Mazzara, 1997

Le scienze sociali hanno specificato come, in genere, il pregiudizio : si riferisca non tanto a fatti o eventi, quanto a gruppi sociali, sebbene siano comuni anche giudizi dati su accadimenti della vita quotidiana o su relazioni interpersonali si caratterizzi come giudizio di tipo negativo che tende a penalizzare l’oggetto del giudizio stesso