Buone prassi del protagonismo giovanile A cura di R. Maurizio e R. Gallini Osservatorio regionale del Veneto permanente sulla condizione giovanile.

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Buone prassi del protagonismo giovanile A cura di R. Maurizio e R. Gallini Osservatorio regionale del Veneto permanente sulla condizione giovanile

La ricerca di buone prassi Il tema della partecipazione dei giovani alla vita sociale si presta a molteplici approcci e orientamenti. In assenza di linee guida di carattere nazionale e regionale, ed in presenza solamente del documento europeo (Carta per la partecipazione dei giovani alla vita municipale) è parso doveroso, allOsservatorio regionale predisporre un percorso di scoperta e valorizzazione delle esperienze già esistenti in regione, di partecipazione e protagonismo giovanile. Il percorso è giunto alla terza fase, quella dellanalisi in profondità di alcune esperienze, considerate come studio di caso.

La prima fase ha permesso di raccogliere oltre 250 segnalazioni in tutta la regione, di esperienze di partecipazione. La seconda ha permesso di raccogliere una scheda descrittiva analitica di settanta esperienze tra le quali sono state individuate, attraverso luso di criteri oggettivi, le venti esperienze per la terza fase. Il percorso si concluderà con la produzione di un repertorio delle esperienze, con unanalisi dettagliata delle settanta esperienze che hanno aderito alla seconda fase e con lanalisi delle venti esperienze oggetto di attenzione nella terza. A conclusione di tutto il percorso è ipotizzata la stesura di linee guida regionali nel campo della promozione della partecipazione giovanile.

Alcuni elementi di sfondo In queste slides sono proposti alcuni elementi di sintesi desunti dalla prima analisi delle settanta esperienze che hanno aderito alla seconda fase. In particolare si considerano i promotori delle iniziative, i destinatari, lambito principale di attività e la tipologia delliniziativa.

Promotori e soggetti coinvolti Oltre il sessanta per cento delle iniziative censite vede come promotori i giovani, siano essi associazioni e gruppi formali (26%) o gruppi informali (25%) o altre realtà giovanili (16%). Due progetti su dieci sono promossi da enti pubblici e uno su dieci da organizzazioni del terzo settore. I giovani coinvolti nelle iniziative e progetti sono in maggioranza nella fascia detà tra i 18 ed i 29 anni, senza prevalenza di genere, prevalentemente di nazionalità italiana e studenti (la quota dei giovani lavoratori o disoccupati coinvolti è del venti per cento).

Ambito delle iniziative Lambito culturale e quello sociale sono i settori in cui si ritrova la metà dei progetti ed iniziative. Lambito ricreativo e quello musicale risultano ambiti praticati ma con meno frequenza dei primi due. Decisamente inferiori le percentuali di progetti ed iniziative in ambiti quali diritti civili, politica e religione.

Tipologia dei progetti ed iniziative In mancanza di documenti di tipo orientativo lanalisi delle esperienze censite ha permesso di ricostruire un primo tentativo di classificazione delle iniziative. Queste sono state suddivise in nove gruppi omogenei di tipologia, con una scelta di una come prevalente, laddove la stessa iniziativa si è sviluppata su più tipologie.

Progettazione partecipata39 Auto-organizzazione giovanile20 Rappresentanza formale12 Formazione civica e sociale7 Bando di progetti6 Sviluppo di rete tra realtà giovanili6 Co-gestione di spazi e strutture6 Ricerca-azione3 Partecipazione a volontariato1 Come si può notare dalla tabella la tipologia prevalente (circa il 40%), tra le esperienze censite, è quella della progettazione partecipata, che vede coinvolti enti locali o privati e gruppi di giovani. In secondo luogo spicca la capacità di auto-organizzazione dei giovani che rappresenta il 20% delle iniziative e le diffusione di forme di rappresentanza formale dei giovani (circa il 12%). Meno frequenti, tra le esperienze che si sono segnalate, esperienze di formazione civica, di bandi di progetti, di reti tra realtà giovanili, di co-gestione di spazi, di ricerca e di volontariato.