Promuovere competenze nell’attività di insegnamento: è possibile

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Transcript della presentazione:

Promuovere competenze nell’attività di insegnamento: è possibile Promuovere competenze nell’attività di insegnamento: è possibile? A quali condizioni? Michele Pellerey Modena 26 gennaio 2009

A proposito di competenze, il regolamento relativo all’obbligo di istruzione cita le definizioni usate dal Quadro Europeo delle Qualificazioni Modena 26 gennaio 2009

Conoscenze indicano il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono l’insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative a un settore di studio o di lavoro; le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche.

Abilità indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi; le abilità sono descritte come cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti).

Competenze indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; le competenze sono descritte in termine di responsabilità e autonomia.

c) la competenza esperta come eccellenza nella pratica considerata. Le radici del concetto di competenza si trovano nella razionalità pratica aristotelica: a) competenza tecnico-pratica: dal progetto, attraverso la tecnica realizzativa, si giunge al prodotto finale; b) competenza etico-sociale: dal bene-fine individuato, tramite la saggezza pratica, si giunge a una azione umana positiva; c) la competenza esperta come eccellenza nella pratica considerata. Modena 26 gennaio 2009

Le motivazioni principali per introdurre tale concetto nella pratica scolastica riguardano in genere la constatazione che gli esiti dell’apprendimento scolastico sono spesso ridotti a conoscenze inerti e abilità standardizzate poco trasferibili. La critica ha sottolineato i limiti di tale situazione, di fronte all’evoluzione economica, sociale e tecnologica odierna. Modena 26 gennaio 2009

Dalla ricerca e dalla pratica istituzionale sono emersi quattro elementi chiave 1. Una specifica competenza viene evidenziata dalla capacità di attivare (o mobilizzare) e integrare (o combinare) le risorse interne possedute (conoscenze, abilità, altre qualità personali) e quelle esterne disponibili (persone, documenti, strumenti informatici,…); Modena 26 gennaio 2009

2. questa mobilizzazione si effettua in un contesto o situazione specifica e implica un intervento attivo da parte del soggetto; Modena 26 gennaio 2009

3. il compito da portare a termine o l’attività da svolgere in tale contesto caratterizza la competenza considerata; Modena 26 gennaio 2009

4. il riconoscimento sociale di una competenza implica la sua manifestazione in una molteplicità di contesti particolari (non basta una singola prestazione). Modena 26 gennaio 2009

Di qui una possibile definizione come “capacità di mettere in moto e di coordinare le risorse interne possedute (conoscenze, abilità, disposizioni interne stabili) e quelle esterne disponibili per affrontare positivamente una tipologia di compiti o di situazioni sfidanti”. Modena 26 gennaio 2009

Una competenza, da questo punto di vista, è definibile a partire dalla tipologia di compiti o attività che si devono svolgere validamente ed efficacemente. Più i compiti sono complessi e poco famigliari più si richiede una competenza elevata. In base ai compiti da svolgere, può essere più specificatamente legata a una disciplina o materia di insegnamento, oppure avere carattere più aperto ad altre discipline ai problemi extrascolastici. Modena 26 gennaio 2009

“Pertanto la nozione di competenza include componenti cognitive ma anche componenti motivazionali, etiche, sociali e relative ai comportamenti. Costituisce l’integrazione di tratti stabili, risultati di apprendimento (conoscenze e abilità), sistemi di valori e credenze, abitudini e altre caratteristiche psicologiche” (Ocse – Pisa). Modena 26 gennaio 2009

C’è però chi sottolinea il carattere eminentemente soggettivo della competenza che è sempre “personale” , perché collegata a forme di interiorizzazione, di motivazione, di riflessione e di azione del tutto individuali. Da questo punto di vista si afferma che non esistono “competenze disciplinari”, nel senso di competenze caratterizzanti una disciplina. Anche in questo caso, però, esistono alcune componenti essenziali di ogni competenza da promuovere. Modena 26 gennaio 2009

Le componenti fondamentali di ogni competenza: a) Conoscenze concettuali significative, stabili, fruibili b) Abilità, come schemi d’azione più o meno complessi e automatizzati c) Disposizioni interne stabili: significati, valori, atteggiamenti, aspirazioni, desideri, ecc. Modena 26 gennaio 2009

In una manifestazione di competenza esse vengono mobilizzate e coordinate P = prestazione P Conoscenze Disposizioni interne stabili Abilità Modena 26 gennaio 2009

Se concentriamo la nostra attenzione sugli obiettivi dell’azione educativa scolastica e rileggiamo questi ultimi alla luce del concetto sopra precisato, occorre riconoscere che una manifestazione di competenza, a seconda dei casi e dei livelli di scolarità, può avvicinarsi di più al concetto di abilità, o a quello di conoscenza, o ancora a quello di atteggiamento, in base alla prevalenza di importanza di una di queste componenti nello svolgimento di un compito. Modena 26 gennaio 2009

Così al limite una competenza può manifestarsi attraverso una conoscenza, purché questa sia significativa, stabile e fruibile; oppure attraverso una abilità, purché utilizzata in maniera consapevole e funzionale al compito o al problema; ovvero attraverso un atteggiamento, purché si tratti di una disposizione interiore stabile su cui si può contare.   Modena 26 gennaio 2009

Molte competenze sono della stessa natura dalla prima classe della scuola primaria all’ultima classe del secondo ciclo, ma variano nel loro livello di complessità e di adattabilità a situazioni diversificate. Modena 26 gennaio 2009

Un esempio viene dalla competenza nella comunicazione in lingua italiana, come viene descritta nel contesto delle competenze chiave del cittadino europeo. “Capacità di esprimere e interpretare concetti, pensieri, sentimenti, fatti e opinioni in forma sia orale sia scritta (comprensione orale, espressione orale, comprensione scritta ed espressione scritta) e di interagire adeguatamente e in modo creativo sul piano linguistico in un’intera gamma di contesti culturali e sociali, quali istruzione e formazione, lavoro, vita domestica e tempo libero”. Modena 26 gennaio 2009

Negli assi culturali di dice: padroneggiare gli strumenti espressivi ed argomentativi indispensabili per gestire l’interazione comunicativa verbale in vari contesti; leggere, comprendere ed interpretare testi scritti di vario tipo; produrre testi di vario tipo in relazione ai differenti scopi comunicativi Modena 26 gennaio 2009

  Conoscenze, abilità e atteggiamenti essenziali legate a tale competenza. La competenza comunicativa che risulta dall'acquisizione della madrelingua è intrinsecamente connessa con lo sviluppo della capacità cognitiva dell’individuo di interpretare il mondo e relazionarsi con gli altri.   Modena 26 gennaio 2009

La comunicazione nella madrelingua presuppone che una persona sia a conoscenza del vocabolario, della grammatica funzionale e delle funzioni del linguaggio. Ciò comporta una conoscenza dei principali tipi di interazione verbale, di una serie di testi letterari e non letterari, delle principali caratteristiche dei diversi stili e registri del linguaggio nonché della variabilità del linguaggio e della comunicazione in contesti diversi.   Modena 26 gennaio 2009

Obbligo di istruzione: Principali strutture grammaticali della lingua italiana; Elementi di base delle funzioni della lingua; Lessico fondamentale per la gestione di semplici comunicazioni orali in contesti formali e informali; Contesto, scopo e destinatario della comunicazione; Codici fondamentali dellacomunicazione orale, verbale e non verbale; Principi di organizzazione del discorso descrittivo, narrativo, espositivo, argomentativo; ecc. Modena 26 gennaio 2009

Le persone dovrebbero possedere le abilità per comunicare sia oralmente sia per iscritto in tutta una serie di situazioni comunicative e per sorvegliare e adattare la propria comunicazione a seconda di come lo richieda la situazione. Questa competenza comprende anche l’abilità di distinguere e di utilizzare diversi tipi di testi, di cercare, raccogliere ed elaborare informazioni, di usare sussidi e di formulare ed esprimere le argomentazioni in modo convincente e appropriato al contesto, sia oralmente sia per iscritto.   Modena 26 gennaio 2009

Un atteggiamento positivo nei confronti della comunicazione nella madrelingua comporta la disponibilità a un dialogo critico e costruttivo, la consapevolezza delle qualità estetiche e la volontà di perseguirle nonché un interesse a interagire con gli altri. Ciò comporta la consapevolezza dell'impatto della lingua sugli altri e la necessità di capire e usare la lingua in modo positivo e socialmente responsabile.   Modena 26 gennaio 2009

Insegnare per promuovere le competenze Secondo punto Insegnare per promuovere le competenze Modena 26 gennaio 2009

Principio generale Sollecitare, favorire e guidare l’integrazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti in attività di lavoro individuale o collettivo, di ricerca, di progettazione, ecc., rivolte all’assolvimento di un compito o alla realizzazione di una prodotto. Modena 26 gennaio 2009

Per sviluppare una competenza occorre in primo luogo promuovere l’acquisizione delle conoscenze e delle abilità relative in modo che esse siano disponibili in maniera significativa, stabile e fruibile (quando, come e perché valorizzarle). Ma rimane fondamentale anche il senso o significato loro dato, cioè capire il perché occorre impegnarsi in questa acquisizione. Modena 26 gennaio 2009

Prima osservazione E’ pericoloso sottovalutare il ruolo delle conoscenze o dei saperi fondamentali: a) nel promuovere la coltivazione della persona in molte sue qualità interiori limitandosi ad aspetti funzionali; b) nella soluzione di problemi (senza una base ben organizzate di conoscenze non basta un insieme di abilità procedurali) Modena 26 gennaio 2009

Seconda osservazione La legge moltiplicativa della motivazione Seconda osservazione La legge moltiplicativa della motivazione. Lo stato motivazionale di uno studente dipende in gran parte da: a) la percezione di avere la capacità di raggiungere un obiettivo e/o svolgere un compito X (per, moltiplicato) b) il valore soggettivo attribuito a tale obiettivo e/o compito Modena 26 gennaio 2009

Sull’acquisizione di conoscenze e abilità aperte allo sviluppo di competenze 1. Insegnare a partire da situazioni il più possibile significative e problematizzate (anche storicamente) 2. Favorire l’utilizzazione immediata sistematica delle conoscenze e abilità 3. Promuovere la comunicazione tra gli studenti e la discussione relativa alle loro realizzazioni (anche con mostre) 4. Garantire la continuità dell’azione formativa (contro frammentarietà e contraddittorietà) Modena 26 gennaio 2009

Le competenze si sviluppano attraverso l’azione, l’interazione, l’attività sia pratica, sia intellettuale Alcune pratiche in particolare favoriscono lo sviluppo di competenze, tra queste: a) l’apprendistato cognitivo e le comunità di pratica (e/o di apprendimento) b) il lavorare per progetti individuali e collettivi c) realizzare prodotti di vario tipo sia individualmente sia collettivamente Modena 26 gennaio 2009

Le qualità formative di una comunità di pratica derivano dai molteplici rapporti di influenza che possono essere esercitati da partecipanti di diverso livello di competenza e di esperienza. Il modello è quello proprio della “bottega dell’arte”. Il rapporto tra apprendista e mastro è quello che esprime meglio tali influenze formative. Una esplicitazione di tale rapporto è dato dalle fasi descritte dell’apprendistato cognitivo. Modena 26 gennaio 2009

Apprendistato cognitivo Prima fase: osservazione Si inducono le competenze tramite l’esperienza vicaria che si ha osservando attentamente un modello, cercando di ricordarne le caratteristiche Seconda fase: imitazione Prestazioni di tipo imitativo di forme generali o di stile di un modello sotto modalità di guida sociale che corregge e suggerisce Modena 26 gennaio 2009

Terza fase: auto-controllo Manifestazione di competenze riscontrate nel modello messe in atto in maniera indipendente anche se in contesti strutturati e controllati Quarta fase: auto-regolazione Uso adattativo (flessibile e coerente con nuove situazioni) di competenze in condizioni personali e ambientali variate Modena 26 gennaio 2009

Lavorare per progetti Pratica educativa che coinvolge gli studenti nel lavorare intorno a un progetto che abbia una sua rilevanza, non solo all’interno dell’attività scolastica, bensì anche fuori di essa. Favorisce l’interiorizzazione del senso di quello che si apprende a scuola, cioè del fatto che conoscenze e abilità apprese in tale contesto hanno un ruolo e un significato, possono servire per raggiungere uno scopo più vasto. Modena 26 gennaio 2009

Osservazione finale sulla valutazione delle competenze Modena 26 gennaio 2009

Valorizzare una pluralità di fonti Tener conto di una pluralità di manifestazioni Integrare aspetti soggettivi, oggettivi e intersoggettivi Valorizzare analogie con metodi diversificati come quello sperimentale e quello giudiziale Ricordare che valutare non è misurare e calcolare, anche se misurare e calcolare è utile. Modena 26 gennaio 2009