I processi di acquisizione linguistica

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Transcript della presentazione:

I processi di acquisizione linguistica Aspetti biologici cognitivi e culturali

Punti principali Come acquisiamo il linguaggio? Ambiente linguistico Esterme deprivazioni ambientali (bambini “selvaggi” o deprivati) acquizione del linguaggio ritardata Processi cognitivi Processi cognitivi sono correlati allo sviluppo del linguaggio Meccanismi innati Bambini che hanno ricevuto input linguistici molto poveri si servono di sistemi comunicativi molto vicini al linguaggio della prima infanzia

L’ambiente linguistico Bambini “selvaggi” e deprivati Ipotesi del Periodo Critico Linguaggio materno (“Maternese”)

Bambini “selvaggi” e deprivati “bambini” selvaggi e isolati Cresciuti nella foresta Es) il caso di Victor Bambini deprivati Cresciuti con contatti umani estremamente limitati Es) bambini segregati (il caso di Genie)

Il Ragazzo selvaggio- Victor Ritrovato nelle foreste francesi nel1797, aveva 12 (o 13)-anni quando catturato Nessun linguaggio parlato (udito normale, pronuncia di alcuni suoni) Itard (medico) cercò di socializzarlo e di addestrarlo all’uso del linguaggio per 5 anni In generale I progressi linguistici di Victor furono molto poveri Capace di comprendere il linguaggio, ma quasi del tutto incapace di produrlo Le uniche due parole pronunciate: “latte”, “oh mio dio” Perlopiù il suo comunicare era considerato un grugnire e ululare

You http://www.youtube.com/watch?v=CWS4AKq-KgE http://www.youtube.com/watch?v=jWXp2GfhUss http://www.youtube.com/watch?v=fGelqr7oyyg

Bambini deprivati- Genie Liberata nel 1970, tredicenne in California, non poteva stare in piedi e non parlava – solo due parole: “Smettila”, “Basta” Scarsissima esposizione al linguaggio durante la prigionia Dai 20 mesi visse in isolamento totale legata a un vaso da guinzagli per la maggior parte del suo tempo. Il padre comunicava con lei non via linguaggio ma abbaiandole. Grazie a un programma di recupero linguistico 1970: pronuncia di una sola parola, es) “No. No. Gatto” [13 a] 1971: linguaggio paragonabile a quello di un b. di 18-20 mesi Distinzione tra numeri singolari e plurali Pronuncia di parole-frase come, ex) “volere latte”, “Grande denti” [14 a.] Nessun espansione del vocabolario dopo 18-20 mesi Incapacità di produrre domande (Es “Io dove è il cracker in cima la mensola?”) Sviluppo semantico: rapido & ampio, sviluppo sintattico: lento Es) mi piace ascoltare musica gelato camion (Curtiss, 1981) : struttura grammaticale minima Es) Pensare che mamma amare Genie (Curtiss, 1981)  sviluppo cognitivo prima che linguistico

L’ambiente linguistico Bambini “selvaggi” e deprivati Ipotesi del Periodo Critico Linguaggio materno (“Maternese”)

Ipotesi del Periodo Critico Esiste un periodo precoce della vita in cui siamo specialmente predisposti ad acquisire un linguaggio Possono avvenire cambiamenti neurologici nel cervello che rendono una persona meno preparata ad acquisire il linguaggio Questi cambiamenti sono prossimi al periodo prossimo alla pubertà

Ipotesi del Periodo Critico Johnson and Newport (1989) Esaminarono Coreani e Cinesi immigrati negli USA a diverse età tra i 3 e i 39 Test grammaticali Correlazione tra età di arrivo e punteggio ai test Fortemente negativa ( r=-.87): se arrivavano dagli (0 ~ 16) Nessuna : se arrivavano dai (16 ~ 40)  La conclusione è che I processi nei discenti giovani e adulti sono profondamente diverse

Ipotesi del Periodo Critico

Ipotesi del periodo Critico Limiti Bialystok and Hakuta (1994) Aumentando l’età da 16 a 20 anni trovarono correlazioni negative significative in tutti I gruppi di età Hakuta, Bialystok and Wiley (2003) 1990 US censimento di un ampissimo numero di Spagnoli e Cinesi insieme Abilità linguistica autoriferita “not at all”, “not well”, “well”, “very well”, “speak only English” Non così netta discontinuità tra prima e dopo I 15 years di età (il declino è graduale)

Ipotesi del periodo Critico Critiche Snow e Hoefnagel-Hohle (1978) Studiarono tutte le famiglie americane che si trasferirono in Olanda per un anno e studiarono landese Adolescenti migliori> adulti > bambini All’inizio I più anziani sembravano I migliori e poi raggiungevano un plateau; I più giovani li raggiungevano e spesso superavano La ricerca sull’acquisizione di un secondo linguaggio non ha confermato l’ipotesi del periodo critico I bambini più giovani imparano L2 meglio dei bambini più grandi e adulti sul lungo termine La differenza tra giovani e meno giovani sta nello sviluppo cognitivo e in una differente tipologia di strateguie cognitive

L’ambiente linguistico Bambini “selvaggi” e deprivati Ipotesi del Periodo Critico Linguaggio materno (“Maternese”)

Mammese Come gli adulti parlano ai bambini (Adult-to-Child Language) In generale, la parlata usata con bambini che apprendono a parlare è breve, concreta, direttiva, e esagerata nell’intonazione Queste qualità accompagnano il bambino allo sviluppo del linguaggio, ma i dati su questa domanda sono relativamente scarsi, e opinioni ampiamente differenti esistono in materia

Mammese Ipotesi del Motherese C’è una relazione tra la regolazione della parlata adulta e lo sviluppo del linguaggio nel bambino Sostenitori “strong” dell’ipotesi del motherese Le modalità Motherese sono necessarie per uno sviluppo adeguatodel linguaggio; assenza di tali modalità difficoltà di linguaggio nel bambino Sostenitori “deboli” dell’ipotesi motherese Le modalità Motherese aiutano lo sviluppo linguistico (1) Apptoccio correlazionale & (2) Approccio sperimentale

Mammese (1) Studi correlazionali Newport & Gleitman, 1977 Esiste una relazione limitata tra parlata dei genitori e il linguaggio del bambino. Madri che hanno usato più domande chiuse del tipo sì/no hanno bambini che utilizzano più ausiliari ma la maggior parte degli aspetti del linguaggio del bambino erano indipendenti

Mammese (2) Studi sperimentali Nelson, Carskaddon, Bonvillian,1973 Lo sviluppo del linguaggio può essere facilitato se si presentano ai bambini sono nuove informazioni sintattiche relative alla frase detta precedentemente dal bambino. (1) Gruppo della frase-rimaneggiata Introduzione di nuove frasi correlate alla frase del bambino - bambino: sparito camion - sperimentatore: Si, il camion è sparito (2) Gruppo della frase nuova Introdotte frasi relativamente corte, frasi grammaticali che escludono le parole contenute nella precedente frase del (3) Gruppo di controllo (senza schemi fissi) Frase rimaneggiata > produz. Verbale del Controllo > Nuova frase)

Processi cognitivi Principi operativi Schemi Sensorimotori Vincoli Cognitivi IDisturbi del Linguaggio & Cognitivi

Principi Operativi Modi preferiti dei bambini di assunzione di informazioni I bambini utilizzano ordine fisso di parola per creare significati. I bambini spesso sovraregolarizzano morfemi grammaticali. Utile pe la comprensione dell'acquisizione dei bambini di frasi complesse -Primo tentativo di formare negazioni e domande, i bambini spesso semplicemente posizionano il maker negativo o della domanda nella parte anteriore di una semplice frase dichiarativa

Processi Cognitivi Principi operativi Schemi Sensorimotori Vincoli Cognitivi I Disturbi del Linguaggio & Cognitivi

Schemi Sensomotori Sviluppo Cognitivo– Piaget - Stadio dello sviluppo Sensomotorio (0~2 y.) Bambino usa il corpo e gli organi di senso: sbattendo, succhiando, tirando Acquisizione della permanenza dell’oggetto (fine stadio sensomotorio) Nozione che gli oggetti continuano ad esistere anche quando essi non possono essere percepiti

Schemi Sensomotori Lo sviluppo cognitivo & lo sviluppo del linguaggio del bambino (due predizioni) Bambino molto piccolo (not acquired object permanence) - potrebbe usare parole che si riferiscano a oggetti concreti - Ampia gamma di aprole che indicano il “qui ed ora” Più grandicelli (permanenza dell’oggetto) Dovrebbe iniziare ad usare Parole che si riferiscono a oggetti o eventi che non sono immediatamente presenti Ex) camion andato via , ancora latte Linguaggio specifico e conquiste cognitive avvengono con ritardi brevi o simultaneamente Scarse evidenze che lo sviluppo cognitivo preceda di molto lo sviluppo linguistico

Processi Cognitivi Principi Operativi Schemi sensomotori Vincoli Cognitivi Disturbi del linguaggio e cognitivi

Vincoli cognitivi Linguaggio adulto-bambino (uno schema semplificato e ordinato di dati) è sufficiente per l'acquisizione di un linguaggio normale? Sembra improbabile che i bambini esplorino ogni possibile significato di una parola data dagli adulti Bambino può avere determinate aspettative sull'apprendimento delle parole (Vincolo Cognitivo) Tre possibili vincoli Errori dell’insieme dell’oggetto Errori tassonomici Errori di mutua esclusività

Vincoli cognitivi Errori dell’insieme dell’oggetto Errori tassonomici Quando i bambini si imbattono in una nuova etichetta, preferiscono attaccare l'etichetta all'intero oggetto piuttosto che alla parte dell'oggetto Es) cane (un'etichetta per l'intero oggetto anziché la coda del cane) Errori tassonomici I bambini assumeranno che l'etichetta dell'oggetto è una categoria tassonomica piuttosto che un nome per un cane-individuo Es) cane è un marchio per un gruppo di animali non solo per Fido Errori della mutua esclusività Si riferisce al fatto che un bambino che conosce il nome di un particolare oggetto poi rifiuterà generalmente di applicare un secondo nome a quell'oggetto Es) mostrami X (X sillaba senza senso)  non verrà genealizzato a una seconda sillaba senza senso  I bambini hanno qualche pregiudizio o preferenze quando imparano nuove parole

Processi Cognitivi Principi Operativi Schemi sensomotori Vincoli Cognitivi Disturbi del linguaggio e cognitivi

Disturbi del linguaggio e cognitivi L'idea che esista una stretta relazione tra linguaggio e cognizione in generale è stata sostenuta da studi di individui con sindrome Down Questi individui tendono ad avere ritardi di linguaggio che sono proporzionati alla gravità del loro handicap cognitivo Tuttavia, in alcuni individui, ci possono essere notevoli discrepanze tra il livello di funzionamento cognitivo e il livello di funzionamento linguistico - Genie - Sindrome di Williams - Sindrome del chiaccherone

Genie Abilità cognitive avanzate relativamente alle competenze linguistiche Grammaticalmente rudimentale ma semanticamente più avanzata Adulto: perchè non canti? Genie: molto triste Adulto: perchè ti senti triste? Gene: Lisa malata  Questo sarebbe fornire prove contro la tesi che la cognizione è sufficiente per acquisire il linguaggio

Disturbi del linguaggio e cognitivi Sindrome di William Espressione facciale dello “gnomo”, ritardo mentale, deficenze cardiache Nonostante il loro decadimento cognitivo, le funzioni sintattiche sembrano conservate Sindrome del chiacchierone Decadimento cognitivo significativo & abilità linguistiche inaspettate  Se il normale sviluppo cognitivo è necessario per lo sviluppo del linguaggio normale, non accade in tutti i casi

Meccanismi INNATI L’IPOTESI del Bioprogramma Impostazioni dei parametri Il problema dell’ evidenza negativa

Il Bioprogramma del Linguaggio Bioproramma del linguaggio- Bickerton (1983, 1984) I bambini hanno una grammatica innata che, in assenza di input ambientali adeguati, funge da sistema di lingua del bambino  un sistema di backup linguistico Studi correlati Caso 1: Pidgins e Creoli (Bickerton) Caso 2: Studi di sviluppo del linguaggio nei bambini congenitamente sordi (Golden-Meadow) Case 3: Lingua dei segni in Nicaragua

Il Bioprogramma del Linguaggio Caso 1: Pidgins & Creoli Pidgin: una lingua ausiliaria che si pone quando parlanti di diverse lingue reciprocamente incomprensibili sono in stretto contatto(Bickrton, 1984) Es) Lavoratori immigrati riescono a parlare una forma più semplice della lingua dominante della zona-appena abbastanza per ottenere un minimo di comprensione Sintassi non riconoscibile, spesso una parola ordine, nessuna frase complessa Creolo: Quando i figli di questi immigrati acquisiscono una lingua semplificata come loro lingua madre Frasi relativamente sofisticate e complesse Nonostante i pidgins, i creoli ricordano le regole strutturali di altre lingue Caso 2: bambini sordi dalla nascita bambini (13 mesi ~ 4 anni), ogni 2-4 mesi, per 1.5 anni Nessuno di questi bambini è stato esposto alla lingua dei segni convenzionale Tuttavia I bambini inventarono una forma di linguaggio gestuale (Homesign) simile al linguaggio dei bambini con udito normale Apparve l’enunciazione di un segno (18 mesi), poi due o tre segni  Quando l'input linguistico è minimo, bambini sordi possono creare un linguaggio gestuale simile al linguaggio dei bambini normali

Il Bioprogramma del Linguaggio Bioprogramma potrebbe funzionare in assenza di stimolazione linguistica ordinaria Che cosa accada con input linguistico appropriato? Bioprogram è soppresso e i bambini imparano la lingua madre I bambini usano un "principio di prelazione”; Se si sente qualcuno usare una forma di lingua diversa da quella conosciuta, e non si sente qualcuno utilizzare la tua forma, abbandonano la tua e utilizzano la loro” Uso di processi cognitivi associati al linguaggio non sono semplici tentativi di problem-solving ma sono invece strettamente limitati al linguaggio

Meccanismi Innati L’IPOTESI del Bioprogramma Impostazioni del parametro Il problema dell’ evidenza negativa

Impostazioni del parametro Grammatica Universale (Chomsky, 1981) Grammatica  un set di parametri corrispondenti a ciascuno dei sottosistemi di linguaggio (ogni parametro ha un numero finito di possibili impostazioni) Varie combinazioni di impostazioni del parametro tutte le lingue al mondo I bambini nascono con la conoscenza dei parametri e le loro impostazioni possibili Acquisizione del linguaggio (LAD) identificare quale impostazioni del parametro si applicano alla lingua madre

Impostazioni del parametro Parametro principale (Cook, 1988) Ogni frase nella lingua possiede un elemento essenziale chiamato «principale»  head parameter - Sostantivo in sintagmi, verbo nelle frasi di verbo Il parametro guida specifica la posizione dell’elemento principale attraverso la frase Inglese – un linguaggio con elementi principali all’inizio The man with the bow tie (l’uomo con il nodo alla cravatta) Liked him Nice to see To the bank Giapponese – elementi principali in chiusura Watashi wa nihongin desu (Io Giapponese sono)

Impostazioni del parametro Parametro del soggetto nullo (Hyams, 1986) Italiano, Spagnolo – grammaticalmente accettabile Inglese – non permesso I bambini nascono con un parametro settato sul soggetto nullo (valore di default) Es) Play it Es) Eating cereal Es) Shake hands Es) See window

Impostazioni del parametro Principio del sottoinsieme (Berwick and Weinberg, 1984) I bambini iniziano a cercare attraverso lingue possibili all'inizio con il più piccolo sottoinsieme disponibile (che è la lingua più restrittiva). Se non ci sono prove dal primo input linguistico che che si tratti del loro linguaggio nativo, si procede al successivo sottoinsieme più grande fino a trovare una corrispondenza

Meccanismi innati L’IPOTESI del Bioprogramma Impostazioni dei parametri Il problema dell’ evidenza negativa

Il problema dell’ evidenza negativa Evidenza Positiva Prova che un particolare enunciato è grammaticalmente corretto nella lingua che il bambino sta imparando Evidenza Negativa Prova che un particolare enunciato è sgrammaticato Pinker (1990) Sarebbe molto difficile acquisire un linguaggio esclusivamente da prove positive Prove negative, che potrebbero limitare il problema di capacità nel dispositivo di acquisizione, non sono generalmente disponibili Tuttavia possono esserci dei limiti di capacità innati  Anche se prove negative sono presenti e possono aiutare lo sviluppo del linguaggio, la ricerca non ha dimostrato la loro necessità  Giustificazione per meccanismi innati

Riassumendo Tre classi di variabili sono necessarie per un completo resoconto di aquisizione del linguaggio Ambiente linguistico Evidente deprivazione ambientale (bambini selvaggi e isolati) ritardo di acquisizione Processi cognitivi Processo cognitivo sono correlati con lo sviluppo del linguaggio Meccanismi innati Bambini che ricevono input linguistici poveri Creano un sistema di linguaggio simile alla prima infanzia

L’approccio neurocostruttivista Karmiloff-Smith: durante lo sviluppo vi è un processo di progressiva specializzazione delle aree emisferiche edelle funzioni da esse veicolate che è il risultato dell’interazione tra vincoli biologici e l’esperienza (Karmiloff-Smith, 1992) Oggi si interpreta l’innatismo in funzione dei vincoli biologici che guidano lo sviluppo (Tomasello, 1999) In sintesi: è oggi ampiamente riconosciuto che lo sviluppo del linguaggio è il risultato dell’interazione tra vincoli biologici ed esperienza

Natura del linguaggio e dei suoi sottosistemi Suono Fonologia Lessico Significato Semantica Morfologia Grammatica Sintassi Funzioni comunicative Contesto Pragmatica Conversazione Discorso

Caratteristiche distintive del linguaggio Creatività Chi parla una lingua è capace di produrre una grande varietà di messaggi combinando tra loro un numero limitato di unità base di quella lingua Capacità comunicativa Arbitrarietà La relazione tra suoni e significati è arbitraria: il significato non può essere ricavato dalla forma del suono, pertanto deve essere appreso e trasmesso culturalmente Linguaggio

La posizione innatista sullo sviluppo del linguaggio Dispositivo innato per l’acquisizione del linguaggio LAD (Language Acquisition Device) Programma biologico che corrisponde ad una grammatica universale (GU), la quale contiene la descrizione degli aspetti strutturali condivisi da tutte le lingue naturali Chomsky (1965) Indipendente sia dall’intelligenza che dalla capacità comunicativa Acquisizione del linguaggio Processo attivo di scoperta di regole In cui la competenza linguistica precede l’esecuzione

La teoria di Chomsky spiega Perché si impara a parlare in maniera rapida Perché le tappe dello sviluppo linguistico sono le stesse in tutte le culture e le classi sociali Perché il bambino è in grado di produrre e capire espressioni mai sentite in precedenza (creatività) Perché il linguaggio che il bambino produce è più ricco di quello a cui è stato esposto

La posizione interazionista sullo sviluppo del linguaggio Il linguaggio è un aspetto della capacità simbolica. Compare nel sesto stadio sensomotorio e segna il passaggio dall’intelligenza sensomotoria all’intelligenza rappresentativa Piaget (1945) Dipende dallo sviluppo cognitivo Acquisizione del linguaggio L’esecuzione precede la competenza linguistica

La posizione funzionalista sullo sviluppo del linguaggio Comunicazione prelinguistica Comparsa del linguaggio Relazione di continuità Gesti e vocalizzi Prime parole “Atti linguistici” (Austin e Searle) E’ importante distinguere il contenuto proposizionale di una frase (significato locutivo) e l’intenzione con cui il parlante pronuncia quella frase (significato illocutivo)

Teorici dell’Apprendimento sociale (Bruner,1983): La posizione funzionalista sullo sviluppo del linguaggio Teorici dell’Apprendimento sociale (Bruner,1983): 􀂄 Non esclude l’esistenza del LAD, ma deve essere riconosciuto un ruolo altrettanto importante all’ambiente sociale 􀂄 L.A.S.S. (Language Acquisition Support System) 􀃆 il sistema di supporto all’acquisizione del linguaggio, fornito dall’ambiente sociale (es. Motherese, protolinguaggio) . 􀂄 Il linguaggio nasce dalla comunicazione interpersonale.

Relazione tra linguaggio e contesto sociale Il linguaggio rivolto dagli adulti ai bambini che imparano a parlare non è l’input impoverito e scorretto che Chomsky aveva ipotizzato. E’ ben adattato alle ancora limitate capacità di comprensione del bambino: le frasi sono brevi e sintatticamente semplici, l’intonazione è esagerata, il lessico concreto e sono presenti numerose ripetizioni L’interazione sociale precoce tra il bambino e chi lo accudisce è una matrice di significati e di segnali convenzionali, che confluiscono nella costruzione del codice linguistico e che aiutano il bambino a “comprendere il codice” grazie al contesto sociale che l’accompagna

I primi suoni 0-1 mese Vocalizzazioni 6-7 mesi 10-12 mesi Suoni di natura vegetativa Pianto (di fame, di dolore, di irritazione) Sbadigli, ruttini, gorgoglii 2-6 mesi Vocalizzazioni Le vocalizzazioni del bambino si inseriscono tra i turni verbali del genitore (proto-conversazioni) 6-7 mesi Lallazione canonica Il bambino produce sequenze consonante-vocale con le stesse caratteristiche delle sillabe, spesso ripetute due o più volte 10-12 mesi Lallazione variata Il bambino produce sequenze sillabiche complesse. Compaiono i primi suoni simili a parole

Gesti comunicativi Esprimono un’intenzione comunicativa e si riferiscono ad un oggetto-evento che si può individuare osservando il contesto (es.: stendere il braccio con la mano aperta e il palmo in su o in giù; aprire e chiudere ritmicamente il palmo della mano; indicare) Performativi o deittici Chiedere l’intervento o l’aiuto dell’adulto RICHIESTA Utilizzati per: Attirare l’attenzione e condividere con l’adulto l’interesse per un evento esterno DICHIARAZIONE

Gesti comunicativi Esprimono un’intenzione comunicativa e rappresentano un referente specifico; il loro significato non varia sulla base del contesto. (es.: agitare le mani per significare “uccello”; aprire e chiudere la mano per “ciao”; scuotere la testa per “no”) Referenziali o rappresentativi Periodo in cui il bambino usa gesti referenziali Periodo in cui il vocabolario raggiunge le 50 parole Relazione tra repertorio gestuale e vocale nello sviluppo Comparsa delle prime parole Diminuzione dell’uso di gesti referenziali

Le prime parole Età di comparsa: tra 11 e 13 mesi Inizialmente: USO NON REFERENZIALE = Usate in contesti specifici e ritualizzati Persone familiari Si riferiscono a Oggetti familiari Azioni che il bambino compie abitualmente Successivamente: USO REFERENZIALE =Usate in una varietà di situazioni e contesti

Fasi dello sviluppo lessicale Fase I 12-16 mesi circa L’ampiezza del vocabolario si attesta in media sulle 50 parole Fase II 17-24 mesi circa Maggiore rapidità nell’acquisire nuove parole Può assumere la forma di: ESPLOSIONE DEL VOCABOLARIO Il ritmo di espansione è di 5 o più parole (fino anche a 40) per settimana. Alla fine del periodo il vocabolario si attesta mediamente sulle 300 parole, ma può raggiungere anche 600 parole

Errori tipici del bambino nelle prime fasi dello sviluppo lessicale Il bambino chiama “cane” qualsiasi animale a quattro zampe Errore di sovraestensione Il bambino chiama “bambola” esclusivamente la sua bambola preferita Errore di sottoestensione Il bambino usa “aprire” per riferirsi non soltanto all’azione di aprire una porta, ma anche all’azione di accendere la luce Errore di sovrapposizione

Diverse teorie sulla costruzione del significato delle prime parole Clark 1973 Il bambino costruisce il significato delle parole sulla base delle somiglianze percettive tra gli oggetti o eventi Nelson 1974 Il bambino categorizza all’inizio le somiglianze funzionali, cioè l’uso degli oggetti e le loro proprietà dinamiche. Ipotesi del NUCLEO FUNZIONALE Barrett 1989 Il bambino segue strade diverse nell’acquisire il significato delle parole: alcune parole vengono apprese in modo contestualizzato e altre in modo decontestualizzato

Regole presenti nelle prime frasi dei bambini Brown e Frasen (1964) hanno raggruppato in due classi le parole che compaiono nei medesimi contesti: Classe perno Piccolo numero di parole che ricorrono frequentemente e sempre in posizione iniziale della frase Classe aperta Tutte le altre parole del vocabolario, che sono più numerose ma ricorrono meno frequentemente e non hanno una posizione fissa Critiche: Scarse conferme della presenza della classi perno e aperta E’ descritta la struttura sintattica ma viene trascurata la dimensione semantica

Stadi nello sviluppo sintattico dei bambini italiani Antonucci e Parisi (1973) hanno applicato un’analisi semantica alla produzione linguistica dei bambini che imparano l’italiano, individuando 2 stadi di sviluppo: I I bambini producono espressioni di 2 o più parole che contengono la struttura nucleare della frase, cioè un predicato verbale con i suoi argomenti e l’intenzione con cui si pronuncia la frase II La struttura nucleare minima si amplia e include strutture facoltative, come gli avverbi e le frasi inserite

Esempi del primo stadio nello sviluppo sintattico dei bambini italiani a) tata dà Claudia dà una bambola a Francesco b) dà mamma Claudia vuole una palla dalla mamma c) mamma iacca Claudia chiede dell’acqua alla madre d) dà a nonna bototto La nonna dà un biscotto a Claudia e) Acesco a dai a palla Francesco dà la palla a Claudia Claudia utilizza sempre lo stesso predicato “dare” ma non è capace di verbalizzare contemporaneamente i 3 argomenti del predicato (chi dà, chi riceve e l’oggetto che viene scambiato).

Esempi del secondo stadio nello sviluppo sintattico (analisi semantica) a) Paola occi ene Paola oggi viene b) Io pulisco co tetto Io pulisco con questo c) Devo pendee libbi Devo prendere i libri Gli avverbi occi e co tetto forniscono informazione aggiuntiva rispetto ai verbi “venire” e “pulire” rispettivamente. Le frasi inserite compaiono inizialmente come frasi implicite, con il verbo all’infinito. Nell’espressione c), pendee libbi è una frase inserita in modo implicito nella frase principale.

La lunghezza media dell’enunciato (LME) Valuta la progressiva crescita della complessità morfosintattica nelle produzioni verbali infantili nei primi tre anni di vita Presupposto: la complessità della frase può essere valutata in base al numero degli elementi che la compongono Brown 1973 LME Lingua inglese Si calcola il numero di morfemi per ogni enunciato Lingua italiana Si calcola il numero di parole per ogni enunciato (LMEp)

Lo sviluppo morfosintattico Morfologia verbale 3 anni in produzione 7 anni in comprensione Accordo tra soggetto e verbo es.: il cane inseguono i gatti Morfologia nominale 3 anni Forme del genere (m/f) e del numero (singolare/plurale) relative ai nomi Morfologia pronominale 3-4 anni Pronomi personali

Differenze individuali nel ritmo di sviluppo del linguaggio Media Minimo Massimo Età di comparsa delle prime parole 13 mesi 8 mesi 18 mesi Ampiezza del vocabolario a 20 mesi 50 parole 22 parole 628 parole Comprensione di parole a 8 -10 mesi 30 parole nessuna 200 Comprensione di parole a 17 - 18 mesi 215 22 398 Età di comparsa delle prime frasi 20 mesi 14 mesi 24 mesi

Differenze individuali nello stile di sviluppo del linguaggio Vocabolario composto in maggioranza da nomi Sviluppo lessicale più rapido Referenziale Katherine Nelson Stile di acquisizione del linguaggio Vocabolario composto in maggioranza da pronomi, nomi propri e formule per regolare l’interazione sociale Sviluppo sintattico più rapido Espressivo

Differenze individuali nello sviluppo della semantica STILE 1 STILE 2 Alta proporzione di nomi nelle prime 50 parole Utilizzo di parole singole nel primo linguaggio Imita nomi di oggetti Maggiore varietà lessicale Utilizzo di elementi dotati di significato Elevato uso di aggettivi Uso decontestualizzato di nomi Rapida crescita del vocabolario Bassa proporzione di nomi nelle prime 50 parole Utilizzo di formule nel primo linguaggio Imita in modo non selettivo Minore varietà lessicale Utilizzo di suoni senza significato Scarso uso di aggettivi Uso contestualizzato di nomi Lenta crescita del vocabolario

Differenze individuali nello sviluppo della pragmatica STILE 1 STILE 2 Orientamento verso gli oggetti Uso prevalente di intenzione dichiarativa Scarsa varietà di atti linguistici Approccio riflessivo alla soluzione di problemi Orientamento verso le persone Uso prevalente di intenzione richiestiva Alta varietà di atti linguistici Approccio impulsivo alla soluzione di problemi

Altre differenze individuali nello sviluppo linguistico STILE 1 STILE 2 FONOLOGIA Buona articolazione e intelligibilità Orientamento verso la parola Pronuncia costante nell’uso della stessa parola Scarsa articolazione e intelligibilità Orientamento verso l’intonazione Pronuncia variabile nell’uso della stessa parola VARIABILI DEMOGRAFICHE Genere femminile Primogenito Livello socio-economico alto Genere maschile Secondogenito Livello socio-economico basso

La consapevolezza metalinguistica Capacità di trattare le forme del linguaggio come oggetto di Analisi, considerarle per se stesse piuttosto che come veicolo di intenzioni e significati Verbi che si riferiscono a stati mentali Credere, pensare, immaginare, dubitare Verbi che si riferiscono ad atti linguistici Pregare, maledire, promettere, ordinare Termini con cui ci si riferisce a parti o unità del codice linguistico Parole, frasi, sillabe, lettere

Giocare con i suoni e le parole nei primi anni di vita Studio di Ruth Weir (1962) Audioregistrazione dei soliloqui prodotti dal figlio di 2 anni e mezzo quando veniva lasciato nella propria stanza prima di addormentarsi ESEMPIO 1) Quale colore 2) Quale colore la coperta 3) Quale colore la scopa 4) Quale colore il vetro Il bambino utilizza il linguaggio anche in assenza di stimoli comunicativi Gioca con i suoni e con le parole Si esercita con le forme linguistiche che sta imparando (trascurando i contenuti)

Abilità implicate nel produrre e comprendere un messaggio (comunicazione referenziale) percettive Differenziare gli attributi del referente da quelli dei non referenti Abilità di confronto Identificare somiglianze e differenze tra referente e non referenti Abilità di memoria Ricordare gli attributi criteriali per descriverli verbalmente Abilità linguistiche Verbalizzare gli attributi criteriali

Fasi nel processo di conoscenza della lettura e della scrittura secondo Ferreiro e Teberosky (1979) Imparare a leggere e a scrivere è un processo conoscitivo. Il bambino fa delle ipotesi che vengono vagliate e eventualmente abbandonate quando entrano in conflitto con i dati dell’esperienza, finché acquisisce le regole del sistema convenzionale adulto Fase presillabica Fase sillabica Fase sillabico-alfabetica Fase alfabetica

Fasi del processo di acquisizione della lettura Utha Frith (1985) Fase logografica: i bambini sono già in grado di riconoscere alcune parole, brevi e molto frequent,i che fanno parte delle loro esperienze quotidiane. Queste parole, però, sono riconosciute come configurazioni globali (Logogen). Fase alfabetica: i bambini apprendono le regole di conversione grafema-fonema. In questa fase, si ha la tipica lettura lettera-per-lettera o sillaba-per-sillaba, con una fusione difficoltosa dei singoli fonemi. Fase ortografica: i bambini si creano un lessico ortografico di entrata, cioè un magazzino di tracce mnestiche, in cui le parole sono associate a rappresentazioni astratte, ormai indipendenti dalle caratteristiche percettive dello stimolo visivo, che si attivano globalmente e automaticamente durante la lettura.