La politica regionale e di coesione dell’UE. Sintesi lezioni Prof

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La politica regionale e di coesione dell’UE. Sintesi lezioni Prof La politica regionale e di coesione dell’UE* *Sintesi lezioni Prof.ssa Cristina Brasili, corso PE avanzato 2010--2011

http://europa.eu Politiche e attività Settori di attività Il percorso per arrivare alle Politiche regionali Politiche e attività Settori di attività Politica regionale

PERCHE’ UNA POLITICA REGIONALE IN NELL’UNIONE EUROPEA? Solidarietà e coesione La politica regionale rappresenta uno strumento di solidarietà finanziaria e una potente forza di coesione e integrazione economica. La solidarietà intende portare vantaggi concreti ai cittadini e alle regioni meno favorite, mentre la coesione risponde al principio che la riduzione dei divari di reddito e di benessere esistenti tra le regioni europee giova a tutti. La distribuzione della ricchezza non è omogenea né fra Stati membri, né all’interno degli stessi. Le regioni più ricche in termini di PIL pro capite (misura standard del benessere economico) sono tutte aree urbane: Londra, Bruxelles e Amburgo. Il paese più ricco, ovvero il Lussemburgo, lo è sette volte di più della Romania e della Bulgaria, i due paesi più poveri dell'UE. Gli impulsi dinamici derivanti dall’adesione all’UE, con il sostegno di una politica regionale vigorosa e mirata, possono effettivamente produrre risultati.. Una delle priorità della politica regionale consiste nel ravvicinare quanto prima alla media europea i tenori di vita dei paesi che sono entrati a far parte dell'UE dal 2004 in poi.

Strategia di programmazione (1958-2000) Evoluzione della politica regionale dell’UE Strategia di programmazione (1958-2000) Strategia di programmazione Direzione dei tendenze 1958 cambiamenti e 1989-2000 Obiettivi/contenuti della politica Settoriale Territoriale Copertura geografica Nazionale Regionale/locale Approccio di Programmazione Integrato Periodo di riferimento Breve Medio Attori principali Nazionali Regionali/Locali Tipo di impatto Compensatore Sinergico Fonte: Le istituzioni del federalismo - La nuova programmazione dei Fondi strutturali in Italia (2000-2006), a cura di R. Leonardi e A. Ciaffi Maggioli Editore

PERCHE’ UNA POLITICA REGIONALE IN NELL’UNIONE EUROPEA? La solidarietà tra i popoli dell'Unione europea, il progresso economico e sociale e il rafforzamento della coesione sono sanciti nel preambolo del trattato di Amsterdam (1997). L'articolo 158 stabilisce inoltre che: "La Comunità mira a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo di quelle più svantaggiate o insulari, comprese le zone rurali". Per attuare questa politica, gli Stati membri si avvalgono dei Fondi strutturali e del Fondo di coesione. L'Unione europea non si limita tuttavia ad una semplice partecipazione finanziaria, ma inquadra gli interventi locali in una prospettiva comunitaria e attraverso la sua politica regionale completa, laddove è necessario, il mercato interno e l'unione economica e monetaria.

Terza relazione sulla coesione economica e sociale – Commissione europea 2004 Fino al recente rallentamento della crescita iniziato nel 2001, il divario nel PIL pro capite tra le regioni meno prospere dell’Unione (quelle che sono state al centro dell’attenzione della politica di coesione dell’UE) e le altre regioni ha registrato una diminuzione negli ultimi anni. Al momento, tuttavia, non è possibile dire che cosa sia accaduto dopo il 2001.Occorre notare che i dati riportati in questa sezione e nel resto della relazione riguardano la crescita del PIL pro capite in termini reali. Grafico disparità nel 2001

I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO DELLE POLITICHE REGIONALI Le grandi tappe 1957 Gli Stati firmatari del trattato di Roma fanno riferimento, nel suo preambolo, all'esigenza "di rafforzare l'unità delle loro economie e di garantirne lo sviluppo armonioso riducendo il divario fra le diverse regioni e il ritardo di quelle più svantaggiate". 1958 Vengono istituiti due Fondi settoriali: il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG). 1975 Nasce il Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR), con lo scopo di ridistribuire alle regioni povere una parte dei contributi degli Stati membri. 1986 L'Atto Unico europeo getta le basi di un'effettiva politica di coesione destinata a controbilanciare i vantaggi del Mercato unico verso i paesi del sud dell'Europa e nelle altre regioni meno prospere. 1989-1993 Il Consiglio europeo di Bruxelles (febbraio 1988) modifica il meccanismo dei Fondi di solidarietà, denominati Fondi strutturali, dotandoli di un bilancio di 68 miliardi di ECU ( ai prezzi del 1997).

Le grandi tappe 1992 Nel trattato che istituisce l'Unione europea, entrato in vigore nel 1993, la coesione è proclamata uno degli obiettivi fondamentali dell'UE, accanto all'unione economica e monetaria e al mercato unico, ed è prevista anche la creazione del Fondo di coesione a sostegno dei progetti per l'ambiente e i trasporti negli Stati membri più poveri 1994-1999 Il Consiglio europeo di Edimburgo (dicembre 1993) decide di destinare alla politica di coesione circa 177 miliardi di ECU (ai prezzi del 1999), ossia un terzo del bilancio comunitario. I Fondi strutturali sono integrati da un nuovo strumento finanziario di orientamento della pesca (SFOP). 1997 Il trattato di Amsterdam conferma l'importanza della coesione e inserisce inoltre un paragrafo sull'occupazione che mette in primo piano l'esigenza di un'azione comune volta a incrementarla. 2000-2006 Il Consiglio europeo di Berlino (marzo 1999) riforma i Fondi strutturali e modifica in parte il meccanismo di funzionamento del Fondo di coesione, dotandolo di oltre 30 miliardi di euro l'anno, per un totale di 213 miliardi di euro nell'arco di sette anni. Lo Strumento per le politiche strutturali di preadesione (ISPA) e il Programma speciale di adesione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (SAPARD) completano il programma PHARE per lo sviluppo economico e sociale dei paesi candidati dell'Europa centrale e orientale.

I quattro principi guida della riforma dei Fondi strutturali del 1988 Concentrazione Programmazione Partenariato Addizionalità

importante dibattito Competitività e Coesione Alcune domande: Trade off tra competitività e coesione? Questione “ideologica” o “reale”? Come si colloca Lisbona rispetto alla coesione? Gli orientamenti comunitari tra competitività e coesione Una possibile integrazione Rivista di Economia, Cultura e Ricerca Sociale Argomenti, n. 17, 2006, Franco Angeli pp.5-27

Competitività e Coesione CRESCITA E OCCUPAZIONE Il Consiglio europeo ha quindi deciso di rilanciare la strategia di Lisbona tramite una partnership per la crescita e l'occupazione. L'obiettivo di tale partnership resta comunque collegato allo sviluppo sostenibile. Per raggiungerlo, l'Europa deve concentrarsi su un numero più limitato di priorità. Infatti, la realizzazione di una crescita maggiore e sostenibile e la creazione di un numero maggiore di posti di lavoro e di migliore qualità, possono fornirci gli strumenti necessari per realizzare le nostre ambizioni sul piano economico, sociale e ambientale. Rendere l'Europa un luogo più allettante per gli investitori e i lavoratori La conoscenza e l'innovazione quali fattori di crescita Creare un maggior numero di posti di lavoro e di migliore qualità

AVANZAMENTO DELLE POLITICHE REGIONALI Periodo di programmazione 2000-2006 I tre obiettivi prioritari Il 94% dei Fondi strutturali è finalizzato a tre obiettivi prioritari, per ottenere il massimo dei risultati. Obiettivo 1 (territoriale) mira a promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni che presentano ritardi nello sviluppo e il cui il PIL medio pro capite è inferiore al 75% della media dell'Unione europea. Questo nuovo obiettivo concerne anche le regioni ultraperiferiche (dipartimenti francesi d'oltremare, Azzorre, Madera e isole Canarie), nonché le zone dell'ex obiettivo 6 istituito in seguito all'atto di adesione dell'Austria, della Finlandia e della Svezia. Promuovere lo sviluppo delle regioni più arretrate, dotandole di quelle infrastrutture di base di cui sono ancora prive, e favorendo l'afflusso di investimenti per il decollo delle attività economiche. I 2/3 delle azioni dei Fondi strutturali sono adottate in relazione all'obiettivo 1, come in precedenza. Le misure adottate nel quadro di questo obiettivo dovrebbero interessare circa il 20% della popolazione totale dell'Unione Il 70 per cento degli stanziamenti previsti è assorbito da una cinquantina di regioni, in cui vive il 22% della popolazione dell'UE.

Periodo di programmazione 2000-2006 Obiettivo 2 (territoriale) contribuisce a favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali diverse da quelle ammissibili al nuovo obiettivo 1, che raggruppa i precedenti obiettivi 2 e 5b, ed altre zone con problemi di diversificazione economica; in generale esso riguarda le zone in fase di trasformazione economica, le zone rurali in declino, le zone in crisi che dipendono dalla pesca e i quartieri urbani in difficoltà. - Questo obiettivo può interessare al massimo il 18% della popolazione dell'Unione. - L'11,5% degli stanziamenti previsti è destinato a questi territori, in cui vive il 18% della popolazione dell'UE. Obiettivo 3 (settoriale) Modernizzare i sistemi di formazione e incrementare l'occupazione. Questo riguarda l'intera Unione, ad eccezione delle regioni che rientrano nell'Obiettivo 1 dove le misure introdotte a tale scopo sono parte integrante dei programmi tendenti a ridurre i divari di sviluppo. - Il 12,3% del bilancio dei Fondi strutturali è destinato al perseguimento di questo obiettivo.

AVANZAMENTO DELLE POLITICHE REGIONALI Nomenclatura delle Unità Territoriali Statistiche (NUTS) Il Livello NUTS 2 ha 211 regioni: Belgio: 11 province Germania: 40 regioni Grecia: 13 regioni Spagna: 17 comunità autonome + (1) Ceuta y Melilla Francia: 22 regioni + 4 dipartimenti d’oltre mare Irlanda: 2 regioni Italia: 20 regioni Olanda: 12 province Austria: 1 Portogallo: 5 regioni autonome Finlandia: 6 Svezia: 8 Regno Unito: 37 gruppi autorità unitarie Danimarca: 1 Lussemburgo: 1 Il livello 2 per i Paesi Candidati comprende 55 regioni: Bulgaria: 6 Repubblica Ceca: 8 Ungheria: 7 Polonia: 16 Romania: 8 Slovacchia: 4 Cipro: 1 Estonia: 1 Latvia: 1 Lituania: 1 Malta: 1 Slovenia: 1

Quali sono i Fondi strutturali Quattro Fondi strutturali consentono oggi all'Unione europea di concedere aiuti finanziari a programmi pluriennali di sviluppo regionale negoziati fra le regioni, gli Stati membri e la Commissione nonché ad iniziative ed azioni comunitarie specifiche, specificamente: Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), finanzia le infrastrutture, gli investimenti produttivi intesi a creare posti lavoro, i progetti di sviluppo locale e gli aiuti alle PMI; Fondo sociale europeo (FSE), favorisce l'adeguamento della popolazione attiva ai mutamenti del mercato dell'occupazione nonché l'inserimento professionale dei disoccupati e delle categorie sfavorite, soprattutto finanziando le azioni di formazione ed i sistemi di incentivi all'assunzione; Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG - sezione "orientamento"), finanzia le azioni di sviluppo rurale e di aiuto agli agricoltori, principalmente nelle regioni che presentano un ritardo nello sviluppo ma anche nel quadro della Politica agricola comune (PAC) nel resto dell'Unione; Strumento finanziario di orientamento della pesca (SFOP), finanzia la riforma strutturale del settore della pesca. Fondo di coesione, un fondo speciale di solidarietà, intende finanziare progetti ambientali e di miglioramento delle reti di trasporto negli Stati membri dell'Unione il cui PIL è inferiore al 90% della media europea, ovvero Spagna, Grecia, Irlanda e Portogallo.

Periodo di programmazione 2000-2006 Fondi interessati Obiettivo1 Obiettivo2 Obiettivo 3 FESR FESR FSE FSE FSE FEAOG-O SFOP

I Fondi strutturali nei precedenti periodi di programmazione Ripartizione dei fondi strutturali per Obiettivo, 1989-93 (milioni di euro a valori correnti) OBIETT. 1 OBIETT. 2 OBIETT. 3-4 OBIETT. 5a OBIETT. 5a OBIETT. 5b TOTALE Iniziat.Com. agricolt. pesca Belgio 214 344 134 15 33 740 124 Danimarca 25 171 91 94 21 402 28 Germania 2955 581 1054 878 36 511 6015 416 Grecia 7528 7528 712 Spagna 10171 1506 837 229 92 265 13100 1129 Francia 957 1225 1442 1274 135 874 5907 566 Irlanda 4460 4460 295 Italia 8504 387 903 493 106 360 10753 667 Lussemburgo 12 11 29 3 55 22 Olanda 165 405 79 43 33 725 89 Portogallo 8450 8450 724 Regno Unito 793 2015 1502 316 58 132 4816 513 Ue-12 43818 6130 6669 3523 579 2232 62951 5285 % 69,6 9,7 10,6 5,6 0,9 3,5 100 Fonte: Commissione europea

I Fondi strutturali nei precedenti periodi di programmazione Ripartizione dei fondi strutturali per Obiettivo, 1994-99 (milioni di euro a prezzi 1994) (milioni di euro a prezzi 1994) OB. 1 OB. 2 OB. 3 OB. 4 OB. 5a OB. 5a OB. 5b OB. 6 TOTALE Iniz. Com. agricolt. pesca Belgio 730 341 396 69 170 25 77 1808 288 Danimar. 119 263 38 127 140 54 741 102 Danimar. 119 263 38 Germania 13640 1566 1681 260 1070 75 1227 19519 2212 Germania 13640 1566 1681 260 Grecia Grecia 13980 13980 13980 1154 Spagna 26300 2415 1474 369 326 120 664 31668 2782 Spagna 26300 Francia Francia 2190 2190 3769 2562 641 1746 190 2236 13334 1605 Irlanda Irlanda 5620 5620 5620 527 Italia Italia 14860 14860 1462 1316 399 681 134 901 19753 1898 Lussemb. Lussemb. 15 21 1 39 1 6 83 19 Olanda Olanda 150 150 650 923 156 118 47 150 2194 422 Portogallo 13980 13980 1061 Portogallo 13980 Reg. Unito 2360 4580 3377 186 89 817 11409 1572 Reg. Unito 2360 Austria 162 99 329 60 386 2 403 1441 146 Austria 162 Finlandia 179 254 83 331 23 190 450 1510 150 Finlandia Svezia 157 342 170 90 39 135 247 1180 127 Svezia Ue-15 93991 15352 12938 2246 5270 885 6860 697 138239 14021 Ue-15 93991 % 68,0 68,0 11,1 9,4 1,6 3,8 0,6 5 0,5 100 Fonte: Commissione europea Fonte: Commissione europea

Distribuzione dei Fondi Strutturali per Paese 2000 – 2006 in milioni di euro, prezzi 1999 Stati Membri Ob.1 TransEx ob. 1 Ob.2 TransEx ob. 2 Ob.3 Pesca Fuori Ob. 1 PIC Fondo coesione Totale B 625 368 65 737 34 209 2.038 DK 156 27 365 197 80 825 D 19.229 729 2.984 526 4581 107 1.608 29.764 EL 20.961 862 3.060 24.883 E 37.744 352 2.553 98 2.140 200 1.958 11.160 56.205 F 3.254 551 5.437 613 4.540 225 1.046 15.666 IRL 1.315 1.773 166 720 3.974 I 21.935 187 2.145 377 3.744 96 1.172 29.656 NL 123 676 119 1.686 31 651 3.286 A 261 578 102 528 4 358 1.831 P 16.124 2.905 671 22.760 FIN 913 459 30 403 254 2.090 S 722 354 52 60 278 2.186 UK 5085 1.166 3.989 706 4.568 121 961 16.596 RISERVA 155 EUR15 127.543 8.411 19.733 2.721 24.050 1.106 10.442 18.000 211.851 % 60,2 3,97 9,31 1,28 11,35 0,52 4,92 8,50 100

i 4 maggiori beneficiari Distribuzione dei Fondi Strutturali per Paese 2000 – 2006 in milioni di euro, prezzi 1999 i 4 maggiori beneficiari IL 26,5% dei Fondi strutturali va alla Spagna; il 14% alla Germania il 14% all’Italia l’11% circa al Portogallo

Le regioni Obiettivo 1 e 2 (2000-2006) Regioni dell’obiettivo 1 Regioni prossime ad uscire dall’obiettivo 1 Programmi speciali

-Obiettivo n. 1: FESR, FSE, FEAOG-Orientamento, Prima di Agenda 2000 e della riforma dei Fondi strutturali gli Obiettivi erano 7 -Obiettivo n. 1: FESR, FSE, FEAOG-Orientamento, -Obiettivo n. 2: FESR, FSE, -Obiettivo n. 3: FSE, -Obiettivo n. 4: FSE, -Obiettivo n. 5 a): FEAOG-Orientamento, -Obiettivo n. 5 b): FEAOG-Orientamento, FSE, FESR. -Obiettivo n. 6: FESR, FSE, FEAOG-Orientamento

Le regioni degli obiettivi prioritari nella programmazione 1994-99 Obiettivo 1 Obiettivo 2 Obiettivo 5b Obiettivo 6

Il Fondo di Coesione FONDO DI COESIONE È un fondo speciale di solidarietà, a favore dei quattro Stati membri meno prosperi (PNL procapite inferiore al 90% di quello medio dell’UE; Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna), che copre il loro intero territorio, finanziando grandi progetti per l'ambiente e i trasporti. Nel periodo 2000-2006 il bilancio annuale del Fondo di coesione ammonterà a 2,5 miliardi di euro, per complessivi 18 miliardi nell'arco dei sette anni. Ripartizione del bilancio complessivo del Fondo di coesione nel periodo 2000-2006 (prezzi 1999) Importi indicativi in milioni di €

Terza relazione intermedia sulla coesione economica e sociale Commissione delle comunità europee ( Bruxelles 30/1/2003) Terza relazione intermedia sulla coesione economica e sociale Mentre il divario tra il PIL medio pro capite nell’UE15 e il livello degli Stati membri meno prosperi è attualmente di poco inferiore al 30% (cioè, la Grecia e il Portogallo hanno un livello di quasi il 30% inferiore alla media), il divario raddoppierà con l’ingresso dei nuovi Stati membri nel 2004 (cioè, il PIL pro capite della Lettonia è di oltre il 60% più basso della media UE25) e probabilmente si accentuerà ancora di più dopo l’ingresso di Bulgaria e Romania.

Regioni in crescita, Europa in crescita Commissione delle comunità europee ( Bruxelles maggio 2007) Quarta relazione sulla coesione economica e sociale Regioni in crescita, Europa in crescita Tra il 1995 e il 2005 i nuovi Stati membri hanno registrato tassi di crescita molto variabili e alcuni hanno evidenziato una crescita particolarmente sostenuta. I tre Stati baltici, ad esempio, nell'arco di questi dieci anni hanno raddoppiato il loro PIL pro capite in termini reali, con una crescita media pari al 7-8% annuo. Per contro, la Bulgaria e la Romania hanno subito una contrazione dell'economia nella seconda metà degli anni '90 e solo a partire dal 2000 la crescita la crescita media ha raggiunto in entrambe il 6% annuo.

Terza relazione intermedia sulla coesione economica e sociale Commissione delle comunità europee ( Bruxelles 2004) Terza relazione intermedia sulla coesione economica e sociale

Quarta relazione intermedia sulla coesione economica e sociale Commissione delle comunità europee ( Bruxelles 2007) Quarta relazione intermedia sulla coesione economica e sociale

La politica di coesione dal 2007 al 2013 News: Bollettino d’informazione Settembre 2006, N. 149 inforegio, Commissione europea

La politica di coesione dal 2007 al 2013 news Bollettino d’informazione Settembre 2006, N. 149 inforegio Commissione europea

Fondi strutturali 2007-2013: regioni ammissibili e dotazioni finanziarie http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docoffic/official/deci_it.htm

Regioni in crescita, Europa in crescita -SEC(2008) 2047 def.} Ws COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Quinta relazione intermedia sulla coesione economica e sociale Regioni in crescita, Europa in crescita -SEC(2008) 2047 def.} Alcuni contributi sollecitano la Commissione ad affiancare al PIL pro capite espresso in standard di potere d'acquisto (SPA) altri parametri di misurazione del benessere e del tenore di vita. Per quanto riguarda i contenuti della politica di coesione, in questa fase sembra profilarsi un consenso unanime sui seguenti temi trasversali. • La competitività è al centro della politica di coesione. Un sostegno netto è espresso a favore dell'obbligo di "destinare" una quota significativa delle risorse finanziarie agli investimenti chiave connessi alla strategia rinnovata per la crescita e l'occupazione. La ricerca, l'innovazione, l'innalzamento delle competenze per la promozione dell'economia della conoscenza, lo sviluppo del capitale umano attraverso l'istruzione e la formazione, l'adattabilità, il sostegno alle attività imprenditoriali (soprattutto alle piccole e medie imprese), il rafforzamento delle capacità imprenditoriali e lo sviluppo di una cultura d'impresa vengono considerati settori chiave nei quali occorrerebbe concentrare gli investimenti.

• Le politiche attive del mercato del lavoro sono anch'esse al centro degli interventi proposti per dare impulso all'occupazione, rafforzare la coesione sociale e ridurre il rischio di povertà. Un consistente numero di partecipanti alla consultazione ritiene che la politica di coesione debba contribuire alla dimensione sociale dell'Europa migliorando le prospettive occupazionali delle categorie più vulnerabili, come i giovani, gli anziani, i disabili, gli immigrati e le minoranze. Le parti sociali ed economiche e le organizzazioni della società civile sottolineano il ruolo importante dell'economia sociale per quanto concerne la creazione di posti di lavoro di qualità, la promozione dell'innovazione, il sostegno allo sviluppo delle zone rurali e la prestazione di una serie di servizi di interesse generale. Esse evidenziano anche che il rafforzamento delle capacità contribuisce all'applicazione dei principi della buona governance e del partenariato. Infine, secondo alcuni esponenti della società civile, la politica di coesione dovrebbe sostenere le categorie che incontrano particolari difficoltà di ingresso nel mercato del lavoro. • Il terzo tema trasversale è lo sviluppo sostenibile. Secondo molti contributi, la politica di coesione dovrebbe indirizzarsi più decisamente verso la realizzazione dell'obiettivo dell'agenda di Göteborg; potrebbe, in particolare, contribuire alla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra mediante le politiche di mitigazione che hanno come obiettivo una maggiore efficienza energetica e la promozione dello sviluppo delle energie rinnovabili.

Da studiare: G. Viesti F Prota, Le politiche regionali dell’Unione europea. Il Mulino Studi e Ricerche, anno 2007 Da pag. 11 a pag. 49 Le istituzioni del federalismo: Regione e Governo locale in La nuova programmazione dei fondi strutturali in Italia (2000-2006) N. 2 anno 2001 Maggioli Editore Da pag. 325 a pag 359 - Rivista di Economia, Cultura e Ricerca Sociale Argomenti, n. 17, 2006, Franco Angeli pp.5-27