Scienze semiotiche del testo e dei linguaggi

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Transcript della presentazione:

Scienze semiotiche del testo e dei linguaggi La città come testo 2009-10

Testi Modulo A T. De Mauro, Lezioni di linguistica teorica, Laterza, 2008. Mari D’Agostino, Sociolinguistica dell’Italia contemporanea, il Mulino, 2007. A. M. Lorusso (a cura di), Semiotica, Cortina 2005, pp. 1-58; 183-190. Modulo B Traini, S., Le due vie della semiotica, Bompiani, 2006 ( solo i capitoli che verranno indicati in bacheca). Pezzini, I., a cura, Luoghi del consumo, consumo dei luoghi. Roma come caso di studio, Nuova cultura 2009 (in corso di stampa, solo i capitoli che verranno indicati in bacheca). A. M. Lorusso (a cura di), Semiotica, Cortina 2005, pp. 59-68; 131-139; 245-271; 401-4174. Pezzini I. "Imago Moro. Media-azioni su Aldo Moro" in I. Pezzini, Immagini quotidiane, Laterza 2008, pp. 70-83. (disponibile in biblioteca)

Cosa significa fare scienza? Portare allo scoperto l’attività di giustificazione del senso comune, sottoporre ad ingrandimento i nostri percorsi quotidiani di pensiero e conoscenza, così da consentire la condivisione e il confronto delle idee (P. Kosso 1995:187-8).

Senso comune (XVII secolo) fonte di errori che vanno oltrepassati a favore della conoscenza vera (Descartes) dimensione della concretezza e della aderenza (non conoscitiva e dunque pre-categoriale) alla realtà del quotidiano (Locke)

Quine (1970): la scienza è «senso comune autoconsapevole» Continuità tra i processi del ragionamento scientifico e quelli utilizzati nella vita di tutti i giorni.

Sapere e conoscere Sapere = capacità pratica, saper fare Non implica necessariamente conoscenze formalizzabili Conoscenza = sapere esplicito e proposizionale Implica la formalizzazione dei saperi

Sensibilità ecologica: Resistenza al divorzio tra conoscenze e saperi vissuti Sul piano linguistico: opposizione alla alienazione linguistica (ripetizione irriflessa di schemi linguistici altrui, stereotipi linguistici) Terapia: pensare nella lingua e pensare la lingua, le sue strutture, i suoi usi e le sue variazioni

Inseparabilità nel parlare umano di due attività linguistiche: Attività referenziale (suppositio formalis) Attività autonimica e riflessiva (suppositio materialis) (De Mauro 2002:91) Suppositio = condizione d’uso di un segno denominativo

Funzione autonimica e riflessiva della parola (suppositio materialis) Qui i segni sono caratterizzati metalinguisticamente rispetto a qualche loro qualità come segni la parola serve a designare la funzione grammaticale della parola stessa: Homo est nomen «scrivo» è un verbo

Funzione referenziale della parola (suppositio formalis) La parola serve a riferirsi a una realtà non linguistica: Ille homo currit Gaia scrive

Sistemi formali possono funzionare solo tenendo separate queste due attività: l’insieme delle regole (grammatica) che servono a garantirne il funzionamento ha validità referenziale mentre la sua descrizione richiede il ricorso a una grammatica più potente (metagrammatica). Es. macchina di Turing Metá = sopra, oltre

Linguaggio umano l’attività linguistica riflessiva non è separabile dai normali usi linguistici quotidiani: Con le parole ci riferiamo ad una realtà extralinguistica, esprimiamo i nostri stati emotivi, ci rivolgiamo ad altri Con le parole spieghiamo (o chiediamo ad altri di spiegare) il significato che le parole hanno nella nostra lingua oppure la funzione con cui introduciamo certe parole nel nostro discorso.

Funzioni linguistiche Roman Jakobson (1960) 1. Funzione emotiva  emittente 2. Funzione conativa  destinatario 3. Funzione cognitiva/referenziale  contesto 4. Funzione fàtica contatto 5. Funzione metalinguistica  lingua/codice 6. Funzione poetica  messaggio Karl Bühler (1918) 1. Funzione di notifica  emittente 2. Funzione di richiamo  destinatario 3. Funzione di rappresentazione  contesto

Epilinguistico e Metalinguistico Sapere epilinguistico Coscienza epilinguistica Conoscenza metalinguistica Sapere linguistico pratico conoscenza implicita ed interna all’individuo Usi linguistici ordinari Sapere riflessivo-pratico rapporto cosciente con certi contenuti del sapere epilinguistico Arti della parola Sapere riflessivo-teorico conoscenza esplicitamente rappresentata ed esterna all’individuo Scienze del linguaggio

Linguistica come sapere riflessivo Tutti i parlanti sanno almeno una lingua e impegnano questo sapere nel parlare e nel capire, ma ben poco di questo sapere è a livello consapevole La linguistica mira a descrivere la competenza (linguistica e comunicativa) del parlante. La linguistica è figlia della capacità metalinguistica riflessiva; è la descrizione riflessa, esplicita, delle grammatiche ‘vissute’, implicite

Arti e scienze del testo in prospettiva storica Grammatica Grammatikè tèkne (IV se. A.C.): arte dello scrivere, Ars grammatica: tecnica dell’insegnamento, apprendimento e uso delle forme scritte di parole e frasi di una lingua; individuazione delle parole piene, lessemi (elementi categorematici), e delle parole vuote, elementi grammaticali (sincategorematici) (descrittiva e normativa) -> Logica: distinzione tra usi semantici (preghiera, richiesta, esclamazione) e usi apofantici (enunciati dichiarativi, veri o falsi); sillogismo, entimema

Retorica (V-IV sec. a C.): tipologia dei testi, analisi del discorso, del valore pragmatico degli atti linguistici e delle forme argomentative Poetica: analisi degli usi letterari e della loro distanza dagli usi ordinari; teoria della letteratura e contributi allo studio teorico del linguaggio Filologia Lessicografia Ermeneutica

Lavoro del linguista Sottoporre alla riflessione metalinguistica (filosofica e scientifica) le potenzialità e le modalità linguistiche espressive (studio dei rapporti del parlante con la lingua) informative (studio della capacità semantica e referenziale) argomentative (analisi dei modi in cui linguisticamente riusciamo ad agire sugli altri e, mediatamente, sul mondo).

Autoriflessione Delimitare e definire sé stessa è per Saussure uno dei compiti della linguistica, compito di riflessione critica e autocritica. Vale anche per la semiotica. Questo è il compito della semiotica e della linguistica nella loro prospettiva teorica

Che tipo di scienze sono quelle semiotiche? Distinzione tra scienze hard e scienze soft (Simone 1990) Questione centrale: definire esplicitamente e preliminarmente i termini che si adoperano e attenersi a questa definizione, elaborare metodi intersoggettivamente controllabili, formulare leggi sono pratiche diffuse nelle scienze hard, ma problematiche nella semiotica e nella linguistica.

Orientamento nomotetico oppure idiografico? Distinzione, problematica, che risale a Windelband (1894) De Mauro: “campi in apparenza ideografici non potrebbero nemmeno cominciare le loro indagini se non muovessero dall’accertamento di costanti: fonemi, morfi, regole di formazione delle parole per studiarne le variazioni o invarianze nel tempo”

Il problema delle costanti È il compito della linguistica teorica Natura delle costanti: Generalmente semiotiche Non generalmente semiotiche ma neppure specificamente linguistiche Specificamente linguistiche

Di cosa si occupa la semiotica? Una disciplina giovane con una lunga storia: le sue radici affondano nell’antichità greca e in particolare nel sapere medico Prima definizione: scienza dei segni

Che cos’è un segno? Siamo circondati da svariate esperienze di natura semiotica, in cui diversi veicoli materiali rinviano a qualcos’altro: Indicatori luminosi (spie) Orme, tracce, espressioni del volto, ecc. Manufatti come la struttura di un edificio, l’arredamento di una casa Parole di una lingua Comportamenti e segnali di altri animali In tutti questi casi attribuiamo sostanza e valore di segno a esperienze diverse. Aristotele distingue: semeîon, tekmerion, symbolon Semeióo = marco, faccio segnali, intendo, significo

Fondazione filosofica e scientifica della disciplina Charles Sanders Peirce (1839-1914): semiotica come teoria della conoscenza umana, incentrata sulla capacità di interpretare l’esperienza e ogni sua manifestazione empirica (prima di lui: Locke, 1690). Ferdinand de Saussure (1857-1913): semiologia è la scienza che studia la vita dei segni nel quadro della vita sociale (CLG: 26). La linguistica è una parte di questa scienza generale.

Peirce “Io sono, per quel che ne so, un pioniere, o piuttosto un esploratore, nell’attività di chiarire e iniziare ciò che io chiamo semiotica, vale a dire la dottrina della natura essenziale e delle varietà fondamentali di ogni possibile semiosi” (CP: 5.488) Per semiosi intendo un’azione, una influenza che sia, o coinvolga, una cooperazione di tre soggetti, come per esempio un segno, il suo oggetto e il suo interpretante, tale influenza trirelativa non essendo in nessun caso risolubile in un’azione tra coppie (CP: 5.484) Un segno, in quanto tale, ha tre riferimenti: primo, è un segno per un pensiero che lo interpreta; secondo è un segno in un luogo di un oggetto a cui quel pensiero è equivalente; terzo, è un segno sotto qualche rispetto o qualità che porta il segno stesso in connessione con il suo oggetto”.

Modelli triadici del segno Aristotele / Ogden e Richards pensieri Peirce interpretante segno oggetti Oggetto dinamico Suoni verbali Representamen espressione Oggetto Immediato contenuto

Modello diadico di segno (Saussure, 1916) Sign.to ----------- Sign.nte Segnale Significato ---------------------- Significante Senso ------------------------ Espressione

Sviluppi negli anni sessanta Diverse scuole di orientamento semiotico: Francese Roland Barthes (1915-1980) Algirdas J. Greimas (1917-1992) Russa Jurij Lotman (1922-1993) Boris Uspenskij In Italia: Umberto Eco Tullio De Mauro Ricerca di un territorio comune dove potessero incontrarsi e integrarsi istanze nate da discipline diverse: sguardo trasversale e problematico ai dispositivi molteplici della significazione e della comunicazione (Gensini, Elementi di semiotica, Carocci 2002)

Margaret Mead, Convegno su paralinguistica e cinesica, Bloomington, 1962: “Io credo che a quanto si può immaginare stiamo lavorando in un campo che col tempo includerà lo studio di tutte le forme di comunicazione dotate di struttura, delle quali la linguistica è quella tecnicamente più avanzata. Sarebbe utile disporre di una parola per le forme di comunicazione in ogni modalità sensoriale, dotate di struttura […] molte persone qui, che avevano l’aria di essere da parti opposte della barricata, hanno usato la parola ‘semiotica’. Mi sembra l’unica parola che, in una forma o in un’altra, sia stata usata da persone che ragionano da posizioni completamente differenti.”

Grande varietà di indirizzi e ambiti applicativi (dagli stimoli percettivi ai più elaborati costrutti culturali). Rischio di smarrimento e di imperialismo Eco: la soglia inferiore e superiore della semiotica Come evitare il rischio di imperialismo, come delimitare il campo? L’identità è data non dall’oggetto, ma dallo sguardo, dal metodo Costitutiva interdisciplinarità della semiotica, dipendente dal fatto di non avere un oggetto proprio

Non semiotico Materia del contenuto, referente di codici semiotici e linguistici Sensibilità Respiro Sono tutte formalmente realtà non semiotiche, che pongono però vincoli specifici alla realizzazione e alla forma di certe semiotiche e in particolare del linguaggio verbale. Delimitare il campo di ciò che è semiotico non comporta rinchiudervisi

Seconda definizione Studio dei processi di significazione e comunicazione Processi verbali e non verbali

Saussure: Linguistica e semiologia Corso di linguistica generale (1916) Prima questione: qual è l’oggetto della linguistica? Linguaggio ci appare un ammasso confuso di cose eteroclite Parole: atto individuale (realtà psico-fisiologica) (un fare) Langue: dimensione sociale e condivisa (fatto sociale) (un sapere)

I tre livelli della linguisticità 1. Linguaggio  forma di fissazione simbolica e di comunicazione attività verbale che manifesta la capacità di usare parole e frasi di almeno una lingua. Realtà multiforme (eteroclita), endofasica ed esofasica (produttiva e ricettiva) 2. Lingua  insieme di parole e regole grammaticali, strumento di natura storica e artificiale (sistema storico-naturale) 3. Discorso  realizzazione individuale della facoltà di linguaggio, resa possibile dalla conoscenza di una lingua storico-naturale. Parola < parabolé (confronto e, per traslato, favola, apologo). La parabola è un discorso ma è soprattutto una parola che ha un fine, evoca un cambiamento, è un appello.

Il rapporto tra fonie e sensi nello scambio comunicativo è sempre mediato da una forma (langue): insieme di classi di suoni (significanti) e sensi (significati) Il problema dell’astrazione: la lingua è un oggetto di natura concreta o un insieme di schemi astratti? Problema storico-interpretativo

Linguistica esterna e linguistica interna Questione che rinvia alla storia degli studi linguistici e al tentativo saussuriano di rifondazione. È interno tutto ciò che concerne il sistema e le regole.

Linguistica e semiologia “Si può concepire una scienza che studia la vita dei segni nel quadro della vita sociale…la linguistica è solo una parte di questa scienza generale, le leggi scoperte dalla semiologia saranno applicabili alla linguistica e questa si troverà collegata a un dominio ben definito nell’insieme dei fatti umani” (CLG: 25-26)

Il segno Entità psichica a due facce (significato e significante) Caratteri primordiali del segno: Arbitrarietà verticale: la relazione tra significato e significante è immotivata (ma vedi Benveniste: per i parlanti tale legame è necessario) linearità del significante Natura temporale del significante (una catena) Immutabilità e mutabilità del segno Arbitrarietà, complessità, inerzia collettiva sono fattori di resistenza Tempo e massa parlante fattori di mutamento

Sincronia e diacronia Asse della simultaneità (linguistica statica) Asse delle successioni (linguistica evolutiva) Il problema del punto di vista pancronico come problema della linguistica teorica (De Mauro)

Linguistica sincronica Identità e valore La lingua è un sistema di valori: l’identità di un elemento linguistico non è dato dalla sua materia ma dalle relazioni che intrattiene con altri elementi del sistema. Rilevanza degli aspetti relazionali, differenziali, oppositivi degli elementi --> Arbitrarietà orizzontale Il problema dell’iconicità Rapporti sintagmatici: basati sulla linearità del significante (in praesentia) e associativi: basati sul sistema (paradigmatici) (in absentia)

Compiti della linguistica (Saussure) Fare la descrizione e la storia di tutte le lingue possibili dal punto di vista sia interno che esterno Cercare le forze che sono in gioco in maniera permanente in tutte le lingue ed estrarre le leggi generali cui sono riconducibili tutti i fenomeni della storia (punto di vista pancronico: studio di ciò che è invariante nel variare delle forme spazio-temporali) Definire e delimitare se stessa, cioè i termini e i punti di vista con cui opera.