Il Bilancio comunitario Con il trattato di fusione delle Comunità del 1965 sono rimasti solo due strumenti finanziari il bilancio generale e il bilancio operativo CECA. Oltre a questo processo di unificazione degli strumenti finanziari è iniziato il cammino verso l’autonomia finanziaria con la decisione del 1970 rinnovata più volte che ha istituito il sistema delle risorse proprie.
Le entrate dell’UE: il sistema delle risorse proprie La decisione di istituire il sistema delle risorse proprie nel 1970 ha fornito l’UE di mezzi di finanziamento propri e indipendenti dagli Stati membri. Si tratta di entrate definitivamente assegnate all’UE per finanziare il suo bilancio. Esse le spettano di diritto senza che occorra un'ulteriore decisione delle autorità nazionali. Gli Stati membri hanno l'obbligo di effettuare tali versamenti.
Le entrate: ecco le risorse proprie Prelievi agricoli: diritti d'importazione prelevati sui prodotti agricoli provenienti dai Paesi terzi. Dazi doganali: dazi percepiti sulle importazioni alle frontiere esterne in base alla tariffa doganale comune sugli scambi con i Paesi terzi. Aliquota sull’imponibile IVA degli Stati membri: aliquota applicata sulle entrate IVA dei singoli Stati membri, fino a un massimo dello 0,5%. Percentuale del RNL di ciascuno Stato membro. Il totale delle risorse proprie non deve superare l’1,24% del RNL dell’intera UE.
Le entrate: altre risorse Il bilancio UE non è finanziato interamente con le risorse proprie, ma vi concorrono anche altre voci, tra cui: - contributi dei Paesi terzi ad alcuni programmi comunitari - il saldo dell'esercizio precedente - ammende inflitte a imprese europee quando ostacolano la concorrenza o agli Stati quando non applicano la normativa comunitaria
Il meccanismo delle risorse proprie Le risorse proprie hanno un sostanziale peso politico. Il Trattato di Roma prevedeva che per un periodo transitorio la Comunità si sarebbe finanziata con contributi nazionali prima di passare alle risorse proprie (art. 201). “Sono mezzi di finanziamento propri e indipendenti dagli Stati membri e si definiscono come entrate di natura fiscale definitivamente assegnate alla Comunità per finanziar il suo bilancio”.
Il meccanismo delle risorse proprie Nel 65 la Francia si oppone all’attribuzione alla Comunità delle “risorse proprie per natura” (dazi doganali e prelievi agricoli) derivanti dall’attuazione delle politiche comunitarie (unione doganale e PAC) e comincia una crisi che dura fino al Compromesso di Lussemburgo e la decisione del 1970. La tariffa doganale era diventata comune nel 1968 mentre i prelievi agricoli erano stati istituiti nel 1962.
Il meccanismo delle risorse proprie Le risorse provenienti dall’IVA vengono introdotte con la decisione del 1970 per integrare le risorse tradizionali che non sono più sufficienti. Essa viene attuata nel 1980 e risulta dall’applicazione di un’aliquota ad un imponibile uniforme (dal 1995 l’imponibile è limitato al 50% del PNL degli Stati membri). L’aliquota massima di prelievo è fissata all’1% dell’imponibile nel 1999 dopo alcune variazioni nei periodi precedenti. Nel 1984 viene introdotta una compensazione per il Regno Unito pari allo 0,66% del suo saldo netto.
Il meccanismo delle risorse proprie Nel 1988 viene introdotta una quarta risorsa propria basata sul PNL e destinata a sostituire l’IVA. Essa viene applicata ad una base imponibile, rappresentante la somma dei prodotti nazionali lordi ai prezzi di mercato di un’aliquota. Il massimale è pari all’1,27% del PNL europeo. Le risorse proprie sono riscosse dalle amministrazioni nazionali per conto della Comunità. Quelle tradizionali vengono accreditate su un conto. Le risorse IVA e PNL sono invece messe a disposizione il primo giorno feriale di ogni mese nella misura di un dodicesimo dell’importo previsto nel bilancio.
Meccanismo di correzione Nell’84 a Fontainebleau il Consiglio decide per l’introduzione di un meccanismo di correzione che prevede una compensazione per stati membri quali il Regno Unito, che contribuiscono maggiormente al bilancio comunitario data la loro prosperità (stati contributori netti = contribuiscono al bilancio di più rispetto a quanto ricevono attraverso i programmi comunitari). Altri stati contributori netti sono la Finlandia, la Svezia, l’Olanda e la Germania. La Commissione propone quindi l’introduzione di un meccanismo generalizzato di correzione per cui oltre una certa soglia le posizioni nette beneficerebbero di un partial refund.
I principi del bilancio Unità = tutte le entrate e le uscite devono trovarsi in un unico documento Universalità = tutte le entrate formano un ammontare comune che serve a finanziare indistintamente tutte le spese. Regola della non assegnazione. Annualità = vincolo delle operazioni ad un esercizio annuale. A volte è necessario realizzare azioni pluriennali per cui ci si richiama al concetto di stanziamenti dissociati.
I principi del bilancio Gli stanziamenti dissociati si dividono in: Stanziamenti d’impegno che coprono durante l’esercizio il costo totale degli obblighi contratti per azioni pluriennali. Stanziamenti di pagamento che coprono le spese che derivano dall’esecuzione degli impegni contratti nel corso dell’esercizio. Lo scarto tra i due è misurato in impegni residui. Gli stanziamenti non utilizzati alla fine dell’esercizio sono di norma annullati tranne casi eccezionali in cui possono essere riportati. Per quanto riguarda le entrate ogni eccedenza è riportata nell’esercizio successivo.
I principi del bilancio Equilibrio = le entrate devono essere pari alle uscite nell’esercizio. La Comunità non può ricorrere a prestiti per coprire il disavanzo. Poichè tuttavia il bilancio è di previsione è possibile che ci sia un’eccedenza o un disavanzo che vengono riportati nel successivo esercizio. Specialità = ogni stanziamento deve avere una precisa assegnazione ed essere destinato ad uno scopo specifico
Struttura del bilancio Il Bilancio è diviso in: Titoli Capitoli. Ad essi è legata la specialità per cui qualsiasi storno da capitolo a capitolo è riservato all’autorità di bilancio. Articoli Voci
Le istituzioni UE e la formazione del bilancio Commissione: prepara il progetto preliminare di bilancio, che presenta al Consiglio. Consiglio: adotta il progetto di bilancio e apre formalmente i lavori. Parlamento: adotta il bilancio definitivo. Se il bilancio non è adottato entro il 1° gennaio, scatta il regime dei “dodicesimi provvisori” (stanziamenti mensili pari ai dodicesimi del bilancio precedente). Nel corso dell’anno, la Commissione può presentare un bilancio rettificativo per modificare eventuali entrate/uscite.
Le istituzioni UE e l’esecuzione del bilancio Commissione: è responsabile dell’amministrazione e dell’esecuzione del bilancio dell’UE. Corte dei Conti: accerta che il bilancio dell’UE sia stato eseguito correttamente, controllando la legittimità e la regolarità delle entrate e delle spese e accertando la sana gestione finanziaria. Parlamento: approva la gestione del bilancio fatta dalla Commissione, dopo aver esaminato la relazione della Corte dei Conti.
La procedura annuale Entro il 1 luglio ogni istituzione stabilisce il proprio stato previsionale delle spese che la Commissione inserisce nel progetto preliminare di bilancio. Entro il 5 ottobre il consiglio delibera sul progetto preliminare (concertazione con il Parlamento)
La procedura annuale Entro 45 giorni il Parlamento esamina il progetto. Approva o decide di apportare cambiamenti Entro 15 giorni il Consiglio esamina le proposte del Parlamento e decide a maggioranza qualificata se le modifiche comportano un amento del bilancio. Il silenzio equivale all’assenso
La procedura annuale A fine procedura il Parlamento ha diritto a pronunciarsi sul bilancio e di modificare le spese non obbligatorie a maggioranza assoluta dei membri e di tre quinti dei suffragi espressi. Infine adotta il bilancio.
Il sistema delle Prospettive finanziarie Le Prospettive finanziarie costituiscono una programmazione delle spese comunitarie per un periodo di più anni in base alle grandi priorità politiche stabilite dalle Istituzioni europee. Esse indicano l’importo massimo e la composizione delle spese prevedibili dell’Unione nel rispetto dei massimali sulle risorse proprie attribuiti all’UE. Sono stabilite dal Parlamento, dal Consiglio dei ministri e dalla Commissione mediante un accordo interistituzionale.
Il sistema delle Prospettive finanziarie Il sistema delle Prospettive finanziarie è volto a rafforzare la disciplina di bilancio e a controllare l’aumento complessivo delle spese. Da quando questo sistema è entrato in vigore, il bilancio dell’Unione è rimasto sempre strettamente sotto controllo, senza mai sfuggire di mano. Le eccedenze prodotte anno dopo anno, in contrasto con le difficoltà finanziarie riscontrate in passato, sono la prova che questa disciplina nella gestione degli stanziamenti funziona.
Il sistema delle Prospettive finanziarie Le Prospettive finanziarie non corrispondono ad un bilancio pluriennale, in quanto la procedura di bilancio annuale resta indispensabile per stabilire l'ammontare effettivo delle spese e la ripartizione tra le varie linee di bilancio. D’altra parte, esse sono obbligatorie in quanto i massimali delle Prospettiva finanziarie devono essere rispettati nella procedura annuale di bilancio.
L’iter delle Prospettive finanziarie 2007-2013 La decisione finale è di un bilancio pari a 862,3 miliardi di € (1,045% del RNL). Per la Politica di coesione lo stanziamento è di 307,6 miliardi di € (circa 30 miliardi in meno rispetto alla proposta della Commissione). Aprile 2006: approvate le Prospettive finanziarie 2007 - 2013 da parte del Parlamento europeo. Maggio 2006: firmato l’accordo interistituzionale sulle Prospettive finanziarie 2007 - 2013 da parte di Consiglio, Commissione e Parlamento.
Le Prospettive finanziarie 2007 - 2013: le nuove rubriche del bilancio Le Prospettive finanziarie 2007 - 2013 propongono una nuova strutturazione delle rubriche, che si basa sulle nuove strategie politiche dell'Unione europea. Le nuove rubriche del bilancio sono 6: - Crescita sostenibile - Conservazione e gestione delle risorse naturali - Cittadinanza, libertà, sicurezza e giustizia - L’UE quel partner globale - Amministrazione - Compensazioni
Le Prospettive finanziarie 2007 - 2013: le nuove rubriche del bilancio Crescita sostenibile Questa rubrica include due filoni d’intervento: - le spese finalizzate al miglioramento della competitività, al potenziale di crescita dell'UE e all'impiego, incluse le spese per ricerca, innovazione, istruzione e formazione e per lo sviluppo dell’agenda sociale europea; - le spese per sostenere la coesione economica e sociale, la convergenza delle regioni meno sviluppate, lo sviluppo regionale e l'integrazione dei nuovi Stati membri.
Le Prospettive finanziarie 2007 - 2013: le nuove rubriche del bilancio Conservazione e gestione delle risorse naturali I quattro settori della rubrica riguardano: - le spese per le politiche agricole; - i fondi di sviluppo rurale; - gli aiuti per il settore ittico; - gli stanziamenti per la protezione dell'ambiente.
Le Prospettive finanziarie 2007 - 2013: le nuove rubriche del bilancio Cittadinanza, libertà, sicurezza e giustizia Questa rubrica riflette l'importanza crescente dei settori: - giustizia e affari interni, protezione delle frontiere, politica in materia di immigrazione e asilo; - salute pubblica e protezione dei consumatori; - cultura e gioventù; - informazione e dialogo con i cittadini.
Le Prospettive finanziarie 2007 - 2013: le nuove rubriche del bilancio L'Unione europea come partner globale La rubrica raggruppa tutte la azioni esterne, tra cui: - lo strumento di preadesione (IPA) che sostiene l’adesione di Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Serbia, Montenegro, ex Repubblica Federale di Macedonia e Turchia, subentrando a PHARE, ISPA, SAPARD, CARDS e al programma per la Turchia; - lo strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI) che si rivolge ai Paesi limitrofi della UE; - lo strumento per gli aiuti umanitari.
Le Prospettive finanziarie 2007 - 2013: le nuove rubriche del bilancio Amministrazione In questa rubrica confluiranno le spese amministrative, che includono le spese delle istituzioni diverse dalla Commissione europea, le pensioni e le scuole europee. La novità consiste nel fatto che le spese amministrative della Commissione europea vengono inserite direttamente nelle corrispondenti rubriche operative e non iscritte nella presente rubrica. Compensazioni Importi di compensazione per il futuro allargamento dell'Unione.
Una moneta federale senza un sistema fiscale federale L’economia europea cresce a tassi inferiori a quelli potenziali. Non tiene il passo con gli USA Subisce la concorrenza della Cina e dell’India Il Patto di Stabilita’ impone vincoli ai deficit dei bilanci nazionali e al volume del debito pubblico.
Unione monetaria e fiscalità federale: cenni storici Già il Piano Werner prevedeva un amento del bilancio comunitario ma fallì. Il Rapporto MacDougall prevedeva che il bilancio avrebbe dovuto essere pari al 2-2,5% nella fase pre-federale per poi diventare il 5-75 del PIL una volta creata una moneta unica e salire fino al 7,5% con la creazione di una difesa comune
Cenni storici Anni 70 creazione dello SME 1991 Maastricht si decide il passaggio all’Unione monetaria 1993 Piano Delors su Crescita Competitività e occupazione (investimenti in settori chiave quali informatica e reti di comunicazione transeuropee). Non venne mai realizzato.
Negli anni 90 appariva sempre più evidente che il rallentamento dell’economia europea rispetto agli USA. Nel 2000 viene lanciata la Strategia di Lisbona con l’obiettivo di diventare l’economia più dinamica entro il 2010. A oggi è chiaro che la strategia sta fallendo. L’economia europea non cresce.
Le cause dell’insufficiente crescita Vincoli del Patto di Stabilità Perdita sovranità monetaria nazionale Troppe politiche neoliberiste, troppe privatizzazioni Mancanza di un governo e di obiettivi federali
Le specificità del sistema federale europeo Date le irrisorie dimensioni del bilancio europeo si sostiene che esso non può promuovere la crescita economica come avviene nel sistema federale statunitense dove il bilancio era pari nel 2003 al 19,9% del PIL americano. Ma questa conclusione è affrettata…
Articolazione delle responsabilità nei sistemi federali L’aumento delle dimensioni del livello federale nei confronti degli altri livelli di governo è dovuto, come mostra il caso degli USA, a due fattori: le responsabilità di politica estera e la spesa sociale. Il sistema statunitense è stato assunto come punto di riferimento nel modello di ripartizione delle funzioni federali.
Le funzioni di un sistema fiscale Allocativa = fornitura di beni pubblici che il mercato non riesce a fornire o fornisce a costi sociali eccessivi. Distributiva = favorisce la distribuzione del reddito nell’ipotesi che il mercato non riesca a farlo equamente. Di stabilizzazione = garantisce che tutte le risorse economiche siano impiegate senza che si crei inflazione.
Queste tre funzioni sono svolte dai governi nazionali ma in uno stato federale si pone il problema di decidere il livello di governo al quale devono essere attribuite. I teorici del federalismo fiscale ritengono che la seconda e la terza funzione debbano essere assegnate al governo centrale mentre la prima vada attribuita al livello di governo in grado di soddisfare meglio i bisogni dei cittadini.
La ripartizione delle funzioni Gli stati della Federazione americana tentarono di affrontare i gravi problemi di disoccupazione e redistribuzione del reddito autonomamente, negli anni 30, senza riuscirvi a causa dell’elevata integrazione del mercato americano e della forte mobilità della forza lavoro. Il governo federale accentrò allora la costruzione del Welfare State.
In Europa , invece, il Welfare State è stato creato prima che iniziasse il processo di unificazione europea per cui la funzione distributiva è affidata a livello nazionale. Anche se aumentasse di molto il flusso migratorio nell’Unione si porrà il problema del riconoscimento di alcuni diritti piuttosto che i problema di istituire un sistema di assistenza centralizzato (da ciò un limitato bilancio). Gran parte del bilancio UE è destinato al riequilibrio territoriale. L’unione redistribuisce, quindi, le risorse non tra cittadini ma tra governi nazionali e locali.
Poiché i sistemi di sicurezza sociale sono organizzati su base nazionale anche il mercato del lavoro è strutturato a livello nazionale. Le contrattazioni sindacali si riferiscono alla legislazione nazionale. L’Unione ha un bilancio limitato rispetto a quello statunitense perché la gran parte delle risorse necessarie a finanziare la spesa sociale è concentrata a livello nazionale. L’Unione dovrebbe, tuttavia, adeguare le dimensioni del suo bilancio per affrontare la sfida attuale e garantire un’autonoma capacità di crescita all’economia europea.
Le cause del declino dell’economia europea Crescente divario di produttività del lavoro tra Europa e USA (dovuto alla maggiore capacità statunitense di produrre e utilizzare le tecnologie dell’informazione e comunicazione ICT). Anni 60 – i tassi europei di incremento della produttività erano al di sopra di quelli statunitensi ma declinanti. Anni 90 – i tassi di produttività statunitensi hanno superato quelli europei. La tendenza è ancora in atto.
La superiorità dell’industria informatica statunitense nasce nella seconda guerra mondiale e si consolida poi con le commesse militari ma soprattutto con gli aiuti pubblici (negli anni 60 e 70 circa 1/3 della spesa in R&D era finanziata pubblicamente. Francia, Regno Unito e Giappone finanziavano pubblicamente tra il 10% e il 15% degli investimenti. Spesa europea in R&D pari al 1,9% del PIL europeo contro una spesa americana pari al 2,8% del PIL USA nel 2003. Europa continua a investire in settori a bassa crescita (auto, chimica).
Le cause del declino dell’economia europea Declino di lungo periodo degli investimenti pubblici. Negli anni 70 erano pari al 4% del PIL in Europa e al 3% del PIL in Usa ma a partire dagli anni 90 negli USA la tendenza si è invertita mentre in Europa continua il declino (nel 2002, 2,9% negli USA e 2,4% in Europa). Questo calo europeo sembra dovuto alla necessità di fronteggiare debiti pubblici elevati ma anche alla scelta politica di ridurre il settore pubblico e il ricorso a operazioni di PPP (public-private partnership) con cui i governi finanziano solo una parte del progetto
Il fallimento della strategia di Lisbona Già il Piano Delors individuava il divario tecnologico esistente tra Europa e USA. Nel 2000 il Consiglio europeo di Lisbona riprende questa indicazione e decide di fondare il rilancio della crescita sull’impulso alla ricerca scientifica e al capitale umano. A differenza del Piano Delors, la Strategia di Lisbona non assegna alcun compito alla Commissione se non quello di coordinare i Piani nazionali. Non esiste un Piano europeo.
Il fallimento della strategia di Lisbona Nel 2004 l’obiettivo di raggiungere un livello di spesa per la ricerca pari al 3% era ancora al 1,9%. Nella programmazione finanziaria 2007-2013 la Commissione ha sottolineato “l’incapacità” degli Stati membri. il gruppo di studio di Kok ha constatato che il divario con l’America e con l’Asia è cresciuto a causa delle debolezze strutturali delle economie europee e dell’andamento dell’economia mondiale (bolla finanziaria Usa, 11 settembre, aumento prezzo petrolio). Non esiste per l’Europa una autonoma capacità di risposta. Ogni governo agisce secondo le sue priorità.