Monitoraggio Investimenti Pubblici (MIP)

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Monitoraggio Investimenti Pubblici (MIP) e Codice Unico di Progetto (CUP) Sistema CUP / MIP: sintesi Teramo, 16 dicembre 2011 Materiale edito a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri -Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della Politica Economica

  PRESENTAZIONE DEL CUP Il CUP serve per identificare ogni “progetto d’investimento pubblico”. Utilizzandolo opportunamente, consente di rintracciare tutte le informazioni relative ad ogni specifico progetto nelle banche dati, sia esistenti sia nuove. Ai fini suddetti, come ribadito nella delibera CIPE n. 24/2004, il codice CUP deve essere riportato: su tutti i documenti  amministrativi e contabili, cartacei ed informatici, - nelle banche dati dei vari sistemi informativi, comunque interessati a progetti d’investimento pubblico.

stringa alfanumerica (15 caratteri) PRESENTAZIONE DEL CUP 2 Come si presenta il CUP stringa alfanumerica (15 caratteri) e’ un’etichetta stabile, collegata in modo biunivoco al corredo informativo del progetto di investimento pubblico, corrisponde ad una sorta di CODICE FISCALE del progetto, costruito a partire dalle sue caratteristiche: non è “parlante”, é associata al progetto fin dalla nascita e lo accompagna in tutte le fasi del suo ciclo di vita: resta comunque valida anche dopo la “chiusura” del progetto.

IL PROGETTO DI INVESTIMENTO PUBBLICO PRESENTAZIONE DEL CUP 3 IL PROGETTO DI INVESTIMENTO PUBBLICO a. il “progetto di investimento pubblico” è concetto base del MIP (e quindi del CUP) in quanto è l’unità di rilevazione della “spesa per lo sviluppo” ; il “progetto di investimento pubblico” raggruppa strumenti, attività, spese ecc intorno a un obiettivo: il completamento di un ospedale, la progettazione di un nuovo motore a scoppio, l’utilizzo delle staminali per il miglioramento delle ossa del piede, la produzione di energia eolica, l’acquisto di nuovi macchinari, ecc.;   b. il corredo informativo del CUP “fotografa” la decisione dell’ente di realizzare lo specifico progetto: quindi comprende : l’obiettivo (ovvero la “descrizione” dell’intervento), gli importi di costo e finanziamento, la localizzazione ecc; c. intorno (prima e dopo, cioè, ma essenzialmente dopo) al “progetto di investimento pubblico” si muovono le modalità con cui si finanzia il progetto e lo si realizza: e quindi – ad esempio - si “contrattualizzano” le fonti finanziarie e si indicono le gare di appalto previste per la realizzazione. Insomma, a monte di tutto, nel MIP, c’è il progetto e la decisione dell’ente di realizzarlo; a valle, la richiesta del CUP, i contratti con i fornitori e le varie fasi realizzative.

LE DIMENSIONI DELLE BANCHE DATI CUP Progetti inseriti, soggetti e utenti accreditati Il sistema CUP è dotato di due banche dati, l’una relativa ai progetti e l’altra ai soggetti e agli utenti accreditati. Il 12 dicembre 2011 risultavano presenti nella banca dati CUP quasi un milione e mezzo di progetti, di cui il 33% costituiti da lavori pubblici, il 22% da acquisto o realizzazione di servizi da incentivi e il 20% da concessione di contributi a soggetti diversi da imprese.

Nella banca dati CUP si mantiene traccia anche dei progetti cancellati o revocati. La situazione complessiva è la seguente:

LE DIMENSIONI DELLE BANCHE DATI CUP 3 I dati relativi a questi progetti sono contenuti in una banca dati, chiamata “anagrafe progetti” o “sistema indice”, accessibile a tutti gli utenti accreditati, che possono interrogare il sistema sia per conoscere i dati relativi ad uno specifico progetto, inserendo il suo CUP, sia per conoscere tutti i progetti che presentino certe caratteristiche (in termini di tipologia, e / o di localizzazione e / o di periodo, ecc).   I soggetti titolari di almeno un progetto sono oltre 20.600; gli utenti sono oltre 51.000. Nel prospetto seguente sono evidenziati soggetti e utenti ripartiti per Regione.

LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA Il CUP si avvale di un apposito sito, raggiungibile via Internet, all’indirizzo: http://www.cipecomitato.it/it/in_primo_piano/mip_cup/ a questo sito è possibile richiedere informazioni sul funzionamento del sistema, accreditarsi al sistema stesso, richiedere i codici CUP e interrogare l’anagrafe dei progetti. Per mostrare come è strutturato tale sito, e quali sono le sue principali funzionalità, di seguito ne è riportata la schermata di apertura.  

IL SISTEMA MIP Nel 2007 è iniziata la progettazione del sistema MIP, procedendo, come deliberato dal CIPE: per tipologia di progetti, iniziando dai lavori pubblici, organizzando gruppi di lavoro con altre Amministrazioni. La collaborazione delle altre Amministrazioni facilita il rispetto, in particolare, di tre vincoli previsti dal documento base del progetto del MIP: - le informazioni da comunicare al MIP devono costituire il “set minimo” di dati necessari e sufficienti per seguire l’evoluzione di ciascun progetto, dette informazioni (“informazioni MIP”) devono essere disponibili nelle strutture del soggetto responsabile, le schede di presentazione devono essere “chiare” e “significative”, comprensibili anche ai non addetti ai lavori.

IL SISTEMA MIP Altri rilevanti vincoli progettuali del MIP sono: le informazioni devono essere “comunicate ad evento”, quando avviene, cioè, il fatto di cui l’informazione deve dar conto, Il soggetto responsabile deve dare questa comunicazione una volta sola, provvedendo poi i sistemi informatici – MIP compreso – a fornire questa informazioni ai vari sistemi di monitoraggio interessati.

Lo schema del sistema MIP prevede due diverse funzioni: la funzione “raccolta dati”, - la funzione “elaborazione dati e reportistica”. Nel seguente schema è presentata la struttura del sistema MIP a regime.

Sistema MIP soluzione di regime SI = sistema informativo EDW = enterprise data warehouse Ambiente conoscitivo EDW Data Mart MIP Report Camera Senato CdC fruitori partecipanti CIPE di cooperazione dominio cooperazione MIP SI REGIONE 1…n Soggetti Fruitori altri SOGGETTI APPLICATIVO DI SERVIZIO SOGGETTI senza SI COMUNE 1…n PUB.AMMIN 1…n

L’ambiente di cooperazione deve consentire il raggiungimento dell’obiettivo / vincolo del MIP, per cui, come già accennato, l’informazione relativa all’evoluzione del progetto è resa disponibile una volta sola dal “proprietario del dato”, provvedendo il sistema MIP – tramite le regole di funzionamento di questo ambiente – a rendere disponibile il dato ai vari sistemi informativi interessati. Tutti i soggetti che partecipano al MIP possono dotarsi – come fa il CIPE - di un ambiente conoscitivo, in cui raccogliere i dati MIP di proprio interesse e produrre una propria reportistica. Di seguito è presentato - a titolo di esempio - un “prodotto” del sistema, e cioè la “scheda informativa” del MIP lavori pubblici, che il sistema renderà disponibile per i soggetti accreditati (e che, comunque, ciascun soggetto può produrre per suo conto). Nel seguito saranno presentate anche alcune schede redatte per casi concreti relativi a specifici interventi dei Comuni a favore dei cittadini le cui abitazioni sono state danneggiate dal sisma del 2009.

MIP, SETTORE LAVORI PUBBLICI

MIP, SETTORE LAVORI PUBBLICI

MIP, SETTORE LAVORI PUBBLICI

Monitoraggio Investimenti Pubblici (MIP) e Codice Unico di Progetto (CUP) Normativa sul CUP e cenno alla tracciabilità Teramo, 16 dicembre 2011 Materiale edito a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri -Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della Politica Economica 19

LA NORMATIVA Alla base del sistema CUP / MIP ci sono essenzialmente due leggi: - la legge n. 144/1999, che, all’art. 1, prevede, tra l’altro, la realizzazione del sistema di Monitoraggio degli Investimenti Pubblici (MIP) e della relativa banca dati, da costituire presso il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica - CIPE - ; - la legge n. 3/2003, che, all’art. 11, prevede l’obbligatorietà del codice CUP per tutti i progetti d’investimento pubblico e dà mandato al CIPE di stabilire con proprie delibere i criteri e la modalità occorrenti per l’attuazione di quanto previsto dalla stessa norma.     

LE PRINCIPALI DELIBERE CIPE Per quanto riguarda l’attuazione del sistema CUP / MIP, sono di particolare rilievo queste delibere CIPE: - DELIBERA n. 143 del novembre 2002, che disciplina le modalità e le procedure per l’avvio a regime del sistema CUP, - DELIBERA n. 24 del settembre 2004, che istituisce il CUP cumulativo ed esplicita l’obbligatorietà dell’utilizzo del codice su tutta la documentazione inerente il progetto d’investimento, - DELIBERA n. 34 del giugno 2009, che estende l’obbligo della richiesta del CUP anche a progetti realizzati con operazioni di finanza di progetto “pura”, - DELIBERA n. 45 del maggio 2011, che, fra l’altro, fa il punto sul concetto di “soggetto responsabile” in funzione della natura del progetto.

IL RAPPORTO CON SIOPE E’ opportuno fare un cenno anche al SIOPE: l’art. 28 della legge 289/2002, legge finanziaria 2003, prevede l’obbligatorietà della codificazione della spesa pubblica, per garantire la rispondenza dei conti pubblici all’art. 104 del trattato istitutivo della Comunità europea, e che le banche incaricate dei servizi di tesoreria e di cassa, e gli uffici postali che svolgono analoghi servizi, non possono accettare disposizioni di pagamento prive della codificazione prevista dalla stessa norma (l’unico codice attualmente obbligatorio è il cosiddetto “codice gestionale”). Da questo articolo trae origine il progetto SIOPE (Sistema Informativo sulle Operazioni degli Enti pubblici), ideato per rilevare ed elaborare informazioni sulle riscossioni e sui pagamenti delle Amministrazioni pubbliche senza incidere sui diversi sistemi di bilancio adottati dagli enti.  Tramite i codici – tra i quali il CUP – presenti sul mandato informatico, é possibile disporre tempestivamente delle informazioni su incassi e pagamenti delle Amministrazioni pubbliche, mediante un archivio informatico gestito da Banca d’Italia. Le singole amministrazioni saranno quindi agevolate nella rilevazione di dati necessari per la conoscenza dei flussi finanziari di loro competenza.

Oggi è attivo il rapporto tra i due sistemi SIOPE / CUP LA DELIBERA CIPE n. 151/2006 Al punto 2 del deliberato si dice: “2. In coerenza con la propria delibera 29 settembre 2004, n. 25 (G.U. n. 24/2004), il Servizio centrale di segreteria del CIPE attiverà un’opportuna fase di sperimentazione del MIP, basata sul collegamento tra il sistema CUP, il SIOPE e i principali sistemi di monitoraggio che seguono le infrastrutture d’interesse nazionale, stipulando specifici protocolli d’intesa con il Ministero dell’economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato -, il Ministero delle infrastrutture e con le Amministrazioni che gestiscono i predetti sistemi. A tal fine, il Ministero dell’economia e delle finanze attiverà la fase sperimentale relativa all’inserimento del CUP nel SIOPE, in coerenza con quanto previsto dal comma 5, articolo 28 della legge 27 novembre 2002, n. 289 (legge finanziaria 2003).” Oggi è attivo il rapporto tra i due sistemi SIOPE / CUP RGS fornisce dei flussi periodici a MIP, con le informazioni di interesse MIP desumibili dai mandati di pagamento con il campo CUP compilato.

REGOLAMENTO DI ESECUZIONE E ATTUAZIONE del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, RECANTE CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI RELATIVI A LAVORI, SERVIZI E FORNITURE – DPR 207/5.10.2010   Art. 10 Funzioni e compiti del responsabile del procedimento (art. 8, d.P.R. n. 554/1999) 1. Il responsabile del procedimento fra l’altro: ………………… c) redige, secondo quanto previsto dall’articolo 93, commi 1 e 2 del codice, il documento preliminare alla progettazione e cura che sia richiesto il codice unico di progetto (CUP) di cui all’articolo 11 della legge 16 gennaio 2003, n. 3 e che lo stesso sia riportato su tutti i documenti amministrativi e contabili concernenti il progetto; ………………………………… Art. 13 Programma triennale ed elenchi annuali (art. 13, d.P.R. n. 554/1999) ................................ 4. Sulla base dell'aggiornamento di cui al comma 3 è redatto, entro la stessa data, l'elenco dei lavori da avviare nell'anno successivo, con l’indicazione del codice unico di progetto, previamente richiesto dai soggetti competenti per ciascun lavoro.

LEGGI 136/2010 E 217/2010: TRACCIABILITA’ FINANZIARIA Questa legge prevede all’art. 3: comma 1: Per assicurare la tracciabilità dei flussi finanziari finalizzata a prevenire infiltrazioni criminali, gli appaltatori, i subappaltatori e i subcontraenti della filiera delle imprese ………….. devono utilizzare …… conti correnti bancari o postali ….. dedicati anche non in via esclusiva ;… comma 5: Ai fini della tracciabilità dei flussi finanziari, gli strumenti di pagamento devono riportare, in relazione a ciascuna transazione posta in essere dalla stazione appaltante e dagli altri soggetti di cui al comma 1, …. e, ove obbligatorio ai sensi dell’art. 11 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, il codice unico di progetto (CUP). In regime transitorio, sino all’adeguamento dei sistemi telematici delle banche e della società Poste italiane SpA, il CUP può essere inserito nello spazio destinato alla trascrizione della motivazione del pagamento. .

SANZIONI ex art. 6, legge n. 136/2010 e s.m.i. L’art. 6, comma 2, recita: “… l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria dal 2 al 10 per cento del valore della transazione stessa. La medesima sanzione si applica anche nel caso in cui nel bonifico bancario postale, ovvero in altri strumenti di incasso o di pagamento idonei a consentire la piena tracciabilità delle operazioni, venga omessa l’indicazione del CUP o del CIG di cui all’articolo 3, comma 5.” L’alternativa indicata dalla norma “CUP o CIG” si è resa necessaria perché per alcune spese di relative a progetti di investimento pubblico, che vengono prima di una gara d’appalto (come ad esempio per gli espropri), si dispone solo del CUP e non del CIG, che viene richiesto solo successivamente, all’atto della gara o comunque della firma dei contratti. Viceversa, per le spese di funzionamento (come l’appalto per i servizi di pulizia) si deve indicare solo il CIG (e non il CUP, che non può essere richiesto per questo tipo di interventi).

SVILUPPO E GESTIONE L’obiettivo di queste slide è presentare alcune riflessioni su cosa si intende con “interventi di gestione” e con “spesa di sviluppo”, ai fini dell’applicazione delle leggi n. 3/2003 e, anche, n. 136/2010, come modificata dalla legge 217/2010, presentando alcuni esempi. Una prima riflessione rilevante va centrata sul fatto che la distinzione suddetta deve tener presente il fatto che: - un “progetto di investimento pubblico” può comprendere anche “spese di parte corrente” (esempio: compensi a personale), - e un intervento di gestione può comprendere anche “spese in conto capitale” (esempio: sostituzione di un computer per rottura del disco fisso). Quindi, occorre sempre “osservare” non tanto la spesa ma il suo obiettivo, il contesto in cui si inquadra, e desumere se detta spesa fa parte o meno di un progetto di investimento pubblico. E, quindi, se va indicato il CUP sui documenti ad essa relativi.

Le spese che rientrano nell’area dello sviluppo sono quelle che: - fanno capo a progetti di investimento pubblico, - apportano miglioramenti funzionali o strutturali all’Ente che ha deciso di realizzarli, e alla capacità di produrre servizi, dell’Ente stesso o più in generale, - aumentano il patrimonio dell’Ente interessato o del Paese, - sono finanziate con risorse comunitarie o con fondi FAS, - sono realizzate con risorse finanziarie derivanti da concessioni (esempio: lavori pubblici realizzati con operazioni di finanza di progetto “pura”). Le spese che rientrano nell’area della gestione sono tutte quelle occorrenti a consentire il funzionamento dell’ENTE e che non rientrano in “progetti di investimento pubblico”.

Alcuni esempi di “spesa di sviluppo” 1 - acquisizione di terreni, - acquisizione, realizzazione e manutenzione straordinaria di infrastrutture scolastiche, acquisizione, realizzazione e manutenzione straordinaria di infrastrutture telematiche, acquisizione, realizzazione e manutenzione straordinaria impianti sportivi, acquisizione macchinari e attrezzature tecnico scientifico, acquisizione impianti e attrezzature, acquisizione e manutenzione straordinaria hardware, acquisizione, realizzazione e manutenzione straordinaria software, acquisizione e manutenzione straordinaria mezzi di trasporto, acquisizione e manutenzione straordinaria mobili e arredi,

alcuni esempi di spesa di sviluppo 2 - acquisizione opere artistiche, acquisizione opere d’ingegno, brevetti, diritti d’autore e diritti reali di godimento, acquisto di partecipazioni azionarie e conferimenti di capitale in imprese pubbliche o private, corsi di formazione esternalizzata, organizzazione manifestazioni e convegni (con finalità di sviluppo), studi, consulenze e indagini finalizzate alla realizzazione di un progetto d’investimento.

Alcuni esempi di spese di gestione 1 - acquisto di buoni pasto, servizio mensa, - acquisto di cancelleria, - acquisto giornali, riviste e pubblicazioni (queste ultime se non rientranti fra i costi di un progetto di sviluppo), - acquisto di materiale di consumo, - acquisto di servizi di pulizia, di gestione calore, di smaltimento rifiuti, - acquisto di servizi di gestione di tesoreria, di copertura assicurativa, - acquisto di servizi di manutenzione ordinaria di automezzi, - acquisto di servizi per il trasporto, - acquisto beni per referendum, - pagamento di utenze, - spese di rappresentanza,

alcuni esempi di spese di gestione 2 interventi assistenziali: borse di studio (al personale o ai figli); spacci aziendali, convenzioni con centri sportivi, culturali; spese per indennità per causa di servizio o situazioni di bisogno; acquisto materiale di consumo per i laboratori, pubblicità (solo se finalizzata a far conoscere l’attività istituzionale dell’Ente e non è legata ad uno specifico progetto), attività part time a favore degli studenti (ex lege 390/91), spese per iniziative e attività culturali gestite dagli studenti (se non finalizzate ad uno specifico progetto di sviluppo), programmi di mobilità e scambi culturali relativi agli studenti, compensi per commissioni di concorso (se non rientranti fra i costi di un progetto di investimento pubblico),

alcuni esempi di spese di gestione 3 - spese di missione (se non rientranti fra i costi di un progetto di investimento pubblico), - spese per studi, consulenze e indagini finalizzati ad attività di supporto dei compiti assegnati istituzionalmente all’Ente; - manutenzione ordinaria di immobili, macchinari, attrezzature tecnico scientifiche, - noleggi, locazioni (se non rientranti fra i costi di un progetto di investimento pubblico), - leasing (solo se non comprende la spesa per il riscatto finale del bene) - spese per patrocinio legale, - assicurazioni, - spese per traslochi e facchinaggio, - spese postali, - imposte e tasse.

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI STRUTTURA DI SUPPORTO CUP SITO http://www.cipecomitato.it/it/in_primo_piano/mip_cup/ HELP DESK: cup.helpdesk@tesoro.it NUMERO VERDE 800-961966 34

Presidenza del Consiglio Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica Via della Mercede, 9 00187 - Roma web: www.cipecomitato.it