Economia internazionale Giuseppe De Arcangelis

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Transcript della presentazione:

Capitolo 7 Commercio internazionale, rendimenti di scala crescenti e mercati non concorrenziali Economia internazionale Giuseppe De Arcangelis Copyright © 2005 – The McGraw-Hill Companies srl

Piano della lezione Ripasso di microeconomia Commercio internazionale con economie di scala interne Oligopolio e commercio internazionale Commercio internazionale con economie di scala esterne

Rendimenti di scala crescenti Funzione di produzione: Y=F(K,L) Rendimenti di scala crescenti: se K e L raddoppiano, allora Y più che raddoppia Implicazione sui costi: se l’impresa è price taker sul mercato dei fattori, allora il costo per unità prodotta diminuisce

Rendimenti di scala crescenti Economie di scala interne (all’impresa): il ruolo dei costi fissi Es.: l’industria farmaceutica Incompatibilità con la concorrenza perfetta Economie di scala esterne (all’impresa): Imprese piccole e concorrenziali, ma economie di scala a livello di settore produttivo Le esternalità di produzione: esternalità tecnologiche e pecuniarie

Forme di mercato non concorrenziali Concorrenza monopolistica: Molte imprese Assenza di barriere all’entrata Beni differenziati Oligopolio: Poche imprese che interagiscono direttamente tra loro Presenza di barriere all’entrata Beni non necessariamente differenziati

Differenziazione del prodotto Differenziazione verticale: prodotti con diversa qualità Differenziazione orizzontale: i prodotti contengono diverse caratteristiche Preferenze: Panieri eterogenei di caratteristiche sono preferiti a panieri omogenei (love for variety) Scelta del bene che si avvicina di più alla combinazione ottimale delle caratteristiche (es. acquisto di un’automobile)

Ec. interne e commercio int.le Economia autarchica: poche varietà prodotte perché le imprese vogliono sfruttare le economie di scala Apertura al comm. int.le: Le imprese si specializzano nella produzione di alcune varietà I consumatori comprano dagli importatori nuove varietà

Effetti dell’apertura commerciale Effetto di scala: le imprese producono anche per il mercato estero Effetto procompetitivo: a causa della concorrenza estera Effetto “uscita delle imprese”: aumento dimensione mercato  diminuzione costi medi e aumento della dimensione media di impresa servono meno imprese per la produzione totale

Effetti dell’apertura commerciale Effetto aumento varietà disponibili: le varietà importate Effetto mercato domestico: paesi con un mercato domestico più ampio hanno già costi più bassi con ReSCr e quindi vantaggi comparati Commercio intraindustriale

Oligopolio e commercio int.le Ipotesi: Beni omogenei Presenza di “costi di trasporto”, ovvero di costi di accesso ai mercati esteri per la presenza di barriere commerciali implicite o esplicite Ipotesi di lavoro: Due imprese identiche, A e B, che operano nei mercati nazionali identici 1 e 2.

Autarchia: monopoli nazionali Impresa A monopolista serve Mercato 1 Impresa B monopolista serve Mercato 2

Oligopolio: apertura al comm. int.le Mercato 1 Mercato 2 Impresa B Impresa A Ogni impresa può vendere nel mercato estero, ma sopportando un costo di trasporto  da monopoli nazionali identici a due duopoli identici e simmetrici Effetto procompetitivo Commercio intraindustriale

Esempio Costo marg. Prezzo autar-chia Costo trasp Prezzo int.le Prezzo fob Mark up Merc. Naz. 70 100 85 15/70 Merc. Estero -- 10 75 5/70

Oligopolio: apertura al comm. int.le Sebbene imprese identiche, il “costo di trasporto” rende i costi marginali diversi sui mercati di destinazione  quote di mercato identiche per le imprese, ma diverse nei due mercati (maggiore per ogni impresa nazionale sul proprio mercato)  prezzo fob < prezzo nazionale per ambedue le imprese, ovvero dumping reciproco

Oligopolio: apertura al comm. int.le Effetto ambiguo sul benessere W  Un’apertura solamente parziale dei mercati nazionali può portare a peggioramento del benessere

Economie esterne e comm. int.le ReSCr a livello di settore e non di singola impresa Economie identiche in quanto a tecnologia, dotazioni fattoriali e preferenze: si ha comunque incentivo a commerciare

Economie esterne e comm. int.le Effetto di scala positivo, come nel caso delle economie interne Da cosa dipende il modello di specializzazione? Dimensione dell’economia Storia passata Divaricazione nei prezzi dei fattori produttivi I vantaggi del commercio int.le sono sempre positivi per tutti?

Modello di esempio Due beni: X, Y; due economie: 1 e 2; un fattore produttivo: L Economie identiche in quanto a tecnologia, dotazioni di L, preferenze Settore Y (ReSCo): Y=LY Settore X (ReSCr): X= LX – L0 Vincolo di piena occupazione: L= LY + LX Curva di trasformazione (per ambedue le economie): Y = L – L0 – X

Rappresentazione grafica Y O X T S C H K V

Si perde dal commercio int.le? Y O X T S V D F C H

Sommario ReSCr, assenza di concorrenza perfetta e differenziazione del prodotto possono spiegare il commercio internazionale Commercio internazionale  aumento della scala di produzione e miglior sfruttamento delle economie di scala (Smith versus Ricardo) Commercio internazionale  aumento della competizione e abbassamento del prezzo Spiegazione del commercio intraindustriale Ma le economie possono anche perdere dall’apertura commerciale