1 REGIONE UMBRIA Direzione ambiente territorio e infrastrutture PIANO REGIONALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI LA PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI:

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1 REGIONE UMBRIA Direzione ambiente territorio e infrastrutture PIANO REGIONALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI LA PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI: STATO DI FATTO E INDIRIZZI PER LA PIANIFICAZIONE 18 Luglio 2008

2 LE COMPETENZE REGIONALI IN MATERIA DI PIANIFICAZIONE DEI RIFIUTI SPECIALI Il D. Lgs n. 152/2006, allart. 199, definisce i contenuti dei Piani Regionali in materia di gestione dei rifiuti, in genere, e dei rifiuti speciali in particolare; i Piani devono quindi prevedere: misure tese alla riduzione di quantità, volumi e pericolosità dei rifiuti; iniziative per favorire riutilizzo, riciclaggio e recupero di materiali e energia; il complesso delle attività e fabbisogni degli impianti necessari ad assicurare lo smaltimento dei rifiuti speciali in luoghi prossimi a quelli di produzione, per favorire la riduzione della movimentazione dei rifiuti; i criteri per lindividuazione delle aree idonee o non idonee alla localizzazione degli impianti; prescrizioni e requisiti tecnici relativi alle attività di gestione dei rifiuti, nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria. Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Si segnala come non sia definito, a differenza di quanto avviene per i rifiuti urbani, un principio di autosufficienza dei territori. Vi è comunque un richiamo alla prossimità dello smaltimento, che va abbinato al criterio, comunque previsto dalla normativa (D.Lgs. 152/06, art. 182 c. 3), della specializzazione degli impianti.

3 LATTUALE PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI (approvato con Deliberazione Consiglio Regionale n. 437 del 20/12/04) La Regione Umbria ha approvato (con D.C.R. n. 437 del 20/12/04) il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali attualmente vigente. Il Piano Regionale Rifiuti Speciali del 2004 contiene in particolare: lillustrazione del quadro normativo di riferimento; la descrizione dello stato di fatto di produzione e gestione rifiuti speciali in regione (essenzialmente aggiornato al 2001); la definizione di obiettivi, azioni e proposte di Piano; allegati attinenti aspetti localizzativi e iter autorizzativi degli impianti. Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Le attività attualmente in corso per la nuova pianificazione regionale comprendono quindi: laggiornamento dei dati conoscitivi di produzione e gestione rifiuti speciali in regione; la revisione e aggiornamento degli indirizzi pianificatori (obiettivi e azioni), alla luce dellevoluzione del quadro normativo di riferimento e in parallelo ai nuovi indirizzi in corso di definizione per i rifiuti urbani.

4 UNO SGUARDO DINSIEME AI PRODUTTORI DI RIFIUTI SPECIALI: IL SISTEMA ECONOMICO PRODUTTIVO REGIONALE ca unità locali e addetti in regione (dati censimento Istat 2001). Prov. Perugia pesa per il 76% delle unità locali e degli addetti, Terni per il 24%. Il settore terziario copre il 63% degli addetti, il secondario il 36%. Allinterno del terziario, si distingue in particolare il commercio (ca addetti in regione). Allinterno del secondario, si segnala il manifatturiero ( addetti in regione) che vede in particolare: in provincia di Perugia un maggior sviluppo dellindustria alimentare, del confezionamento di vestiario e della fabbricazione e lavorazione di prodotti in metallo, con ca addetti ognuno; In Provincia di Terni un maggior sviluppo della produzione di metalli e della fabbricazione e lavorazione di prodotti in metallo, con addetti ognuno. Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

5 UNO SGUARDO DINSIEME AI PRODUTTORI DI RIFIUTI SPECIALI: IL SISTEMA ECONOMICO PRODUTTIVO REGIONALE Tessuto produttivo costituito in prevalenza da piccole imprese, con presenza comunque di alcune realtà di notevole rilievo. Nel periodo , rallentamento della dinamica dello sviluppo regionale (andamento irregolare del PIL, con +0,89% come crescita media). Le strategie della Regione Umbria (POR-FESR 2007/2013) puntano su politiche tendenti a: aumento del numero di imprese operanti in settori avanzati; sviluppo delle capacità innovative del sistema produttivo; ampliamento della dimensione delle imprese; il tutto finalizzato ad innalzare i livelli di competitività del sistema produttivo regionale. Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

6 LANALISI DELLATTUALE QUADRO GESTIONALE DEI RIFIUTI SPECIALI: LE FONTI INFORMATIVE Dichiarazioni MUD 2007 relative al 2006, presentate da: produttori di rifiuti (essenzialmente pericolosi); trasportatori di rifiuti (non pericolosi e pericolosi); impianti di recupero o smaltimento rifiuti (non pericolosi e pericolosi). Serie storiche di confronto (esaminati dati di sintesi APAT relativi al ). Modifiche introdotte dal D.Lgs. 152/06: i produttori di rifiuti speciali non pericolosi non hanno più lobbligo di presentazione del MUD. Applicazione di nuova metodologia di analisi del MUD: non si parte più dal produttore, ma dallimpianto di destino. Analisi estesa agli impianti di tutta Italia, per risalire ai rifiuti di provenienza umbra, con verifiche per individuazione rifiuti gestiti conto proprio o avviati allestero. In generale: attività particolarmente attenta e impegnativa di analisi, valutazione, verifica e bonifica dei dati dichiarati. Esclusi da queste analisi i rifiuti anche formalmente codificati come speciali, ma derivanti dal trattamento di rifiuti urbani. Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

7 LEVOLUZIONE NEGLI ANNI DELLA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI IN REGIONE UMBRIA Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Nota: rifiuti da C/D = rifiuti da attività di costruzione e demolizione

8 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI IN REGIONE UMBRIA AL 2006 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Produzione di rifiuti speciali in regione Umbria al 2006: ca t di cui: ca t di non pericolosi (97% del totale) ca t di pericolosi (3% del totale) ca t in provincia di Perugia (57% del totale) ca t in provincia di Terni (43% del totale) I rifiuti speciali prodotti nelle province umbre rappresentano quantitativi da 3 a 7 volte superiori rispetto ai rifiuti urbani prodotti negli stessi territori. Il principale flusso è costituito da rifiuti essenzialmente inerti provenienti da attività di costruzione e demolizione (ca t, ovvero il 36% del totale). Lacciaieria Thyssenkrupp di Terni produce ca t di rifiuti (25% del totale).

9 IL CONFRONTO TRA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI E DI RIFIUTI URBANI AL 2006 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

10 PRINCIPALI FLUSSI DI PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI IN REGIONE UMBRIA AL 2006 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

11 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI IN REGIONE UMBRIA AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

12 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI TOTALI IN REGIONE UMBRIA AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

13 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI IN REGIONE UMBRIA AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

14 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI IN REGIONE UMBRIA AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

15 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI IN PROVINCIA DI PERUGIA AL 2006 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Produzione di rifiuti speciali in provincia di Perugia al 2006: ca t di cui: ca t di non pericolosi (97,2% del totale) ca t di pericolosi (2,8% del totale) Il principale flusso è costituito da rifiuti essenzialmente inerti provenienti da attività di costruzione e demolizione (CER 17; ca t, ovvero il 46% del totale). Particolarmente consistente anche il flusso di rifiuti provenienti dal trattamento di rifiuti e reflui (CER 19; ca t, ovvero il 13% del totale). Tra i rifiuti pericolosi, risultano prevalenti: rifiuti CER 16 (include batterie al piombo e rifiuti oleosi da pulizia serbatoi e fusti; ca t, ovvero il 33% del totale dei pericolosi); oli minerali esauriti CER 13 (ca t, ovvero il 23% del totale pericolosi); rifiuti da costruzione/demolizione CER 17 (include amianto; ca t, ovvero il 21% del totale pericolosi).

16 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI IN PROVINCIA DI PERUGIA AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

17 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI TOTALI IN PROVINCIA DI PERUGIA AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

18 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI IN PROVINCIA DI PERUGIA AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

19 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI IN PROVINCIA DI PERUGIA AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

20 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI IN PROVINCIA DI TERNI AL 2006 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Produzione di rifiuti speciali in provincia di Terni al 2006: ca t di cui: ca t di non pericolosi (96,8% del totale) ca t di pericolosi (3,2% del totale) Il principale flusso è costituito da rifiuti inorganici da processi termici, in prevalenza derivanti dallacciaieria Thyssenkrupp di Terni (CER 10; ca t, ovvero il 50% del totale). Particolarmente consistente anche il flusso di rifiuti essenzialmente inerti da attività di costruzione e demolizione (CER 17; ca t, ovvero il 24% del totale) e dei rifiuti da trattamento rifiuti/reflui (CER 19; ca t, ovvero il 13% del totale). Tra i rifiuti pericolosi, risultano prevalenti i rifiuti: da trattamento rifiuti CER 19 (essenzialmente ceneri leggere da processi di combustione; ca t, ovvero il 26% del totale dei pericolosi); inorganici da processi termici CER 10 (in prevalenza derivanti dallacciaieria Thyssenkrupp di Terni; ca t, ovvero il 20% del totale pericolosi).

21 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI IN PROVINCIA DI TERNI AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

22 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI TOTALI IN PROVINCIA DI TERNI AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

23 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI IN PROVINCIA DI TERNI AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

24 LA PRODUZIONE DI RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI IN PROVINCIA DI TERNI AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

25 PRINCIPALI TIPOLOGIE DI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI PRODOTTI IN REGIONE AL 2006 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

26 PRINCIPALI TIPOLOGIE DI RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI PRODOTTI IN REGIONE AL 2006 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

27 IL RECUPERO E SMALTIMENTO DI RIFIUTI SPECIALI IN REGIONE UMBRIA AL 2006 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Le attività di recupero e smaltimento di rifiuti speciali in regione Umbria al 2006 interessano un flusso complessivo pari a ca t, analogo a quanto risulta prodotto in regione; come evidenziato nel seguito questa sostanziale equivalenza nasconde in realtà flussi di import/export di un certo rilievo. Prevalente risulta leffettuazione di attività di recupero rifiuti ( t, ovvero il 62% del totale recuperato/smaltito), rispetto allo smaltimento ( t, ovvero il 38% del totale recuperato/smaltito). Le attività di recupero risultano maggiormente concentrate in provincia di Perugia ( t), rispetto alla provincia di Terni ( t). Per lo smaltimento, si ha al contrario un maggior quantitativo gestito in provincia di Terni ( t), rispetto alla provincia di Perugia ( t); si segnala al riguardo la presenza in particolare a Terni della discarica di servizio dellacciaieria Thyssenkrupp (ca t smaltite nel 2006).

28 IL RECUPERO E SMALTIMENTO DI RIFIUTI SPECIALI IN REGIONE UMBRIA AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

29 IL RECUPERO DI RIFIUTI SPECIALI IN REGIONE UMBRIA AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

30 LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI SPECIALI IN REGIONE UMBRIA AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

31 IL RECUPERO E SMALTIMENTO DI RIFIUTI SPECIALI IN REGIONE UMBRIA AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

32 IL RECUPERO E SMALTIMENTO DI RIFIUTI SPECIALI IN PROVINCIA DI PERUGIA AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

33 IL RECUPERO E SMALTIMENTO DI RIFIUTI SPECIALI IN PROVINCIA DI TERNI AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

34 IL RECUPERO DI RIFIUTI SPECIALI IN REGIONE UMBRIA AL 2006 PER TIPOLOGIA DI ATTIVITA Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Le attività di recupero riguardano pressochè esclusivamente rifiuti non pericolosi. Il recupero di materia è largamente predominante, con in particolare: t di rifiuti da C/D in R5; t di metalli da attività di C/D o da lavorazione dei metalli in R4; t di inerti da estrazione e lavorazione a spandimento sul suolo R10; t di imballaggi essenzialmente in R3 e R5. Il recupero di energia interessa ca t di rifiuti, essenzialmente costituite da scarti di cartiere conferiti da fuori regione allimpianto Terni En.A. di Terni.

35 IL RECUPERO DI RIFIUTI SPECIALI IN PROVINCIA DI PERUGIA E DI TERNI AL 2006 PER TIPOLOGIA DI ATTIVITA Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Provincia di Perugia Provincia di Terni

36 LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI SPECIALI IN REGIONE UMBRIA AL 2006 PER TIPOLOGIA DI ATTIVITA Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Le attività di smaltimento riguardano pressochè esclusivamente rifiuti non pericolosi. Risulta predominante in particolare lo smaltimento in discarica, che è in gran parte costituito da quanto smaltito nella discarica di Thyssenkrupp di Terni (ca t), a servizio essenzialmente di quanto derivante dallacciaieria stessa. I trattamenti biologici e chimico/fisici interessano prevalentemente scarti e fanghi dellagroalimentare o di depurazione, oltre a comprendere il trattamento del percolato di discarica. Lincenerimento interessa pressochè esclusivamente rifiuti sanitari conferiti allimpianto ASM di Terni.

37 LO SMALTIMENTO DI RIFIUTI SPECIALI IN PROVINCIA DI PERUGIA E DI TERNI AL 2006 PER TIPOLOGIA DI ATTIVITA Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Provincia di Perugia Provincia di Terni

38 FLUSSI DI IMPORTAZIONE ED ESPORTAZIONE DI RIFIUTI SPECIALI EXTRAREGIONE AL 2006 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Apparente pareggio produzione e recupero/smaltimento: ca t ognuno In realtà:flussi di importazione da fuori regione per ca t flussi di esportazione verso fuori regione per ca t Maggior diversificazione analizzando più in dettaglio le diverse tipologie di rifiuti: CER 03 (lavorazione legno e carta): import rilevante, export più contenuto, con conseguente import netto di ca t; CER 12 (lavorazione metalli e plastica) e 15 (imballaggi): consistenti import, export più contenuti, con conseguente import netto di ca t; CER 19 (trattamento rifiuti e reflui): import ed export consistenti, dello stesso ordine di grandezza (ca t); CER 10 (inorganici da processi termici) e 17 (da C/D): export consistenti, import significativi ma più contenuti, conseguente export netto di t. Nel complesso, import/export extraregione consistente, ma non anomalo rispetto a quanto registrato in altre aree del territorio nazionale. Scambi tra province umbre (Perugia-Terni) contenuti.

39 FLUSSI DI IMPORTAZIONE ED ESPORTAZIONE DI RIFIUTI SPECIALI EXTRAREGIONE AL 2006 PER MACROCATEGORIA CER Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

40 SCAMBI DI RIFIUTI TRA PROVINCE UMBRE Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Colonna da TR a PG netto: > 0 = flusso da Terni a Perugia prevalente su flusso da Perugia a Terni < 0 = flusso da Terni a Perugia minore del flusso da Perugia a Terni

41 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti SCHEMI DI FLUSSO DELLE PRINCIPALI CATEGORIE DI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI: Rifiuti da attività di costruzione e demolizione (CER 17)

42 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti SCHEMI DI FLUSSO DELLE PRINCIPALI CATEGORIE DI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI: Rifiuti inorganici provenienti da processi termici (CER 10; include Thyssenkrupp)

43 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti SCHEMI DI FLUSSO DELLE PRINCIPALI CATEGORIE DI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI: Rifiuti da attività di trattamento rifiuti e reflui (CER 19)

44 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti SCHEMI DI FLUSSO DELLE PRINCIPALI CATEGORIE DI RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI: Rifiuti non specificati altrimenti (CER 16; include batterie al piombo e rifiuti oleosi da pulizia serbatoi)

45 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti SCHEMI DI FLUSSO DELLE PRINCIPALI CATEGORIE DI RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI: Rifiuti da attività di costruzione e demolizione (CER 17; include amianto)

46 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti SCHEMI DI FLUSSO DELLE PRINCIPALI CATEGORIE DI RIFIUTI SPECIALI PERICOLOSI: Oli minerali esauriti (CER 13)

47 LATTUALE INTEGRAZIONE IMPIANTISTICA DI RIFIUTI URBANI E RIFIUTI SPECIALI Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Limpiantistica di trattamento meccanico/biologico di riferimento per i rifiuti urbani (Foligno, Orvieto, Perugia) non ha trattato rifiuti speciali. Limpianto di trattamento termico ASM Terni ha smaltito ca. 670 t di rifiuti sanitari. In 5 discariche prioritariamente dedicate ai rifiuti urbani (Città di Castello, Magione, Orvieto, Perugia, Spoleto), sono state smaltite ca t di rifiuti, di cui: ca t di rifiuti di urbani o di derivazione urbana; ca t di rifiuti speciali non pericolosi. I rifiuti speciali non pericolosi smaltiti in queste discariche sono costituiti da: ca t di rifiuti dal trattamento meccanico di rifiuti (CER ); ca t di fanghi di depurazione di reflui urbani (CER ); ca t di rifiuti organici fuori specifica o inutilizzati (CER ); ca t di imballaggi misti (CER ); ca t di scarti agroalimentari inutilizzabili (CER ); ca t di altre tipologie di rifiuti. Gli operatori del recupero operanti in regione hanno in genere effettuato attività di recupero sia su frazioni da raccolta differenziata sia su flussi di rifiuti speciali.

48 GLI INDIRIZZI REGIONALI IN MATERIA DI RIFIUTI SPECIALI: IL PIANO REGIONALE VIGENTE (D.C.R. n. 437 del 20/12/04) Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Il vigente Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali (D.C.R. n. 437 del 20/12/04) definisce obiettivi e proposte attinenti in particolare: la promozione di iniziative dirette a limitare la produzione della quantità, dei volumi e della pericolosità dei rifiuti speciali; la definizione di criteri per la stima della quantità e qualità dei rifiuti prodotti, in relazione ai settori produttivi e ai principali poli di produzione; la definizione di condizioni e criteri tecnici per la localizzazione degli impianti per la gestione dei rifiuti in aree destinate a insediamenti produttivi; la definizione di misure atte ad assicurare lo smaltimento dei rifiuti speciali in luoghi prossimi a quelli di produzione; la definizione di indirizzi in merito al soddisfacimento del fabbisogno di smaltimento in discarica di rifiuti speciali; la formulazione di proposte orientate allottimizzazione della gestione di determinati flussi di rifiuti speciali; lindividuazione di ulteriori misure normative ed amministrative per la razionalizzazione ed il controllo del sistema impiantistico.

49 LE LINEE DI AZIONE E GLI STRUMENTI INDIVIDUATI DAL PIANO RIFIUTI SPECIALI 2004 Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Le linee di azione e gli strumenti attivabili per il conseguimento degli obiettivi definiti sono così individuati dal Piano Rifiuti Speciali 2004: innovazione tecnologica orientata alla prevenzione e al recupero dei rifiuti; attività di studio e ricerca; diffusione di Sistemi di Gestione Ambientale; programmi e accordi con soggetti pubblici e privati su prevenzione/recupero rifiuti; interventi fiscali sullo smaltimento dei rifiuti; razionalizzazione e adeguamento del sistema impiantistico regionale; regolazione smaltimento in discarica, con limitazioni a smaltimento rifiuti speciali in discariche per urbani, conferma impianti di servizio a specifiche attività produttive (vedi discarica Thyssenkrupp di Terni), non previsione di discarica regionale per speciali pericolosi (smaltimento finale in impianti specializzati fuori regione); per i rifiuti inerti priorità al recupero (obbligatorio, ove tecnicamente realizzabile); definizione di strumenti procedurali e normativi.

50 GLI INDIRIZZI REGIONALI IN MATERIA DI RIFIUTI SPECIALI: OBIETTIVI GENERALI DELLA NUOVA PIANIFICAZIONE REGIONALE Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Gli obiettivi generali proposti come riferimento per la nuova pianificazione regionale possono essere così formulati: riduzione della produzione di rifiuti; diminuzione della pericolosità dei rifiuti; massimizzazione dellinvio a recupero di materia; recupero energetico dei rifiuti non altrimenti valorizzabili; minimizzazione del ricorso a discarica.

51 GLI INDIRIZZI REGIONALI IN MATERIA DI RIFIUTI SPECIALI: Azioni orientate al principio di corresponsabilità sullintero ciclo di vita dei rifiuti e alla sostenibilità dei processi produttivi Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Tali azioni possono essere in particolare mirate a: definizione di un percorso di sensibilizzazione verso i produttori dei rifiuti; controllo delle tecnologie produttive finalizzato al minor consumo di materia e alla minor produzione di rifiuti o di rifiuti a smaltimento; contenimento della pericolosità dei rifiuti attraverso il controllo dei materiali utilizzati nei processi industriali e la corretta gestione separata dei diversi flussi di rifiuti, onde evitare eventuali contaminazioni da non pericoloso a pericoloso. Si potranno quindi prevedere interventi quali: promozione di azioni dimostrative correlate a specifici settori; intensificazione di azioni tendenti alla diffusione dei sistemi di gestione ambientale (eco-management, certificazione EMAS o ISO 14001); favorire formazione di professionalità per la gestione di strumenti innovativi di impresa (analisi ciclo di vita, bilanci e contabilità ambientale, auditing ambientale, marchi di qualità ambientale); sottoscrizione di accordi volontari con gruppi di imprese di definiti settori produttivi finalizzati a obiettivi prefissati.

52 GLI INDIRIZZI REGIONALI IN MATERIA DI RIFIUTI SPECIALI: Azioni orientate allottimizzazione del sistema impiantistico regionale di recupero e smaltimento rifiuti Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Tali azioni potranno essere formulate innanzitutto a partire dalla valutazione degli effettivi fabbisogni di potenzialità impiantistiche di recupero e smaltimento per i rifiuti speciali prodotti in ambito regionale. Negli approfondimenti del Piano, si procederà a caratterizzare e quantificare tali fabbisogni, da confrontarsi con le dotazioni impiantistiche già esistenti. In ottemperanza al principio di prossimità, si potranno quindi evidenziare eventuali opportunità di realizzazione di nuove potenzialità impiantistiche aggiuntive rispetto allesistente; per specifiche tipologie di rifiuti può essere comunque opportuno il ricorso ad impianti specializzati extraregione. In queste valutazioni saranno considerate anche le possibilità offerte dal sistema industriale-produttivo esistente in relazione al recupero dei rifiuti (es. avvio di determinati flussi di rifiuti a recupero di materia o energia in cementifici). A supporto del corretto inserimento nel territorio degli impianti, si segnala come la Regione stia procedendo alla definizione dei criteri per la localizzazione degli impianti. Nellambito della ricerca dellottimizzazione del sistema impiantistico regionale, si segnala lopportunità di integrazione, per quanto tecnicamente ed economicamente possibile ed opportuno, della gestione dei rifiuti urbani coi flussi di rifiuti speciali assoggettabili alle stesse tipologie di trattamento.

53 GLI INDIRIZZI REGIONALI IN MATERIA DI RIFIUTI SPECIALI: Le opportunità di integrazione con il sistema di gestione dei rifiuti urbani Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Importanti opportunità di sinergie con perseguimento, attraverso anche economie di scala, dellottimizzazione tecnico-ambientale impiantistica: -rifiuti speciali assimilabili agli urbani, da imballaggio o simili, avviabili a impianti di recupero di materia cui sono conferite anche frazioni da RD dei rifiuti urbani; -rifiuti speciali compostabili per valorizzazione in agricoltura, quali fanghi e scarti agro-alimentari, scarti lignei e altri materiali compatibili, avviabili a compostaggio di qualità assieme a organico e verde da RD rifiuti urbani; -rifiuti combustibili, quali scarti da recupero di materia, fanghi urbani non altrimenti valorizzabili previo essiccamento, scarti e fanghi industriali, a recupero energetico in impianti di trattamento termico dedicati anche a rifiuti urbani; il riferimento è alleventuale nuova impiantistica in fase di valutazione nellambito del nuovo Piano Regionale Rifiuti Urbani, o anche allimpiantistica già esistente e in esercizio per speciali, attualmente vocata a valorizzazione energetica di rifiuti da fuori Regione; -rifiuti solidi o fanghi palabili non più recuperabili come materia o energia, destinabili a smaltimento in discariche per non pericolosi in cui trovano collocazione anche residui derivanti da gestione rifiuti urbani; lo smaltimento dovrà comunque opportunamente garantire il prioritario soddisfacimento dei fabbisogni per gli urbani.