Il bilancio bancario Giuseppe Squeo
Il bilancio di esercizio costituisce un sistema complesso e integrato di informazioni la cui finalità principale è quella di fornire ai terzi (azionisti, creditori, mercato, etc.) una rappresentazione della situazione aziendale (patrimoniale, economica e finanziaria) che consenta di formulare valutazioni corrette sullo stato di salute dell’impresa e di prendere coerenti decisioni economiche. (Ciro Vacca – Il nuovo bilancio bancario)
Ciò nel rispetto della verità ove possibile, per cui: i dati esposti corrispondono a quelli registrati nelle scritture contabili e che, questi, a loro volta, corrispondono ai fatti aziendali.
Ove opera la discrezionale valutazione dell’individuo è fondamentale la correttezza il comportamento è corretto, se, data una molteplicità di soluzioni possibili per rappresentare o valutare in bilancio una determinata operazione, la scelta effettuata appartiene a quel sottoinsieme di opzioni compatibili con la normativa, ovvero accettabili nella prassi sotto il profilo della ragionevolezza.
Ma verità e correttezza implicano chiarezza sia negli aspetti quantitativi sia in quelli descrittivo-esplicativi, della situazione aziendale e delle scelte valutative effettuate, in modo da consentire il massimo grado di intelligibilità del bilancio.
strumento fondamentale pubblico di informazione Il bilancio di esercizio è lo strumento fondamentale pubblico di informazione Relazione Stato patrimoniale Conto economico Nota integrativa Ricchezza informativa Omogeneità Veridicità Standardizzazione degli schemi Definizione degli aggregati Regole valutazione Obbligo legislativo Relazione sindaci Relazione revisori se quotata
Chi è interessato al bilancio bancario clienti azionisti altri banche analisti Bankit bilancio giornali Consob depositanti altri Stato dipendenti
Per meglio comprendere il bilancio bancario tratteggeremo le funzioni della banca. Monetaria, per cui emette titoli di debito accettati in sostituzione della moneta legale e gestione del sistema pagamenti. Creditizia, attuando il trasferimento del risparmio finanziario dalle unità in surplus a quelle in deficit. Questa attività implica: trasformazione delle scadenze; trasformazione dei rischi; selezione e controllo del credito. Servizi, per cui fornisce una serie di servizi extra-finanziari alla clientela, soprattutto alle imprese.
Aree di affare Retail Corporate Private standardizzazione; essenzialmente transazioni; bassi costi unitari; basso valore aggiunto unitario; canali distributivi capillari relazione poco personalizzata servizi complessi ed integrati; personalizzazione dimensione unitaria non piccola inquadrabile in un rapporto di lunga durata e quindi di “relationship banking”.
Struttura patrimoniale Investimenti Riserve bancarie Impieghi a residenti Titoli Sofferenze Operazioni pct Azioni e partecipazioni Rapporti interbancari Capitali fruttiferi sull’estero Fonti Depositi in lire residenti Obbligazioni Altra raccolta su interno Provvista su estero Operazioni pct Rapporti interbancari Patrimonio Saldo rettifiche
Le gestioni operative Clientela Impieghi a clientela Raccolta Depositi Provvista Interbancario passivo Obbligazioni Banche Interbancario passivo Negoziazione titoli e cambi trading Titoli Risparmio gestito Fondi Servizi a clientela Servizi imprese
Il valore aggiunto e sua distribuzione Costo lavoro Rettifiche e riprese Stato Imposte dirette Risultato lordo di gestione Imposte indirette Capitale Utile netto Risultato gestione straordinaria F.do rischi banc. gen. Accantonamenti
La normativa di riferimento Il decreto legislativo 87/192 di recepimento della direttiva comunitaria 86/635. Il decreto d’urgenza del Ministero del Tesoro n. 435830 del 24 giugno 1992. Le istruzioni della Banca d’Italia del 15 luglio 1992. Le istruzioni di aggiornamento del 16 gennaio 1995.
Il bilancio si compone dello stato patrimoniale del conto economico della nota integrativa della relazione degli amministratori
Viene rappresentato a sezioni contrapposte Lo Stato Patrimoniale Viene rappresentato a sezioni contrapposte Attivo Passivo Struttura impieghi Fonti finanziarie A valore netto Non sono ammessi fondi rettificativi: fondi ammortamento fondi svalutazione
Il patrimonio Attivo Passivo Patrimonio netto Fonte di: finanziamento vincolato all’impresa a pieno rischio solidità aziendale e di tutela del risparmiatore
Le voci dell’attivo e del passivo vengono esposte secondo il criterio della liquidità ed esigibilità decrescente. Ciò non è sempre esattamente vero, alcune volte prevale il criterio della natura dei soggetti controparte.
Stato patrimoniale riclassificato Attivo 1) Attivo finanziario fruttifero di interessi 2) Attivo finanziario non 3) Attivo non finanziario Passivo 1) Passivo oneroso di interessi 2) Passivo non oneroso 3) Patrimonio
Riclassificazione attivo 1. Attivo finanziario fruttifero di interessi 20 – Titoli del Tesoro e valori assimilati 30 – Crediti verso enti creditizi, 40 – Crediti verso clientela 50 – Obbligazioni e altri titoli a reddito fisso
2. Attivo finanziario non fruttifero di interessi 10 – Cassa 60 – Azioni, quote e altri titoli di capitale 70 – Partecipazioni 80 – Le partecipazioni in imprese del gruppo 130 – Altre attività 140 – Ratei e risconti. 3. Attivo non finanziario 90 – Immobilizzazioni immateriali 100 – Immobilizzazioni materiali
Riclassificazione passivo 1. Passivo oneroso di interessi 10 – Debiti verso banche 20 – Debiti verso clientela 30 – Debiti rappresentati da titoli 40 – Fondi di terzi in amministrazione 110 – Passività subordinate (*) Oltre che fruttifero di interesse ha caratteristiche di fondo patrimoniale. In parte viene compreso nel patrimonio di vigilanza.
2. Passivo non oneroso di interessi 50 – Altre passività 60 – Ratei e risconti passivi 70 – Trattamento fine rapporto lavoro subordinato 80 – Fondi per rischi 90 – Fondi rischi su crediti (*) (*) Ha anche caratteristiche di fondo patrimoniale.
3. Patrimonio 100 – Fondi per rischi bancari generali 120 – Capitale 130 – Sovraprezzo di emissione 140 – Riserve 150 – Riserve di rivalutazione 160 – Utili (perdite) portati a nuovo 170 – Utili (perdite) di esercizio
Riclassificazione conto economico Margine interesse Ricavi non finanziari Costi operativi Risultato lordo gestione Rettifiche nette, accantonamenti Risultato gestione straordinaria F.do rischi bancari gen.li Utile lordo Imposte dirette Utile netto
Riclassificazione conto economico 1 – Interessi attivi e proventi assimilati (10) 2 – Interessi passivi (20) 3 – Margine di interesse (1-2) 4 – Dividendi e altri proventi (30) 5 – Commissioni attive (40) 6 – Commissioni passive (50) 7 – Profitti (perdite) da operazioni finanziarie (60) 8 – Altri proventi di gestione (70) 9 – Altri oneri di gestione (110) 10 – Margine di intermediazione (+3+4+5-6+-7+8-9)
10 – Margine di intermediazione 11 – Spese amministrative (80) 12 – Risultato di gestione lordo (10 –11) 13 – Rettifiche valore su immob.ni immat. e mater. (90) 14 – Accantonamenti per rischi ed oneri (100) 15 – Rett. su crediti e accant. garanzie impegni (120) 16 – Ripr. su crediti e su accant. gar.zie impegni (130) 17 – Accantonamenti ai fondi rischi su crediti (140) 18 – Rett.iche valore su immob.zioni finanziarie (150) 19 – Riprese valore immob.zioni finanziarie (160) 20 – Utile (perdita) delle attività ordinarie (170=12-13-14-15+16-17-18+19)
20 – Utile (perdita) delle attività ordinarie 21 – Proventi straordinari (180) 22 – Oneri straordinari (190) 23 – Utile (perdita) straordinaria (200= 20+21-22)) 24 – Variazione fondo rischi bancari generali (210) 25 – Imposte sul reddito dell’esercizio (220) 26 – Utile (perdita) d’esercizio (230= 23+-24-25)
La nota integrativa Rappresenta la parte del bilancio bancario innovativa e ricca di informazioni significative. Le informazioni contenute nella nota informativa sono di natura: qualitativa, per interpretare correttamente i dati quantitativi indicati in bilancio (criteri valutazione, mappa partecipazioni); quantitativa, consistenti in dati analitici sull’operatività dell’intermediario, con la funzione di completare il quadro della situazione aziendale (operazioni fuori bilancio, dati extra contabili); disaggregare i dati dello stato patrimoniale e del conto economico (composizione interessi attivi e passivi.); riclassificare i dati in una logica gestionale (impieghi per vita residua).
Per la legislazione italiana (contrariamente a quella comunitaria) la nota integrativa ha natura sistematica per garantire trasparenza e confrontabilità. Gli operatori possono aggiungere informazioni. La nota integrativa è strutturata in quattro parti: A – Criteri di valutazione; B – Informazioni sullo stato patrimoniale; C – Informazioni sul conto economico; D – Altre informazioni. Divise a loro volta in sezioni.
Gli indicatori gestionali Una volta effettuata la riclassificazione si tratta di individuare degli indici di bilancio che siano rappresentativi dei fenomeni che si intendono analizzare. Grosso modo si possono individuare tre categorie di indicatori: gli indicatori di redditività, volti ad evidenziare la capacità dell’azienda di generare reddito. Tra i principali il roe, il roa ed il roi; gli indicatori di efficienza, volti ad evidenziare la capacità della banca di trovare il giusto equilibrio tra costi e ricavi. In tal senso il principale indicatore è il “cost/income”. In questa area rientrano anche gli indicatori di produttività; gli indicatori di solvibilità, volti ad evidenziare sia la rischiosità degli impieghi sia la capacità del patrimonio di coprire i rischi, il principale è l’indice di solvibilità.
I principali indicatori bancari Il roe (utile netto su patrimonio), che misura la redditività del patrimonio investito, utilizzabile, oltre che per fare confronti con altre banche, anche per fare confronti con investimenti alternativi. Il rapporto utile netto su utile lordo, come indicatore del carico fiscale gravante sulla banca. Infatti, un indicatore pari a 80% indica un prelievo di imposte pari al 20%. Il rapporto utile lordo/risultato di gestione, per individuare il peso assunto dalle componenti straordinarie di reddito che darebbero un risultato superiore al 100. L’indice interessi attivi su totale attivo, per misurare la redditività finanziaria media degli investimenti effettuati. Se rapportato solo all’attivo fruttifero si otterrebbe una misura dell’interesse attivo unitario medio.
I principali indicatori bancari (2) Il rapporto interessi passivi su passivo fruttifero di interessi, come indicatore del costo unitario medio della raccolta. Il rapporto margine di interesse su margine di intermediazione, come indicatore del contributo fornito dall’attività di intermediazione alla redditività bancaria. Il rapporto oneri operativi su risultato di gestione, come indicatore del rapporto cost/income.
I principali indicatori bancari (3) Il rapporto (raccolta+impieghi)/sportelli (o addetti), per misurare la produttività degli addetti o degli sportelli in funzione o della raccolta diretta, o degli impieghi o di entrambi. La leva finanziaria (debiti/patrimonio), importante perché: in positivo, a parità di altre condizioni, una maggiore leva consente un maggiore reddito; in negativo, perché una maggiore leva comporta una maggiore fragilità finanziaria.
I principali indicatori bancari (4) Bisogna fare attenzione nel confrontare voci di stato patrimoniale con quelle di conto economico, considerando che le prime sono consistenze e le seconde flussi. In tal senso, se esistono, le voci patrimoniali dovrebbero essere riferite alla consistenza media annuale. Una proxy di quest’ultima è la media aritmetica del valore di bilancio al tempo n-1 e al tempo 1. Questi indicatori sono associabili in vari modi, anche in funzione di alcuni artifici matematici.
L’analisi del ROE Una possibile formula di analisi gestionale che parta dal roe è la seguente: UN Pat UN UL UL Rlg MI TA Mint MI RLG Mint TA Pat x x x x x =
L’analisi del ROE ROE 8,5% L’efficienza interna condizionamenti esterni Il peso implicito dei costi Le imposte 26,7% RLG Mintermed. Utile netto Utile lordo 77,3% L’efficienza di mercato Fattori extragest. ROE 8,5% Redd.tà unitaria interessi 81,9% Le politiche Minteresse Tot. attivo Utile lordo RLG 2,3% Il peso dei servizi La leva fin.ria 16,4 Mintermed. Minteresse 136,2% Totale attivo Patrimonio
Una visione alternativa Efficacia commerciale 112,6 102,4 Rischiosità congiunturale dell’attivo 0,7 0,9 Fatturato Patrimonio Svalutazioni nette Impieghi Efficienza gestionale 87,8 74,1 La banca Produttività 5,8 5,2 Costi operativi Margine intermed.ne Redditività 3,1 1,5 Impieghi+raccolta Costo personale Utile netto Patrimonio
Il pool di tesoreria Nell’organizzare i dati e nel calcolare i risultati della gestione denaro delle singole filiali, sorge il problema di definire un margine di interesse più vicino alla realtà, nell’ipotesi che la filiale sia unica e non inserita in un rete. Infatti o per specializzazione voluta o per difficoltà insite nell’area di insediamento, la filiale può risultare specializzata nella raccolta o negli impieghi. Calcolando il margine di interesse solo utilizzando i dati reali della filiale, si commetterebbe un grande errore, privilegiando le filiali di impiego e danneggiando quelle di raccolta. Con l’utilizzo del sistema del pool di tesoreria si evita questo inconveniente. Nel pool le filiali versano la raccolta ad un tasso di trasferimento interno ed attingono i fondi allo stesso tasso per effettuare gli impieghi.
Tasso interno di trasferimento: caratteristiche Deve riflettere reali opportunità di tesoreria con cui coprire (allocare) gli sbilanci di filiale; Deve indurre comportamenti ottimali delle unità periferiche, cercando le migliori condizioni di mercato sia nel costo della raccolta che nei ricavi degli impieghi. Deve essere uno standard di riferimento obiettivo e facilmente riconoscibile dai responsabili delle unità periferiche. Deve essere facilmente e frequentemente aggiornabile. Spesso viene collegato al tasso interbancario
Il pool di tesoreria: esempio Filiale A Raccolta 100 Impieghi 200 Tasso attivo 10% Tasso passivo 5% Tit 7,5% Filiale A Raccolta 200 Impieghi 100 Pool di tesoreria Raccolta 300 Impieghi 300 Senza tit Mint = 15 Senza tit Mint = 0 Margine interesse Raccolta 100*0,05= 5 Impieghi 200*0,1= 20 Tesoreria 100*0,075=7,5 Margine netto 7,5 Margine interesse Raccolta 200*0,05= 10 Impieghi 100*0,1= 10 Tesoreria 100*0,075=7,5 Margine netto 7,5
Allegato
Criteri di analisi delle voci di bilancio Liquidità/liquidabilità stabilità rischio onerosità redditività Attivo Passivo
Stato patrimoniale - Attivo 10 – Cassa. Contante con ovvio grado di liquidità massimo e rendimento nullo, assenza di rischio. Riduzione dell’importanza in funzione della monetica, della moneta di conto e dell’assenza di redditività. 20 – Titoli del Tesoro e valori assimilati. Fanno parte i titoli che sono ammessi al rifinanziamento della banca centrale. Rendimento in funzione della scadenza. Bassissimo rischio controparte, liquidabilità alta. Sia in funzione di eventuali rifinanziamenti sia immettendoli sul mercato.
Stato patrimoniale - Attivo 30 – Crediti verso enti creditizi. Figurano tutti i crediti verso gli enti creditizi, cui appartengono le banche: comunitarie autorizzate; extra-comunitarie autorizzate a esercitare l’attività bancaria così come definita in ambito comunitario; le centrali ed organismi internazionali a carattere bancario (Bei, Bers,). Nella nota integrativa è previsto il dettaglio dei crediti verso le banche centrali (riserva obbligatoria, depositi volontari). Rendimento e rischio variabile in funzione del tipo di prestito e della controparte, liquidità in funzione della scadenza.
Stato patrimoniale - Attivo 40 – Crediti verso clientela, comprende tutti i crediti verso soggetti diversi dagli enti creditizi (anche sofferenze, crediti per interessi di mora e interessi scaduti e non ancora percepiti, i fondi di terzi in amministrazione, se sugli stessi maturano interessi attivi e passivi per l’ente creditizio). Vanno iscritti e rappresentati nell’attivo solo la somma effettivamente in essere a scadere. Rendimento alto in funzione del livello del rischio controparte. Liquidità in funzione della scadenza. (Alcuni crediti con liquidabilità legale a vista, in realtà, rappresentano vere e proprie immobilizzazioni finanziarie. Possibile lo smobilizzo con operazioni di cartolarizzazione).
Stato patrimoniale - Attivo 50 – Obbligazioni e altri titoli a reddito fisso, figurano tutti i titoli di debito ad eccezione di quelli rifinaziabili, che devono essere esposti alla voce “20”. Per liquidabilità, rischio e rendimento sono abbastanza analoghi a quelli stanziabili, anche se, questi ultimi, nell’insieme, dovrebbero presentare un livello di rischio e di liquidabilità migliori. 60 – Azioni, quote e altri titoli di capitale, detenute presso l’azienda. La liquidabilità dipende dall’eventuale quotazione e dal livello del prezzo di quest’ultima. Il rendimento è individuale. Anche il rischio controparte varia in funzione della controparte rappresentata.
Stato patrimoniale - Attivo 70 – Partecipazioni, definite tali : “i diritti rappresentati o meno da titoli nel capitale di imprese, i quali, realizzando una situazione di legame durevole con esse, sono destinati a sviluppare l’attività del partecipante”; quando un soggetto è titolare di almeno un decimo dei diritti di voto esercitabili nell’assemblea ordinaria. Le partecipazioni bancarie si ritengono “rilevanti (a influenza notevole)” quando superano il 20% o quando viene esercitata un’influenza notevole. Difficile che vengano acquistate per motivi di redditività, che, come il rischio e la liquidabilità varia, come visto per le azioni, in funzione della controparte rappresentata dal titolo. Comprende le partecipazioni in imprese non finanziarie effettuate in ottica di rapporto di medio-lungo.
Stato patrimoniale - Attivo 80 – Le partecipazioni in imprese del gruppo. In questo aggregato rientrano le partecipazioni strategiche e funzionali. Sono partecipazioni finalizzate: 1) a fornire un’attività integrativa a quella della banca commerciale (leasing, factoring, etc.); 2) a potenziare la rete e l’attività senza far ricorso all’apertura di nuove filiali. Rendimento, liquidabilità e rischio sono secondari, essendo la partecipazione acquisita per motivi strategici. I parametri di valutazione sono presi in considerazione in un’ottica di gruppo.
Stato patrimoniale - Attivo 90 – Immobilizzazioni immateriali. Rappresentate dai costi di impianto, ampliamento e ricerca e sviluppo se pluriennali, l’avviamento se acquisito a titolo oneroso, i diritti di brevetto e gli altri costi pluriennali. Come anche per le immobilizzazioni materiali, vi dovrebbe essere assenza di rendimento diretto, bassissimo grado di liquidabilità, presenza di rischio di investimento e di obsolescenza. 100 – Immobilizzazioni materiali. Sono considerate tali immobili ed altri beni materiali destinati ad essere utilizzati durevolmente nell’azienda.
Stato patrimoniale - Attivo 130 – Altre attività, voce di carattere residuale in cui confluiscono le passività non riconducibili nelle altre voci del passivo dello stato patrimoniale. 140 – Ratei e risconti. Va evidenziati che questi possono essere portati a diretta rettifica delle voci attive e passive cui si riferiscono.
Stato patrimoniale - Passivo 10 – Debiti verso banche. Tutti i debiti verso enti creditizi come definiti nei crediti verso banche. Grado di stabilità in funzione della scadenza, del rating o standing goduto dalla banca. Costo in funzione della scadenza e delle condizioni del momento in cui è stato effettuato la provvista, comunque, mediamente più alto della raccolta diretta, sopra la soglia del corridoio di tassi. 20 – Debiti verso clientela. Tutti i debiti verso controparti non bancarie. Costo più basso delle varie forme di raccolta, la stabilità è legata: alla scadenza; alla tipologia di clientela; alla viscosità con questa reagisce al variare delle condizioni di mercato; infine, in funzione del frazionamento operato e della saldatura del circuito finanziario.
Stato patrimoniale - Passivo 30 – I debiti rappresentati da titoli, devono essere iscritti in questa apposita voce. Stabilità legata alla scadenza medio-lunga. Alto costo relativo della provvista. 40 – Fondi di terzi in amministrazione. Come visto rappresentano fondi non propri gestiti per conto e nome di terzi, se onerosi di interessi. 50 – Altre passività, voce di carattere residuale in cui confluiscono le passività non riconducibili nelle altre voci del passivo dello stato patrimoniale. (Depositi in contante non fruttiferi, contropartite contabili, partite viaggianti etc.)
Stato patrimoniale - Passivo 60 – Ratei e risconti passivi. Vale quanto detto per quelli attivi. 70 – Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato. Viene collocato in apposita voce in quanto rappresenta una vera e propria passività, essendo un debito la cui remunerazione è disciplinata per legge. Stabilità elevata e legata solo al variare della normativa o di esodi imprevisti.
Stato patrimoniale - Passivo 80 – I Fondi per rischi ed oneri hanno la funzione di coprire perdite o debiti che sono individuati nella loro natura, ma che alla data del bilancio presentano incertezze relative: alla probabilità del verificarsi dell’evento, al momento in cui possono verificarsi, all’ammontare. Questi elementi di incertezza giustificano l’esistenza di tali fondi. Non possono essere rettificativi o di ammontare superiore ai rischi che intendono coprire. Essi comprendono 1) i fondi di quiescenza e simili; 2) i fondi imposte e tasse; 3) gli altri fondi (tutti gli accantonamenti per coprire perdite, oneri o debiti specifici connessi con la gestione aziendale come controversie legali, fondo oscillazioni, etc.). Discreta stabilità di giacenza media. Oneri finanziari inesistenti.
Stato patrimoniale - Passivo 90 – Fondi rischi su crediti. Fondi liberi che non includono alcuna parte rettificativa dei crediti, ammessi solo per fronteggiare rischi eventuali su crediti. La disciplina comunitaria non li prevede; il legislatore italiano, recependo la normativa comunitaria, ha attenuato la rigidità della norma inserendo tra i fondi impegnati e le risorse patrimoniali una terza categoria: i fondi liberamente disponibili per la copertura di rischi solo eventuali su crediti. Sostanzialmente sono veri e propri fondi patrimoniali.
Stato patrimoniale - Passivo 100 – Fondi per rischi bancari generali, liberamente disponibili per coprire qualsiasi rischio di impresa. Mirano a favorire la solidità patrimoniale, riducendo la probabilità di crisi di fiducia legata alla variabilità nel tempo dei risultati economici. E’ un fondo stabilizzatore del reddito d’esercizio. L’alimentazione e l’utilizzo del fondo sono decisi dagli amministratori, con controllo dell’Assemblea; possono considerarsi veri e propri fondi patrimoniali. 110 – Passività subordinate. Sono debiti ad alto costo ed alta stabilità. Sono in un certo senso assimilabili al patrimonio e comunque in parte rientrano nel patrimonio di vigilanza.
Stato patrimoniale - Passivo 120 – Capitale. Rappresenta il capitale legale della società. Grado di stabilità massimo. 130 – Sovraprezzo di emissione. Voce patrimoniale che rappresenta il differenziale pagato tra capitale e valore dell’azione o della quota sociale pagata. 140 – Riserve, per lo più legali e volontarie realizzate per rafforzare il patrimonio. 150 – Riserve di rivalutazione. Incrementi del patrimonio derivanti da rivalutazioni di parti dell’attivo. 160 – Utili (perdite) portati a nuovo. 170 – Utili (perdite) di esercizio.
Conto economico 10. Interessi attivi e proventi assimilati. Confluiscono tutti i ricavi finanziari legati alle operazioni di investimento classico della banca, sia con riferimento a controparti clienti sia con riferimento a titoli. 20. Interessi passivi, corrisposti sui debiti assunti anche sotto forma cartolare, compresi quelli relativi alle passività subordinate. 30 - Dividendi ed altri proventi, comprensivi di quelli sulle azioni detenute anche per partecipazione. (Ove il gruppo ha una partecipata specializzata in cui concentra tutta l’attività di gruppo, parte dei ricavi non finanziari vanno cercati in questa voce. Ad esempio, il risparmio gestito concentrato su una partecipata non figura tra i servizi ma tra i dividendi).
Conto economico 40 – Commissioni attive, in cui confluiscono commissioni e provvigioni incassate per servizi resi quali, garanzie rilasciate, servizi di incasso e pagamento, negoziazione titoli e valute, gestioni patrimoniali, amministrazione titoli, etc. 50 – Commissioni passive, sono quelle pagate per servizi ricevuti con riferimento ad incassi e pagamenti, a negoziazione titoli e valute, etc. 60 – Profitti (perdite) da operazioni finanziarie, confluiscono le rivalutazioni e le svalutazioni per operazioni sui titoli, valute e altre.
Conto economico 70 – Altri proventi di gestione, ad esempio premi per opzioni, fitti attivi, recupero imposte. 80 – Spese amministrative, costituite dalle spese per il personale e dalle altre spese amministrative (compensi a professionisti esterni, stampati, cancelleria, etc.) 90 – Rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e materiali, vi confluisce la quota di ammortamento a carico dell’esercizio di riferimento. 100 – Accantonamenti per rischi ed oneri, si alimentano i fondi quiescenza, vertenze legali, altri fondi per oneri futuri.
Conto economico 110 – Altri oneri di gestione, ad esempio premi pagati per opzioni. 120 – Rettifiche di valore su crediti e su accantonamenti per garanzie ed impegni. Confluiscono gli accantonamenti per la svalutazione subita dai crediti sotto forma di abbattimento diretto degli stessi. Rettifiche individuali e forfettarie per rischio paese ed altre rettifiche forfettarie. Interessi di mora.. 130 – Riprese di valore su crediti e su accantonamenti per garanzie ed impegni, rivalutazioni dei crediti e interessi di mora su crediti incassati.
Conto economico 140 – Accantonamenti ai fondi rischi su crediti, eventuali accantonamento per maggiore garanzia. 150 – Rettifiche di valore su immobilizzazioni finanziarie, per titoli immobilizzati e partecipazioni. 160 – Riprese di valore su immobilizzazioni finanziarie 170 – Utile (perdita) delle attività ordinarie 180 – Proventi straordinari, per utili da realizzo immobili, titoli immobilizzati, partecipazioni, sopravvenienze attive e insussistenze passive.
Conto economico 190 – Oneri straordinari, per perdite da realizzi, oneri consulenza straordinari, interessi e altro competenza esercizi precedenti, etc. 200 – Utile (perdita) straordinaria 210 – Variazione del fondo rischi bancari generali 220 – Imposte sul reddito dell’esercizio, imposte correnti 230 – Utile (perdita) d’esercizio