Diritto commerciale 2012-13 Lezioni del 5 marzo 2013.

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Diritto commerciale 2012-13 Lezioni del 5 marzo 2013

Oggetto della lezione di oggi XXIV Il fallimento. C. Gli effetti del fallimento. D. Lo svolgimento della procedura. E. La cessazione del fallimento.   Norme: l.fall. 42-123. Assegnamenti: Vol. III, § XXIV C-D-E.

Soggetti I. Imprenditori e non imprenditori. II. Persone fisiche e persone “giuridiche” (cioè, più esattamente, soggetti aventi soggettività giuridica diversi dalle persone fisiche). Art. 1 l.fall. Sono soggetti alle disposizioni sul fallimento e sul concordato preventivo gli imprenditori che esercitano una attività commerciale.

Soggetti I. NON SONO IMPRENDITORI CHE ESERCITANO UN’ATTIVITA’ COMMERCIALE: L’imprenditore AGRICOLO: per l’oggetto dell’attività esercitata quest’imprenditore non è soggetto alla disciplina del diritto fallimentare tanto se persona fisica quanto se persona “giuridica”; I PROFESSIONISTI INTELLETTUALI: di norma persone fisiche, ma anche società (per esempio la società tra avvocati), questi soggetti sono considerati nel nostro ordinamento non imprenditori. Ne segue che non possono essere neppure imprenditori commerciali. Eccezione costituiva in passato la categoria degli AGENTI DI CAMBIO, soggetti al fallimento sebbene dalla legge definiti professionisti; categoria oggi ad esaurimento e comunque non più soggetta alla disciplina oggetto del diritto fallimentare (abrogato l’art. 4 l. fall.); Le PERSONE FISICHE che non esercitano attività d’impresa (lavoratori autonomi e dipendenti). In passato potevano fallire i CONTRIBUENTI per debito d’imposta, ma si doveva sempre trattare di imprenditori. Le PERSONE “GIURIDICHE” che non esercitano attività commerciale. innanzi tutto, ASSOCIAZIONI (riconosciute e non) e FONDAZIONI aventi scopo ideale che non perseguono, neppure in concreto, attraverso attività economiche; inoltre, le SOCIETA’ SEMPLICI, lo STATO e GLI ENTI PUBBLICI che non esercitano attività commerciale.

Soggetti II. SONO IMPRENDITORI COMMERCIALI, ma non sono oggetto della disciplina di diritto fallimentare: I PICCOLI IMPRENDITORI che non esercitano attività agricola (COLTIVATORI DIRETTI, che coniugano all’attività estranea all’area di rilevanza delle procedure concorsuali, il fattore dimensionale). Gli ENTI PUBBLICI esercenti attività commerciale a mezzo di imprese organo e gli ENTI PUBBLICI ECONOMICI (2201).

Soggetti III. SONO IMPRENDITORI COMMERCIALI, ma soggetti a disciplina particolare (esclusiva o non esclusiva) con riguardo alla crisi d’impresa (LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA): Le IMPRESE SOCIALI (ENTI COLLETTIVI di cui al libro I o V, cioè anche società); Alcune IMPRESE OPERANTI IN SETTORI ECONOMICI PARTICOLARI (Imprese bancarie, assicurative, di intermediazione finanziaria); Le SOCIETA’ COOPERATIVE (quando soggette a l.c.a., secondo il criterio della prevenzione)

Soggetti Art. 1, comma 2°, l.fall. Non sono soggetti alle disposizioni sul fallimento e sul concordato preventivo gli imprenditori di cui al primo comma, i quali dimostrino il possesso congiunto dei seguenti requisiti : aver avuto, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito della istanza di fallimento o dall'inizio dell'attività se di durata inferiore, un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore ad euro trecentomila; aver realizzato, in qualunque modo risulti, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell'istanza di fallimento o dall'inizio dell'attività se di durata inferiore, ricavi lordi per un ammontare complessivo annuo non superiore ad euro duecentomila; avere un ammontare di debiti anche non scaduti non superiore ad euro cinquecentomila.

Soggetti Nel 2007 il legislatore è intervenuto per: abolire la figura del piccolo imprenditore in ambito fallimentare (non c’è più integrazione con la nozione del c.c. che vale solo per scritture e iscrizione reg. impr.) modificare il requisito CAPITALE, con quello, più chiaro di ATTIVO PATRIMONIALE; vincolare tanto il requisito dell’attivo patrimoniale, quanto quello dei ricavi, non alla media degli ultimi tre anni, ma su base annua; aggiungere un terzo requisito: escludere dal fallimento e dal concordato preventivo chi ha un VOLUME DI INDEBITAMENTO inferiore a 500.000 €. Ricordate: si tratta di un requisito oggettivo, non di una condizione obiettiva di non procedibilità che invece ricorre al termine dell’istruttoria prefallimentare quando un imprenditore commerciale ha debiti scaduti e non pagati inferiori a 30.000 €: in questo caso, nonostante sia tecnicamente insolvente, non viene dichiarato FALLITO.

Organi Tribunale fallimentare Curatore fallimentare Giudice delegato Comitato dei creditori

Istanza La legittimazione alla proposizione dell’istanza di fallimento compete (art. 6) a: debitore; creditori; Pubblico ministero. Non spetta più al Tribunale d’ufficio. Il tribunale, sia penale che civile, ha tuttavia il potere di segnalare l’insolvenza al p.m.

Istruttoria prefallimentare È un procedimento di cognizione sommaria, a contraddittorio pieno ma attenuato, con sentenza emanata in camera di consiglio. ricorso (non c’è termine perché non è una citazione a data fissa!); si appone un decreto in calce al ricorso con l’indicazione dell’udienza; la parte istante è onerata della notificazione alle altre; visto che il termine è già fissato, deve essere diligente a far sì che tra l’udienza e la notificazione intercorrano almeno 15 giorni; nel decreto è fissata altra data, antecedente di almeno 7 giorni quella dell’udienza, entro la quale si possono presentare memorie documenti.

Imprenditore cessato o defunto Sia imprenditori individuali che collettivi non falliscono oltre un anno dalla cancellazione dal reg. imprese. Per imprenditori individuali si può provare di avere cessato l’attività prima (effettività). Così anche le società cancellate d’ufficio (3 bilanci non approvati). Soci illimitatamente responsabili: vale la data dello scioglimento (effettività) se sono state osservate le formalità (quindi non decorre dalla cancellazione, ma dalla cessazione del vincolo).

Imprenditore cessato o defunto Problemi applicativi Onere della prova (2007): la facoltà di provare che la cessazione dell’attività d’impresa non coincide con la cancellazione è data al p.m. e ai creditori, i quali quindi non hanno alcun interesse a far accertare che la cessazione effettiva è anteriore, ma casomai posteriore, cioè che l’impresa è continuata nonostante la cancellazione. Società di fatto Visto che non si iscrivono non si possono cancellare. La soluzione potrebbe essere consapevole, ma potrebbe anche risultare incostituzionale

Effetti del fallimento per il fallito 42. Beni del fallito. La sentenza che dichiara il fallimento, priva dalla sua data il fallito dell'amministrazione e della disponibilità dei suoi beni esistenti alla data di dichiarazione di fallimento. Sono compresi nel fallimento anche i beni che pervengono al fallito durante il fallimento, dedotte le passività incontrate per l'acquisto e la conservazione dei beni medesimi (93). Il curatore, previa autorizzazione del comitato dei creditori, può rinunciare ad acquisire i beni che pervengono al fallito durante la procedura fallimentare qualora i costi da sostenere per il loro acquisto e la loro conservazione risultino superiori al presumibile valore di realizzo dei beni stessi (94).

Effetti del fallimento per il fallito 44. Atti compiuti dal fallito dopo la dichiarazione di fallimento. Tutti gli atti compiuti dal fallito e i pagamenti da lui eseguiti dopo la dichiarazione di fallimento sono inefficaci rispetto ai creditori. Sono egualmente inefficaci i pagamenti ricevuti dal fallito dopo la sentenza dichiarativa di fallimento. Fermo quanto previsto dall'articolo 42, secondo comma, sono acquisite al fallimento tutte le utilità che il fallito consegue nel corso della procedura per effetto degli atti di cui al primo e secondo comma.

Effetti del fallimento per il fallito Altri effetti: Rapporti processuali; Beni di uso personale; Alimenti al fallito e alla famiglia; Corrispondenza; Domicilio e dimora.

Effetti del fallimento: sui creditori 51. Divieto di azioni esecutive e cautelari individuali. “Salvo diversa disposizione della legge, dal giorno della dichiarazione di fallimento nessuna azione individuale esecutiva o cautelare, anche per crediti maturati durante il fallimento, può essere iniziata o proseguita sui beni compresi nel fallimento”.

Effetti del fallimento: sui creditori 52. Concorso dei creditori. “Il fallimento apre il concorso dei creditori sul patrimonio del fallito. Ogni credito, anche se munito di diritto di prelazione o trattato ai sensi dell'articolo 111, primo comma, n. 1), nonché ogni diritto reale o personale, mobiliare o immobiliare, deve essere accertato secondo le norme stabilite dal Capo V, salvo diverse disposizioni della legge”.

Effetti del fallimento: sui creditori 56. Compensazione in sede di fallimento. “I creditori hanno diritto di compensare coi loro debiti verso il fallito i crediti che essi vantano verso lo stesso, ancorché non scaduti prima della dichiarazione di fallimento. Per i crediti non scaduti la compensazione tuttavia non ha luogo se il creditore ha acquistato il credito per atto tra i vivi dopo la dichiarazione di fallimento o nell'anno anteriore”.

Effetti del fallimento: sui rapporti giuridici preesistenti 72. Rapporti pendenti. “Se un contratto è ancora ineseguito o non compiutamente eseguito da entrambe le parti quando, nei confronti di una di esse, è dichiarato il fallimento, l'esecuzione del contratto, fatte salve le diverse disposizioni della presente Sezione, rimane sospesa fino a quando il curatore, con l'autorizzazione del comitato dei creditori, dichiara di subentrare nel contratto in luogo del fallito, assumendo tutti i relativi obblighi, ovvero di sciogliersi dal medesimo. Il contraente può mettere in mora il curatore, facendogli assegnare dal giudice delegato un termine non superiore a sessanta giorni, decorso il quale il contratto si intende sciolto. (…) Sono inefficaci le clausole negoziali che fanno dipendere la risoluzione del contratto dal fallimento”.

Liquidazione dell’attivo l’art. 105 disciplina le condizioni alle quali può essere effettuata la vendita in blocco; altrimenti va effettuata per cespiti. Questa disposizione prevede infatti che la vendita per cespiti è disposta quando risulta prevedibile che la vendita dell'intero complesso aziendale, di suoi rami, di beni o rapporti giuridici individuabili in blocco non consenta una maggiore soddisfazione dei creditori. Le vendite, in blocco o per cespiti, e gli altri atti di liquidazione posti in essere in esecuzione del programma di liquidazione sono effettuati dal curatore tramite procedure competitive anche avvalendosi di soggetti specializzati, sulla base di stime effettuate, salvo il caso di beni di modesto valore, da parte di operatori esperti, assicurando, con adeguate forme di pubblicità, la massima informazione e partecipazione degli interessati (art. 107).

Atti gratuiti e pagamenti 64. Atti a titolo gratuito. “Sono privi di effetto rispetto ai creditori, se compiuti dal fallito nei due anni anteriori alla dichiarazione di fallimento, gli atti a titolo gratuito, esclusi i regali d'uso e gli atti compiuti in adempimento di un dovere morale o a scopo di pubblica utilità, in quanto la liberalità sia proporzionata al patrimonio del donante”. 65. Pagamenti. “Sono privi di effetto rispetto ai creditori i pagamenti di crediti che scadono nel giorno della dichiarazione di fallimento o posteriormente, se tali pagamenti sono stati eseguiti dal fallito nei due anni anteriori alla dichiarazione di fallimento”.

Revocatoria ordinaria e fallimentare Per il codice di commercio, l’atto in frode ai creditori poteva essere accertato ed annullato ai sensi del codice civile. Questo vale tutt’oggi, provando (art. 66): Eventus damni; Consilium fraudis. D’altronde si presumevano fraudolenti, salvo prova contraria una serie di atti (pagamenti, obbligazioni sproporzionate e garanzie) successivi alla cessazione dei pagamenti; l’art. 67 originario, che sostituiva questa norma, si distaccava da questa formula, consentendo la revoca degli effetti dell’atto quando è provato, direttamente dal curatore o per presunzione, che il terzo conosceva l’insolvenza al momento dell’atto. Non si richiedeva prova del danno.

Revocatoria fallimentare: presupposti (1) 67. Atti a titolo oneroso, pagamenti, garanzie. Sono revocati, salvo che l'altra parte provi che non conosceva lo stato d'insolvenza del debitore: gli atti a titolo oneroso compiuti nell'anno anteriore alla dichiarazione di fallimento, in cui le prestazioni eseguite o le obbligazioni assunte dal fallito sorpassano di oltre un quarto ciò che a lui è stato dato o promesso; 2) gli atti estintivi di debiti pecuniari scaduti ed esigibili non effettuati con danaro o con altri mezzi normali di pagamento, se compiuti nell'anno anteriore alla dichiarazione di fallimento; 3) i pegni, le anticresi e le ipoteche volontarie costituiti nell'anno anteriore alla dichiarazione di fallimento per debiti preesistenti non scaduti; 4) i pegni, le anticresi e le ipoteche giudiziali o volontarie costituiti entro sei mesi anteriori alla dichiarazione di fallimento per debiti scaduti.

Revocatoria fallimentare: presupposti (2) 67. Atti a titolo oneroso, pagamenti, garanzie. (…) “Sono altresì revocati, se il curatore prova che l'altra parte conosceva lo stato d'insolvenza del debitore, i pagamenti di debiti liquidi ed esigibili, gli atti a titolo oneroso e quelli costitutivi di un diritto di prelazione per debiti, anche di terzi, contestualmente creati, se compiuti entro sei mesi anteriori alla dichiarazione di fallimento”.

Revocatoria fallimentare: esenzioni (3) Non sono soggetti all'azione revocatoria: i pagamenti di beni e servizi effettuati nell'esercizio dell'attività d'impresa nei termini d'uso; b) le rimesse effettuate su un conto corrente bancario, purché non abbiano ridotto in maniera consistente e durevole l'esposizione debitoria del fallito nei confronti della banca; c) le vendite ed i preliminari di vendita trascritti ai sensi dell'articolo 2645-bis del codice civile… conclusi a giusto prezzo ed aventi ad oggetto immobili ad uso abitativo, destinati a costituire l'abitazione principale dell'acquirente o di suoi parenti e affini entro il terzo grado; d) gli atti, i pagamenti e le garanzie concesse su beni del debitore purché posti in essere in esecuzione di un piano che appaia idoneo a consentire il risanamento della esposizione debitoria dell'impresa e ad assicurare il riequilibrio della sua situazione finanziaria e la cui ragionevolezza sia attestata da un professionista iscritto nel registro dei revisori contabili e che abbia i requisiti previsti dall'articolo 28, lettere a) e b) ai sensi dell'articolo 2501-bis, quarto comma, del codice civile (128);

Revocatoria fallimentare: esenzioni (4) Non sono soggetti all'azione revocatoria: (…) e) gli atti, i pagamenti e le garanzie posti in essere in esecuzione del concordato preventivo, dell'amministrazione controllata, nonché dell'accordo omologato ai sensi dell'articolo 182-bis; f) i pagamenti dei corrispettivi per prestazioni di lavoro effettuate da dipendenti ed altri collaboratori, anche non subordinati, del fallito; g) i pagamenti di debiti liquidi ed esigibili eseguiti alla scadenza per ottenere la prestazione di servizi strumentali all'accesso alle procedure concorsuali di amministrazione controllata e di concordato preventivo.

Chiusura del fallimento Mancanza del passivo; Mancanza dell’attivo; Esaurimento del passivo; Esaurimento dell’attivo; Concordato fallimentare.

Esdebitazione: requisiti soggettivi Il fallito persona fisica è ammesso al beneficio della liberazione dai debiti residui nei confronti dei creditori concorsuali non soddisfatti a condizione che: abbia cooperato con gli organi della procedura, fornendo tutte le informazioni e la documentazione utile all'accertamento del passivo e adoperandosi per il proficuo svolgimento delle operazioni; non abbia in alcun modo ritardato o contribuito a ritardare lo svolgimento della procedura; non abbia violato le disposizioni di cui all'articolo 48; non abbia beneficiato di altra esdebitazione nei dieci anni precedenti la richiesta; non abbia distratto l'attivo o esposto passività insussistenti, cagionato o aggravato il dissesto rendendo gravemente difficoltosa la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari o fatto ricorso abusivo al credito; non sia stato condannato con sentenza passata in giudicato per bancarotta fraudolenta o per delitti contro l'economia pubblica, l'industria e il commercio, e altri delitti compiuti in connessione con l'esercizio dell'attività d'impresa, salvo che per tali reati sia intervenuta la riabilitazione. Se è in corso il procedimento penale per uno di tali reati, il tribunale sospende il procedimento fino all'esito di quello penale.  

Esdebitazione: requisiti oggettivi L'esdebitazione non può essere concessa qualora non siano stati soddisfatti, neppure in parte, i creditori concorsuali. Restano esclusi dall'esdebitazione: gli obblighi di mantenimento e alimentari e comunque le obbligazioni derivanti da rapporti non compresi nel fallimento ai sensi dell'articolo 46 estranei all'esercizio dell'impresa (285); i debiti per il risarcimento dei danni da fatto illecito extracontrattuale nonché le sanzioni penali ed amministrative di carattere pecuniario che non siano accessorie a debiti estinti. Sono salvi i diritti vantati dai creditori nei confronti di coobbligati, dei fideiussori del debitore e degli obbligati in via di regresso (286).

Effetti dell’esdebitazione Il decreto di accoglimento della domanda di esdebitazione produce effetti anche nei confronti dei creditori anteriori alla apertura della procedura di liquidazione che non hanno presentato la domanda di ammissione al passivo (id est: concorsuali non concorrenti); in tale caso, l'esdebitazione opera per la sola eccedenza alla percentuale attribuita nel concorso ai creditori di pari grado.