La filosofia della scienza del comportamento

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La filosofia della scienza del comportamento “Scopo della scienza è scoprire una significativa semplicità in mezzo ad una complessità disordinata…perché dimostrare che qualcosa il cui comportamento sembra assai complesso e bizzarro è in realtà il risultato della combinazione di componenti molto semplici è meraviglioso, non avvilente” Herbert Simon

La psicologia del comportamento: Teoria generale ha come obiettivo descrivere, prevedere e controllare il comportamento dell’individuo che si evolve, perché si affermi nella società in cui vive; l’oggetto si colloca lungo un continuum che comprende sviluppo normale, sviluppo ritardato e accelerato; le sue leggi empiriche descrivono, prevedono e controllano: - cambiamenti delle interazioni organismo-ambiente (apprendimento) - evoluzione/involuzione di comportamenti (acquisizione/perdita di abilità) - mantenimento di interazioni (memoria) - generalizzazione e induzione di risposte - reazioni emotive - reazioni affettive la tecnologia che ne deriva caratterizza: - un modello educativo efficiente che organizza e controlla in senso funzionale, gli elementi critici delle interazioni - un sistema aperto e flessibile che si autocorregge, integrando nuovi concetti, principi, leggi e tecniche sperimentalmente validate.

L’analisi del comportamento come sistema L’analisi del comportamento è la teoria generale che risolve problemi nella ricerca di base come nella ricerca applicata, trovando rispondenza tanto nelle speculazioni filosofiche e storiche quanto nelle applicazioni educative e/o terapeutiche (Perini, 1997). La filosofia della scienza della psicologia del comportamento, ponendo come oggetto di studio le interazioni reciproche fra comportamento individuale e circostanze ambientali, consenta un’analisi sperimentale e un’elaborazione teorica governate dagli stessi principi, quale che sia il contesto - sperimentale e/o applicativo - in cui si verificano.

La psicologia mette a disposizione dell’Educazione: Un’insieme di concetti e principi derivati esclusivamente dalla ricerca sperimentale Una metodologia per applicare questi concetti e questi principi direttamente alle pratiche educative Piani di ricerca e disegni sperimentali che analizzano i cambiamenti individuali, piuttosto che inferirli dalle medie di un gruppo Una filosofia della scienza che insiste sugli aspetti osservabili delle interazioni fra il comportamento individuale e le condizioni che lo determinano Bijou, 1970

Educazione “L’ educazione riguarda i cambiamenti degli esseri umani: un cambiamento è una differenza fra due condizioni; ognuna di queste condizioni ci è nota solo attraverso ciò che produce – cose fatte, parole dette, azioni compiute e così via -. Misurare ciascuno di questi prodotti significa definire la loro quantità, cosicchè persone competenti possano sapere quanto grande, sia meglio di quanto farebbero senza misurarli… in genere la natura delle misurazioni in educazione è la stessache in tutte le altre misurazioni”. Thorndike, 1918

Obiettivi dell’Educazione “fornire conoscenze sulla natura dell’uomo e sulle leggi di modificabilità o apprendimento, a proposito di intelletto, carattere, abilità…La parola educazione si riferisce in particolare a quegli elementi della scienza o dell’arte che hanno a che fare con i cambiamenti dell’uomo. La possibilità di migliorare le aspirazioni dell’uomo e di renderlo più abile nel soddisfarli dipende prima di tutto dalla conoscenza di quella che è la sua natura a prescindere dall’educazione, ed in secondo luogo dalle leggi che ne governano i cambiamenti” Thorndike, 1913

Perché è nata la scuola La scuola pubblica fu inventata per offrire i servizi di un tutor privato a più di uno studente insieme. Con l’aumento del numero di studenti, ciascuno riceveva minor attenzione. E quando si arrivò al numeo di 25 o 30, l’attenzione personale non poteva essere, nel migliore dei casi, che sporadica. I libri di testo furono inventati per sostituire una parte del lavoro del tutore, ma essi non potevano fare due cose successivamente. Le macchine per insegnare e i testi programmati furono inventati per ripristinare queste importanti caratteristiche dell’istruzione tutoriale. Skinner, 1989

La descrizione dei modi che regolano la reciprocità delle interazioni permette di: A) verificare cosa cambia nel comportamento in funzione dei cambiamenti delle situazioni ambientali e viceversa; B) fissare criteri per identificare l’apprendimento nei cambiamenti; C) descrivere la loro progressione nel corso dello sviluppo individuale; D) intervenire per programmare e promuovere, attraverso una gestione corretta dell’apprendimento, i repertori di competenze e di abilità di ciascun individuo a partire dalla percezione dei suoi reali bisogni, sostituendo e/o compensando le interazioni evolutive che non si sono potute svolgere normalmente per effetto di condizioni handicappanti biologiche e/o socioculturali; E) valutare in modo rigoroso ed empirico i risultati dell’intervento.

Il comportamentismo radicale: Skinner La contingenza a tre termini: A - antecedents B - behavior C - consequents S’

Operazioni di base Lo studio del comportamento riguarda le relazioni fra eventi ambientali, stimoli, e le reazioni dell’organismo, risposte. Queste relazioni si possono esaminare analizzando come le manifestazioni dell’ambiente producano cambiamenti nelle risposte. Momento critico è l’osservazione del comportamento, ma poiché osserviamo sempre un organismo all’interno di un ambiente, guardare un organismo che fa qualcosa può non essere sufficiente per capire il comportamento. Occorre dunque intervenire cambiando l’ambiente. Possiamo descrivere cambiamenti ambientali in termini di tre classi di operazioni sperimentali: operazioni di presentazione degli stimoli, operazioni conseguenti e operazioni di controllo dello stimolo. Catania, 1984

Il continuum comportamentale Rinforzo e punizione: sono estremi su un continuum di contingenze che aumentano, lasciano inalterata e diminuiscono la forza della risposta; Rinforzo positivo e negativo: sono estremi su un continuum di relazioni di locazione temporale degli stimoli presenti al momento in cui la risposta è rinforzata; Differenziazione e discriminazione: sono estremi su un continuum che indicano quanto le proprietà dello stimolo e della risposta contribuiscano ai criteri di rinforzamento differenziale; Discriminazione operante e condizionamento rispondente: sono estremi su un continuum che correla operazioni di controllo dello stimolo alle contingenze (sia quelle in cui le risposte cambiano le probabilità dello stimolo, sia quelle in cui non hanno effetto); Sintassi e semantica:sono estremi su un continuum che correla proprietà strutturali del comportamento verbale a caratteristiche complesse dell’ambiente verbale e non verbale; Rievocazione verbale e riconoscimento verbale: sono estremi su un continuum di differenti tipi di di attività che fanno parte di classi di comportamento che chiamiamo ricordo; Processi cognitivi e comportamentali: sono estremi su un continuum che rappresenta la relativa accessibilità o inaccessibiltià delle cose che un organismo fa. Catania, 1984

Una tecnologia dell’insegnamento impiegata malaccortamente potrebbe forse distruggere l’iniziativa e la creatività; potrebbe produrre uomini tutti uguali (e non è detto che sarebbero tutti ugualmente eccellenti); potrebbe sopprimere gli effetti benefici accidentali nello sviluppo individuale e nell’evoluzione di una cultura. D’altro canto, però, potrebbe esaltare al massimo il talento genetico di ogni studente. Lo potrebbe rendere abile, competente e informato quanto più possibile; potrebbe costruire la massima diversità di interessi; lo potrebbe condurre a dare il massimo contributo possibile alla sopravvivenza e allo sviluppo della sua civiltà… Non possiamo evitare le decisioni di fronte alle quali ci troviamo imponendo l’alt alle ricerche scientifiche sul comportamento umano o rifiutandoci di applicare la tecnologia che deriva inevitabilmente da questa scienza. Skinner, 1968

…un metodo di insegnamento di questo tipo subordina, di fatto, qualsiasi differenza di ordine sociale, economico, culturale ed etnico, all’amichevole interazione intellettuale fra due esseri umani, così ad uno studente poco socievole, malato, svogliato, scarsamente scolarizzato o altrimenti handicappato, sono assicurate almeno un minimo di attenzione individuale, di approvazione e di possibilità di successo. Il solo prerequisito per attuare il programma è un ben definito livello quantitativo e qualitativo di competenza accademica. Keller, 1968