La personalità dipendente

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La personalità dipendente

Gabbard La dipendenza è parte costitutiva della vita di ogni essere umano. Il disturbo, così come proposto dal DSM, si caratterizza però per una dipendenza così estrema da diventare patologica che si manifesta in un’incapacità a prendere decisioni da soli, in una sottomissione costante, nel bisogno persistente di rassicurazioni e nell’incapacità di funzionare adeguatamente se qualcun altro non si prende cura di loro. I principali problemi della categoria diagnostica del DSM riguardano l’elevata comorbilità con gli altri disturbi di personalità e il fatto che raramente questo disturbo viene posto come diagnosi principale, suggerendo una scarsa rappresentatività in natura del quadro sindromico definito dai criteri diagnostici selezionati.

Gabbard Secondo Gabbard, attualmente la spiegazione del disturbo non è più riconosciuta in una difficoltà evolutiva in fase orale, quanto piuttosto si tende a vedere un modello ripetitivo e pervasivo di rinforzo genitoriale nei confronti della dipendenza presente in tutta la storia in quanto attivo in tutte le fasi di sviluppo Anche uno stile di attaccamento insicuro è segno caratteristico del disturbo; alcuni studi hanno infatti evidenziato in questi pazienti pattern di attaccamento invischiato. È molto probabile che il messaggio genitoriale più potente e costante dipingesse l’indipendenza come piena di pericoli. È altresì stato ipotizzato che un fattore eziologica possa essere di natura genetica, inteso come base biologica del temperamento.

Gabbard Gabbard sottolinea come non debbano essere considerate equivalenti le categorie di dipendenza e passività; i pazienti con disturbo di personalità dipendente sono spinti dalla motivazione di ottenere e mantenere relazioni rassicuranti e supportive e, per raggiungere il loro scopo, possono mettere in atto comportamenti attivi e assertivi,come ad esempio chiedere feedback durante i test psicologici, chiedere aiuto in situazioni di difficoltà, o, ancora, cercare l’assistenza di un medico in presenza di sintomi fisici. In realtà questi pazienti ricercano la cura degli altri a causa di ansie profonde. Spesso, questo aggrapparsi agli altri maschera l’aggressività e viene quindi inteso come una formazione di compromesso: difende e contemporaneamente esprime ostilità. Il comportamento dipendente può anche essere una modalità che il paziente attua per evitare il riattivarsi di esperienze traumatiche del passato.

Mc Williams Pulsioni, affettività e temperamento: Il mondo affettivo della persona con organizzazione masochistica è molto simile a quella del depresso, con un importante elemento in più. Predominano una tristezza cosciente e profondi sensi di colpa inconsci, ma, oltre a ciò, gran parte dei masochisti è incline a provare intensi sentimenti di rabbia, risentimento e indignazione. Processi difensivi e adattivi: I masochisti, come i depressi, utilizzano le difese dell’introiezione, del rivolgimento contro la persona e dell’idealizzazione. Il segno distintivo della personalità masochista è l’acting-out per padroneggiare l’angoscia. Un’altra difesa delle persone masochiste è la moralizzazione e il diniego.

Mc Williams Le relazioni oggettuali: Di solito la storia di un masochista suona molto simile a quella di un depresso, ma è stata così devastante da spingere il bambino a rinunciare all’idea di essere amato. E così il bambino, anche se in genere si sente abbandonato e quindi privo di valore, impara che se soffre abbastanza riesce ad attirare su di sé un certo interessamento. Nella storia di molti individui che hanno strutturato una personalità masochistica ritroviamo anche l’aspetto di forti ricompense ricevute per aver sopportato eroicamente la sofferenza. Nelle relazioni quotidiane le persone autodistruttive tendono a ricreare situazioni in cui sono trattate con insensibilità e sadismo.

Il Sé masochista: la rappresentazione di sé del masochista di una persona indegna, colpevole, che merita rifiuto e punizione; c’è una sensazione di esaltazione nella sofferenza. Infatti il masochista ha trovato nella sofferenza la base compensatoria per sostenere la propria autostima. Anche quando denunciano l’aggressione di chi li maltratta, ciò che offre loro un vantaggio secondario è soprattutto la possibilità di denunciare l’inferiorità morale dell’altro, sottolineando invece la propria superiorità morale. Transfert e controtransfert: tentano di rendere manifesta la loro impotenza e i loro sforzi per essere buoni. Le dinamiche masochistiche suscitano generalmente due tipi di controtransfert: contromasochismo e sadismo. Di solito sono presenti entrambi.

Stile disforico: dipendente-masochista Il profilo emergente dalla SWAP-200, si riferisce a persone che tendono fortemente alla sottomissione e a subire abusi fisici ed emotivi; si legano affettivamente in modo intenso e veloce a figure inappropriate e sono eccessivamente dipendenti dalle decisioni altrui, bisognose di rassicurazioni e in preda a terrori abbandonici. Il tratto centrale resta l’eccessiva dipendenza; a questo tratto si correla un’eccessiva paura di essere rifiutato o abbandonato e un’intensa paura della solitudine. Il fattore Q dipendente-masochista sembra però definire pazienti molto più disturbati di quelli diagnosticati con i criteri del DSM in quanto emergono elementi relativi alla difficoltà ad affrontare le scelte e nella gestione delle relazioni (item 26, 11, e 180); viene inoltre evidenziata la diffusione dell’identità (item 15), la presenza di scissione e di idealizzazione (item 128 e 45), le difficoltà di regolazione emotiva (item 117) e la difficoltà nel riconoscere ed esprimere la propria rabbia, che viene tipicamente gestita con modalità passive (item 78).